Il problema non è “esserci” sulla terra, ma “restarci
NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.
– IL PROBLEMA NON È “ESSERCI” SULLA TERRA, MA “RESTARCI”.
– PRENDERSI CURA DELLA MONTAGNA
Parole guida saranno: studio, conoscenza, cooperazione, solidarietà, con l’obiettivo di “prenderci cura” di noie stessi, di ogni persona e dell’ambiente che ci avvolge.
Noi siamo parte della natura. Ne siamo avvolti. Immersi nell’aria che respiriamo circa 20 volte al minuto. E poi c’è l’acqua della quale non possiamo fare a meno (acqua fonte di vita), insieme al cibo che ci fornisce quanto necessario per ogni nostra quotidiana azione. Siamo dei mammiferi e utilizziamo ampiamente aria-acqua-suolo, in quanto esseri viventi, alla stregua di tutti gli altri numerosi presenti.
La Terra è unica: tanto “grande”, ma altrettanto “piccola”. Indispensabili le risorse naturali messe a disposizione, sia prelevandole direttamente, sia producendole con agricoltura e allevamento (sempre grazie ad aria-acqua-suolo).
Se siamo nati ed evoluti sulla Terra è evidente che c’erano le condizioni affinché questo si verificasse, così come lo è per ogni specie vivente.
Noi umani siamo però l’unica specie in grado di modificare l’ambiente, anche irreversibilmente, e i cicli che ci hanno consegnato la vita, messa sempre più a rischio. Ed è quello che sta accadendo con la pandemia.
Il problema quindi non è ESSERCI sulla Terra, ma RESTARCI.
Negli anni 70′ rimasi impressionato dal libro “I limiti dello sviluppo” del Club di Roma, con le sue proiezioni e previsioni. Oggi, dopo 50 anni, c’è la fine delle illusioni del progresso umano, ridotti a merce e alla solo produttività. La vulnerabilità al virus, ci aiuterà ad abbandonate l’illusione di poter dominare, senza limiti, la natura?
Adesso è il momento delle risposte, che non saranno semplici. Tali da perdersi nel labirinto delle informazioni. delle valutazioni e delle prospettive. Il rischio sarà nelle parole “Normalità” e “Ripresa Economica”, indicate per risalire la china. Ma cosa è meglio fare? Forse cambiare prospettiva e, come su un conoide, scendere dalla zona ripida, lasciarsi alle spalle un terreno impegnativo da risalire, e guardare la valle che si apre a ventaglio, su terreno sempre più percorribile.
Si può e si devono ripensare sia il modello economico, che ci ha portato a questo difficile livello, sia l’insieme dei rapporti sociali, origine di diseguaglianze e povertà.
Le parole guida saranno:studio, conoscenza, cooperazione solidarietà, con l’obiettivo di “prenderci cura” di noie stessi, di ogni persona e dell’ambiente che ci avvolge.
(filidido)
5 aprile 2020