IL CLUB ALPINO ITALIANO E LE DISCRIMINAZIONI DI RAZZA – Giorno della Memoria

IL CLUB ALPINO ITALIANO E LE DISCRIMINAZIONI DI RAZZA – Giorno della Memoria

27 Gennaio 2022 CAI Cea gli Aquilotti Curiosità Patrimonio Culturale 0
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ll Club Alpino Italiano e le discriminazioni di razza. Giorno della Memoria

foto Marramà

Il Cai ha sofferto il triste periodo del fascismo in modo doloroso.

Una recente ricerca del giornalista Lorenzo Grassi socio Cai Roma, svolta nell’archivio storico della Sezione Cai di Roma ha portato alla luce documenti degli anni ‘30, con un elenco di “ebrei epurati” dalla sezione Cai di Roma, rinominata Sezione dell’Urbe del Centro Alpinistico Italiano.

Il Cai conserva e documenta

Certo la storia racchiude aspetti diversi, non considerati, ma prevedibili relativi a quel doloroso periodo storico che vide anche il Club Alpino Italiano trasformato (dal Segretario del Partito Nazionale Fascista) in Centro Alpinistico Italiano, con i podestà a dettare legge e imporre una mirata sudditanza politica a seguito di inique leggi.

Integrazione e tolleranza

Oggi si è travolti da una rutilante continuità delle emergenze che in parte stordiscono e in gran parte rischiano di dare ulteriore corpo a diversità, disuguaglianze e distinguo. Riaffiorano esempi di intolleranza e discriminazione sociale nei confronti di altre popolazioni. Mai come oggi abbiamo bisogno di integrazione e tolleranza per superare con visione, i problemi attuali e quelli che purtroppo verranno.

Il Presidente Generale Cai Vincenzo Torti

Il lavoro di Grassi, uno storico che è anche un nostro socio, è un contributo prezioso. Prendo atto della sua ricerca, e metterò appena possibile la questione all’ordine del giorno degli organismi centrali, e delle altre Sezioni che possono ricostruire gli elenchi dei loro soci epurati. Il CAI di oggi è ben diverso da quello del 1938-‘39, ma l’obbligo di raccontare la verità riguarda tutti”.

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La matrice Cai è culturale e sociale

Quanto accaduto e documentato a causa del periodo fascista ha stravolto il senso sociale del Cai giungendo alle epurazioni Diversa la situazione negli anni precedenti. Il 19 e 20 Settembre 1921 in Abruzzo si svolse il Primo Congresso Alpinistico Regionale. Le decisioni prese, lungimiranti e condivise, furono aperte e attuali. Le Sezioni erano unite in Consorzio per risolvere i problemi della costruzione dei rifugi alpini e della viabilità montana con la realizzazione di mulattiere e il miglioramento dell’accoglienza di piccoli alberghi (in via temporanea organizzando attendamenti). Inoltre, per rendere popolare l’avvicinamento alla montagna l’attenzione all’iscrizione degli operai e, infine, la pubblicazione di una guida che illustri le montagne d’Abruzzo e i borghi più pittoreschi. Già 100 anni fa era più che chiaro il legame tra territori, cittadini e genti di montagna.

Il Cai è libera associazione

L’attuale Statuto Cai è uno scritto ricco di valori, affiancato dal Bidecalogo e altri documenti nazionali che testimoniano storia e crescente impegno nel sociale e nell’ambiente. Segni fattivi di attenzione e cambiamento. Abbandonate le vesti da “profeta disarmato” anche il Cai, con respiro nazionale e internazionale, potrà fare di più.

Carlo Franchetti

Tra gli epurati dal Cai Carlo Franchetti (alpinista, accademico, speleologo), al quale la Sezione Cai di Roma, nel 1959, ha dedicato un rifugio sul Gran Sasso d’Italia, costruito utilizzando le pietre del luogo, posto nella parte alta del Vallone delle Cornacchie a 2433 m, tra le pareti del Corno Piccolo e del Corno Grande nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il Cai guarda avanti

Nel ringraziare Lorenzo Grassi per la sua ricerca anticipo che il Cai farà quanto necessario per andare oltre i fatti e il ricordo del periodo di discriminazione razziale.

Giorno della Memoria – Lo Scarpone on line del 27 gennaio 2022

Epurazione del Cai – Articolo di Lorenzo Grassi del 26 gennaio 2022

BUONA MONTAGNA a tutti!

2022.01.27 (pubblicato)

(filidido)
Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
– CD Federparchi

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montano. Ha promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è ancora nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.

 

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