Come diventerà la frequentazione della Montagna in presenza del COVID19? Raccomandazioni del Cai.
Come diventerà la frequentazione della Montagna in presenza del COVID19?
Il Club Alpino Italiano, nel momento in cui riprende gradualmente la frequentazione della Montagna, pone l’accento su prudenza e senso responsabilità.
Ogni appassionato di montagna è chiamato a fare la propria parte perché la ripresa delle attività non si trasformi in occasioni per la diffusione del contagio. Sono necessari una accentuata cautela e l’adozione di comportamenti responsabili, che innanzitutto significano rispetto del distanziamento fisico e svolgimento delle attività in maniera individuale o in compagnia delle persone conviventi.
Il Club alpino italiano ha predisposto le raccomandazioni essenziali rivolte non solo ai soci, ma a tutti i frequentatori delle terre alte. Il Documento è frutto di lavoro collegiale, avvalendosi delle diverse strutture per una valutazione d’insieme del Comitato Direttivo Centrale, del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo, degli Organi Tecnici Centrali e delle Strutture Operative, ha quindi
RACCOMANDAZIONI DEL CLUB ALPINO ITALIANO
- Rispetta puntualmente le disposizioni adottate a livello nazionale e territoriale (regione e comune), con particolare riferimento alle limitazioni imposte e alla adozione di comportamenti come le distanze e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, a tutela tua e degli altri.
- Valuta correttamente le tue capacità e condizioni fisiche, oltre a quelle dei familiari che vengono con te, considerando gli effetti del lungo periodo di forzata inattività e scegliendo itinerari adeguati, preferibilmente al di sotto del tuo livello abituale; assumi diligentemente ogni più opportuna informazione sul percorso, sulle previsioni meteorologiche e sulla presenza di strutture di accoglienza aperte ed eventuale riparo.
- Considera le limitazioni territoriali ai trasferimenti come l’occasione per andare alla scoperta delle valli e dei borghi più vicini, uscendo dalla spirale abitudinaria di privilegiare in molti la stessa località, scoprendo così bellezze inaspettate e sempre rispettando la natura, evitando concentrazioni pericolose di persone e limitando gli spostamenti.
- Scegli un rifugio come meta, non per trovare in quota ricercatezze di pianura, quanto piuttosto una cortese accoglienza, consigli competenti e la sobria qualità di una ristorazione che esprima i sapori tradizionali di quella particolare zona di montagna; ricorda che il gestore del rifugio presidia un territorio prezioso e assicura i contatti per i soccorsi: collabora con lui e attieniti alle sue indicazioni per assicurare distanziamento e igiene; è importante la prenotazione.
- Evita le attività più impegnative e che richiedono l’uso di attrezzature alpinistiche in comune e distanze ravvicinate con altri: la pazienza di oggi renderà ancora più gratificanti queste attività in un futuro non lontano.
- Percorri con lentezza e prudenza l’itinerario che hai scelto, segui i sentieri segnalati e quando incontri altre persone mantieni la distanza e usa la mascherina.
- Ricorda che in caso di incidente l’eventuale soccorso, già impegnativo per i luoghi, è reso ulteriormente critico dalla necessità di proteggere chi viene soccorso e quanti soccorrono, dal pericolo di contagio da coronavirus: per questo mantieni alta e costante la tua attenzione, risveglia i sensi assopiti. Attiva la funzione “seguimi” della App GeoResQ dello smartphone, tenendolo silenziato e utilizzandolo solo per necessità.
- Considera sempre che i luoghi che per te sono occasione di svago e benessere, rappresentano la “casa” delle popolazioni che in quelle montagne vivono, contribuendo a mantenerle ospitali, e che il tuo comportamento influisce sulle loro condizioni di vita e di salute.
In questo momento di generale difficoltà il rispetto di queste raccomandazioni equivarrà ad attenzione per sé e per gli altri, oltre che per la Montagna e per chi vi abita.
La Montagna ha bisogno di tutti noi. Il periodo di “fermo” ha determinato il calo dell’inquinamento a livello mondiale e ha evidenziato quanto le nostre attività incidano negativamente sulla qualità dell’ambiente e sulla salute dell’uomo.
Adesso tutti guardano e aspettano la ripresa che però pone grandi dubbi, in quanto, a causa delle emergenze economiche provocate dalla pandemia, si corre il rischio che le necessità ambientali vengano messe da parte. Ci si deve prendere cura della Montagna, dei suoi territori e degli abitanti che, pur in presenza di eccellenze, già prima della pandemia, erano impegnati a contrastare spopolamento, spaesamento, consumo di suolo, difficoltà di avere infrastrutture esenziali e, nel caso d’Appennino, di subire i ritardi della ricostruzione.
13 maggio 2020
(filidido)