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CLUB ALPINO ITALIANO E CORONAVIRUS: 10 regole per chi frequenta i rifugi

CLUB ALPINO ITALIANO E CORONAVIRUS: 10 regole per chi frequenta i rifugi

RIFUGIO SICURO”. Dieci regole comportamentali del Club Alpino Italiano. Gli appassionati di montagna dovranno rispettarle per un ritorno alla frequentazione dei rifugi alpini e appenninici, nel rispetto di sé e degli altri, della responsabilità e dell’educazione.

Il Club alpino italiano, attraverso la Commissione centrale rifugi, ha elaborato il “Piano RIFUGIO SICURO”, mentre si attende la pubblicazione del nuovo DPCM sulle riaperture delle attività economiche del 18 maggio.

Il desiderio di Montagna sarà forte. Escursionisti, alpinisti, turisti e intere famiglie, riprenderanno a frequentare la Montagna con entusiasmo, passione e curiosità. A tutti questi e a chi occasionalmente dovesse avventurarsi sui sentieri si chiedono buon senso, rispetto delle norme e preparazione adeguata. Le necessarie limitazioni indotte dai protocolli sanitari per contenere la diffusione del coronavirus orienteranno la libera frequentazione della montagna. Cambieranno anche i modi per raggiungere il Rifugio che sarà vissuto con una socialità che imparerà a incontrarsi diversamente. La Montagna, con bellezza, paesaggi, flora e fauna, prati e boschi sarà sempre lì, pronta ad accoglierci e a migliorare stato di salute e difese immunitarie.

L’appello del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti ricorda che “… responsabilità, autoregolamentazione e prudenza devono ispirare, ancora di più nell’attuale situazione, ogni frequentatore della montagna, e che,  il rispetto delle raccomandazioni per la corretta frequentazione dei rifugi potrà evitare il ritorno a una chiusura delle Terre Alte e a una limitazione delle possibilità di frequentarle“.

Di seguito le dieci regole di comportamento del Cai:

1 – Prenota il pernottamento in rifugio, quest’anno è obbligatorio!

2 – Prima di iniziare l’escursione, assicurati di essere in buona salute!

3 – Attendi all’esterno del rifugio le indicazioni del gestore!

4 – Consuma – meteo permettendo – bevande, caffè, torte e pasti veloci all’esterno del rifugio!

5 – Lascia il tuo zaino e la tua attrezzatura tecnica dove appositamente predisposto dal gestore!

6 – Assicurati di avere con te mascherina, guanti e igienizzante a base alcolica; utilizzali quando entri nel rifugio e comunque sempre quando non puoi rispettare la distanza di sicurezza!

7 – Porta con te il tuo sacco lenzuolo o il tuo sacco a pelo per pernottare al rifugio!

8 – Lavati spesso le mani ed utilizza i tuoi asciugamani personali!

9 – Ricorda che il gestore può sottoporti al controllo della temperatura e che, se superiore a 37,5°c, può vietarti l’ingresso al rifugio!

10 – Riporta i tuoi dispositivi individuali di protezione usati ed i tuoi rifiuti a valle.

Chi andrà in Montagna, dovrà prepararsi per essere più autonomo, consapevole di rischi e opportunità, pianificando l’escursione nei minimi dettagli, vivendo l’esperienza in ambiente con serenità, come opportunità rigenerante dopo la sosta forzata, rinviando le attività più impegnative così da evitare possibili  situazioni di difficoltà e pericolo.

LE MONTAGNE SANNO ATTENDERE

2020-05-17 (flidido) Cea “gli aquilotti” del Cai Abruzzo

2020.05 manifesto le 10 regole del Cai per chi frequenta i rifugi

2020.05 SLIDE: le 10 regole del Cai per chi frequenta i rifugi




Cai Abruzzo e Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” – Proposte 2020 – 2021 -2022 – IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI

Proposte 2020 – 2021 -2022

IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI

Il Club Alpino Italiano GR Cai Abruzzo e il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo, fanno presente che, mai come oggi, l’Ambiente ha bisogno di tutti noi per cambiare radicalmente scelte di vita e di progresso. I giorni di “fermo” (impensabili prima della pandemia) hanno determinato il calo dell’inquinamento a livello mondiale, con l’aria che “respira” meglio e l’acqua che si “libera” dall’inquinamento. Questo periodo ha evidenziato che le nostre eccessive attività di inquinamento, consumo di suolo, perdita di biodiversità, incidono negativamente sulla qualità dell’ambiente e sulla salute dell’uomo, già provata dall’incidenza climatica, con il rialzo della temperatura, scioglimento dei ghiacciai ed eventi estremi.

Adesso tutti guardano e aspettano la ripresa che però pone grandi dubbi, in quanto, a causa delle emergenze economiche provocate dalla pandemia, si corre il rischio  che le necessità ambientali vengano messe da parte. Ci si deve prendere cura dell’Ambiente e della Montagna, dei suoi territori e degli abitanti che, pur in presenza di eccellenze, già prima della pandemia, erano impegnati a contrastare spopolamento, spaesamento, difficoltà di avere infrastrutture essenziali e, nel caso d’Appennino, di subire i ritardi della ricostruzione.

La Montagna riunisce un vitale insieme di risorse e beni comuni con aria, acqua, paesaggi, colori, odori, boschi, prati, da scoprire nei paesi, sui sentieri e nei rifugi. Meraviglie della Natura generosamente a disposizione di tutti,  e che tutti devono imparare a rispettare. Il primo passo è la conoscenza. Vieni in Montagna per guardarti attorno, scoprendo quanto sia viva, pulsante e trainante. I piccoli paesi, tra i borghi più belli d’Italia si preparano ad accoglierti, lontano dalla crisi sanitaria che ha interessato le grandi città, pronti a condividere esperienze all’aria aperta con turisti, escursionisti e visitatori, nel rispetto di protocolli e norme che verranno. Nel frattempo, mentre gradualmente riprende la frequentazione della Montagna, ci accompagnano le raccomandazioni essenziali del Club Alpino Italiano che, con mirato decalogo, pone l’accento su prudenza e senso di responsabilità.

Il 2020 andrà un po’ così, di conserva, con le attività che riprenderanno con la massima cautela. Nel frattempo approfittiamo di questo tempo per definire le attività escursionistiche e culturali per i tempi migliori che verranno, anche avvalendoci degli strumenti per comunicare a distanza.

La giornata nazionale “in cammino nei parchi” del  prossimo 14 giugno, nata per sottolineare l’importante dialogo con il Sistema delle Aree Protette la trasformiamo in giornata web, descrivendo gli itinerari proposti nelle diverse edizioni. Di riferimento gli itinerari, con lo stato di fatto, lungo il Sentiero Italia CAI nei Parchi Nazionali. Un impegno per riscoprire il territorio diffuso. In Abruzzo abbiamo 3 Parchi Nazionali e il Parco Regionale Sirente Velino. Un rilevante sistema montuoso dove l’Escursionismo naturalistico e culturale si esprime a livelli d’eccellenza con il “Sentiero Verde dei Parchi d’Abruzzo” e le oltre 50 tappe. Nel 2020 possiamo quindi consolidare alcune attività iniziando dallo lo stato del Sentiero Italia Cai nei Parchi, le forme d’uso dei rifugi Cai, la manutenzione dei sentieri, la didattica a distanza, il completamento del Progetti di Educazione Ambientale Cai-Ministro dell’Ambiente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, le possibili attività con i finanziamenti ZEA nei Parchi (e penso ai gestori dei rifugi nei Parchi) Zone Economiche Ambientali del Ministro Costa. Nel 2020 anno della Biodiversità va ricordato il Progetto Camoscio d’Abruzzo con il Cai che ha dato il via al riuscito programma di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia con il ripopolamento di Maiella e Marsicano.

Ci dobbiamo quindi preparare per i prossimi anni. Il  2021 sarà l’anno dei 30 anni della legge quadro sulle aree protette e quello dei 40 anni Bidecalogo. Attività e temi che dovranno prioritariamente coinvolgere i giovani e il mondo della Scuola

Nel 2021 per il Gran Sasso Laga ci si prepara a riproporre il Trekking Aprutino e il sentiero Terre Alte Castel del Monte – Castelli – esteso anche a Isola del Gran Sasso, con riferimento funzionale al Rifugio Enrico Faiani della Sezione Cai di Castelli. Il 2021 sarà anche l’anno per ricordare la singolare figura di Walter Mazzitti, già Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, molto vicino alle istanze del Cai, con il quale sono state condivise diverse azioni, con positivi e duraturi risultati.

Ulteriori  iniziative saranno definite per gli altri sistemi montuosi.

Nel 2022 si celebreranno i 100 anni del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, condivisi con il Parco Nazionale del Gran Paradiso, appuntamento di valore nazionale ed europeo.

L’idea è di promuovere un itinerario escursionistico che avvolga paesi e montagne del Parco, riprendendo una proposta di Bernardino Romano espressa all’epoca dei primo vagiti del Sentiero Italia Cai d’Abruzzo.

Prioritari sono attenzione e cura dei giovani. In questa direzione il GR Cai Abruzzo si è rivolto ai Presidenti delle Sezione Cai con il seguente invito: Gentili Presidenti, come sappiamo, le Scuole sono purtroppo chiuse per l’emergenza in corso. A settembre, qualora si tornasse alla normalità, sarebbe opportuno che il Cai fosse presente con le sue tematiche per coinvolgere gli alunni e farli sentire parte del territorio, delle emergenze, del paesaggio, dopo questo lungo periodo di assenza. E’ importante, quindi, che voi contattiate i Dirigenti delle Scuole del vostro territorio per programmare le eventuali attività. Vi ringrazio e vi saluto cordialmente. Gaetano Falcone

Ci attendono anni di impegno con molto da fare, grazie alla collaborazione di ogni socio e struttura Cai, insieme a Parchi, Regione e altri Enti ed Associazioni, pianificando tutto nel migliore dei modi

13 maggio 20

  Gaetano Falcone                                                                                       Filippo Di Donato

Presidente GR Cai Abruzzo                                         Responsabile Cea “gli aquilotti” – CD Federparchi

2020-05-15 (filidido) Cea “gli aquilotti” del Cai Abruzzo

2020.05.13-proposte-Cai-Abruzzo-Cea-gli-aquilotti.pdf




Al via la prima Settimana della Natura, dal 18 al 24 maggio 2020

Al via la prima Settimana della Natura, dal 18 al 24 maggio 2020

Il Ministro Costa: … è importante riuscire a dare la visione di un ritorno alla normalità che sappia mettere al centro la valorizzazione dell’ambiente, con un’attenzione particolare all’enorme patrimonio di biodiversità che il nostro Paese possiede

Il 24 maggio si celebra la “giornata europea dei Parchi” che ricorda il giorno in cui, nell’anno 1909, venne istituito in Svezia il primo parco europeo

Si terrà da lunedì 18 fino al 24 maggio 2020 la prima edizione della “Settimana della natura”: sette giorni in cui si concentreranno alcuni degli appuntamenti internazionali più rilevanti e simbolici che riguardano la conservazione della natura: dalla valorizzazione dei beni culturali nei parchi alla tutela della biodiversità, dalla protezione delle api e delle tartarughe alla promozione del turismo sostenibile.

I parchi protagonisti di questi sette giorni, attraverso un video emozionale realizzato con le meraviglie del nostro patrimonio naturale, che verrà diffuso sui canali istituzionali e sui social; saranno inoltre rilanciati i tre siti internet del Ministero dell’Ambiente dedicati alla natura.

Parliamo di due portali già esistenti: il primo è dedicato al Turismo nei parchi (http://turismoneiparchi.minambiente.it/ ), accessibile tramite il sito del Ministero dell’Ambiente e realizzato con il contributo della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Un’utile e dettagliata vetrina sul Patrimonio culturale presente nei Parchi nazionali italiani, quasi 800 tra biblioteche e musei, oltre 400 beni archeologici e più di 1.250 beni artistico architettonici.

Il secondo sito, realizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con Unioncamere, è dedicato ai Sapori dei parchi (http://www.saporideiparchi.minambiente.it/) e si pone l’obiettivo di valorizzare e promuovere il legame tra prodotti tipici e patrimonio naturale nei 24 Parchi nazionali italiani.

Un collettore di informazioni sulle produzioni agroalimentari di qualità dei territori dei Parchi, che offre una visione sistemica dell’offerta turistica di queste aree, correlata in particolare al settore agro-alimentare, in grado di soddisfare tutte le esigenze dei visitatori, dalle escursioni ai percorsi, dalle iniziative alle degustazioni.

A questi due portali se ne aggiungerà uno nuovo, dedicato alle Meraviglie dei Parchi, il cui obiettivo è rilanciare le enormi potenzialità dei parchi presenti sul territorio nazionale, e che verrà inaugurato in coincidenza con la prima edizione della Settimana della natura.

D’altronde i parchi sono al centro dell’azione di governo del Ministro dell’Ambiente: con la creazione delle Zea, le zone economiche ambientali, ulteriormente finanziate anche nel dl Rilancio, con 40 milioni destinati alle imprese green nei parchi, la visione si sostanzia di uno strumento operativo di sviluppo ecosostenibile.

“La Settimana della natura è un appuntamento che assume particolare valore anche perché coincide con un periodo particolare della situazione che stiamo vivendo, la cosiddetta Fase 2, di uscita e ripartenza dall’epidemia del Covid 19 – afferma il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa -. Un periodo in cui è importante riuscire a dare la visione di un ritorno alla normalità che sappia mettere al centro la valorizzazione dell’ambiente, con un’attenzione particolare all’enorme patrimonio di biodiversità che il nostro Paese possiede”.

Si comincia lunedì 18 maggio con la ‘Giornata internazionale dei musei’; un’opportunità ideale per conoscere il portale dedicato ai beni culturali presenti nei nostri parchi (http://turismoneiparchi.minambiente.it/ ) e attraverso questo scoprire o riscoprire tutti i numerosi beni architettonici e artistici, quelli archeologici, i musei, le biblioteche e gli altri importanti luoghi di cultura presenti.

Mercoledì 20 maggio si celebra invece la Giornata mondiale delle api: un’occasione importante per fare il punto sulle risorse che il ministero dell’Ambiente ha messo a disposizione per la salvaguardia degli insetti impollinatori, al centro di un’iniziativa di protezione e valorizzazione di questi importanti insetti e del mondo degli apicoltori che il Ministro annuncerà durante questa giornata.

Giovedì 21 maggio sarà la volta della Giornata europea della Rete Natura 2000. Nell’arco della giornata, il Ministro parteciperà ad una diretta con la Lipu sulle Zps a mare. Si farà inoltre il punto sull’ampliamento della Rete Natura 2000 e sui numerosi progetti Life che ci consentono di proteggere e conoscere sempre meglio il nostro Paese.

Venerdì 22 maggio si celebrerà invece la Giornata mondiale della biodiversità, con eventi dedicati al Capitale naturale, in particolare i canali social del Ministero ospiteranno una conferenza scientifica e un talk-show con la partecipazione di una storica amica dell’ambiente, Licia Colò.

Sabato 23 maggio, la Giornata mondiale delle tartarughe, che si celebra proprio in uno dei momenti di maggiore fragilità per questi animali che arrivano fra maggio e agosto sulle nostre coste per deporre le loro uova.

La settimana si concluderà domenica 24 maggio con la Giornata europea dei Parchi: un ‘ritorno alla natura’ viaggiando attraverso il lancio del portale Le Meraviglie nei Parchi e delle importanti e inedite iniziative ‘Sentieri dei Parchi’ (realizzata in collaborazione con il CAI) e ‘Passaporto dei Parchi’.

2020-05-15

(filidido)

Al via la prima Settimana della Natura, dal 18 al 24 maggio 2020

 




Come diventerà la frequentazione della Montagna in presenza del COVID19? Raccomandazioni del Cai.

Come diventerà la frequentazione della Montagna in presenza del COVID19?

Il Club Alpino Italiano, nel momento in cui riprende gradualmente la frequentazione della Montagna, pone l’accento su prudenza e senso responsabilità.

Dal Club Alpino Italiano sono state predisposte raccomandazioni essenziali sintetizzate con pannello informativo.

Ogni appassionato di montagna è chiamato a fare la propria parte perché la ripresa delle attività non si trasformi in occasioni per la diffusione del contagio. Sono necessari una accentuata cautela e l’adozione di comportamenti responsabili, che innanzitutto significano rispetto del distanziamento fisico e svolgimento delle attività in maniera individuale o in compagnia delle persone conviventi.

Il Club alpino italiano ha predisposto le raccomandazioni essenziali rivolte non solo ai soci, ma a tutti i frequentatori delle terre alte. Il Documento è frutto di lavoro collegiale, avvalendosi delle diverse strutture per una valutazione d’insieme del Comitato Direttivo Centrale, del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo, degli Organi Tecnici Centrali e delle Strutture Operative, ha quindi

RACCOMANDAZIONI DEL CLUB ALPINO ITALIANO

  1. Rispetta puntualmente le disposizioni adottate a livello nazionale e territoriale (regione e comune), con particolare riferimento alle limitazioni imposte e alla adozione di comportamenti come le distanze e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, a tutela tua e degli altri.
  2. Valuta correttamente le tue capacità e condizioni fisiche, oltre a quelle dei familiari che vengono con te, considerando gli effetti del lungo periodo di forzata inattività e scegliendo itinerari adeguati, preferibilmente al di sotto del tuo livello abituale; assumi diligentemente ogni più opportuna informazione sul percorso, sulle previsioni meteorologiche e sulla presenza di strutture di accoglienza aperte ed eventuale riparo.
  3. Considera le limitazioni territoriali ai trasferimenti come l’occasione per andare alla scoperta delle valli e dei borghi più vicini, uscendo dalla spirale abitudinaria di privilegiare in molti la stessa località, scoprendo così bellezze inaspettate e sempre rispettando la natura, evitando concentrazioni pericolose di persone e limitando gli spostamenti.
  4. Scegli un rifugio come meta, non per trovare in quota ricercatezze di pianura, quanto piuttosto una cortese accoglienza, consigli competenti e la sobria qualità di una ristorazione che esprima i sapori tradizionali di quella particolare zona di montagna; ricorda che il gestore del rifugio presidia un territorio prezioso e assicura i contatti per i soccorsi: collabora con lui e attieniti alle sue indicazioni per assicurare distanziamento e igiene; è importante la prenotazione.
  5. Evita le attività più impegnative e che richiedono l’uso di attrezzature alpinistiche in comune e distanze ravvicinate con altri: la pazienza di oggi renderà ancora più gratificanti queste attività in un futuro non lontano.
  6. Percorri con lentezza e prudenza l’itinerario che hai scelto, segui i sentieri segnalati e quando incontri altre persone mantieni la distanza e usa la mascherina.
  7. Ricorda che in caso di incidente l’eventuale soccorso, già impegnativo per i luoghi, è reso ulteriormente critico dalla necessità di proteggere chi viene soccorso e quanti soccorrono, dal pericolo di contagio da coronavirus: per questo mantieni alta e costante la tua attenzione, risveglia i sensi assopiti. Attiva la funzione “seguimi” della App GeoResQ dello smartphone, tenendolo silenziato e utilizzandolo solo per necessità.
  8. Considera sempre che i luoghi che per te sono occasione di svago e benessere, rappresentano la “casa” delle popolazioni che in quelle montagne vivono, contribuendo a mantenerle ospitali, e che il tuo comportamento influisce sulle loro condizioni di vita e di salute.

In questo momento di generale difficoltà il rispetto di queste raccomandazioni equivarrà ad attenzione per sé e per gli altri, oltre che per la Montagna e per chi vi abita.

La Montagna ha bisogno di tutti noi. Il periodo di “fermo” ha determinato il calo dell’inquinamento a livello mondiale e ha  evidenziato quanto le nostre attività incidano negativamente sulla qualità dell’ambiente e sulla salute dell’uomo.

Adesso tutti guardano e aspettano la ripresa che però pone grandi dubbi,  in quanto, a causa delle emergenze economiche provocate dalla pandemia, si corre il rischio  che le necessità ambientali vengano messe da parte. Ci si deve prendere cura della Montagna, dei suoi territori e degli abitanti che, pur in presenza di eccellenze, già prima della pandemia,  erano impegnati a contrastare spopolamento, spaesamento, consumo di suolo, difficoltà di avere infrastrutture esenziali e, nel caso d’Appennino, di subire i ritardi della ricostruzione.

13 maggio 2020

(filidido)




Dichiarati inagibili i bivacchi montani del Club Alpino Italiano, in quanto spazi esigui e non sanificati

CLUB ALPINO ITALIANO E CORONAVIRUS

Dichiarati inagibili i bivacchi montani del Club Alpino Italiano, in quanto spazi esigui e non sanificati

Il Club Alpino Italiano, con una decisione sofferta ha dichiarato inagibili i bivacchi, per contenere la diffusione del coronavirus, in quanto, non essendo gestiti, non possono essere sanificati. I bivacchi sono spesso collocati ad alta quota in posizioni difficili da raggiungere e frequentati da alpinisti ed escursionisti esperti. Giacomo Benedetti, presidente della Commissione Centrale Rifugi e Opere Alpine del Club Alpino Italiano, nel comunicare la inagibilità fa però presente che i Bivacchi non verranno chiusi, in quanto rappresentano un appoggio per escursionisti ed alpinisti, a disposizione per estrema necessità. In questo caso saranno i frequentatori che si assumeranno il rischio di eventuali contagi, considerando le ridotte dimensioni dei Bivacchi e l’assenza di controlli.

Le Sezioni Cai tutte sono chiamate a diffondere questa informazione e le Sezioni Cai proprietarie dei bivacchi provvederanno a stampare il cartello informativo da apporre nell’ingresso delle strutture o all’inizio dei sentieri per i bivacchi posti ad alta quota.

In ogni caso si chiede che altre associazioni, enti locali, Parchi, operatori turistici e professionisti diffondano questo messaggio, affinché si possa raggiungere e informare ogni possibile utente.

L’attenzione del Cai alla salute dell’uomo, invitandolo a vivere l’ambiente con prudenza, e alla tutela del patrimonio naturale, in quanto risorsa insostituibile, è un modo per aiutare l’Italia a superare le attuali crisi (climatica e da pandemia) e prepararla per un futuro ecosostenibile a zero impatti.

 (filidido)

8 maggio 2020

2020 Cartello Bivacchi Cai Covid19




La “rivoluzione del camminare”, in silenzio nella bellezza

CLUB ALPINO ITALIANO E CORONAVIRUS

La “rivoluzione del camminare”    in silenzio nella bellezza

In questo periodo di “riavvicinamento alla Montagna e di cambiamento” ci attende la “rivoluzione del camminare”, che, insieme all’accoglienza, diventa strategia futura per le “Terre Alte”. Nella ricerca di spazi naturali, ampi e salutari, la rinnovata frequentazione ridurrà isolamento e spopolamento. Avremo necessità di attività agricole, turistiche e di servizi che siano durevoli, di qualità e rispettosi delle indicazioni sanitarie e della qualità ambientale. E per questo approfittiamo del tempo recuperato, per dare senso e corpo a progetti nati dal territorio, dalle sue esigenze e dai valori.

In questa fase, tra cambiamento climatico e pandemia, che vuole definire frequentazione, pianificazione, tutela e diffusione di una efficace cultura della Montagna si pongono due questioni: quale può essere il ruolo del Club Alpino Italiano nell’ambito della strategia d’Europa per le zone di Montagna? e quale sostegno la strategia d’Europa può apportare all’azione del Club Alpino Italiano per accrescere cultura e riconoscimento della Montagna?

Alla prima questione il Cai ha risposto prontamente ed efficacemente intervenendo con un impegno economico di 1.500.000 euro sia a favore di chi vive in montagna, sia dei servizi messi a disposizione con rifugi, sentieri e Sezioni a presidio dei territori. Con i primi 500.000 euro sono state donate 51 Panda all’ANPAS e destinate alle zone montane. In questo modo viene facilitata l’assistenza sanitaria a domicilio dei volontari dell’ANPAS, anche per anziani e disabili che vivono in montagna, colmando un disagio presente e uno squilibrio cche era a favore della città.

Il restante 1.000.000 di euro vuole contribuire a colmare le difficoltà che incontreranno rifugi e Sezioni nello svolgimento delle previste attività sociali in Montagna. Su base nazionale sono presenti 498 Sezioni Cai, con 794 rifugi e bivacchi.

Il Cai si pone il problema di come si riaprirà la Montagna, nei paesi, sui sentieri e nei rifugi che diventeranno degli osservati speciali. Nell’estate 2020 i Rifugi sicuramente potranno dare da mangiare agli escursionisti e agli alpinisti, offrendo anche accoglienza, garantendo sanificazione e distanza di sicurezza, riducendo drasticamente i posti letto. Il Cai sostiene il ruolo del rifugio a presidio del territorio e dei frequentatori, ma come facilmente intuibile tutto sarà più difficile. Per questo il Cai auspica progetti concreti, fondi e attenzione da parte dei Parchi, delle Regioni e dello Stato in quanto, con grande probabilità, molti rifugi resteranno chiusi, e quelli aperti avranno degli incassi ridotti, a fronte di spese fisse di gestione e manutenzione. Una soluzione di particolare accoglienza potrebbero essere le tende portate e piantate in prossimità del Rifugio che garantirebbe servizi igienici e vitto. Si lavora anche su un kit di sanificazione e di verifica sanitaria. Insomma non si può stare fermi alla finestra e il 1.000.000 di euro vuole essere un volano per Rifugi e Sezioni, in attesa di attenzioni altre.

La ricerca di spazi aperti e salubri potrà avvicinare turisti ed escursionisti, a migliaia, verso paesi e valli delle Alpi e dell’Appennino dove la percorrenza dei sentieri porterà alla silenziosa “rivoluzione del camminare”. Il Presidente Generale Cai, Vincenzo Torti, rivolgendosi al Presidente del Consiglio, ha chiesto di confermare la possibilità di poter intervenire prontamente per la manutenzione dei sentieri e della segnaletica. Il Cai pensa a una Rete di Sentieri, innervata sul Sentiero Italia Cai, da tenere pulita e praticabile. I sentieri messi in sicurezza dei sentieri sono infrastruttura strategica per la montagna e la sua frequentazione, occasione economica e sociale per le “terre alte” e i suoi abitanti, di crescita personale e di comunità, buona pratica per Parchi e altre Aree Protette..

Ci si prepara quindi per l’Estate 2020, ma lo sguardo è già al 2021 per dare concretezza ad azioni già avviate e rinviate, come lo svolgimento del Convegno Cai dal titolo ‘Dalla montagna ideale alla montagna reale’. Un incontro nazionale e internazionale di studio e visione su cultura, vicende e futuro della Montagna. C’è poi da completare l’esperienza straordinaria del Sentiero Italia Cai, tracciato lieve e presente, che unisce, attraversa Regioni e incontra Aree Protette, essenziale al camminare salutare, di scoperta e conoscenza. Con i suoi 7000 km si snoda tra colline e montagne, perso nel verde dei prati, nel solco delle valli, affacciato sui paesi, bianco delle vette, slanciato nell’azzurro del cielo. Luoghi di emozioni per giovani, famiglie e mondo della Scuola. La “rivoluzione del camminare” ripensa il modo di andare in montagna, con la sobrietà per i rifugi l’eccellenza del paesaggio, la consapevolezza nel limite delle risorse, la ricerca della bellezza.

Il 2020 vorremmo ricordato per l’Italia unita nelle “terre alte” dal camminare, dall’accoglienza  e dalla solidarietà.

(filidido)

4 maggio 2020




LA NATURA ABITA IN NOI Il paesaggio suscita emozioni

NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.

LA NATURA ABITA IN NOI

Il paesaggio suscita emozioni lo evidenzia la Cipra International nel suo rapporto 2019.Si tratta di una importante considerazione che invita alla riscoperta del paesaggio e conferma la bontà dell’impegno del Club Alpino italiano e delle Aree Protette che promuovono l’avvicinamento escursionistico alla montagna “guardandosi attorno” per cogliere bellezza e qualità delle risorse naturali. La Montagna sa sempre stupire e l’invito del Cai è quello di ripetere lo stesso itinerario nelle stagioni, per apprezzare le diverse situazioni che la natura sa offrirci, con il panorama che cambia continuamente e alimenta altre sensazioni ed emozioni. Le attività all’aria aperta fanno bene all’umore, inoltre potenziano il sistema immunitario, aspetto non secondario in questa fase di ripresa dal fermo obbligatorio nelle case.

Notevole il beneficio psicofisico che si ottiene per tutti e lo dimostra la MONTAGNATERAPIA professata pienamente dal Cai. In Montagna si sta bene con se stessi e con gli altri e gli appuntamenti MONTAGNATERAPIA mettono insieme operatori sociosanitari e volontari del Cai. La Montagna offre ambienti naturali in grado di liberare sensazioni ed emozioni tali da migliorare stati di salute, aiutando a superare situazioni di isolamento, con costruttive esperienze di gruppo che interessano diverse aree di disagio o patologie. In Abruzzo, nel 2017, si è svolta una singolare esperienza da “0 a 3000” che, accogliendo un gruppo dalla Lombardia, ha interessato come strumento terapeutico, ambienti naturali dalle zone costiere a quelle montane (dall’Area Marina Torre del Cerrano al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga). Nel 2020 era in svolgimento un articolato programma di uscite curate dal Gruppo Montagnaterapia del Cai Abruzzo, temporaneamente interrotto dall’emergenza Coronavirus.

CAMMINARE PER CONOSCERE, CONOSCERE PER AMARE, AMARE PER TUTELARE

Apprezzare la bellezza e la qualità del paesaggio ci aiuta a conoscere l’ambiente e quindi a tutelarlo consapevolmente. Le escursioni accompagnate fanno conoscere, specialmente ai giovani, agli studenti delle scuole elementari e medie, il valore della biodiversità e dei segni della presenza dell’uomo, incontrando agricoltori e artigiani, fermandosi nei paesi e nei rifugi.In Montagna con Il Cai e con il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo.

I giovani rappresentano il nostro futuro e istintivamente sono portati a comprendere e condividere le buone pratiche per la tutela dell’ambiente che portano a ridurre l’uso dei pesticidi e dei di diserbanti, a riconoscere il valore dei pascoli e delle foreste di montagna, delle torbiere, dell’acqua e delle sponde dei fiumi non cementificate. Azioni che contrastano inquinamento, cambiamento climatico e consumo del suolo, con comportamenti e scelte da fare propri anche nelle città, dove sembrerebbe più difficile adottarle. Ma l’emergenza del Coronavirus ci ha dimostrato che anche nelle città questo è possibile. LA NATURA ABITA IN NOI. Facciamo in modo di non dimenticarlo.

8 maggio 2020

(filidido)

2019 rapporto Cipra

2020.05.06 Il paesaggio suscita emozioni,  Lo Scarpone online




INTESE tra Club Alpino Italiano e Parchi

INTESE tra Club Alpino Italiano e Parchi

Il Sistema delle Aree Protette è una realtà che interessa gran parte delle montagne d’Italia. Il Cai sottoscrive intese con le Aree protette e condivide programmi e realizzazioni. La prima intesa con il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e, a seguire, le intese sono diventate 15, interessando gran parte del territorio montano protetto. Alle intese nazionali si aggiungono quelle regionali per comporre un interessante scenario operativo vario ed articolato. I campi di attività previsti nelle intese abbracciano interessi a 360° tra tutela, ricerca, sensibilizzazione e fruizione.

Di riferimento per le Aree protette sono anche le intese per l’armonizzazione della segnaletica sottoscritta con Federparchi e quella per la tutela degli ambienti carsici sottoscritta con SSI e Federparchi.

Importante è la conoscenza e la scoperta d’insieme del territorio montano con l’attraversamento delle montagne ed il loro collegamento grazie ad una efficace proposta escursionistica. La proposta “in cammino nei parchi” realizzata nel mese di maggio di ogni anno con la “giornata nazionale dei sentieri” promuove la tematizzazione dei sentieri e l’avvicinamento sensoriale alla montagna.

Le esperienze in ambiente promosse dal Cai si traducono sempre in messaggi semplici ed efficaci, in grado di vivere tranquille e sicure giornate in montagna, con positive modalità indotte su ogni altro ecosistema, compreso quello urbano e dei paesi.

Il Cai ha sottoscritte n.15 intese Cai Parchi Nazionali, iniziando con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi nel 1997 e l’ultima con il Parco Nazionale del Gran Paradiso, nel 2018

INTESE CAI PARCHI NAZIONALI (anno di prima firma)

(filidido)

 




Rete Natura 2000

Rete Natura 2000

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali” (Art. 2). Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico

In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.

 

Direttiva Habitat CEE

1992_direttiva_92_43_cee_habitat.pdf

Direttiva Ucelli CEE

2009_direttiva_09_147_cee_uccelli.pdf

(filidido)

 

 

 




Acquifero del Gran Sasso d’Italia

Acquifero del Gran Sasso d’Italia

Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel profondo delle rocce del Gran Sasso d’Italia si celano i cameroni del Laboratorio di Fisica Nucleare e le due canne del tunnel autostradale lunghe ben 10 km. Tutto attorno a queste opere dell’uomo c’è tanta ottima e preziosa acqua potabile che disseta circa 700.000 persone delle Province di Teramo L’Aquila e Pescara. L’acqua del Gran Sasso è stata incredibilmente captata senza nessuna impermeabilizzazione dalle possibili contaminazioni, sia dal Laboratorio, sia dalla sede autostradale. Gravi sono state superficialità e incompetenza nel realizzare queste opere nell’acquifero del Gran Sasso, con captazione e drenaggio non protetti. Tant’è che inquinamenti, gravi e ripetuti, ci sono stati, sia con sversamenti di sostanze dal Laboratorio, sia per lavori dell’autostrada.  In quel periodo di facili realizzazioni fortunatamente Club Alpino Italiano e altre associazioni ambientaliste riuscirono a impedire che si realizzasse addirittura un terzo tunnel autostradale che avrebbe ulteriormente compromesso una situazione già fortemente segnata.

La questione tutela dell’acquifero del Gran Sasso è annosa, ancora aperta e impegnativa nelle indispensabili soluzioni. Per la complessità della situazione sarà importante confrontarsi sullo stato dell’arte e decidere sulle problematiche ambientali, economiche e sociali, collegate alla messa in sicurezza dell’acqua e alla gestione di questo bene insostituibile alla vita. Tema rilevante in questa crescente situazione di crisi climatica e pandemia da coronavirus nella quale l’acqua svolgerà un ruolo sempre più determinante. Quanto costerà alla collettività conservare in sicurezza i grandi viadotti dell’autostrada presenti sul versante aquilano e teramano? E più in generale tutti quelli realizzati con tanta superficialità ovunque dalla costa alla montagna?

Comunicati stampa dell’osservatorio indipendente “Acqua del Gran Sasso”

 

pdf 2 gennaio 2021- Comunicato Stampa – Bilancio sociale 2020

2019

pdf 12 settembre 2019 – Comunicato Stampa – Acqua Gran Sasso

pdf 7 GIUGNO 2019 – Comunicato stampa

pdf 3 giugno 2019 – COMUNICATO STAMPA

pdf 30 maggio 2019 – Comunicato – Acqua del Gran Sasso

pdf 13 maggio 2019 – LA SICUREZZA DELL’ACQUA DEL GRAN SASSO

pdf 4 maggio 2019 – Comunicato stampa – Emergenza acqua del Gran Sasso

2018

pdf 25 luglio 2018 – Comunicato stampa

pdf 27 giugno 2018 – Comunicato stampa

pdf 23 giugno 2018 – Comunicato stampa

pdf 22 giugno 2018 – Comunicato stampa

pdf 22 giugno 2018 – Locandina Acqua del Gran Sasso

pdf Comunicato stampa 6 giugno 2018

pdf Comunicato stampa 18 maggio 2018 – Incremento tumori: serve chiarezza.

pdf Comunicato stampa 8 maggio 2018 – Acquifero del Gran Sasso d’Italia: un anno fa la provincia di Teramo restò senz’acqua L’Osservatorio “festeggia” con torta e candelina un anno senza sicurezza.

(filidido)