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Politica e scelte d’Europa sono da rifondare

NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.

– POLITICA E SCELTE D’EUROPA SONO DA RIFONDARE

Il Coronavirus ha generato una scossa forte, una sorta di terremoto che non produrrà macerie come quelle che abbiamo in Appennino, ma dovrà portare a cambiamenti nelle nazioni, nelle città, nei paesi e a Bruxelles.

Modernità inseguita e globalizzazione nelle produzioni e nei consumi hanno mostrato i limiti, raccontandosi nella tragica realtà. Questa catastrofe si ciba di noi, a morsi grandi, e non se ne vede la fine. E’ una pandemia. Ci fa conoscere una Terra “piccola”, dove tutto è vicino, dove il disordine europeo e globale diventa locale. E non ci sono più assetti internazionali chiari, gli aiuti alla crisi vengono da nazioni diverse e gli alleati sono diventati altro. L’Europa non si presenta come un modello che sappia indicare con chiarezza il sentiero giusto e resistere con unanime levata di scudi a intercettare gli strali che ci colpiscono. Con l’Europa che non riesce a scegliere di intervenire in economia e società è molto difficile pensare ad altre possibili più decisive azioni. Tante le sconfitte da ricomporre con l’immigrazione, la disoccupazione, l’economia condizionata da più interessi, le disuguaglianze, l’inquinamento e adesso anche il coronavirus.

La sfida è come ricostruire e prefigurare nuovi inizi. Coesione nei singoli paesi, superando la frammentazione, la regionalizzazione dei servizi (e la sanità ne è un esempio), la contrapposizione strumentale tra partiti. Coesione tra nazioni in una tragica realtà sanitaria che evidenzia il ruolo delle interdipendenze e della necessaria convergenza di comportamenti comuni come quelli finora (inutilmente) posti dal cambiamento climatico e da Agenda 2030.

Non si tratta solamente di pensare un partito transazionale o uno schieramento locale vincente, ma un impegno d’insieme sui temi dell’ambiente e del sociale, oggi ancor più chiaramente al centro dell’attenzione di ogni cittadino. Un impegno che, nel rompere la catena di trasmissione del contagio, rompa anche altre catene.

CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE

2020.03.23 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




Giornata mondiale dell’acqua. 22 marzo 2020. ACQUA E CLIMA – ACQUA E SALUTE

NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.

Giornata mondiale dell’acqua. 22 marzo 2020 ACQUA E CLIMA – ACQUA E SALUTE

Ci troviamo immersi nella tragedia del CORONAVIRUS e questo va ribadito nella Giornata Mondiale dell’Acqua.

Nella nostra unica Terra tutto è collegato e lo dimostra la diffusione del contagio che tristemente e dolorosamente sta segnando la nostra esistenza.

Adesso ci ritroviamo tutti nelle case e ci sentiamo confinati, sentendoci quasi privati della libertà, bloccati, con una visione medievale, in una sorta di fortilizio che assolutamente non deve essere varcato da un nemico invisibile chiamato “virus”.

La sosta forzata ci può aiutare a riflettere e a trovare sentieri che inducono comportamenti diversi.
La giornata mondiale dell’acqua ci ricorda l’importanza di una sostanza indispensabile alla vita, di una risorsa generosamente messa a disposizione dalla natura.
Il suo ciclo ci indica che in natura è “tutto attaccato” tra acqua, suolo e aria. L’acqua dalle sorgenti di montagna ne percorre i fianchi, passa attraverso le fontane, gli acquedotti, per poi tornare, via fiume, al mare e riniziare il viaggio questa volta nell’aria per ridepositarsi sulle montagne e così riemergere come sorgente.

L’acqua è ovunque. La possiamo trovare in natura nei tre stati di aggregazione: liquida quando ci disseta, gassosa mentre la respiriamo e solida come ghiaccio che la custodisce.

Sulla Terra è proprio tutto collegato e ce ne accorgiamo con il coronavirus.

C’è voluta la morte diretta dei nostri cari per riportarci alla realtà. I richiami precedenti dati dal cambiamento climatico, dagli incendi, dallo scioglimento dei ghiacciai, dall’inquinamento crescente, dalla perdita di biodiversità e dalle tante altre morti silenziose sono stati finora inascoltati e lontani.

Dobbiamo ora prendere consapevolezza dei rischi dalla globalizzazione e del processo di impoverimento e degradazione della Terra. Pianeta unico e meraviglioso del sistema solare, che ha saputo dare origine alla vita, che ci trasporta nello spazio e dal quale “non possiamo scendere”.

Gli studi degli scienziati indicano un unico sistema complesso che unisce materia organica e inorganica, dal più minuscolo microorganismo ai grandi esseri viventi. Un sistema in perenne relazione e interdipendenza.

Ebbene, in questo sistema noi siamo la testa pensante. Siamo quelli che possono decidere e scegliere verso la ecosostenibilità. Possiamo ridiscutere il nostro rapporto con l’uso delle risorse naturali, degli scambi commerciali, dell’economia, della tecnologia e dell’energia.

La Sosta forzata ci fa vedere come anche l’aria inizi a “respirare” meglio liberandosi dall’inquinamento sulle grandi aree industrializzate e l’acqua stia diventando più trasparente.

Fino a qualche mese fa, con visione ambientalista pensavo al 2030 e, spingendomi oltre, al 2050 come scenari da interpretare e prevedere per le future generazioni, cercando di raccogliere la parola degli esperti e di considerare il ruolo dei servizi ecosistemici. Purtroppo la quotidianità è diventata altro, la pandemia si è verificata e stiamo annaspando. Ora possiamo solo apprendere dalla crisi per individuare e comprendere i motivi che l’hanno scatenata e “provare” a migliorare la qualità della vita per una “normalità” più consapevole di limiti, risorse e di tutto ciò che ci circonda, prezioso e insostituibile.

Ecco la vera sfida “responsabile” del futuro prossimo venturo.

CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.

(filidido)

22 marzo 2020




Coronavirus

NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUO’

 

– CORONAVIRUS

La diffusione del Coronavirus è causa di stordimento e preoccupazione. Ci porta a riflettere sul concetto di limite e sul principio di precauzione. Nella quotidianità sono entrati: rischio, probabilità di contagio e pericolo.

L’occasione per riflettere, guardarsi attorno ed essere altruisti, attenti al vicino e al lontano che, in un mondo globalizzato, è sempre più vicino. Si è fermato il mondo formativo della cultura con scuole e università chiuse in tutta Italia per contenere la diffusione del coronavirus. E allora noi leggiamo e studiamo stando a casa, utilizziamo questo tempo per riorganizzare spazi interiori e togliere tanto superfluo. Andiamo fuori, in ambiente, a passeggiare e in escursione (seppur pochi e distanziati). In Montagna, alla luce, al vento per una salutare attività fisica e mentale che rafforza le difese immunitarie.

La Montagna è sempre aperta non è come una palestra o un centro sportivo da chiudere. Possiamo recuperare il senso degli ambienti naturali e degli spazi verdi anche cittadini.

Consideriamo l’insieme delle attuali criticità planetarie e a quella sanitaria aggiungiamo cambiamento climatico, inquinamento di aria acqua e suolo, crescita demografica, carenza di cibo, incendi boschivi, siccità e desertificazione, consumo di suolo, l’invasione delle locuste, gli eventi estremi e … tanto altro ancora.

Cambiamo scelte e priorità!

Le attuali limitazioni governative sono condivisibili e va rispettato l’impegno del personale sanitario esposto a rischi.

LA SALUTE È ECONOMIA. LA QUALITÀ DELLA VITA È ECONOMIA

(filidido)

5 marzo 2020




Elicotteri in volo sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo?

NON SO NE’ LEGGERE NE’ SCRIVERE

– ELICOTTERI IN VOLO SUGLI ALTOPIANI MAGGIORI D’ABRUZZO?

Resto completamente basito dai voli di elicotteri sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo. E poi scopro “Pescocostanzo la colta” come base di partenza per l’elibike. Bici e ciclisti portati in quota e poi accompagnati sui sentieri.

Continuano banalizzazione e impatto in montagna, sempre più vista come terreno di gioco, palestra all’aria aperta, a disposizione per ogni sport e bisogno. Contro questa deriva culturale e carenza di valore è necessario intervenire secondo ruolo e competenza. Ci troviamo in luoghi straordinari di notevole bellezza e paesaggio, tra il Parco Nazionale della Majella e lo storico Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, con tre piccoli paesi incastonati sui pianori: Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso. Se anche Pescocostanzo che conserva importanti testimonianze storico/culturali e attività tradizionali, la si piega a queste derive, siamo proprio messi male.

Serve riassegnare centralità alla Montagna, come precisa il Bidecalogo Cai.

La Montagna non è solo luogo di sport, ma merita attenzione particolare ed è importante ricordarlo in questa situazione di cambiamento climatico, di assenza di neve su molte montagne, con temperature che vanificano oltremodo ogni, sempre più costoso e impattante, innevamento artificiale. Ai paesi montani servono risposte positive come quelle sperimentate con l’accoglienza dei “villaggi degli alpinisti” e le attività ecosostenibili. Scelte d’insieme che non si conciliano con le forme d’uso basate su tecnologia esasperata.

L’importanza planetaria della Montagna e delle sue molteplici funzioni, venne riconosciuta per la prima volta nel 1992, alla Conferenza mondiale per il clima di Rio, introducendo l’espressione “ecosistemi fragili” nel capitolo 13 dell’Agenda 21. Fu così delineato e indicato lo sviluppo ecosostenibile delle zone montane, ripreso oggi negli obiettivi di Agenda2030.

7 febbraio 2020