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GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA – 22 aprile 2021 – La Terra questa sconosciuta.

GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA – 22 aprile 2021
La Terra questa sconosciuta.

– Pensiamo di conoscerla e ci intromettiamo con estrema libertà, ma non è così.
Facciamo assegnamento nella scienza e nella tecnologia che consentono di misurarne confini e grandezze fisiche, con precisi valori numerici.
Lo sfruttamento delle risorse naturali, anche le più nascoste, è crescente, attingendo senza impedimenti.


foto Andrea Di Donato
– La Terra è invece un complesso organismo vivente che cerca di comunicare.
Con grandi telescopi siamo pronti a cogliere segnali dallo spazio e non ascoltiamo quanto viene detto da chi ci regala la vita.
Non cogliamo i segnali di pericolo inviati, l’essenza profonda di una realtà interconnessa e la sensibilità che esprime.
Purtroppo non siamo realmente assillati dalla minaccia climatica,  dal  surriscaldamento con la scomparsa e lo scioglimento dei ghiacciai,  dall’inquinamento con le tante sostanze non digeribili dall’ambiente tra le quali la plastica presente ovunque, massicciamente e come microplastiche, ancor meno siamo turbati dalla perdita di biodiversità.
C’è assuefazione anche al rischio da pandemia con il terribile corteo di ingiustificabili quotidiani decessi a tre cifre.

– Un ridotto volume – la biosfera – la nostra unica casa
Tutti noi, flora e fauna, siamo racchiusi e viviamo nel volume compreso tra due sottili gusci protettivi che sono la crosta terrestre e l’atmosfera, ambedue labili.
Stiamo intervenendo pesantemente nel suolo, nell’acqua, nell’aria, nei cicli e nelle interazioni biologiche che garantiscono la sopravvivenza.
Siamo “ambiente alteranti” in questo stretto volume che non scambia materia con l’esterno,  dove generiamo impatti sempre più significativi.
– Resilienza e limite – prendersi cura della “casa comune”
L’attuale pandemia e la crescente emergenza sanitaria hanno introdotto i termini di resilienza e limite dei quali è indispensabile essere sempre più consapevoli.
La Terra è unica ed è compito di tutti prendersi cura della “casa comune”
– Tanto da fare
Tanto da dire, tanto da studiare.
Saranno determinanti le scelte di questo periodo con il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da Next Generetion EU.

Argomenti di riferimento
Mi fa piacere riportare quattro diversi spunti di riflessione e approfondimento.

1. Le donne di Montagna ci sono
Le donne nel governo delle risorse possono (insieme ai giovani) rappresentare il nuovo che ancora deve prendere forma.  il completamento nella visione d’insieme. Ascoltiamole per condividere esperienze e completare la visione d’insieme.
Donne di montagna che difendono collettivamente la Terra – 22 aprile 2021 – Mountain Women of the World (link)
All’appuntamento transnazionale  interverrà Lorella Franceschini Vicepresidente generale del Cai interverrà
Il titolo scelto è illuminante We are Nature: Mountain Women Collectively Defending the Earth (“Siamo Natura: le donne di Montagna nella difesa collettiva di Madre Terra”) l’evento web si terrà dalle 15 alle 17 ora italiana.
Per partecipare al webinar occorre registrarsi (link)

2. Ambiente come valore – Parchi e Green List IUCN
L’Italia, terra di meraviglie e paesaggi vede riconosciuto il valore internazionale delle sue aree protette nella tutela e nella gestione dei territori affidati. I Parchi sono luoghi da frequentare, conoscere e apprezzare per le positive contaminazioni comportamentali da adottare ovunque.
Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, le Foreste Casentinesi e Gran Paradiso nella Green List IUCN (link), certificazione mondiale di eccellenza per le aree protette.

Il riconoscimento internazionale rendiconta gli impegni nei quattro assi strategici definiti da: gestione, programmazione, amministrazione e risultati. In materia di  sostenibilità ci sono anche i passaggi che riguardano la partecipazione e la condivisione con comunità e territorio.


3. per saperne di più: il giorno dopo con Vivere l’Ambiente, venerdì 23 aprile
“Vivere L’Ambiente” è una meravigliosa avventura Cai-Tam iniziata nel lontano 1997, frutto della collaborazione di soci, Sezioni Cai e altre Associazioni. Anno dopo anno una incredibile e ininterrotta successione di temi ed escursioni hanno abbracciato un caleidoscopio di luoghi e argomenti tutti documentati nel sito “Vivere l’Ambiente” (link).
Il 25° ciclo di “Vivere l’ambiente” ha il  titolo “la bellezza è …

Nel 2021 continua la programmazione anche con interventi on line.
Designazioni Unesco e sviluppo sostenibile (link) sono il tema dell’appuntamento di venerdì 23 alle 20,45 con relatori dellUfficio Regionale Unesco per la Scienza e la Cultura in Europa. Per partecipare l’appuntamento  è sulla piattaforma Zoom (link).

4. l’amore per la Terra inizia dalle “api”, insetti a rischio …
Le api sono insetti affascinanti nell’organizzazione e utili nelle funzioni. Sono sedotto dalle api, dal loro riconoscibile ronzio, dalla continua operosità e dalla visione delle dorate bottinatrici mentre rientrano cariche e atterrano soddisfatte sul predellino dell’alveare. Sono stato apicultore, con l’esperienza interrotta dalla varroa, nell’impossibilità di gestirla quando ancora si interveniva con le strisce fumiganti e la sigillatura serale delle arnie. Ho la fortuna di avere amici che ancora mi consentono di avventurarmi tra i telaini, aguzzando la vista alla ricerca di covate fresche e della regina attorniata da fedeli operaie.
In Europa hanno preso forma movimenti cittadini che si oppongono ai pesticidi e al modello di agricoltura intensiva che altera l’ambiente e minaccia la biodiversità. Si lavora insieme per conciliare agricoltura, salute e biodiversità, perché la protezione delle persone, delle api e degli agricoltori vanno di pari passo.
La biodiversità, nostro preziosissimo capitale naturale, è minacciata come mai prima d’ora. Per questo motivo la Commissione Europea ha fissato, nel suo “Green Deal“, l‘obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi del 50%.
Per firmare la petizione ICE “Salviamo Api e Agricoltori” (link)

2021.04.21 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo – CD Federparchi




ABRUZZO – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – ombre lunghe

ABRUZZO – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) –
ombre lunghe

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è una straordinaria e irripetibile occasione per il necessario cambio di rotta con il programma integrato Next Generation EU .
– La Transizione Ecologica non è un processo semplice e chiede attenzione e formazione adeguate. Il cambio di modello con trasformazione comporta processi profondi di rimozione che non possono accogliere tutto e accontentare tutti.
– Il processo, orientato con chiarezza a raggiungere gli obiettivi certi dell’Agenda 2030, può essere anche graduale e compensativo per attività mature e obsolete.

Abruzzo prossimo: strategie del decennio 2021-2030
Seguendo il lavori della Regione Abruzzo con il documento Abruzzo prossimo e PNRR (con 74 schede progetto) trovo che siamo ben lontani dal Programma Next Generation EU
Il capitale naturale garantisce che la ripresa sia duratura. Il 37% delle risorse sono da dedicare alla biodiversità, ad azioni per il clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Manca una strategia in questa direzione.
– Non capisco come venga garantita la quota del 37% del Piano da dedicare ad azioni per il clima e la biodiversità (foreste vetuste, camoscio d’Abruzzo, orso bruno marsicano, servizi ecosistemici, inquinamento ...).
– La ripresa deve essere sostenibile e inclusiva promuovendo la transizione verde, coerente con gli obiettivi del Green deal europeo tale che ogni riforma e investimento incluso nel PNRR rispetti il principio del non nuocere all’ambiente
– Non vedo come il piano affronti le disparità tra territori, il divario urbano/rurale e le disuguaglianze tra i diversi gruppi sociali.


Sentiero Verde dei Parchi d’Abruzzo

dove sono le Aree protette d’Abruzzo?
La Regione Abruzzo vanta 3 Parchi nazionali : Abruzzo Lazio Molise, Maiella, Gran Sasso e Monti della Laga , il Parco regionale Sirente-Velino,l’Area marina Torre del Cerrano, Riserve statali e regionali, Siti Rete Natura 2000. Un sistema che merita un’attenzione dedicata e in questo singolare quadro va considerato il “sospeso”  Parco nazionale della Costa Teatina.
Tra gli obiettivi concreti e misurabili per la conservazione della biodiversità, ci devono essere l’implementazione del Sistema delle Aree Protette e il ripristino degli ecosistemi naturali come l’acquifero del Gran Sasso d’Italia.


foto Luigi Pomponi

politiche per la prossima generazione e diritti sociali – istruzione, formazione, ricerca e cultura
Inoltre va anche spiegato come il piano promuova le politiche per la prima infanzia, per l’educazione e le competenze,  la riqualificazione professionale, l’occupazione e l’equità intergenerazionale, e come fare in modo che gli effetti del Covid-19 non si ripercuotano nel tempo sulle future generazioni.

sinergia e durata
È indispensabile istituire efficaci meccanismi di coordinamento prima della progettazione e dell’attuazione delle riforme e degli investimenti.
Gli strumenti a supporto della ripresa economica è necessario agiscano in sinergia, in un sistema che richiede pianificazione d’insieme, valutazioni di impatto e monitoraggio periodico.

portale Regione Abruzzo – leggere per capire
Al link sul portale di Regione Abruzzo http://www.regione.abruzzo.it/piano-nazionale-diripresa-e-resilienza-pnrr c’è la pagina che introduce al documento consegnato al Governo “L’Abruzzo e il PNRR. Il contributo della Regione al rilancio del paese”, con altri documenti nazionali ed europei utili per capire.

2021.04.14 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai  Castelli e Teramo – CD Federparchi




CAPITALE NATURALE IN ITALIA 2021 – Pubblicato il QUARTO RAPPORTO SUL SUO STATO – “Vivere in Armonia con la Natura” dal 2020 al 2050

CAPITALE NATURALE IN ITALIA 2021 – Pubblicato il QUARTO RAPPORTO SUL SUO STATO
 “Vivere in Armonia con la Natura” dal 2020 al 2050

Il Rapporto è articolato, il programma interessante e di visione ed è stato predisposto tra novembre 2020 e marzo 2021.
– QUARTO RAPPORTO SULLO STATO DEL CAPITALE NATURALE IN ITALIA 2021 (scarica pdf)
– ALLEGATI QUARTO RAPPORTO (scarica pdf)

LE QUATTRO GRANDI PIETRE ANGOLARI DELL’EDIFICIO CI SONO
(1) Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e Green Deal europeo
Il capitale naturale garantisce che la ripresa sia duratura. La necessità di preservare e ripristinare il capitale naturale è chiaramente espressa dall’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e dal Green Deal europeo
(2) Next Generation EU e PNRR Italia
Il Next Generation EU è un programma integrato. Prende forma attraverso un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il 37% delle risorse sono da dedicare alla biodiversità, ad azioni per il clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
(3) Strategia europea per la biodiversità al 2030 e Strategia “Farm to Fork”
La filiera agroalimentare è importante nel sistema economico e sociale. La Strategia europea per la biodiversità al 2030 e la Strategia “Farm to Fork” sono i nuovi impegni comunitari per una migliore sostenibilità ecologica di tutta la filiera agroalimentare.
(4) 2021-2030 – decennio delle Nazioni Unite sull’“Ecosystem Restoration”
La nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato.
Il PNRR è una straordinaria e irripetibile occasione per il necessario cambio di rotta.
Le soluzioni siano basate sugli insegnamenti natura e si realizzino funzionali infrastrutture verdi con il ripristino degli ambienti terrestri e marini

azioni prioritarie del PNRR
Un Paese più sicuro, con una burocrazia più snella, in salute e prospero
Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani indica alcune priorità nel PNRR:

  • pianificazione delle risorse
  • monitoraggio del capitale naturale
  • riconnessione degli ecosistemi
  • stop al consumo di suolo
  • programmi per i parchi e il mare
  • economia circolare
  • turismo verde
  • infrastrutture idriche e gestione dell’acqua
  • decarbonizzazione
  • riforestazione
  • miglioramento delle aree fluviali
  • recupero delle aree degradate
  • mobilità urbana

Nella filosofia d’insieme del Rapporto:

  • sviluppare un piano strategico globale post-2020 ambizioso, in linea con la Visione 2050 della Convenzione “Vivere in Armonia con la Natura”, giuridicamente vincolante in termini di reporting, review e strumenti per la sua attuazione;
  • contribuire al raggiungimento dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU;
  • sostenere la convenzione di Rio e gli altri trattati e accordi internazionali che hanno un nesso con la biodiversità, tra cui l’Accordo di Parigi, approvato nell’ambito della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici e il Sendai Framework per la riduzione dei rischi legati ai disastri naturali

AREE PROTETTE
L’area di lavoro comprende sia gli obiettivi e le priorità definiti per il sistema delle Aree Protette Nazionali terrestri e marine, che quelli indicati per la Rete Natura 2000, presentando i risultati conseguiti.
Aree Protette Nazionali
Attualmente sono state istituite 843 aree protette terrestri, di cui alcune con una parte a mare, suddivise in: 25 Parchi Nazionali, 148 Riserve Naturali Statali, 134 Parchi Naturali Regionali, 365 Riserve Naturali Regionali e 171 altre Aree Protette di diverse classificazioni e denominazioni (MATTM, 2021).
Rete Natura 2000
La rete Natura 2000 è costituita in Italia da 2.625 siti tra SIC-ZSC e ZPS (dati MATTM aggiornati all’aprile 2020). Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone Speciali di Conservazione (ZSC), Zone di Protezione Speciale (ZPS)

Ambiente: presentato il quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia (link sito Ministero)

2021.04.14 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai  – CD Federparchi




Importanza della memoria – Emozione nel ricordo – Camoscio d’Abruzzo, terremoto e … …

Importanza della memoria
Emozione nel ricordo
Camoscio d’Abruzzo, terremoto e …

Molte delle cose che facciamo
Che pensiamo
Dipendono dal rapporto che abbiamo con la memoria
Eugenio Di Donato
– sangue e latte
i corpi dicono

la memoria – il ricordo
Il trascorrere degli anni regala il senso della memoria. Si fissano i fatti nel tempo e insieme a ciò che è stato, che è avvenuto emerge anche l’idea/la causa che ha indotto/originato l’evento citato.
Documentando la storia, da protagonista o da osservatore, si genera cultura e si offre preziosa conoscenza, per non dimenticare, per avere consapevolezza da dove veniamo, su ciò che è accaduto e per fare meglio.
Il sapere, un po’ come il guardarsi attorno in montagna, alimenta e aiuta la riflessione nelle scelte.
La memoria dei fatti è per tutti ed è storia. Ha la durata del tempo, è scandita dall’intelletto.
Il ricordo ha un’altra dimensione. Si fonde con la nostra intimità e con il vissuto di esperienze ed emozioni, con la capacità di leggere e interpretare attraverso i sensi, con il cuore e con la mente. E’ espressione di intensità e tremore.

la memoria – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
La memoria mi riporta con dati certi al giorno nel quale furono reintrodotti i primi Camosci d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia, a Campo Pericoli. Al numero dei Camosci giunti in elicottero dal Parco Nazionale d’Abruzzo, agli escursionisti saliti, al personale del Parco e del Comune di Pietracamela, ai soci Cai presenti. Tutto questo è documentabile e sono fatti scanditi nel tempo, sono frammenti certi per tutti e fanno parte del più articolato progetto di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo. Oggi i camosci sul Gran Sasso d’Italia sono diventati 1000. I numeri sono la misura di una positiva realtà, di un progetto andato a buon fine.
La storia ci dice da dove siamo partiti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso quell’idea, quel progetto si spera possa ripetersi.

il ricordo – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
Diversi i fotogrammi del ricordo, mentre salivo sul sentiero  da Prati di Tivo insieme a mio figlio Andrea appena decenne, con la luce negli occhi, speranzoso e curioso, a Campo Pericoli la sua immagine a cavallo controluce, in attesa, il rombo dell’elicottero, il timbro soffuso delle voci, gli animali giunti sopiti e l’attesa del risveglio, l’allungata disposizione dei presenti a V per indirizzare i disorientati camosci verso l’alto, indelebile l’immagine dell’agile acrobata delle rocce che, dopo un secolo di assenza, tornava a calpestare i tappeti erbosi del Gran Sasso d’Italia.

la memoria del terremoto
La memoria mi riporta al terremoto dell‘Aquila. Anche in questo caso la data è certa, come l’ora, come il numero delle vittime, appena ieri celebrate dai rintocchi della campana. Le macerie una massa terribile come i feriti e i senza tetto nel freddo della notte. A seguire lo spaesamento e, per tanti, l’abbandono. I numeri pesano come macigni e la realtà orribile per una  città di Montagna, tenacemente abbarbicata alla sua identità, nata dal senso positivo di aggregazione e inclusione.
In questo caso evento e numeri sono una inaccettabile realtà.
Il 6 aprile di ogni anno diventa una data della memoria per donne e uomini, affinché, adottando ogni genere di intervento preventivo, quella tragedia non abbia a ripetersi.
La storia ci dice da dove siamo partiti, quanto gravemente abbiamo ignorato i precedenti terremoti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso il terremoto, evento naturale nella dorsale appenninica, ricorrente tra qualche generazione , non determini la perdita di altre vite umane.

il ricordo del terremoto
Anche in questo caso  il ricordo è personale. Strappato all’improvviso dal sonno nel cuore della notte, preso dall’innaturale movimento di mura, infissi, mobili e suppellettili. La preoccupazione per la famiglia, le braccia come rifugio per mio figlio Lorenzo tredicenne, incredulo per quel non ancora identificato e codificato terribile evento. I sensi all’erta per un avversario noto, del quale provi a intuire prima possibile effetto e percepirne la durata per decidere cosa meglio fare. La pelle sollevata dalla voce del terremoto che è forte, può cambiare nei toni ma è sempre lei, presente e mai sopita, per chi l’ha provata. La riconosci immediatamente mentre recuperi tutto l’avvenuto nel tempo. L’evento di Teramo si somma a quelli di Ancona, Castelli e Rivisondoli. Una ininterrotta catena di boati e sensi di vuoto. La resilienza messa a dura prova dal ripetersi, da intensità e incertezza indotte.
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il Giorno della Memoria
Il Giorno della Memoria è una testimonianza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Mia nonna Ida di Rivisondoli, fino all’ultimo istante di lucida vita, non ha mai rimosso tragedie e orrori dalla seconda guerra mondiale – come l’assurda strage di Pietransieri, l’eccidio nazista di 128 inermi persone nel bosco di Limmari, di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni, e molti anziani; un’eredità che conservo viva per contrastare disuguaglianze e ingiustizie di ogni genere.
«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi.

2021.04.07 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




(4) Buona Pasqua – Calendario fotografico Cai Teramo 2021 – Una foto salverà l’ambiente? – aprile 2021 di Alessandro De Ruvo

(4) Buona Pasqua – Calendario fotografico Cai Teramo 2021 –
Una foto salverà l’ambiente? – aprile 2021 di Alessandro De Ruvo

la Pasqua 2021 è rossa  
Questa Pasqua di ulteriore rosso confinamento deve aiutarci a riflettere sulla criticità dell’attuale situazione. Un anno fa si parlava di emergenza, ma è sempre più evidente quanto sia diventata quotidiana e duratura. Una realtà che dovremo conoscere meglio e con la quale dovremo imparare a convivere, cambiando stile di vita e comportamenti con scelte diverse di produzione e consumo. Un percorso che abbraccia ambiente, economia, società e istituzioni

 servono punti fissi – patrimonio della Natura
– La fotografia è un mezzo che documenta e racconta la Montagna. Le foto sono un potente strumento di avvicinamento, lettura e comprensione di ambiente e paesaggio.
– Abbiamo bisogno di racconti che sappiano risvegliare attenzione per un luogo, una storia, un episodio, alimentando interesse, curiosità e voglia di esserci.
– Il Cai di Teramo con il Calendario Fotografico presenta luoghi di Montagna e offre a tutti noi l’attimo secondo la sensibilità dell’autore
– Il mese di marzo mostra la foto Alessandro De Ruvo

Abbiamo chiesto ad Alessandro
Area Protetta
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Monte
Monti della Laga – La Cimata con i suoi costoni
Luogo di scatto
Siamo sul crinale destro della Valle della Fiumata (sinistra orografica), nel cuore dei Monti della Laga..
Sentiero
Padula – La Fronte – La Fiumata sentiero n. 341. Dall’abitato tra arenaria erosa, faggeta, acque ruscellanti, cascate e paesaggi da scoprire,  in primavera e sedotti in più stagioni.
La Fiumata
Qui, nel regno dell’arenaria, nasce e vive il fiume Tordino,  che alimenta forza e vigore nel meraviglioso fosso incastonato in una faggeta secolare.
Quando?
La foto è stata realizzata al tramonto, quando la luce radente illumina porzioni di territorio ben preciso dando risalto alle verticali pareti di arenaria.
Perché?
Siamo a metà primavera, la neve inizia il ritiro scoprendo così i ruscellamenti e le cascate che tagliano questo singolare spicchio della Laga.
La fotografia è bellezza – Il suolo è paesaggio
Raggiungere il piccolo borgo  di Padula (con il vicino Macchiatornella) è compiere un viaggio nell’ambiente culturale e naturale della Laga. Si attraversano e si scoprono paesi abbarbicati e spersi, disegnati da paesaggi che susseguono vari, verso incassate valli e ripidi pendii, dove luci e ombre si inseguono. C’è poi l’intenso bosco che sa stupire, insieme ai funghi e tanto altro ancora. Ognuno di questi luoghi meriterebbe una sosta. La montagna va vissuta dal basso e in più giorni.

Una foto salverà l’ambiente?
Salverà l’Appennino?
– L’idea è di raccontare ogni mese la foto del Calendario della Sezione Cai di Teramo.
– La foto offre il senso del luogo e del momento visto dall’autore .
– Ci invita a ripercorrerlo.
– Ci troviamo in Appennino nella lunghissima spina dorsale che innerva il nostro paese.
– Territori e paesaggi diversi, dove la natura ha eretto montagne sottratte ai mari
– L’Abruzzo, terra di mezzo, esalta la realtà montana, con i paesi corona che la cingono.
– Le foto raccontano di culture e luoghi, speciali e unici, risorsa d’Italia
– L’Appennino è terra di Parchi ai quali chiedere il necessario impegno per mitigare la crisi climatica e chiudere la forbice delle disuguaglianze territoriali e sociali.

 

Per ulteriori fotografie esaperne di più sulla vita segreta del fotografo Alessandro De Ruvo ci sono i Monti della Laga
LAGALAND EXPERIENCE di Alessandro De Ruvo
Le foto di Alessandro De Ruvo ne mostrano la bellezza nascosta, cercata e raccolta in oltre 10 anni di esplorazione e appostamenti.

2021.04.02 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




Calendario fotografico Cai Teramo 2021 Una foto salverà l’ambiente? – marzo 2021 di Alessandro De Ruvo

Calendario fotografico Cai Teramo 2021
Una foto salverà l’ambiente? – marzo 2021 di Alessandro De Ruvo

Patrimonio della Natura
– La fotografia è un mezzo che documenta e racconta la Montagna. Le foto sono un potente strumento di avvicinamento, lettura e comprensione di ambiente e paesaggio.
– Abbiamo bisogno di racconti che sappiano risvegliare attenzione per un luogo, una storia, un episodio, alimentando interesse, curiosità e voglia di esserci.
– Il Cai di Teramo con il Calendario Fotografico presenta luoghi di Montagna e offre a tutti noi l’attimo secondo la sensibilità dell’autore
– Il mese di marzo mostra la foto Alessandro De Ruvo

Abbiamo chiesto ad Alessandro
Area Protetta
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Monte
Gran Sasso d’Italia
Luogo di scatto
Ai piedi del Brecciarone, enorme deposito detritico alla base della Valle del Venacquaro.
Sentiero
Itinerario classico dal paese di Intermesoli alla Valle del Venacquaro lungo il sentiero 144 del Parco.
Valle Venacquaro
E’ una Valle poco frequentata, posta tra il Monte Corvo e il Pizzo d’Intermesoli, che rivela uno delle zone più coinvolgenti e selvagge del Gran Sasso d’Italia.
Quando?
Scattata agli inizi della primavera, quando i contrasti termici e l’instabilità meteo sono ancora dominanti.
Perché?
La zona si presta a foto molto particolari, dal bosco vetusto di Fonte Novello si scorgono a sud-est i contrafforti dell’Intermesoli, mentre a ovest le dolci pareti del Monte Corvo, all’uscita del bosco appare la montagna nuda e aspra.
La nebbia
L’obiettivo era fotografare con la nebbia (prevista meteorologicamente) la zona dell’Intermesoli lungo la Valle del Venacquaro ancora fortemente innevata.
La fortuna c’è
La fortuna ha voluto che le occasioni nebbiose mi si presentassero fin da subito, e così è nato questo scatto.
La fotografia è bellezza – Il suolo è paesaggio
Zona e paesaggio molto selvaggi, devastati continuamente da valanghe, caratteristica che rende il luogo decisamente interessante a livello fotografico.

Una foto salverà l’ambiente?
Salverà l’Appennino?
– L’idea è di raccontare ogni mese la foto del Calendario della Sezione Cai di Teramo.
– La foto offre il senso del luogo e del momento visto dall’autore .
– Ci invita a ripercorrerlo.
– Ci troviamo in Appennino nella lunghissima spina dorsale che innerva il nostro paese.
– Territori e paesaggi diversi, dove la natura ha eretto montagne sottratte ai mari
– L’Abruzzo, terra di mezzo, esalta la realtà montana, con i paesi corona che la cingono.
– Le foto raccontano di culture e luoghi, speciali e unici, risorsa d’Italia
– L’Appennino è terra di Parchi ai quali chiedere il necessario impegno per mitigare la crisi climatica e chiudere la forbice delle disuguaglianze territoriali e sociali.

Per saperne di più sulla vita segreta del fotografo Alessandro De Ruvo ci sono i Monti della Laga
LAGALAND EXPERIENCE di Alessandro De Ruvo
Le foto di Alessandro De Ruvo ne mostrano la bellezza nascosta, cercata e raccolta in oltre 10 anni di esplorazione e appostamenti.

2021.03.24 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




22 marzo 2021 – GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA – Che cosa significa l’acqua per te? – verso lunedì 22 marzo 2021

22 marzo 2021 – GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA  – Che cosa significa l’acqua per te?
verso lunedì 22 marzo
CORONAVIRUS ERA NEL 2020 E CORONAVIRUS È NEL 2021

cos’è cambiato?

E’ trascorso un anno, ma ci troviamo nella situazione di emergenza del 22 marzo 2020 – forse peggiorata …
Coronavirus era e Coronavirus è.
Inoltre con le varianti e quella che dicono “terza ondata”!
– Il primo pensiero va ai tanti, troppi morti, da Coronavirus, nel giorno in memoria delle vittime. commemorate ieri 18 marzo a Bergamo, ricordando la lunga e irreale colonna di mezzi militari che trasportavano bare nelle strade silenziose e deserte, senza la possibilità di vicinanza e saluto ai propri cari – allora come oggi.
– Il secondo pensiero va all’importanza di Acqua-Salute-Clima e al futuro possibile  al quale guardano con preoccupazione i giovani di fridays for future, riuniti questo venerdì 19 marzo, nella giornata di azione mondiale per il clima.

una sola Terra
Nella nostra unica Terra siamo tutti legati. Lo dimostra la diffusione del contagio che tristemente sta segnando dolorosamente la nostra esistenza, con conseguenze che ancora non riusciamo a mettere a fuoco.

riusciranno?
RIUSCIRANNO A CAPIRLO I GOVERNANTI NELL’UTILIZZO DELLE RISORSE ECONOMICHE DI NEXT GENERATION EU, DI QUELLE NAZIONALI E DI QUELLE REGIONALI?
In questo momento di emergenza il potere economico indirizza quello politico e si presenta per la gestione delle risorse con l’intento di sbarazzarsi di ogni possibile ostacolo, vestendo di verde  – green, ogni progetto dalle strade in quota, agli impianti di risalita, agli invasi artificiali, alla cementificazione delle coste, alla riduzione dei Parchi. Tutto sotto l’ombrello della ripartenza, della ripresa economica, della sostenibilità .
ANCHE L’ACQUA È QUOTATA IN BORSA.  (10 dicembre 2020)
Con tutte le variabili conseguenti. L’acqua è stata quotata in borsa per la prima volta nella storia (e potrà essere oggetto di speculazione).
– IL NUOVO MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA RIUSCIRA’ A INDIRIZZARE LE SCELTE  NEL VERSO GIUSTO?

l’acqua è… ma dove si trova?
La giornata mondiale dell’acqua ci ricorda l’importanza di una sostanza indispensabile alla vita, di una risorsa generosamente messa a disposizione dalla natura. Ma non accessibile a tutti.

Tutto attaccato
Il suo ciclo ci indica che in natura è “tutto attaccato” tra acqua, suolo e aria. L’acqua dalle sorgenti di montagna ne percorre i fianchi, passa attraverso le fontane, gli acquedotti, per poi tornare, via fiume, al mare e riniziare il viaggio questa volta nell’aria per ridepositarsi sulle montagne e così riemergere come sorgente.

Unico
Abbiamo un unico sistema complesso che unisce materia organica e inorganica, dal più minuscolo microorganismo ai grandi esseri viventi. Un sistema in perenne relazione e interdipendenza. Una complessità che va studiata e compresa in qualità e vulnerabilità.

Equilibrio
C’è bisogno di riequilibrare le condizioni ambientali modificate da crisi climatica, dissesto geologico, perdita di biodiversità, incontrollato sviluppo industriale, consumo di suolo e inquinamento

Stati di aggregazione della materia
L’acqua è ovunque. La possiamo trovare in natura nei tre stati di aggregazione: liquida quando ci disseta, gassosa mentre la respiriamo e solida come neve e ghiaccio che la custodisce

foto Alessandro De Ruvo

Montagna
L’elogio di neve e ghiaccio, di questa grande risorsa della natura che è parte del ciclo dell’acqua, diventa “elogio della Montagna” dove la bianca coltre si forma, si deposita e si compatta. Materia prima del vitale fluire degli ecosistemi.

Storia dal 1992
La ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, raccogliendo le direttive dell’Agenda 21, come risultato della storica e basilare Conferenza mondiale di Rio del 1992.

In Italia nel 2001
Nel 2001, per la prima volta, anche in Italia venne celebrata la “Giornata mondiale dell’acqua” sul tema Acqua e Salute  (e mai tema è risultato più attuale e centrale ).

Agenda 2030
Questa azione sociale e culturale è in linea con Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile e l’impegno in ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nell’ambito di tutti gli obiettivi e in particolare n. 2 Salute e Benessere, n. 6 Acqua pulita e Servizi Igienico Sanitari, n. 13 Lotta al Cambiamento Climatico – n. 15 Vita sulla Terra.

Montagna Pulita – Evviva la borraccia, Liberi dalla plastica

Appennino
Toccare con mano in ambiente. L’Appennino offre buone opportunità per l’avvicinamento a piedi, sui sentieri, di sorgenti, corsi d’acqua, laghetti, zone umide, per appaganti escursioni, anche in questo periodo con le racchette da neve o sci da fondo. Sono tanti i borghi in ambienti montani da dove iniziare l’avvicinamento, con itinerari che si prestano con spazi ampi e dislivelli contenuti.

ALCUNE CRITICITÀ
Acquifero del Gran Sasso d’Italia che disseta 700.000 persone ed è a rischio inquinamento dal doppio tunnel autostradale e dagli sversamenti del laboratorio sotterraneo di Fisica INFN. Il Gran Sasso è un potente simbolo con la montagna la più alta d’Appennino presidiata da Cai e Società Geologica Italiana, accomunata dal fondatore  Quintino Sella. L’acquifero è nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

CAMMINIAMO

L’interassociativo Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso (c’è anche il Cai), segue con attenzione e piglio le fasi di messa in sicurezza dell’acquifero profondo del Gran Sasso.

– zone umide – i pantani di Accumoli
I Pantani di Accumoli, area SIC di Rete Natura 2000, sono luogo singolare d’Appennino, dall’elevato valore naturalistico e paesaggistico. Collocati nel Lazio, al confine di Marche e Umbria, tra il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
In questa zona in quota, già raggiunta da una strada bianca, si vorrebbe realizzare un Rifugio in quota, con tutti i danni che ne deriverebbero. Struttura invasiva, distruttiva e inutile. Un altro detrattore ambientale lasciato alle generazioni future
– impianti idroelettrici – i 1000 invasi proposti
Il recente appello del Club alpino italiano al Governo: NO a 1,8 miliardi del PNRR per nuove 1000 dighe e invasi in montagnaarticolo Lo Scarpone 16 marzo 2021.  Se ci sono risorse finanziarie a disposizione,  allora spendiamole bene per un futuro di sviluppo sostenibile delle Terre Alte.

IDROELETTRICO E MONTAGNA: impatti ambientali e la sfida di una nuova gestione energetica, al tempo della crisi climatica. Come approfondimento c’è il Quaderno Cai Tam n.9  ATTI Del CONVEGNO PUBBLICO e Aggiornamento Nazionale per operatori TAM – CAI  16 giugno 2018

Bidecalogo CAI  – punto 7 – Fonti di energia rinnovabile  “Il CAI è conscio della fondamentale importanza dell’energia e della sua disponibilità per la sopravvivenza e lo sviluppo dei territori di montagna. Diverse fonti rinnovabili di energia (energia cinetica, idraulica ed eolica, biomasse forestali, ecc.) traggono origine, per condizioni favorevoli, dalle zone montuose, ma il loro sfruttamento può causare importanti squilibri (idrogeologici, paesaggistici, floro-faunistici e antropicosociali) all’ambiente.”

– inquinamento di acqua e suolo con la discarica di Bussi (PE). Tante ancora le terre inquinate prossime a corsi d’acqua e ricordo la discarica di Bussi sul fiume Tirino in quanto risulterebbe la discarica di veleni più grande d’Europa (della Edison Spa). Ci sono dei dati temporali che sono terribili: 2007 –  gli agenti del Corpo Forestale dello Stato individuarono inquinanti per oltre 185 mila metri cubi. 2020 – il Consiglio di Stato ha ordinato alla società elettrica di farsi carico della bonifica. Sembrerebbe quindi essere stato risolto il contenzioso tra Edison Spa e Provincia di Pescara, Comune di Bussi, Regione Abruzzo e Ministero dell’Ambiente.  2021– dopo 14 anni mi sembra che ancora si sia in attesa che parta la bonifica e quindi IL SITO E’ ANCORA INQUINATO E INQUINANTE!
(ANSA) – PESCARA, 21  gennaio 2021 La mega-discarica Montedison dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. È quanto emerge dalla relazione dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) redatta sulla scorta dei dati sulla contaminazione nelle acque sotterranee e nei gas interstiziali.
…. “L’ultima verifica effettuata sul sito di Bussi – ha dichiarato il Direttore Generale dell’Arta, Maurizio Dionisio, impone la massima celerità nell’espletamento di attività di bonifica risolutive e altamente efficaci. Auspico, pertanto, la realizzazione di attività di messa in sicurezza e la predisposizione di misure di prevenzione nel minor tempo possibile“.

obiettivi concatenati
Pianeta è in salute – Persone in salute – Società giusta per tutti
…il diritto all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie pulite e sicure è essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani … 

nel mondo
– La Campagna social “What does water mean to you’” (Che cosa significa l’acqua per te?) si concluderà il 22 marzo 2021. Le informazioni raccolte riunite in report aiuteranno a cogliere i modi in cui l’acqua è fonte di vita ambientale, sociale e culturale.
– Il 22 marzo 2021 avremo l’annuale World Water Development Report (WWDR 2021), che riporta temi e problematiche salienti dell’acqua che,  a disposizione dei decisori, sono strumento strategico a più livelli, per l’uso sostenibile delle risorse idriche.
– Sono 2 miliardi le persone non hanno accesso ai servizi igienici di base e 785 milioni le persone che non dispongono di una fonte di acqua potabile.
– Le previsioni del Water Risk Filter  riportano stime allarmanti e crescenti di popolazione mondiale soggetta ad alto rischio idrico, con ricadute su ogni genere di produzione.
– Ci attende poi l’annuale Rapporto  delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali.

2021.03.19 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




LA MONTAGNA È DONNA- LA MONTAGNA SI TINGE DI ROSA – verso l’8 marzo 2021 “Giornata Internazionale dei diritti della donna”

LA MONTAGNA È DONNA- LA MONTAGNA SI TINGE DI ROSA
– verso l’8 marzo 2021 “Giornata Internazionale dei diritti della donna”


In alto troviamo le donne, l’altra faccia della Montagna, con la loro capacità, curiosità e sensibilità. Vivono l’empatia, si muovono con competenza e determinazione. Sono in tante a condividere la passione per la Montagna. Le osserviamo ammirati.
Nella società, addensata sul maschilismo, le donne sanno cogliere la contemporaneità e a queste ci si affida. Molte – forse troppe, sono ancora compresse negli schemi e non riescono a fare squadra, a volte non si intendono..


Giovani e donne sanno di innovazione.
Guardateli! Sono futuro ed emozione, aggiungono sensibilità e capacità nel cogliere le differenze, i particolarismi di luoghi e persone, ci aiutano ad andare oltre marginalità e precarietà.


Fragilità sospesa
Tra emergenza sanitaria e crisi climatica da affrontare, le donne possono meglio rivendicare il senso della fragilità, della resistenza e dell’adattamento. Diventano determinanti nel condividere e superare le difficoltà che ci attendono.


In Montagna simpatia e amore per l’Ambiente
Nel Cai le donne consolidano la sensibilità al sociale, su problematiche attuali e rilevanti.
L’andare in Montagna assume una declinazione al femminile e alla tutela con iniziative di conoscenza, solidarietà e civile convivenza, raccontate a tutti, sui sentieri, nelle Sezioni e nei Rifugi.
Tra i temi, come ricordato da Agenda 2030, la parità di genere e il rifiuto della violenza, che è scelta sbagliata figlia di una cultura malata, del non rispetto. La libertà della donna c’è in Montagna, nel silenzio delle emozioni e così anche in quota, le donne protagoniste, “libere in vetta”, invitano a organizzare il tempo libero con iniziative diverse e culturali.


artefici interpreti
Eccole artefici nell’interpretare il circolo di interazioni e di energie che fluiscono. I loro comportamenti si traducono in chiari messaggi di rispetto e cura per ambiente e persone. Si avverte la presenza, duratura nell’opera di sensibilizzazione dei soci.

I
in Abruzzo il Cai si tinge di rosa.
Le donne Cai d’Abruzzo rappresentano le tante socie.
Sono vincenti le donne a capo, con il paesaggio della Regione raccontato e difeso, il linguaggio colto e una passione consolidata da esperienze in continuo rinnovamento.
Il contributo al femminile è determinante nella scelta degli obiettivi, nelle strategie comunicative e nel conseguimento dei risultati.


Le attuali in carica come Gruppo Regionale e come Presidenti di Sezione:
Mariagrazia Baldacci, Segretaria Gruppo Cai Abruzzo
Alejandra Meda, la prima a diventare Presidente della Commissione TAM Cai Abruzzo
Catia Manfrè, Presidente Cai Lanciano, la prima donna ad essere stata candidata alla Presidenza del Gruppo CAI Abruzzo
Anna Floriana Garofalo, Presidente Cai Castel Di Sangro
Marina Buschi, Presidente Cai Trasacco-Coppo dell’Orso
Luisa Tritone, Commissione TAM Cai Abruzzo
Antonietta Di Girolamo, Commissione Alpinismo Giovanile  Cai Abruzzo
Cinzia Abruzzese, Commissione Alpinismo Giovanile  Cai Abruzzo
Margherita Legnini, Commissione Medica Cai Abruzzo
Patrizia Dragone, Commissione Medica Cai Abruzzo
A questo manipolo si aggiungono le altre, presenti nei Consigli Direttivi Sezionali –


Tutto qui – poche!
Tutto qui! Di sicuro progrediremo, in quanto – come già detto, nutro grandi speranze e possibilità nei giovani, nelle donne e nelle famiglie. Non è semplice accettare i cambi generazionali, ma è l’investimento migliore.
Fortunatamente dei segnali di cambiamento ci sono anche a livello nazionale con Lorella Franceschini che, per la prima volta, ricopre l’incarico di Vice Presidente Generale  Cai.
Il vertice  Cai non è ancora un luogo per donne a differenza della Montagna che lo sta diventando sempre più.
La Montagna si declina al femminile e alla tutela, con iniziative di solidarietà e civile convivenza per tutti. Le donne espongono con eleganza riuscendo “delicatamente” ad avvicinare e sedurre; convincono anche a distanza in questo periodo, sui sentieri, nelle Sezioni e nei Rifugi, appena sarà possibile.


la Montagna si tinge di rosa
Allego anche una nota della CRTAM del Cai Abruzzo, Presidente Alejandra Meda, vergata con tatto e vigore, cercatrice di luoghi e storie d’Abruzzo, frutto dell’inscindibile binomio Donna e Montagna.


Le vicende sono raccontate e vissute nella giornata d’Abruzzo “la Montagna si tinge di rosa”. Nelle precedenti edizioni sono stati interessati i 3 Parchi Nazionali d’Abruzzo. Prossimo appuntamento il 6 giugno 2021 sulla Maiella ripercorrendo sentieri e storie di pastorizia.

Donne e Montagna, articolo di Alejandra Meda

2021.03.07 (filidido) – Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




CAI SULMONA – ASPETTANDO I CENT’ANNI CI VEDIAMO IL GIOVEDI’ AL CAI, ciclo di conferenze on-line dal 4 marzo 2021

CAI SULMONA – ASPETTANDO I CENT’ANNI CI VEDIAMO IL GIOVEDI’ AL CAI
ciclo di conferenze on-line dal 4 marzo 2021


Il Club Alpino Italiano nel presentare la Montagna si rivolge a tutti, escursionisti e alpinisti, particolarmente a giovani, famiglie, mondo della Scuola. Lo fa direttamente in ambiente e quando non è possibile (come in questa fase di emergenza sanitaria) si è adattato a utilizzare gli strumenti digitali.


In Montagna con il Cai, sicurezza, simpatia e amore per la natura”
Come Cai siamo esempio nazionale nel promuovere la frequentazione della Montagna, facendola conoscere, con le tante, diverse attività, tra etica, ambiente, tutela, tecnica e sicurezza.
Con questa nuova forma di avvicinamento alla montagna la Sezione Cai di Sulmona propone “i giovedì del Cai“. Serate di approfondimento che sono … una piccola anticipazione di ciò che possiamo solo intuire accadrà nel 2022 quando ci saranno i festeggiamenti per i 100 anni di fondazione di questa Sezione Cai che affonda le proprie radici nella feconda  Valle Peligna e si spinge in alto, fino a spaziare dalle massime altezze del Monte Amaro della Maiella, con il bivacco Pelino, nel Parco Nazionale della Maiella.


Appuntamento il giovedì alle ore 21.00, da marzo a maggio 2021 (per ora … ma ci attendono altre opportunità).
Gli incontri si avvarranno della piattaforma ZOOM messa a disposizione dalla Ditta Sintab di Sulmona.
Ecco i primi 11  appuntamenti fissati e c’è ampia scelta di temi secondo sensibilità e interesse. E’ come se fosse la parte teorica educativa e formativa di un “Corso di avvicinamento alla Montagna” tale da offrire occasioni di conoscenza e riflessione:

4 marzo: Fabrizio Pietrosanti – Istruttore Nazionale di Scialpinismo – “La pratica dello scialpinismo”

11 marzo: Massimo D’Alessandro – Tecnico AINEVA – “Neve e valanghe”

18 marzo: Catia Di Nisio – Geologa – “La forma delle montagne”

25 marzo: Giovanni Tarquini – Accompagnatore di Escursionismo – “La pratica dell’escursionismo”

8 aprile: Fiorenzo Spinosa – Dottore in Scienze Ambientali – “La vegetazione di montagna”

15 aprile: Luigi Iozzoli – Gruppo Grandi Carnivori CAI – “Il lupo e noi”

22 aprile: Gianluca Del Conte – Accompagnatore di Cicloescursionismo – “La pratica del cicloescursionismo”

29 aprile: Geppino Madrigale – Medico dello Sport – “L’allenamento in montagna”

6 maggio: Patrizia Tempesta – Dietista nutrizionista – “Alimentazione in montagna”

13 maggio: Luca Del Monaco – Fotografo – “La fotografia di montagna”

20 maggio: Marco Bettain – Medico – “La Montagnaterapia nel CAI”

Altre conferenze saranno comunicate in seguito.

è necessario registrarsi
Per partecipare è obbligatoria la registrazione, da effettuarsi al seguente link:
https://us02web.zoom.us/…/reg…/WN_bTkNB7PhTdytcpPtxFmZgA

Per supporto e chiarimenti è possibile inviare una mail a sezione@caisulmona.it


SOSTENIBILITA’ DOVE SEI?
Chiarire cosa sia la sostenibilità (parola abusata in ogni genere di progetto) non è semplice. Per dirigersi verso scelte sostenibili, quindi durevoli nel tempo, servono passaggi educativi e occasioni di (r)incontro con la natura.
Oggi c’è confusione nei termini (scompare il Ministero dell’Ambiente e appare il Ministero della Transizione Ecologica) e negli eventi (impensabile prevedere la situazione planetaria determinata dal coronavirus, obbligando a ripensare molto). Aspetti sociali, economici, ambientali e culturali sono in rapido cambiamento.
La Montagna è parte di questa realtà, con tenaci abitanti, servizi ecosistemici, qualità delle risorse e benessere.
Formare cittadini e soci capaci di interpretare e partecipare a questo processo di attenzione alla Montagna (parte di un sistema tutto concatenato) e a ciò che rappresenta come futuro possibile, rientra tra gli obiettivi di incontri e di altre iniziative che le numerose e attive Sezioni Cai sapranno proporre, aperte a ogni possibile collaborazione.

2021.03.02 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia

CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia  – Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ci comunica che 1000 camosci si rincorrono liberi tra rocce e balze erbose. – I primi camosci sono venuti dall’allora Parco Nazionale d’Abruzzo.
1 marzo 1991 – 1 marzo 2021


bentornato Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia
Quella del Camoscio d’Abruzzo è una storia a lieto fine, nata nel Cai, da un riuscito Progetto avviato negli anni ’80. Lunga la gestazione e la realizzazione, scandita in tre fasi condivise con l’allora Parco Nazionale d’Abruzzo, Direttore Franco Tassi. La fase che si riferisce alla Riserva Corno Grande di Pietracamela è quella della reintroduzione  in quota sul Gran Sasso d’Italia (traccia del Camoscio sul Gran Sasso si è persa con le ultime storie di caccia del 1890); inoltre si realizzarono le aree faunistiche di Pietracamela e Farindola. Le altre due fasi del Progetto Camoscio d’Abruzzo (organizzato su base regionale) sono state di ripopolamento sul Monte Marsicano – nel Parco Nazionale d’Abruzzo e nel Parco Nazionale della Maiella, con l’intervento a Fonte Tarì, osservatorio privilegiato dei camosci liberati.

pillole di storia
Come anticipato il Progetto Camoscio d’Abruzzo nel Cai nazionale prende forma intorno agli anni ’80. Da un’eredità che Susanna Marianna De Maria vedova D’Addario, socia della Sezione di Roma, lasciò al Cai per tutelare la fauna dei Parchi Nazionali.
Nel 1982 la manifestazione del Cai per la difesa del Gran Sasso contro gli impianti sciistici a Campo Pericoli. In seguito il Cai deliberò di intervenire con la fondazione di nuove colonie di Camoscio d’Abruzzo.
L’approvazione scientifica del progetto fu data, nel 1986, dai proff: Sandro Lovari (Università degli Studi di Parma), Augusto Vigna Taglianti (Università di Roma “La Sapienza”), Guido Tosi (Università degli Studi di Milano).
Le tre fasi del Progetto sono state realizzate a partire dal 1990 e felicemente riuscite con nascite sia nelle aree faunistiche che in quota. Sono state inoltre finanziate attrezzature per il monitoraggio con radiocollari e la stampa di materiale divulgativo (pannelli, striscioni, adesivi). Aderirono prontamente al progetto i Comuni di Pietracamela, Castelli, Isola del Gran Sasso, Lama dei Peligni, Farindola, la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo. Nel teramano il Camoscio è stato adottato quale simbolo dei Giochi della Gioventù.


i primi passi
Negli anni ’90 sul Gran Sasso d’Italia – diversamente dagli altri monti d’Abruzzo, non esisteva Area Protetta e quindi nessuna forma di tutela, benché montagna di primati, con la vetta più alta d’Appennino – il Corno Grande, il Ghiacciaio del Calderone – il più meridionale d’Europa e l’estesa piana carsica di Campo Imperatore – tra le meraviglie d’Appennino.


Volendo quindi riportare il Camoscio sul Gran Sasso d’Italia non c’erano le condizioni per garantirne la salvaguardia.
ma cosa serviva?Come priorità assoluta la tutela, istituendo una Riserva delimitata e organizzata, poi la presenza  di prati con nutrimento adeguato – in particolare per l’iniziale fase di vita dei camoscetti e, per garantire la permanenza degli animali , la necessità di un territorio vario per altitudine e ambienti, così da offrire zone di estivazione con praterie e pareti scoscese (le preferite) e di svernamento in quanto, con la neve è abbondante, gli animali scendono  più a valle, nel bosco.


il Comune di Pietracamela
Con queste finalità – dopo numerosi incontri, iniziative di sensibilizzazione e grazie all’opera di mediazione delle guide alpine locali, Lino D’Angelo ed Enrico De Luca, è nata la Riserva Corno Grande di Pietracamela, istituita dall’Amministrazione Comunale di Pietracamela in due delibere, comprendente la parte centrale del massiccio. La gestione tecnica fu affidata alla Delegazione Abruzzo del Cai. Il 1 marzo 1991 si delimitarono i primi 1000 ettari, quelli più in quota e il 6 luglio 1991 l’area fu ampliata  fino a 2200 ettari, comprendendo anche zone idonee allo svernamento. L’ambiente è di alta montagna, con il formidabile blocco montuoso del Corno Grande, del Corno Piccolo e del Pizzo d’Intermesoli, inoltre il ghiacciaio del Calderone – allora ancora consistente,  gelosamente custodito dalle vette del Corno Grande a 2700 m, sul fondo di un circo allungato, singolarità naturalistica in quanto unico ghiacciaio della catena appenninica e il più meridionale d’Europa. Il paesaggio si amplia ed è addolcito dalla conca interna di Campo Pericoli, singolare valle modellata in collinette e doline, dove troviamo Le Capanne, ricoveri in pietra. segni di antiche attività pastorali e ancora, dalla Val Maone, dalla Conca del Sambuco, dalla Valle del Rio Arno fino al bosco delle Verracchiette e al fosso della Giunchiera.


pronti a iniziare
C’erano quindi le condizioni chieste di tutela, quelle ambientali estive e invernali e le alimentari, con l’insieme di erbe tra le quali la ricercata comunità vegetale Festuco-Trifolietum thalii, particolarmente ricca di proteine.
Definiti e superati gli ultimi – non semplici, passaggi amministrativi, autorizzativi e organizzativi, nell’autunno 1992, ottobre, prelevati dal Parco Nazionale d’Abruzzo e  trasportati in elicottero, il personale del Parco effettuò la liberazione del nucleo iniziale di animali in quota, a Campo Pericoli nella località “conca d’oro”.
Alla presenza di un gruppo di emozionati e curiosi soci e amministratori, i camosci, dopo attimi di incertezza, si diressero verso le balze erbose e brecciose più in quota, scomparendo alla vista tra i dossi di Campo Pericoli. Quello storico episodio, con l’ufficiale e sottoscritto affidamento dei Camosci al Cai, ha avviato la riuscita reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia. L’anno dopo la prima coppia di animali è stata ospitata nell’Area Faunistica di Pietracamela realizzata a “Capo le Vene“, tra le rocce che dominano il paese, affacciate sui i tetti colorati dai coppi. Dalla piazzetta del paese si riuscivano ad osservare, controluce,  la sagome degli animali, fermi sul bordo delle rocce. I primi camosci, Adamo e Costanza, diedero alla luce il piccolo “Lino”, così chiamato per ringraziare la guida alpina, aquilotto del gran sasso, Lino D’Angelo, che, per alcuni anni, ha adottato e accudito i camosci dell’area faunistica.


il numero dei camosci cresce  … fino a 1000 – biodiversità salvata – un aiuto agli Ecosistemi vulnerabili
Nei primi anni gli animali sono stati seguiti con trepida attenzione e con altri trasporti in elicottero, per consolidare il nucleo iniziale che, da subito, si è perfettamente ambientato, quasi a riconoscere luoghi, odori e sapori. La Riserva Corno Grande di Pietracamela è entrata successivamente a far parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, diventato operativo dal 1995, garantendo tutela estesa ed efficace al Camoscio, ben oltre i 2200 ha iniziali.
Anno dopo anno gli animali si sono riprodotti sul Gran Sasso, occupando spazi sempre più ampi. Allo scoccare di questi primi 30 anni il Parco ci ha comunicato che “sono presenti circa 1000 esemplari distribuiti dal Monte San Franco, a nord, fino  al Vallone d’Angora, a sud. I nuclei più importanti si osservano sul Monte Camicia e sul Monte Corvo, con circa la metà degli esemplari. Anche sulle vie normali al Corno Grande, da Cima Alta e Campo Imperatore, i camosci sono facilmente osservabili nelle ore giuste e nei periodi meno affollati.”
Avendo seguito il Progetto dai primi passi mi piacerebbe vederli correre anche sui Monti della Laga. Aspettativa che, considerando l’attuale consistenza e grazie alla possibile curiosità esplorativa di qualche esemplare, potrebbe anche realizzarsi.


il Camoscio più bello del mondo
Dai  zoologi viene definito così, per sue prerogative per le visibili differenze dal camoscio delle alpi. La più significativa è la livrea invernale, che presenta una diversa colorazione del manto con colori che dal marroncino virano al rossiccio, con le caratteristiche bande nere che, a contrasto e vistose, scendono dal collo. Inoltre ha le corna più lunghe e uncinate (carattere più marcate nei maschi) e, nell’insieme l’animale ha una forma più slanciata.


osservare i camosci in ambiente

Osservare i camosci è relativamente semplice e può accadere con naturalezza durante le escursioni in quota, nelle zone che prediligono, sia mentre brucano, sia mentre si rincorrono tra le rocce. L’incontro è sempre di grande soddisfazione ed emozione, stupiti dal loro esserci e mimetizzarsi in un ambiente apparentemente difficile. Siamo in Montagna e il nostro comportamento, da visitatore, deve sempre essere di massimo rispetto. Il tema Camoscio sul Gran Sasso si amplia con Farindola, il Museo dedicato e l’area faunistica  nei pressi della cascata della Vitella d’Oro.


educazione  e sensibilizzazione ambientale a Pietracamela, Prati di Tivo e nei Rifugi Cai
Grande è stata l’opera di sensibilizzazione e di avvicinamento alla montagna e alle sue meraviglie , anche a seguito della costituzione del Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo. Tanti incontri, escursioni, attività con le scuole e inviti alla sosta in paese e nei rifugi, con proposte escursionistiche di più giorni. Per finalità divulgative sono state realizzate una Mostra (dieci pannelli che raccontano dl camoscio) e un pieghevole della Riserva. Pietracamela è stato il fulcro di ogni attività.


i Rifugi Cai
Nella Riserva Corno Grande di Pietracamela si trovano ben tre rifugi del Cai che, per il valore dell’area protetta, svolgono funzione informativa, educativa e di presidio contro il degrado. Il Franchetti, il più recente, costruito nel 1959 utilizzando le pietre del luogo è posto nella parte alta del Vallone delle Cornacchie a 2433 m, tra le pareti del Corno Piccolo e del Corno Grande. Il Duca degli Abruzzi, del 1908, a 2388 m sulla cresta del Monte Portella, tra Campo Imperatore e Campo Pericoli, in posizione aerea con potenti  vedute sul gruppo. Il Garibaldi, il più antico, del 1886, nella conca d’oro di Campo Pericoli, a 2230 m, immerso in un suggestivo ambiente carsico dall’elevato valore naturalistico dove, a pochi passi, ha avuto inizio la reintroduzione del Camoscio.


in Cammino nei Parchi  – 13 giugno 2021
Stiamo organizzando la giornata in Cammino nei Parchi, del prossimo 13 giugno. Sarà un appuntamento che ci vedrà tornare sui luoghi dove la reintroduzione ebbe inizio, con la Sezione Cai di Teramo e tutte le altre che vorranno aggregarsi. In escursione da Prati di Tivo, intercettando la “via dei Pretaroli” (itinerario Terre Alte Pietracamela-Assergi), lungo la Val Maone, alla “conca d’oro, Campo Pericoli, “le capanne” e al Rifugio Garibaldi.

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PEZZI DI STORIA DEL CAI come ricordo per chi c’è stato e da far conoscere ai nuovi.
Li racconteremo in più puntate
Come introdotto da questo scritto, sono davvero tanti gli episodi a corredo del Progetto Camoscio d’Abruzzo che non è possibile sintetizzarli in questa prima nota, alla quale, per completezza e informazione, ne seguiranno altre durante l’anno (molto si dirà in occasione della giornata “in Cammino nei Parchi“).


il processo
Tra gli eventi c’è però anche quello che mi ha visto coinvolto in processo, con una ingarbugliata vicenda di addebiti non veritieri e di documenti stranamente non ritrovati. La vicenda giudiziaria, dopo un travagliato iter nel quale sono stato affiancato da persone che ringrazio per l’aiuto dato a superarlo, alla fine si è risolta con assoluzione piena. E’ chiaro che la reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo,  indicava una diversa destinazione d’uso di territori montani – il Parco ancora non c’era, e l’addebito nei miei confronti (e contro il Progetto che ripristinava una biodiversità persa) fu su alcune presunte carenze nei passaggi autorizzativi. Il Cai era nel mirino di chi non aveva gradito precedenti – e riuscite, azioni di tutela e – senza demordere, spingeva ancora su  forti interessi di settore.


Ma, con brevi cenni racconto cosa era accaduto 10 anni prima e che cosa avrebbero voluto diventasse il Gran Sasso d’Italia.
manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia – 27 giugno 1982
Negli anni ’80 il Gran Sasso d’Italia era minacciato dai distruttivi progetti che prevedevano impianti di risalita e gallerie a Prati di Tivo, nella Val Maone, a Campo Pericoli fino a raggiungere il Sassone
Come Cai – Delegazione Abruzzo, ci siamo opposti da subito, anche con difficoltà interne tra favorevoli e contrari. Una efficace e storica Manifestazione interregionale Cai Abruzzo, Lazio e Marche nel 1992 e una petizione europea dettero manforte a salvaguardare il Gran Sasso d’Italia impedendo che si realizzassero gli impianti. Un numero del Bollettino Cai L’Aquila documenta la giornata. Più di mille persone (numero davvero importante) parteciparono, il 27 giugno 1982, alla manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia, nonostante il tempo fosse inclemente. Molte le adesioni e le presenze di autorità, politici, alpinisti, ambientalisti e personaggi della cultura. Intervennero Filippo Di Donato, Franco Bassanini, Dario Nibid, Stefano Rodotà, Pietro Scoppola, Luigi Spaventa, Fulco Pratesi, Carlo Alberto Pinelli, con i saluti di Franco Alletto e Nestore Nanni.  Un’iniziativa promossa dal Cai interregionale con il sostegno di WWF, Italia Nostra, Lega per l’Ambiente e Arci.


il tempo è galantuomo – il Camoscio d’Abruzzo è resiliente?
Si riuscì a salvare il cuore del Gran Sasso d’Italia e, una delle riposte in ambiente, Cai-Comune di Pietracamela-Parco Nazionale d’Abruzzo, fu nel 1991, dar vita al Progetto Camoscio d’Abruzzo, con le tante positive implicazioni.
Scelte giuste e il tempo, da galantuomo, ci ha dato ragione.
Oggi (febbraio 2021) in Abruzzo ci sono oltre 3200 camosci, diversamente distribuiti nelle Aree Protette, tra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (lo storico Parco che riuscì a evitare l’estinzione del camoscio), Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Regionale Sirente Velino. A questi in Abruzzo, si aggiungono i 200 camosci del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Per una specie che ha rischiato di scomparire, i numeri iniziano a essere importanti, ma la guardia va tenuta sempre alta e il camoscio, diventato mascotte nei giochi della gioventù e in alcune pubblicazioni per ragazzi (Camoscio Carlino, il vagamondo), va conosciuto e ammirato per la sua capacità di resistere e adattarsi, tornando a ripopolare ambienti montani abitati nel passato (oggi si usa dire resilienza) e per la sua agilità da “acrobata delle rocce“.

2021.02.28 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi