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CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia

CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia  – Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ci comunica che 1000 camosci si rincorrono liberi tra rocce e balze erbose. – I primi camosci sono venuti dall’allora Parco Nazionale d’Abruzzo.
1 marzo 1991 – 1 marzo 2021


bentornato Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia
Quella del Camoscio d’Abruzzo è una storia a lieto fine, nata nel Cai, da un riuscito Progetto avviato negli anni ’80. Lunga la gestazione e la realizzazione, scandita in tre fasi condivise con l’allora Parco Nazionale d’Abruzzo, Direttore Franco Tassi. La fase che si riferisce alla Riserva Corno Grande di Pietracamela è quella della reintroduzione  in quota sul Gran Sasso d’Italia (traccia del Camoscio sul Gran Sasso si è persa con le ultime storie di caccia del 1890); inoltre si realizzarono le aree faunistiche di Pietracamela e Farindola. Le altre due fasi del Progetto Camoscio d’Abruzzo (organizzato su base regionale) sono state di ripopolamento sul Monte Marsicano – nel Parco Nazionale d’Abruzzo e nel Parco Nazionale della Maiella, con l’intervento a Fonte Tarì, osservatorio privilegiato dei camosci liberati.

pillole di storia
Come anticipato il Progetto Camoscio d’Abruzzo nel Cai nazionale prende forma intorno agli anni ’80. Da un’eredità che Susanna Marianna De Maria vedova D’Addario, socia della Sezione di Roma, lasciò al Cai per tutelare la fauna dei Parchi Nazionali.
Nel 1982 la manifestazione del Cai per la difesa del Gran Sasso contro gli impianti sciistici a Campo Pericoli. In seguito il Cai deliberò di intervenire con la fondazione di nuove colonie di Camoscio d’Abruzzo.
L’approvazione scientifica del progetto fu data, nel 1986, dai proff: Sandro Lovari (Università degli Studi di Parma), Augusto Vigna Taglianti (Università di Roma “La Sapienza”), Guido Tosi (Università degli Studi di Milano).
Le tre fasi del Progetto sono state realizzate a partire dal 1990 e felicemente riuscite con nascite sia nelle aree faunistiche che in quota. Sono state inoltre finanziate attrezzature per il monitoraggio con radiocollari e la stampa di materiale divulgativo (pannelli, striscioni, adesivi). Aderirono prontamente al progetto i Comuni di Pietracamela, Castelli, Isola del Gran Sasso, Lama dei Peligni, Farindola, la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo. Nel teramano il Camoscio è stato adottato quale simbolo dei Giochi della Gioventù.


i primi passi
Negli anni ’90 sul Gran Sasso d’Italia – diversamente dagli altri monti d’Abruzzo, non esisteva Area Protetta e quindi nessuna forma di tutela, benché montagna di primati, con la vetta più alta d’Appennino – il Corno Grande, il Ghiacciaio del Calderone – il più meridionale d’Europa e l’estesa piana carsica di Campo Imperatore – tra le meraviglie d’Appennino.


Volendo quindi riportare il Camoscio sul Gran Sasso d’Italia non c’erano le condizioni per garantirne la salvaguardia.
ma cosa serviva?Come priorità assoluta la tutela, istituendo una Riserva delimitata e organizzata, poi la presenza  di prati con nutrimento adeguato – in particolare per l’iniziale fase di vita dei camoscetti e, per garantire la permanenza degli animali , la necessità di un territorio vario per altitudine e ambienti, così da offrire zone di estivazione con praterie e pareti scoscese (le preferite) e di svernamento in quanto, con la neve è abbondante, gli animali scendono  più a valle, nel bosco.


il Comune di Pietracamela
Con queste finalità – dopo numerosi incontri, iniziative di sensibilizzazione e grazie all’opera di mediazione delle guide alpine locali, Lino D’Angelo ed Enrico De Luca, è nata la Riserva Corno Grande di Pietracamela, istituita dall’Amministrazione Comunale di Pietracamela in due delibere, comprendente la parte centrale del massiccio. La gestione tecnica fu affidata alla Delegazione Abruzzo del Cai. Il 1 marzo 1991 si delimitarono i primi 1000 ettari, quelli più in quota e il 6 luglio 1991 l’area fu ampliata  fino a 2200 ettari, comprendendo anche zone idonee allo svernamento. L’ambiente è di alta montagna, con il formidabile blocco montuoso del Corno Grande, del Corno Piccolo e del Pizzo d’Intermesoli, inoltre il ghiacciaio del Calderone – allora ancora consistente,  gelosamente custodito dalle vette del Corno Grande a 2700 m, sul fondo di un circo allungato, singolarità naturalistica in quanto unico ghiacciaio della catena appenninica e il più meridionale d’Europa. Il paesaggio si amplia ed è addolcito dalla conca interna di Campo Pericoli, singolare valle modellata in collinette e doline, dove troviamo Le Capanne, ricoveri in pietra. segni di antiche attività pastorali e ancora, dalla Val Maone, dalla Conca del Sambuco, dalla Valle del Rio Arno fino al bosco delle Verracchiette e al fosso della Giunchiera.


pronti a iniziare
C’erano quindi le condizioni chieste di tutela, quelle ambientali estive e invernali e le alimentari, con l’insieme di erbe tra le quali la ricercata comunità vegetale Festuco-Trifolietum thalii, particolarmente ricca di proteine.
Definiti e superati gli ultimi – non semplici, passaggi amministrativi, autorizzativi e organizzativi, nell’autunno 1992, ottobre, prelevati dal Parco Nazionale d’Abruzzo e  trasportati in elicottero, il personale del Parco effettuò la liberazione del nucleo iniziale di animali in quota, a Campo Pericoli nella località “conca d’oro”.
Alla presenza di un gruppo di emozionati e curiosi soci e amministratori, i camosci, dopo attimi di incertezza, si diressero verso le balze erbose e brecciose più in quota, scomparendo alla vista tra i dossi di Campo Pericoli. Quello storico episodio, con l’ufficiale e sottoscritto affidamento dei Camosci al Cai, ha avviato la riuscita reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia. L’anno dopo la prima coppia di animali è stata ospitata nell’Area Faunistica di Pietracamela realizzata a “Capo le Vene“, tra le rocce che dominano il paese, affacciate sui i tetti colorati dai coppi. Dalla piazzetta del paese si riuscivano ad osservare, controluce,  la sagome degli animali, fermi sul bordo delle rocce. I primi camosci, Adamo e Costanza, diedero alla luce il piccolo “Lino”, così chiamato per ringraziare la guida alpina, aquilotto del gran sasso, Lino D’Angelo, che, per alcuni anni, ha adottato e accudito i camosci dell’area faunistica.


il numero dei camosci cresce  … fino a 1000 – biodiversità salvata – un aiuto agli Ecosistemi vulnerabili
Nei primi anni gli animali sono stati seguiti con trepida attenzione e con altri trasporti in elicottero, per consolidare il nucleo iniziale che, da subito, si è perfettamente ambientato, quasi a riconoscere luoghi, odori e sapori. La Riserva Corno Grande di Pietracamela è entrata successivamente a far parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, diventato operativo dal 1995, garantendo tutela estesa ed efficace al Camoscio, ben oltre i 2200 ha iniziali.
Anno dopo anno gli animali si sono riprodotti sul Gran Sasso, occupando spazi sempre più ampi. Allo scoccare di questi primi 30 anni il Parco ci ha comunicato che “sono presenti circa 1000 esemplari distribuiti dal Monte San Franco, a nord, fino  al Vallone d’Angora, a sud. I nuclei più importanti si osservano sul Monte Camicia e sul Monte Corvo, con circa la metà degli esemplari. Anche sulle vie normali al Corno Grande, da Cima Alta e Campo Imperatore, i camosci sono facilmente osservabili nelle ore giuste e nei periodi meno affollati.”
Avendo seguito il Progetto dai primi passi mi piacerebbe vederli correre anche sui Monti della Laga. Aspettativa che, considerando l’attuale consistenza e grazie alla possibile curiosità esplorativa di qualche esemplare, potrebbe anche realizzarsi.


il Camoscio più bello del mondo
Dai  zoologi viene definito così, per sue prerogative per le visibili differenze dal camoscio delle alpi. La più significativa è la livrea invernale, che presenta una diversa colorazione del manto con colori che dal marroncino virano al rossiccio, con le caratteristiche bande nere che, a contrasto e vistose, scendono dal collo. Inoltre ha le corna più lunghe e uncinate (carattere più marcate nei maschi) e, nell’insieme l’animale ha una forma più slanciata.


osservare i camosci in ambiente

Osservare i camosci è relativamente semplice e può accadere con naturalezza durante le escursioni in quota, nelle zone che prediligono, sia mentre brucano, sia mentre si rincorrono tra le rocce. L’incontro è sempre di grande soddisfazione ed emozione, stupiti dal loro esserci e mimetizzarsi in un ambiente apparentemente difficile. Siamo in Montagna e il nostro comportamento, da visitatore, deve sempre essere di massimo rispetto. Il tema Camoscio sul Gran Sasso si amplia con Farindola, il Museo dedicato e l’area faunistica  nei pressi della cascata della Vitella d’Oro.


educazione  e sensibilizzazione ambientale a Pietracamela, Prati di Tivo e nei Rifugi Cai
Grande è stata l’opera di sensibilizzazione e di avvicinamento alla montagna e alle sue meraviglie , anche a seguito della costituzione del Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo. Tanti incontri, escursioni, attività con le scuole e inviti alla sosta in paese e nei rifugi, con proposte escursionistiche di più giorni. Per finalità divulgative sono state realizzate una Mostra (dieci pannelli che raccontano dl camoscio) e un pieghevole della Riserva. Pietracamela è stato il fulcro di ogni attività.


i Rifugi Cai
Nella Riserva Corno Grande di Pietracamela si trovano ben tre rifugi del Cai che, per il valore dell’area protetta, svolgono funzione informativa, educativa e di presidio contro il degrado. Il Franchetti, il più recente, costruito nel 1959 utilizzando le pietre del luogo è posto nella parte alta del Vallone delle Cornacchie a 2433 m, tra le pareti del Corno Piccolo e del Corno Grande. Il Duca degli Abruzzi, del 1908, a 2388 m sulla cresta del Monte Portella, tra Campo Imperatore e Campo Pericoli, in posizione aerea con potenti  vedute sul gruppo. Il Garibaldi, il più antico, del 1886, nella conca d’oro di Campo Pericoli, a 2230 m, immerso in un suggestivo ambiente carsico dall’elevato valore naturalistico dove, a pochi passi, ha avuto inizio la reintroduzione del Camoscio.


in Cammino nei Parchi  – 13 giugno 2021
Stiamo organizzando la giornata in Cammino nei Parchi, del prossimo 13 giugno. Sarà un appuntamento che ci vedrà tornare sui luoghi dove la reintroduzione ebbe inizio, con la Sezione Cai di Teramo e tutte le altre che vorranno aggregarsi. In escursione da Prati di Tivo, intercettando la “via dei Pretaroli” (itinerario Terre Alte Pietracamela-Assergi), lungo la Val Maone, alla “conca d’oro, Campo Pericoli, “le capanne” e al Rifugio Garibaldi.

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PEZZI DI STORIA DEL CAI come ricordo per chi c’è stato e da far conoscere ai nuovi.
Li racconteremo in più puntate
Come introdotto da questo scritto, sono davvero tanti gli episodi a corredo del Progetto Camoscio d’Abruzzo che non è possibile sintetizzarli in questa prima nota, alla quale, per completezza e informazione, ne seguiranno altre durante l’anno (molto si dirà in occasione della giornata “in Cammino nei Parchi“).


il processo
Tra gli eventi c’è però anche quello che mi ha visto coinvolto in processo, con una ingarbugliata vicenda di addebiti non veritieri e di documenti stranamente non ritrovati. La vicenda giudiziaria, dopo un travagliato iter nel quale sono stato affiancato da persone che ringrazio per l’aiuto dato a superarlo, alla fine si è risolta con assoluzione piena. E’ chiaro che la reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo,  indicava una diversa destinazione d’uso di territori montani – il Parco ancora non c’era, e l’addebito nei miei confronti (e contro il Progetto che ripristinava una biodiversità persa) fu su alcune presunte carenze nei passaggi autorizzativi. Il Cai era nel mirino di chi non aveva gradito precedenti – e riuscite, azioni di tutela e – senza demordere, spingeva ancora su  forti interessi di settore.


Ma, con brevi cenni racconto cosa era accaduto 10 anni prima e che cosa avrebbero voluto diventasse il Gran Sasso d’Italia.
manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia – 27 giugno 1982
Negli anni ’80 il Gran Sasso d’Italia era minacciato dai distruttivi progetti che prevedevano impianti di risalita e gallerie a Prati di Tivo, nella Val Maone, a Campo Pericoli fino a raggiungere il Sassone
Come Cai – Delegazione Abruzzo, ci siamo opposti da subito, anche con difficoltà interne tra favorevoli e contrari. Una efficace e storica Manifestazione interregionale Cai Abruzzo, Lazio e Marche nel 1992 e una petizione europea dettero manforte a salvaguardare il Gran Sasso d’Italia impedendo che si realizzassero gli impianti. Un numero del Bollettino Cai L’Aquila documenta la giornata. Più di mille persone (numero davvero importante) parteciparono, il 27 giugno 1982, alla manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia, nonostante il tempo fosse inclemente. Molte le adesioni e le presenze di autorità, politici, alpinisti, ambientalisti e personaggi della cultura. Intervennero Filippo Di Donato, Franco Bassanini, Dario Nibid, Stefano Rodotà, Pietro Scoppola, Luigi Spaventa, Fulco Pratesi, Carlo Alberto Pinelli, con i saluti di Franco Alletto e Nestore Nanni.  Un’iniziativa promossa dal Cai interregionale con il sostegno di WWF, Italia Nostra, Lega per l’Ambiente e Arci.


il tempo è galantuomo – il Camoscio d’Abruzzo è resiliente?
Si riuscì a salvare il cuore del Gran Sasso d’Italia e, una delle riposte in ambiente, Cai-Comune di Pietracamela-Parco Nazionale d’Abruzzo, fu nel 1991, dar vita al Progetto Camoscio d’Abruzzo, con le tante positive implicazioni.
Scelte giuste e il tempo, da galantuomo, ci ha dato ragione.
Oggi (febbraio 2021) in Abruzzo ci sono oltre 3200 camosci, diversamente distribuiti nelle Aree Protette, tra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (lo storico Parco che riuscì a evitare l’estinzione del camoscio), Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Regionale Sirente Velino. A questi in Abruzzo, si aggiungono i 200 camosci del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Per una specie che ha rischiato di scomparire, i numeri iniziano a essere importanti, ma la guardia va tenuta sempre alta e il camoscio, diventato mascotte nei giochi della gioventù e in alcune pubblicazioni per ragazzi (Camoscio Carlino, il vagamondo), va conosciuto e ammirato per la sua capacità di resistere e adattarsi, tornando a ripopolare ambienti montani abitati nel passato (oggi si usa dire resilienza) e per la sua agilità da “acrobata delle rocce“.

2021.02.28 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




ABRUZZO – MONTI DELLA LAGA – PIZZO DI MOSCIO in Escursione invernale – tra le più belle d’Appennino, sabato 20 febbraio 2021

ABRUZZO – MONTI DELLA LAGA
– PIZZO DI MOSCIO in Escursione invernale
(sicuri sulla neve)
– tra le più belle d’Appennino, sabato 20 febbraio 2021
(sentieri nel cuore)
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga


verso Pizzo di Moscio
La Provincia di Teramo si allunga a Nord con i Monti della Laga che si estendono nelle Regioni vicine (Marche e Lazio). La Laga è particolare. È una giovane singolarità geologica, posta tra il calcare del Gran Sasso d’Italia e quello dei Monti Sibillini. Troviamo le impermeabili arenarie, marne e argille che si stagliano con singolari pinnacoli verso il cielo. Meta della nostra escursione è Pizzo di Moscio, che ci appare con il suo pulito vertice appena usciti dal bosco, dopo averlo risalito nelle pendici, partendo dal Ceppo.


Complice la tersa e luminosa giornata, già dalla radura Lago dell’Orso il panorama, ineguagliabile, ci consente di ammirare tutta la catena della Laga e, in particolare, sulla sinistra, la vetta del Monte Gorzano. Appena iniziamo a percorrere il lungo crinale su Iacci di Verre verso La Storna, il paesaggio diventa sempre più spettacolare, aperto sulla lunga catena del Gran Sasso d’Italia. Fermandosi e guardandosi attorno ecco i Monti Gemelli e I Monti Sibillini, su un vero e spettacolare balcone affacciato sull’Appennino.

cautela in montagna 

indicazioni del CNSAS
Ci si deve muovere sempre con cautela sulla Laga: la neve può essere ghiacciata sui tanti pendii e il tempo mutare rapidamente. Gli spazi aperti diventano pericolosi, soprattutto in presenza di nebbia o nuvole basse, che possono disorientare e complicare notevolmente il rientro.


conoscere per amare
L’escursione a Pizzo di Moscio è tra quelle che amo di più, con la bellezza di Bosco della Martese, la quota, i cambi di colore, il profumato respiro del vento e l’invito a guardare lontano. Ci sono poi le tante attività svolte di Educazione Ambientale, le testimonianze belliche della Resistenza e il riuscito impegno per impedire la realizzazione degli impianti sciistici ai Iacci di Verre, che ancora porta i segni costruiti della assurda palestra di neve.


Sentiero Italia Cai
Nel 1995 ci fu la storica inaugurazione del tratto di Sentiero Italia Cai, Ceppo-Padula con l’indimenticabile presenza di Teresio Valsesia. Nel ricordo anche una, più recente, piacevole escursione invernale con Andrea, mio figlio guida alpina. Lui con gli sci e io con le ciaspole, arrancadogli dietro. Insieme fino al Lago dell’Orso e poi una silhouette che si stagliava, sempre più fine, tra il bianco della neve e il cobalto del cielo.


in montagna con il Cai
Tante le possibili escursioni nella zona. Tra le più impegnative c’è stata quella di un Corso avanzato di Escursionismo della Sezione CAI di Teramo. Partiti dal Ceppo abbiamo raggiunto la base di Pizzo di Moscio, per poi dirigerci a Sud su cresta verso il Monte Pelone e, sempre con saliscendi, guadagnare il Monte Gorzano, salito dal ripido gradonato versante Nord. Sosta sul tetto della Laga, con il panorama ancora più ampio e, in discesa, nella assolata Valle delle Cento Fonti, terminando a Cesacatina, riemersi dalla splendida faggeta, affamati e ben accolti.
Dal Ceppo la direttrice del Sentiero Italia Cai a Nord, raggiunge il piccolo abitato di Morrice, guada il torrente Castellano (confine tra Marche e Abruzzo) e prosegue fino a San Martino.

2021.02.22 (filidido) –  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




NASCE L’INTESA TRA I “PARCHI DEL CENTRO-SUD ITALIA”  – Cosenza, 15 febbraio 2021 – Si apre una nuova stagione di partecipazione e visione d’Appennino

NASCE L’INTESA TRA I “PARCHI DEL CENTRO-SUD ITALIA”  – Cosenza, 15 febbraio 2021
Si apre una nuova stagione di partecipazione e visione d’Appennino


Qualcosa di importante si è mosso nel regno dei Parchi, ed è avvenuto in Calabria. Lo scorso 15 febbraio, a Cosenza, è stato infatti sottoscritto un protocollo chiamato “Parchi del Centro Sud d’Italia” con la prima adesione di 4 Parchi Nazionali. Garante di questa intesa la Camera di Commercio di Cosenza, Presidente Klaus Algieri, nella quale si sono ritrovati i Presidenti di: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale della Sila. 


un messaggio all’Italia
E’ una decisione importante, che sicuramente potrà incidere anche nello scenario del prossimo utilizzo delle risorse economiche Next Generation EU, soprattutto interagendo anche con le Regioni di riferimento.
Oggi i temi dell’ambiente sono centrali e presenti tra le finalità della transizione ecologica.
Il sistema delle aree protette italiane, – tante in Appennino e nel Sud, diventa una base sulla quale costruire azioni concrete nella tutela, ma anche di grande opportunità economica e di progresso.


una strutturata realtà turistica, storica, ambientale ed economica
La collaborazione tra le istituzioni consentirà di programmare insieme, armonizzando attività di comunicazione e formazione, tese ad un fattivo incremento di produzione e diffusione artistico – culturale – ambientale. Si rimarca l’importanza e la necessità d’innescare percorsi di animazione territoriale di interesse, di svolgere eventi culturali, oltre che turistici, legati alla conoscenza e all’uso consapevole, delle risorse di beni e di luoghi.


analisi della situazione di partenza
Si useranno strumenti micro e macro economici, capaci di prevedere l’impatto delle norme turistico – incentivanti e di valutarne i punti di forza locali, ricercando idonei strumenti per il recupero e la salvaguardia del nostro patrimonio paesaggistico, ambientale, artistico, storico e culturale.


Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise –
Il Presidente, Giovanni Cannata sottolinea l’efficacia del principio di coesione “si tratta di una cooperazione istituzionale che integra il ruolo dei Parchi e quello delle Camere di Commercio, con le loro importantissime funzioni per l’economia dei territori e una grande responsabilità nel settore dell’ospitalità e del turismo. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per la costruzione di una proposta di sviluppo comune fondata, contemporaneamente, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla sostenibilità delle iniziative economiche, sociali e istituzionali locali.


Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese
Il Commissario, Giuseppe Priore pone l’accento sul reciproco sostegno che l’accordo prevede “nel parco Lucano, infatti, si assiste alla presenza contradditoria di un importante giacimento petrolifero che rischia spesso di spostare il baricentro dell’attenzione in senso opposto a quello che è il più comune orientamento in tema di conservazione. La partecipazione all’accordo consente di mantenere vivo lo spirito che è proprio delle aree protette e di poter riprendere più agevolmente, si spera a breve, il cammino della loro valorizzazione, anche grazie all’appoggio del mondo produttivo rappresentato dalle Camere di Commercio.”


Parco Nazionale del Pollino
Il Presidente Domenico Pappaterra sottolinea l’incontro di ecologia ed economia, guardando all’ampliamento della Rete di Parchi “I Parchi che hanno aderito all’accordo sono tra i più significativi e antropizzati in Italia e, in quanto tali, devono necessariamente affiancare alla loro missione di tutela e conservazione anche la necessità di far sopravvivere un sistema economico che altrimenti rischia di scomparire. Chiederemo l’adesione all’accordo anche ai Parchi nazionali dell’Aspromonte e del Cilento e Vallo di Diano.


Parco Nazionale della Sila.
il Presidente Francesco Curcio pone l’accento sulla circolazione di idee e sullo scambio di buone pratiche “La mission dei Parchi si unisce a quella della Camere di Commercio per dare valore ai territori attraverso un sistema in cui lo scambio di attività e di buone pratiche produca ricadute positive a favore delle popolazioni che vivono all’interno dei parchi, che nella tutela del patrimonio naturalistico e nel turismo sostenibile possono sicuramente trovare importanti occasioni di crescita.”


COSA ACCADRA’?
Parchi in Rete – visione d’insieme
I Parchi in Rete sono un valido esempio di coesione sociale e di gestione condivisa. Dalla singola Area Protetta, che seppur estesa, viene sempre considerata come “isola” si passa alla visione d’insieme di un territorio che “continua”, con diversi gradi di protezione, ma con la comune idea di tutela nel mantenimento di equilibri uomo-ambiente, consapevoli dei servizi ecosistemici e dell’incontro natura-cultura-paesaggio.


Sentiero Italia Cai – Sentiero dei Parchi  – la ragnatela che unisce le Aree Protette
Visione e obiettivi di Parchi in Rete si raggiungono con il coinvolgimento della popolazione dentro e fuori l’area protetta. Primo passaggio è la conoscenza diretta dei territori, con la scoperta di luoghi e paesi. Ci aiuta l’Escursionismo con informazione, educazione e formazione. I sentieri disegnano una ragnatela che, borgo dopo borgo, unisce i Parchi. Il mosaico d’Italia si compone attraverso il Sentiero Italia Cai che, incontrando i territori tutelati, diventa Sentiero dei Parchi”. Grande appuntamento nazionale ci sarà domenica 13 giugno, con la giornata “in Cammino nei Parchi – sentieri per conoscere, giunta alla 9^ edizione.


Parco Nazionale del Matese – un prossimo auspicabile tassello di “Parchi del Centro Sud d’Italia”
Concludo con l’auspicio che questa intesa, con messaggi e azioni indotte, serva a colmare la lacuna istituzionale e ambientale presente in Appennino, dove deve ancora prendere vita il Parco Nazionale del Matese. Istituito sulla carta il 27 dicembre 2017 interessa sia il versante molisano che quello campano (già tutelato come Parco Regionale) racchiude risorse naturali e culturali. Rappresenta la naturale continuazione ecologica con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La sua attivazione porterebbe progresso e nuova linfa a questi luoghi offrendo ai giovani occasioni di lavoro tali da allontanare il rischio di ulteriore  spopolamento e degrado della montagna. Auspichiamo un pronto intervento del MATTM.


Parchi d’Abruzzo in Rete
Insieme si va lontano. Vedo necessaria la partecipazione, insieme al Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise anche degli altri 2 parchi nazionali d’Abruzzo: il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Questi 3 Parchi d’Appennino compongono una singolare e unica continuità ecologica e sociale (che si integra acnhe con il Parco Regionale Sirente Velino). Va ripresa la collaborazione di qualche anno fa con la condivisione di azioni di marketing, presentandosi unitamente, partecipando con un solo punto espositivo alle fiere, con la Regione, offrendo l’Abruzzo come valore d’insieme. Li accomuna anche il riuscito progetto Camoscio d’Abruzzo, al quale il Cai ha dato significativo contributo con il ripopolamento su Maiella e Marsicano e la prima reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia.Auspicabile comporre anche il Coordinamento Federparchi Abruzzo che abbraccia il Sistema delle Aree Protette.


Zone interne e zone urbane
Il “nuovo” che avanza e la “transizione” si reinterpretano in chiave di collaborazione e non di separazione. Si consolida anche il rapporto tra zone interne e zone urbane: insieme per contrastare emergenza sanitaria e crisi climatica, guardando a qualità della vita e benessere. L’Appennino si allunga nel mare e la continuità orizzontale nasce tra fascia costiera ed entroterra che si inerpica su montagne antropizzate, punteggiate da paesi. In Italia con il Patrimonio Naturale troviamo sempre Patrimonio Culturale. Vogliamo incidere in modo durevole sul progresso delle popolazioni locali. Consapevolezza, identità, appartenenza, orgoglio innervano professioni e competenze che “innovano sulla tradizione”.

articolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise  16 febbraio 2021

2021.02.20 (filidido)  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – Consiglio Direttivo Federparchi




CEMENTO E CANTIERE SUI CIOTTOLI DELLA SPIAGGIA A FOSSACESIA (CH) – ABRUZZO REGIONE VERDE D’EUROPA?

CEMENTO E CANTIERE SUI CIOTTOLI DELLA SPIAGGIA A FOSSACESIA (CH)
ABRUZZO REGIONE VERDE D’EUROPA?


A me sembra che quanto si voglia realizzare…. costruire… nella zona di Fossacesia (CH) sia proprio un po’ tanto, troppo vicino al mare. Vedo cantiere e cemento sui ciottoli bagnati dalle onde. E quando arriveranno mareggiate e acqua alta? E il danno ambientale?

I miei occhi – i trabocchi
I miei occhi dicono – con tristezza, rabbia e delusione, che ambiente e paesaggio sono (erano …) un gioiello ambientale che, sapientemente gestito, potrebbe (avrebbe potuto …) attrarre gente da tutto il mondo, invece mi sembra che stia aprendo la porta del cemento.

Voi che ne dite?
Sulle coste, di mare e di fiume, non si potrebbe/dovrebbe edificare nulla. Dovrebbe essere risaputo.
Sono le persone che devono andare a bagnarsi al mare, non certo le strutture balneari.
Che Bandiera Blu è?
Che Costa dei Trabocchi è?
Vedrete poi che, da parte di questi cementificatori,  ci saranno le richieste  di aiuto e risarcimenti per i naturali effetti del mare sulle spiagge, a seguito di erosione, acqua alta e  mareggiate?

Parco Nazionale della costa teatina
Ma che fine ha fatto il Parco Nazionale della costa teatina che ne doveva legittimare valori e funzioni?
E’ dal 2001 che se ne parla.  La legge 93 del 23 marzo 2001 contiene la realizzazione del Parco Nazionale della costa teatina fra i comuni di Ortona e Vasto. Siamo ancora fermi alla perimetrazione provvisoria di quest’area marina bloccata dal rimpallo di competenze e responsabilità, mentre cambiano governi regionali e nazionali … e intanto.

Mai cementificare le coste: di mare e di fiume
Cementificare le coste non è mai una buona scelta per una questione di sicurezza dalle mareggiate, di spazio aperto sottratto alla frequentazione e al godimento di tutti, di danno ambientale. Ciò che si costruisce segna irreversibilmente la bellezza del paesaggio (non sembra proprio una struttura rimovibile a fine stagione).

La via Verde della Costa dei Trabocchi 
Ci troviamo lungo la “via Verde”con una importante successione di luoghi che rappresentano una risorsa naturale e culturale, da Ortona alla vecchia stazione ferroviaria di Vasto Pensate che dovrebbe essere parte del Corridoio Verde Adriatico, la pista ciclabile da Trieste al Salento.

un cambio di indirizzo nell’utilizzo dei beni comuni (di tutti noi).
La Costa dei trabocchi merita la più attenta tutela come investimento per le generazioni che verranno, per la qualità dell’ambiente e la crescita di benessere.
Sono troppi i disastri che vediamo tutti i giorni a causa di un uso insostenibile dell’ambiente
La Costa dei Trabocchi è una esile striscia di terra sopravvissuta alla speculazione per la presenza della tratta Ferroviaria adriatica (dismessa). Va mantenuta così com’è ora, in quanto ogni opera è deturpante.

Coordinamento per la Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo
C’è il Coordinamento per la Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo (TU.Vi.V.A.) composto da oltre 70 associazioni, comitati, imprese del turismo e cittadini comuni, che in una nota esprime – sconcerto per l’ennesima iniziativa di ciò che ci sembra un’occupazione invasiva e legata ad un vetusto progetto di sfruttamento delle spiagge del chietino

Equilibrio
Bisogna avere buon senso, tolleranza, regole e ambiente in equilibrio. Qui nei trabocchi l’equilibrio non c’è.
Troviamo:danno ambientale, consumo di suolo, sperpero di denaro.
Modernità e visione
Modernità e visione è preservare i beni comuni che una volta distrutti lo saranno per sempre (Agenda 2030 e CETS, Carta Europea Turismo Sostenibile).

Intervenga chi ha autorità e responsabilità, senza indugio e senza sollecitazioni.

2021.02.09 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




DOCUMENTO DEL CAI su cambiamenti climatici, neve e industria dello sci – OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE …CI SONO: L’ALTRA NEVE E LA MONTAGNA

DOCUMENTO DEL CAI su cambiamenti climatici, neve e industria dello sci
OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE …CI SONO: L’ALTRA NEVE E LA MONTAGNA

– C’è necessità di un cambio di obiettivi e di direzione.
La Montagna, con le sue risorse (bene comune), è realtà complessa, in grado di rispondere a esigenze e sollecitazioni diverse. Così va vista e considerata, superando i limiti imposti da un’economia e distorta. La Montagna è un insostituibile patrimonio collettivo di risorse e benessere.
un uso diverso del denaro pubblico … di tutti noi
– La voce principale dell’economia montana, per interessi di settore, è stata progressivamente circoscritta all’industria dello sci alpino, con grandi opere, impianti di risalita sempre più in quota e sempre più estesi.
Si continua a proporre l’ampliamento di impianti energivori e costosi, sempre meno a misura di ambiente e persone.
Sono state progressivamente emarginate le altre attività sul territorio e nei paesi, più distribuite, meno impattanti e in grado di interessare giovani e famiglie.

documento per tutti
– Il Club Alpino Italiano, di fronte a una realtà in rapido cambiamento ed emergenza, mette a disposizione di tutti, una puntuale analisi riguardante l’ambiente montano e l’economia dello sci da discesa in Italia, nell’arco alpino e nei Paesi europei (Documento nazionale del Cai approvato il 21 novembre 2020).
– Attraverso il tema neve ed emergenza climatica, si guarda oltre, attenti ai 17 obiettivi di Agenda 2030 (che è un impegno, non di settore, non locale,ma planetario).
scenario futuro
Con coerenza e realismo si delinea un credibile scenario futuro delle Terre Alte, ambientale, sociale, economico e culturale, per territori e popolazioni.

RIPARTIAMO DAI PAESI
Esistono, sempre più diffusi, esempi positivi di una diversa e partecipata gestione delle risorse che hanno come nodo di partenza il centro montano minore , dal quale si irradiano le attività in ambiente (villaggi degli alpinisti – borghi più belli d’Italia – ripartiamo dai paesi). I borghi italiani, capillarmente presenti in montagna, sono in fase di rivalutazione, non solo come luoghi dove trascorrere le vacanze, ma come luoghi dove vivere.
servizi necessari
Servono quindi servizi necessari per cambio di residenza e lavoro. Investiamo allora ampiamente in infrastrutture tecnologiche, librerie ed edicole, prima sanità, scuola e istruzione, trasporti…
interventi a misura di giovani
Servono interventi a misura di giovani e famiglie che contrastino lo spopolamento e favoriscano la funzione di presidio del territorio.
comunità vivaci
L’insediamento in montagna ha radici antiche, ancorate a tradizioni e culture. Si tratta di comunità vivaci, pronte alla solidarietà e alle attività condivise, sotto il segno delle stagioni, del buon vivere in armonia.
Il Covid ha condizionato ovunque e anche nei paesi montani, ma la risposta è nella qualità ambientale presente e nella capacità di agire come comunità, con una forte carica di sostegno reciproco e resilienza. Sono presenti (e da incoraggiare) l’artigianato e le produzioni agro alimentari di qualità, la mobilità dolce dei percorsi ciclabili e dei sentieri, la lotta all’inquinamento e ai pesticidi (montagna pulita), la comunicazione intergenerazionale, la solidarietà interculturale…

OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE – LA RIVISTA MONTAGNE 360 del CLUB ALPINO ITALIANO – febbraio 2021
– L’emergenza climatica causa stagioni irriconoscibili e, conseguentemente, una montagna da ripensare nella gestione e frequentazione.
– Nelle pagine di Montagne360 di febbraio troviamo tanti spunti di riflessione che conducono alla necessità di interventi ecosostenibili e di respiro.
– Con visione d’insieme della Montagna il Cai propone di pianificare e diversificare gli investimenti, orientandosi verso una nuova economia montana che valorizzi turismo lento ed educante, tradizioni locali, artigianato, agricoltura, frequentazione delle aree protette e forme di ospitalità diffusa.
– Si tratta di coinvolgere e assistere i giovani su attività tradizionali animate da innovazione , con il riconoscimento di servizi ecosistemici, qualità della vita e benessere.

OSSERVATI SPECIALI
Osservati speciali i progetti del Terminillo (spaesamento e fermento per i nuovi impianti sciistici), sulle montagne d’Abruzzo (Velino-Sirente – C ai contrario alla riduzione del Parco regionale sirente velino, Maiella, Gran Sasso), a Corno alle Scale , Monte Acuto, il collegamento Cervinia-Val d’Ayas per il Vallone delle Cime Bianche – ultima vasta area dell’intera Val d’Ayas priva di piste da sci, impianti di risalita e strutture invasive, Alpe Devero – con una petizione che ha raggiunto 100.000 firme, i lavori per le nuove piste di Cortina in vista di Mondiali e Olimpiadi, ecc..

TERMINILLO, SPAESAMENTO E FERMENTO PER I NUOVI IMPIANTI SCIISTICI – Lo Scarpone on line del Cai, 14 gennaio 2021

CLUB ALPINO ITALIANO CONTRARIO RIDUZIONE DEL PARCO REGIONALE SIRENTE V ELINO Lo Scarpone on line del Cai, 8 dicembre 2020

NON SOLO SCI PER IL RILANCIO DEL CORNO ALLE SCALE – Lo Scarpone on line del Cai, 18 novembre 2020

ALPE DEVERO, UN PARADISO DA PRESERVARE E FREQUENTARE CORRETTAMENTE – Lo Scarpone on line del Cai, 25 gennaio 2021

MONDIALI E OLIMPIADI DI CORTINA, FORTE PREOCCUPAZIONE DEL CAI PER IL GRAVE IMPATTO AMBIENTALE DEI CANTIERI – sito Cai.it, 17 luglio 2020OMUNICATO E DOCUMENTO DEL CAI VENETO  – luglio

MONDIALI E OLIMPIADI DI CORTINA: CLUB ALPINO ITALIANO: CANTIERI A GRAVE IMPATTO AMBIENTALE – Montagna TV, 21 luglio 2020

COMUNICATO E DOCUMENTO DEL CAI VENETO PER CORTINA – luglio 2020

2021.02.02 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




2 febbraio 2021 giornata mondiale delle Zone umide – 50 anni – I Pantani di Accumoli

2 febbraio 2021 GIORNATA MONDIALE DELLE ZONE UMIDE – 50 anni
I Pantani di Accumoli

Cai Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo

Il 2 febbraio 1971 veniva siglata a Ramsar, in Iran, la Convenzione a tutela delle zone umide, preziose come risorsa della biosfera e per il contrasto ai mutamenti climatici. Nel 1976, dopo 5 anni, anche l’Italia ha aderito alla Convenzione di Rasmar.
Questo 2 febbraio 2021 celebriamo i 50 anni della storica firma.

La Convenzione definisce le zone umide come“paludi, acquitrini, torbiere e specchi d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, incluse quelle fasce marine costiere la cui profondità, in condizioni di bassa marea, non superi i 6 m. I siti con tali caratteristiche possono essere inclusi nella “lista delle zone umide di importanza internazionale“.Sono più di 220 milioni gli ettari coperti dalle zone umide nel mondo, rifugio per volatili,.
Le zone umide rappresentano il serbatoi di carbonio più efficace sulla Terra e si associano alle foreste nella preziosa opera di mitigazione climatica.

La giornata annuale è istituita dall’ONU per la tutela di aree fortemente a rischio. Una relazione alla Conferenza dibattito “Sentiero Italia Cai e turismo lento: contributo alla rinascita dell’Appennino” del 22 giugno 2019 nelle Marche, in occasione del passaggio della staffetta del Sentiero Italia Cai, ha sottolineato la fragilità d’Appennino di questi ecosistemi, sensibili al cambiamento climatico, all’inquinamento, ai pesticidi, e, più in generale, all’impatto antropico. Due terzi delle zone umide d’Europa sono scomparse negli ultimi cinquanta anni, molte altre sono degradate.
Le zone umide sono caratterizzate dalla presenza contemporanea di terreno e acqua che originano vulnerabili habitat rifugio di uccelli acquatici ,piante, mammiferi, anfibi, pesci e invertebrati. Importante conoscere questi ambienti  e sensibilizzare l’opinione pubblica per la difesa e la frequentazione responsabile.

Pantani di Accumoli
L’Italia, in ogni Regione, offre una realtà varia di zone umide, tutte da avvicinare, scoprire e tutelare.
In questa particolare giornata del 2 febbraio 2021, con la pandemia che condiziona ogni attività, mi limito a ricordare l’impegno del Cai per i Pantani di Accumoli
Si tratta di un’area SIC di Rete Natura 2000. Un sito da tutelare, secondo le indicazioni del Bidecalogo Cai, dove impedire la costruzione di un Rifugio in quota e intervenire con opere di ripristino e mitigazione ambientale sulla strada di accesso.
Il Cai c’è e si prende cura della Montagna. Da subito l’impegno è stato interregionale con i GR Cai Lazio, Marche e Umbria, ai quali si è aggiunto anche il GR Cai Abruzzo.
Due le manifestazioni svolte prima della pandemia: 8 dicembre 2019 (Giornata Internazionale Montagna) e 2 febbraio 2020 (Giornata internazionale zone umide).

Un’escursione per tutti
I Pantani di Accumoli sono un luogo singolare d’Appennino, dall’elevato valore naturalistico e paesaggistico. Collocati nel Lazio, al confine di Marche e Umbria. Una realtà che merita di essere adottata dal Cai e inserita tra i casi da segnalare come eccellenza nazionale e quindi da aggiungere alla mappa dei luoghi cari al Cai, avviata con i 150 casi indicati nel 2013.
Dopo una escursione aperta a tutti, a poche ore dal paese di Accumoli, ancora meno da Forche Canapine , appaiono alla vista questi piccoli e unici specchi d’acqua. Il paesaggio è caratterizzato e colorato da questa singolare zona umida, incastonata tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Rifugio in quota! NO GRAZIE!
In questo luogo da favola e meditazione, affacciandosi proprio sui laghetti dell’area SIC, la Regione Lazio intenderebbe realizzare una struttura ricettiva in quota.
Proposta improponibile nel 2019, ancora maggiormente nel 2021 , con l’emergenza sanitaria da pandemia (che comporta nuovi criteri ricettivi), l’emergenza climatica e la necessità di nuove economie con nuova organizzazione del lavoro, dei rapporti sociali e del tempo libero.
Non è accettabile, non è proponibile un intervento così invasivo, distruttivo e inutile. Si tratta di un ulteriore danno ambientale con sperpero di denaro pubblico destinato a lasciare in alta montagna una nuova cattedrale. La zona servita da altre piccole strutture, già utili in caso di emergenza e da recuperare per finalità informative e di accoglienza.

Agenda 2030
Guardo ad AGENDA 2030 con i 17 obiettivi e i traguardi (molti da raggiungere già nel 2020), con attenzione alla ecosostenibilità e alle scelte conseguenti che considerino: accoglienza dei paesi, giovani e loro futuro, montagna, biodiversità, inquinamento, consumo di suolo e servizi ecosistemici.
Obiettivo 6 , Acqua pulita – Traguardo 6.6 Entro il 2020, proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all’acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi.

Obiettivo 15, Vita sulla Terra. Traguardo  15.9 – Entro il 2020, integrare i valori di ecosistema e di biodiversità nella pianificazione nazionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie di riduzione della povertà e account nella contabilità.

2 febbraio 2021, articolo: Giornata Mondiale delle Zone Umide –   Lo Scarpone on line – Notiziario del Club Alpino Italiano

2021.02.01 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




SETTEMILA CHILOMETRI DI BELLEZZA, NATURA E CULTURA – SENTIERO ITALIA CAI, stabile infrastruttura nazionale di mobilità dolce e tanto altro ancora…

SETTEMILA CHILOMETRI DI BELLEZZA, NATURA E CULTURA
SENTIERO ITALIA CAI, stabile infrastruttura nazionale di mobilità dolce e tanto altro ancora…

il Sentiero Italia Cai
Più di 7000 chilometri (quasi tutti sulle estese dorsali montuose della nostra penisola), circa 400 tappe, 20 Regioni, 16 Parchi nazionali, 37 Parchi regionali.

camminare per conoscere, conoscere per amare, amare per tutelare
Alla scoperta dell’Italia “minore”, tappa dopo tappa,  regione dopo regione, camminando ai piedi dell’Etna, del Gran Sasso e del Monte Bianco, sulle orme del grande visionario Cai, Teresio Valsesia, che, con lungimiranza e determinazione, nel 1995, ha descritto e percorso integralmente il Sentiero Italia Cai.
Camminare e arrampicare sono le pratiche più naturali del mondo ed è quello che iniziamo a fare da subito appena riusciamo a reggerci sulle gambe.

Sentiero Italia Cai: quando il camminare diventa tempo dedicato
Nel mondo ci sono diversi esempi di lunghi cammini sia quelli turistici e religiosi come il noto Cammino di Santiago de Compostela, oppure i lunghi trekking di avvicinamento alle vette himalayane. Ma esiste un particolare sentiero che unisce Alpi e Appennino, attraversa anche Sicilia e Sardegna e ha avuto il nome di Sentiero Italia Cai. Nato negli anni 90 è stato percorso integralmente nel 1995 e in questi ultimi anni il progetto è stato ripreso dal Cai celebrando nel 2019 l’anno del turismo lento, animato dal Presidente Generale Cai, Vincenzo Torti, con il messaggio raccolto operativamente dal Vice Presidente Generale Cai, Antonio Montani.

obiettivi durevoli – Agenda 2030 – CETS
Gli obiettivi sono ambiziosi volendo avvicinare a piedi, territori, paesi e popolazioni, da promuovere e conoscere nelle diverse culture e tradizioni. Ci sono poi la tutela dell’ambiente, l’attenzione al patrimonio culturale e la salvaguardia della biodiversità. Nella realizzazione del Sentiero Italia Cai sono stati utilizzati sentieri esistenti, molti dei quali recuperati dall’abbandono. Sono sati privilegiati gli itinerari di fondovalle, da paese a paese, per una frequentazione possibile in ogni stagione e aperta a tutte le fasce d’età, al turismo scolastico e alle famiglie. Si è in linea con i 17 obiettivi Agenda 2030 e gli indirizzi della Carta Europea del Turismo Sostenibile – CETS.

Sentiero dei Parchi – Cai, MATTM, Federparchi – infrastruttura stabile
Lo sviluppo del Sentiero Italia Cai è di oltre 7000 km e, in accordo con il Ministero dell’Ambiente (intesa sottoscritta il 23 maggio 2020 nell’ambito della Settimana delle Natura, 18-24 maggio), interesserà tutti i 25 parchi nazionali d’Italia (16 dei quali sono direttamente interessati, insieme a 37 Parchi Regionali e 17 tra riserve regionali e riserve statali alle quali si aggiungono i siti di Rete Natura 2000). Diventa così il Sentiero dei Parchi, con avvio da Santa Teresa di Gallura in Sardegna e arrivo a Trieste, in Friuli Venezia Giulia.
La collaborazione Cai,  Federparchi, Ministeri, Regioni, Parchi ed Enti locali trasformerà il Sentiero dei Parchi  in infrastruttura stabile associando, la percorrenza del tracciato, l’accoglienza nei paesi e nei rifugi, la tutela con le iniziative di informaz ione e sensibilizzazione ambientale e culturale.

il segnavia rosso/bianco/rosso
Compagni di viaggio in questa esperienza itinerante saranno le bandierine segnavia rosso/bianco/rosso – a conferma  del tracciato, le frecce direzionali poste ai bivi e i tabelloni informativi nelle località di partenza e arrivo. L’abaco della segnaletica del Cai è garanzia di continuità nazionale e sicurezza ed è stata adottata dal sistema delle Aree protette.

turismo educante e multidisciplinare – mobilità dolce ecosostenibile
Il Sentiero dei Parchi sarà un esempio di intervento multidisciplinare ecosostenibile, in linea con gli obiettivi di Agenda 2030 e degli indirizzi della Carta Europea del Turismo Sostenibile – CETS. A sostegno di questo nuovo “turismo educante” sono attive già diverse iniziative tra le quali il progetto “ripartire dai sentieri” avviato dopo il terremoto d’Appennino del 2016, la giornata nazionale “in cammino nei parchi“, in collaborazione con Federparchi, che vedrà la nona edizione il prossimo 13 giugno 2021, la “XXII settimana nazionale dell’escursionismo“, che ha visto l’evento 2019 nel Parco Nazionale della Val Grande e vedrà il prossimo in Basilicata, dal 27 settembre al 3 ottobre 2021, nel Parco Nazionale del Pollino e a Matera (capitale della Cultura 2019) e la “settimana nazionale del Sentiero Italia CAI per la Scuola italiana”, programmata dal 4 al 9 ottobre 2021 con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, del Ministero per l’Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali.

Il Patto educativo di comunità – Scuole in Rete
Ci affascina capire le possibilità di un’offerta formativa calibrata sulla popolazione giovanile che dia riscontro alle esigenze dei diversi contesti culturali, sociali ed economici delle realtà locali che il Sentiero dei Parchi attraversa. L’Escursionismo diventa volano del coordinamento  stabile di iniziative promosse da più Enti(Sistema Educativo Territoriale), realizzando un percorsi formativi integrati che dall’aula si svolgono in ambiente, diventando buone pratiche esportabili (Scuole in Rete).

patrimonio naturale – patrimonio culturale
L’Escursionismo educante, visto come strumento partecipativo di una governance integrata. Ci si avvale di questa rivisitata attività in ambiente e si guarda al futuro, a seguito della necessaria conservazione del patrimonio naturale e del patrimonio culturale, della scelta di adeguate politiche e misure per l’adattamento alla crisi climatica e nell’ottica del miglioramento socio-economico e di cittadinanza (ambito attualmente condizionato dall’emergenza sanitaria per Covid 19).

i paesi: porte di accesso alla montagna – i rifugi: presidi culturali
L’avvicinamento alla montagna sempre dal basso, iniziando dai paesi che diventano le naturali porte di accesso alla montagna, con la prima sosta di accoglienza e di incontro. Più in quota i rifugi, presidi culturali pronti ad accogliere per una rigenerante sosta informativa. Ci muoveremo sempre nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento nel covid e per contrastare l’emergenza climatica in atto.

guardarsi attorno e guardarsi dentro
Il 2021 speriamo possa l’anno che si lascia la pandemia alle spalle, ritrovando la gioia dell’incontro, recuperando il senso dell’aggregazione e della condivisione. Il tempo sarà dedicato con tranquillità all’escursionismo, gli spazi recuperati per la meraviglia e lo stupore, le soste, con i paesaggi che si susseguono, per il costante guardarsi attorno e guardarsi dentro.

 

 

SENTIERO ITALIA CAI E AREE PROTETTE – Dal sito https://sentieroitalia.cai.it/ al sito  http://www.parks.it/, articolo del 2020.06.14

GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI 24 maggio 2020  – CLUB ALPINO ITALIANO E MATTM: SENTIERO DEI PARCHI, articolo del 2020.05.24 (giornata europea dei parchi)

 

2021.01.28 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




LA SFIDA DI “NEXT GENERATION EU” – Le strade in montagna ci sono: servono servizi e accoglienza

LA SFIDA DI “NEXT GENERATION EU” – località Prati di Tivo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Le Associazioni ambientaliste  in Provincia di Teramo si prendono cura della Montagna

Le strade in montagna ci sono: servono servizi e accoglienza

Il CAI – Club Alpino Italiano (Sezione di Castelli, Sezione di Isola del Gran Sasso, Sottosezione di Pietracamela, Sezione di Teramo), Mountain Wilderness Abruzzo e WWF Teramo intervengono congiuntamente – comunicato del 18 gennaio 2021, sulle recenti proposte per i Prati di Tivo, località montana  nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

18 gennaio 2021
COMUNICATO STAMPA INTERASSOCIATIVO
Fondi da Next Generation EU
Dai cassetti di Comuni e Provincia escono fuori tutti i progetti più stravaganti degli ultimi 30 anni per raggiungere i Prati di Tivo
È questo che vogliamo lasciare alle prossime generazioni?

Infrastrutturazione pesante
L’attenzione è su interventi di infrastrutturazione che non direi proprio di mobilità sostenibile.
Tra i progetti un trenino a cremagliera con partenza da Forca di Valle di Isola del Gran Sasso, una strada panoramica dall’uscita autostradale di Colledara e perfino una cabinovia o funivia da Montorio al Vomano.

Quale visione? Non è ordinaria amministrazione
Si ripropongono progetti sepolti in cassetti che sembravano chiusi per sempre. Ed è questa la nota più dolente, in quanto il fatto che, dalle attuali amministrazioni, riemergono situazioni obsolete e superate denota quanto poco si conosca e si abbia a cuore non solo la montagna, ma gli ambienti in genere. In queste circostanze non si tratta di ordinaria amministrazione.

Next Generation EU – Laudato SI’
Lo strumento per la ripartenza e la resilienza dell’Unione Europea è, non a caso, denominato  Next Generation EU  e guarda al futuro con l’obiettivo di aiutare gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia, garantendo nel contempo che l’economia avvii le transizioni verde e digitale e diventi più sostenibile. Il tutto guardando alle future generazioni a cui dovremmo lasciare un mondo più sano perché, come ha detto Papa Francesco, è un’illusione credere di poter restare sani in un Pianeta malato.

– Eppure opzioni di mobilità dolce sono possibili
… Perché, invece di pensare a progetti fuori scala, non ci si preoccupa di sistemare strade e parcheggi esistenti che, una volta migliorati, potrebbero tranquillamente reggere gli attuali e i futuri flussi turistici?
– Superare la monocultura dello sci alpino
… Perché non si fanno investimenti sulla riconversione dei Prati di Tivo per superare il turismo legato allo sci da discesa che ha assorbito decine di milioni di euro di fondi pubblici senza che si trovasse un solo imprenditore intenzionato ad investirci?
– Centri montani minori – porte di accesso alla montagna
… Perché non si punta a rivitalizzare i piccoli centri montani, ricreandovi servizi, ormai quasi del tutto scomparsi, e anche con investimenti a sostegno all’agricoltura e della riforestazione in chiave idrogeologica e climatica?
 – La Montagna è bella in ogni stagione
… Perché non si prova a destagionalizzare l’offerta dei Prati di Tivo puntando su un turismo verde e recuperando antichi percorsi che accolgano i sempre maggiori flussi di turisti e residenti desiderosi di vivere esperienze a piedi o in bicicletta in natura senza stravolgerla?

– Da paese a paese – Ampliamo l’area di interesse –  Rete di sentieri per un’escursionismo naturalistico, culturale e gastronomico.  
… Si potrebbe, connettere la rete sentieristica del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con i centri di fondo valle, come Montorio al Vomano e lo stesso Capoluogo teramano, mediante il recupero di percorsi adatti anche ad un uso ciclo pedonale ed equituristico, conferendo a questi centri il ruolo di porte delle attività turistiche nel Parco e collegandoli sinergicamente con quelli più interni in una rete condivisa di servizi e attività turistiche sostenibili che potrebbero costituire il vero motore della ripresa economica di queste aree.

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga – Strategia Europea sulla Biodiversità 2030  Contrasto al cambiamento climatico – Parchi in Rete
Ci troviamo in area protetta nazionale, in un ambiente dall’elevato valore naturalistico e paesaggistico, con un’importanza storica, culturale e geologica unica. Va quindi considerato prioritario quanto previsto nella Strategia Europea sulla Biodiversità 2030 che comporta anche il raggiungimento dell’obiettivo prioritario del contrasto al cambiamento climatico, attraverso la riduzione della perdita di biodiversità. Il Sistema delle Aree Protette ha esperienza su questi temi, nella redazione del Piano del Parco e dei Piani pluriennali socio-economici, interessando sia il bene naturale, sia il bene che culturale.


Il Centro, 24 dicembre 2021: intervento di Tommaso Navarra, Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Scienza e Ambiente – PartecipazioneInformazione, educazione e formazione
La complessità ambientale è crescente e le problematiche, antiche e nuove, si affrontano e si risolvono con esperienza, ricerca, tecnica, studio e capacità. Indispensabile la sinergia tra attori diversi, coniugando competenze diverse, riuscendo a lavorare insieme per la salvaguardia ambientale. In questo ambito è importante l’impegno delle Associazioni e dei portatori di interesse utilizzando il dialogo culturale, tecnico scientifico e la partecipazione. Determinanti informazione, educazione e formazione orientati alla eco-sostenibilità.

Ripartenza e Resilienza – Agenda 2030  – Benessere sociale
Per attenuare le conseguenze planetarie da Covid e l’emergenza climatica sono necessari interventi  globali significativi e congiunti fissati con gli obiettivi Agenda 2030. Le scelte non possono esser più di retroguardia, ma l’asticella va alzata, con il livello della pianificazione e delle norme per superare criticità e disuguaglianze in atto. La resilienza, ovvero la capacità di resistere a sollecitazioni e stress, cresce in ambienti sani dove l’economia è parte di un’ottica verde e di neutralità climatica. La pandemia e l’indotta crisi economica, invece di avvicinare le disuguaglianze sta accentuando, in ogni nazione, la forbice  tra ricchi e poveri. Il Goal 10 dell’Agenda 2030 punta a ridurre le disuguaglianze tra i Paesi e al loro interno. In una situazione di neutralità economica migliorano qualità della vita e benessere.

LEGGE 30 dicembre 2020, n. 178. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
La Legge nazionale prevede l’accelerazione e l’attuazione di investimenti per far fronte al problema del dissesto idrogeologico e misure per potenziare il sistema nazionale delle aree protette. Le proposte di infrastrutturazione pesante in programma . evidente maldestra forzatura dei finanziamenti NEXT GENERATION EU”, non sono in linea con le prospettive nazionali e determinerebbero un sicuro incremento del dissesto geologico con i conseguenti danni ambientali e oneri di manutenzione e ripristino.

Occasione di riscatto e riconoscimento   – Servizi ecosistemici –  Oltre l’ordinaria amministrazione
Per realizzare gli obiettivi preposti tutta l’Italia dovrebbe diventare laboratorio pratico per assi, misure e azioni. Nello specifico della montagna è l’occasione di riscatto e riconoscimento … che fa star bene le persone. La pandemia ha evidenziato l’appetibilità del territorio montano, merito delle particolari caratteristiche espresse dalla  qualità ambientale. Ci sono poi i servizi ecosistemici che garantiscono risorse primarie di qualità e incontaminate. Si tratta ora di definire governo e gestione adatti all’attuale contesto, che ne considerino forza e fragilità con un necessario quadro normativo che, in regine di economia verde, vada oltre l’ordinaria amministrazione.

2021.01.25 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




VALORE APPENNINO  – “Elogio della neve sul Gran Sasso imbiancato”, da Montagne 360 – gennaio 2021

VALORE APPENNINO  – “Elogio della neve – sul Gran Sasso imbiancato”
Montagne 360 – gennaio 2021

“Elogio della neve – itinerari nella montagna imbiancata”. Titola così il numero di gennaio di Montagne 360, la rivista del Club Alpino Italiano nata nel 1882 (giunta, con questo di gennaio 2021, al 100° numero presente in edicola, a disposizione di tutti dal 2012).

Gran Sasso d’Italia
Campeggia in copertina una invitante immagine innevata del Gran Sasso d’Italia, di Luca Mazzoleni, gestore del rifugio Carlo Franchetti, del Cai Roma (ci troviamo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga).

Elogio della montagna.
L’elogio della neve, di questa grande risorsa della natura che è parte del ciclo dell’acqua, diventa “Elogio della montagna” dove la bianca coltre si forma e si deposita.

Rispettiamo la fauna
Le pagine illustrate della Rivista del Cai sono un invito a vivere la montagna e a conoscerla sempre meglio.
In questa fase da pandemia, la montagna è stata frequentata, spesso eccessivamente e senza autoregole. Per il futuro va riscoperta e apprezzata per le sue qualità ambientali e i servizi ecosistemici che garantiscono salute e benessere.

L’altra neve
L’Appennino offre buone opportunità per esperienze a piedi,  di appaganti escursioni anche con le ciaspole o sci da fondo. Sono tanti i borghi in ambienti montani con itinerari che si prestano per pianori, dislivelli e pendenze. Troviamo quindi “l’altra neve”, quella lontana dagli impianti di risalita, quella che ci aiuta a riscoprire il senso del silenzio, del guardarsi attorno, del paesaggio che muta il nostro camminare, stimolando curiosità ed emozione (una riflessione sul ruolo dell’altra neve è proposta da più anni dal Parco Nazionale della Maiella, con un programma di più appuntamenti sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, Montagne 360 – febbraio 2017 pagg.19-25). In ambienti ovattati ci si muove in tranquillità, senza spaventare e stressare gli animali del bosco, che in questo periodo dell’anno risentono particolarmente delle tante difficoltà date dall’inverno: negli spostamenti meno agevoli, nel maggiore consumo di energia, nella più faticosa ricerca del cibo, nel freddo.

La Montagna c’è. Per tutti.
La si può quindi frequentare in libertà, senza particolari divieti, ma con un personale cambio di mentalità che riduca significativamente l’impatto della nostra presenza, così da non lasciare vistose e durature tracce del nostro passaggio. Per migliorare i nostri comportamenti, il Club Alpino Italiano tratterà questo argomento in un convegno organizzato dalla Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano.

In Appennino, Luca Mazzoleni
Tornando in Appennino e sul Gran Sasso d’Italia, Luca Mazzoleni (pagg. 30-34) ci descrive 2 itinerari invernali alla vetta occidentale del Corno Grande la più alta d’Appennino con i suoi 2914 metri. Si tratta chiaramente di itinerari impegnativi che evidenziano vigore e potenza del Gran Sasso d’Italia con tutte le insidie che si incontrano d’inverno per il pericolo di valanghe, le difficoltà nel superare tratti ghiacciati, le basse temperature, il possibile repentino cambio meteo. Per queste attività sono indispensabili competenza, esperienza, attenzione alle previsioni meteo e tanto buon senso.

Editoriale del Presidente Torti
Ci attende il futuro. Dall’editoriale  di Vincenzo Torti, Presidente generale Cai … il 2021 presenta pagine da scrivere insieme, raccolti attorno alla nostra Associazione che costruisce un punto fermo di umanità e progettualità, di rispetto e attenzione …
Nella Rivista altri articoli di neve: in Alta Badia, sul Grappa, sui confini del Friuli sulle Alpi Carniche e Giulie, presentati dalla sinfonia del silenzio.

Turismo educante
La Montagna ha bisogno di visitatori preparati e consapevoli, per una frequentazione eco-sostenibile, matrice di un “turismo educante” che, attraverso la cultura,diventi comunità radicata, favorisca nuova occupazione e assicuri una durevole crescita sociale ed economica.

2021-01-15 (filidido)  Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE NEI PARCHI D’ITALIA ANNO 2021

SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE INEI PARCHI D’ITALIA 2021 (sono 9 proposte)

Diamo senso “civile” all’anno nuovo scegliendo di trascorrerne le giornate all’aria aperta, nei Parchi d’Italia. Un’opportunità sociale solo per giovani. Infatti il Servizio Civile è riservato a cittadine e cittadine dai 18 ai 28 anni.

Due le novità 2021:
– i Parchi, visti come  “fonte di vita”, indispensabili per salute e benessere, scrigno di biodiversità e cultura da conservare
– Agenda 2030 che abbraccia ogni progetto, con i 10 anni che ci restano per cambiare usi e costumi in piena emergenza climatica, perdita di risorse naturali, inquinamento, disuguaglianze sociali, tanto altro e, in aggiunta, l’attuale emergenza sanitaria da covid.

SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE  – Il Servizio Civile è rivolto a cittadine e cittadini dai 18 ai 28 anni. Fino alle ore 14.00 di lunedì 8 febbraio 2021 è possibile presentare domanda di partecipazione ad uno dei progetti che si realizzeranno tra il 2021 e il 2022. I progetti hanno durata variabile tra gli 8 e i 12 mesi, attuati nella piena osservanza delle misure di contenimento della pandemia da Covid.
C’è  l’opportunità di vivere questa singolare e formativa esperienza di volontariato anche nei Parchi d’Italia,  che compongono un mosaico vario di natura e cultura.

9 PROPOSTE NEI PARCHI PER I GIOVANI– Ho riunito n.9 proposte che interessano il Sistema dei Parchi per giovani che desiderano muoversi  a contatto con la Natura e nell’impegno per la Tutela, diventando parte attiva di una generale e necessaria azione di conoscenza e conservazione. I giovani volontari sono una risorsa importante ed insostituibile del nostro Paese e molti scelgono, con grande coraggio, di non fermarsi neanche durante l’emergenza Covid.

AGENDA 2030 – Ogni progetto è parte di un più ampio programma di interventi che rinviano all’Agenda 2030, in linea con i 17 obiettivi planetari, espressi da 169 traguardi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (il tutto sottoscritto da 193 nazioni).

CONOSCENZA, CONSAPEVOLEZZA E COMPETENZA –  Per tutti conoscenza, consapevolezza e competenza così da impegnarsi in modo efficace con tanti altri nel sociale e nell’ambiente. interessati a risolvere i problemi che riguardano la collettività, da locale dell’area Parco, all’Italia e al globale, in situazioni di emergenza climatica, inquinamento ed emergenza sanitaria.

CLUB ALPINO ITALIANO – Il Club Alpino Italiano alimenta il senso del “volontariato attivo”, con coinvolgimento e partecipazione. Nei Parchi ci si ritrova con percorsi di crescita e di formazione, attraverso esperienze in ambiente, all’aria aperta, maturando relazioni sociali attive, incontrando persone dedicate e appassionate.

MONITORARE -Sarà interessante attivare una Rete di scambi  tra Parchi, di informazioni, esperienze e buone pratiche, per il coinvolgimento di tutti nella partecipazione civile, nel tempo e oltre i confini dell’Area protetta.

Bando Servizio Civile Universale Parco Nord Milano
Uscito il bando per svolgere il servizio civile nel Parco Nord Milano
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PR Nord Milano  |  Fonte: PR Nord Milano

Bando Servizio Civile Universale Parco Foreste Casentinesi
Uscito il bando per il Servizio Civile nel parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
Foreste patrimonio Unesco
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PN Foreste Casentinesi  |  Fonte: PN Foreste Casentinesi

Bando Servizio Civile Universale Parco Gesso
Uscito il bando del Comune di Cuneo per il Servizio Civile nel Parco Fluviale Gesso e Stura
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PR Gesso e Stura  |  Fonte: PR Gesso e Stura

Bando Servizio Civile Universale Parco Gran Paradiso
Uscito il bando del Comune di Torino per il Servizio Civile nel Parco Nazionale Gran Paradiso:
Parco storico d’Italia
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PN Gran Paradiso  |  Fonte: PN Gran Paradiso

Servizio Civile Universale con AREA Parchi Lombardia: un anno con i parchi, un anno per la cultura, l’educazione ambientale, la cura
Uscito il bando per il Servizio Civile che vede coinvolti l’Archivio Regionale dell’Educazione Ambientale dei Parchi lombardi (AREA Parchi), le aree protette: Parco Adamello, Parco Orobie Valtellinesi, Parco Montevecchia e Valle del Curone, Parco Groane, Parco Nord Milano, Parco Valle Lambro, Parco Valle del Ticino, Parco Lura, Riserva Torbiere del Sebino, Riserva Naturale Incisioni Rupestri Di Ceto, Cimbergo e Paspardo …
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: Diverse  |  Fonte: AREA Parchi

Bando Servizio Civile Universale Parco d’Abruzzo Lazio e Molise
Uscito il bando per il Servizio Civile nel  Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
Parco storico d’Italia – Abruzzo terra di Parchi
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PN Abruzzo, Lazio e Molise  |  Fonte: PN Abruzzo, Lazio e Molise

Bando Servizio Civile Universale Parco Maiella
Uscito il bando per il Servizio Civile nel Parco Nazionale della Maiella
Abruzzo terra di Parchi
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PN Majella  |  Fonte: PN Majella

Bando Servizio Civile Universale Parco Simbruini
Uscito il bando per il Servizio Civile nel Parco Regionale dei Monti Simbruini
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: PR Monti Simbruini  |  Fonte: PR Monti Simbruini

Bando Servizio Civile Universale Parco Alpi Marittime
Uscito il bando per il Servizio Civile nel Parco Naturale Alpi Marittime
Scadenza: 08/02/2021
Area Protetta: P Alpi Marittime     Fonte: P Alpi Marittime 

– vedi lo spot istituzionale Servizio Civile

– Lo Scarpone on line –  Notiziario del Club Alpino Italiano – 12 gennaio 2021

2021-01-11 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi