CAI e PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA
Proposte 2020 – 2021
IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI
25 maggio 2020 – INCONTRO AD ASSERGI NELLA SEDE DEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA TRA TOMMASO NAVARRA PRESIDENTE DEL PARCO, ALFONSO CALZOLAIO DIRETTORE DEL PARCO E PER IL CAI, GAETANO FALCONE PRESIDENTE GR CAI ABRUZZO E FILIPPO DI DONATO CEA “GLI AQUILOTTI” – RAPPRESENTANTE CAI NEL CD FEDERPARCHI
Il 2020 andrà un po’ così, di conserva, con le attività che riprenderanno con la massima cautela. Nel frattempo si può utilizzare questo tempo sospeso per definire le attività escursionistiche, educative e culturali per i tempi migliori. Ecco il senso dell’incontro Cai Parco, per condividere efficacemente un 2021 denso di ricorrenze e appuntamenti.
I Parchi racchiudono e tutelano un eccezionale scrigno di biodiversità e culture. Il dialogo Cai Parco è indispensabile, sancito da leggi nazionali per la Montagna e da intese locali sottoscritte con mirate finalità a favore della Montagna e dei suoi abitanti.
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Nell’Appennino centrale, il Parco si estende su 150.000 ettari e comprende territori di tre Regioni (Abruzzo Lazio e Marche) 5 province (L’Aquila Teramo Pescara Rieti ed Ascoli Piceno) e ben 44 comuni. Istituita nel 1995 vi troviamo ambienti paesaggistici da primato con il Gran Sasso d’Italia e il Corno Grande, la cima più alta dell’Appennino (2912 m), l’Altopiano di Campo Imperatore e il bacino artificiale, lago di Campotosto, ambedue noti per estensione e bellezza. C’è poi il ghiacciaio del Calderone l’unico d’Appennino, il più meridionale d’Europa. A tutto questo si aggiunge un singolare patrimonio di biodiversità con le specie floristiche e faunistiche.
I sentieri, organizzati in Rete Escursionistica, consentono di muoversi in ambienti naturali diversi, arricchiti da un grande patrimonio storico artistico archeologico e culturale che, sostando nei paesi e nei rifugi, si integra con la variegata bontà enogastronomica dei prodotti tipici e la qualità dell’artigianato locale.
Sentiero Italia Cai
Accompagnati dal Camoscio d’Abruzzo simbolo del Parco, diventato mascotte nei panni del “vagamondo Camoscio Carlino”, abbiamo la possibilità di osservare, esplorare, conoscere e capire la natura percorrendo le tappe del Sentiero Italia Cai, sostando nei paesi, salendo ai rifugi, fermandosi nei centri visita e nei musei apprendendo tutto del Parco e della sua storia, con gioia ed emozione.
L’incontro Cai Parco si è svolto nella cornice di due date importanti:
23 maggio. È stato siglato, tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Club alpino italiano, il Protocollo d’intesa che prevede una più intensa collaborazione per promuovere educazione e tematiche ambientali. L’accordo intende diffondere la cultura dell’ambiente, della biodiversità e della ecosostenibilità, e valorizzare i sentieri nelle aree protette, favorendo la frequentazione consapevole delle “Terre alte” e la realizzazione di quel percorso ecosostenibile che prenderà il nome di “Sentiero dei Parchi”, che si innerva sul “Sentiero Italia Cai”.
24 maggio, Giornata Europea dei Parchi. Il Cai ribadisce che i Parchi sono aree scelte per la conservazione e la gestione delle risorse naturali. Con la frequentazione se ne trae conoscenza e benessere psico-fisico e, se le risorse sono oculatamente utilizzate, economie di aggregazione a favore delle popolazioni residenti
ARGOMENTI TRATTATI nell’incontro
SENTIERO ITALIA CAI e ALTRI INTINERARI ESCURSIONISTICI NEL PARCO
- SENTIERO ITALIA CAI – progetto nazionale del Cai. Nella Carta Escursionistica del Parco è già riportato il Sentiero Italia Cai, oggetto di studio e rilievo Cai-Parco e congiuntamente se ne verificheranno percorribilità, segnaletica e posti tappa.
- TREKKING APRUTINO. Lungo itinerario escursionistico voluto nel 1991 dal Club Alpino Italiano Sezione di Teramo (nel 2021 sono 30 anni), per celebrare il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L’avvio sui Monti Gemelli, per proseguire sui Monti della Laga e terminare sul Gran Sasso d’Italia. La nostra avventura inizia dall’abitato di Ripe di Civitella fino a Leofara (tappa Monti Gemelli), Pietralta di Valle Castellana , Stazzi della Morricana, La Fiumata, Sella Laga (tappe Monti della Laga), Nerito di Crognaleto, Rifugio del Monte, (Riserva Corno Grande di Pietracamela) Prati di Tivo di Pietracamela, Campo Imperatore, Piano del Fiume, e termina nel borgo di Castelli, accolti dai soci della locale Sezione, con sosta al Rifugio Enrico Faiani (tappe Gran Sasso d’Italia).
- SENTIERO DEL TORDINO da Teramo a Padula lungo la via dei mulini dell’Alto Tordino, in fase di rilancio e ci si può avvalere dello studio realizzato dalla Sezione Cai di Teramo
- SENTIERO CASTELLI – ISOLA DEL GRAN SASSO attraverso la Sella e il Castello di Pagliara, con sosta e pernottamento nei borghi e la scoperta del valore paesaggistico delle “terre alte”, ai piedi del sottogruppo Monti Camicia e Monte Prena.
RISERVA CORNO GRANDE DI PIETRACAMELA – PROGETTO CAMOSCIO D’ABRUZZO – 2020 ANNO DELLA BIODIVERSITA’
Istituita nel 1991 (nel 2021 sono 30 anni con la riuscita reintroduzione del Progetto Camoscio d’Abruzzo) – Si può attualizzare il pieghevole di allora evidenziando il valore dell’anello escursionistico (anche tratto del Sentiero Italia Cai) , come scoperta educante del territorio, dal paese, ai rifugi e alle “terre alte”.
Il Progetto Camoscio d’Abruzzo è stato un complesso intervento di reintroduzione del Cai nazionale che prese forma verso la fine degli anni ’80. Il Cai Abruzzo, riuscì nel 1991 (prima della Legge Quadro 394/91) a far istituire, sul Gran Sasso d’Italia, la Riserva Comunale Corno Grande di Pietracamela di oltre 2000 ha (affidata in gestione al Cai). Insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo il progetto fu definito e, nel 1992, si organizzò il ritorno dei primi sette Camosci d’Abruzzo a Campo Pericoli, nel cuore della Riserva del Cai, ai quali fecero seguito altri esemplari. Sul Gran Sasso d’Italia anche due Aree faunistiche a Farindola (1991) e Pietracamela (1993) che per disinteresse e opposizione del Comune è stata dismessa.
CEA “GLI AQUILOTTI” – CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DEL CAI ABRUZZO – c/o RIFUGIO ENRICO FAIANI, SEDE SEZIONE CAI DI CASTELLI
La Sede Cai Castelli ospita il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo, struttura educativa del Cai riconosciuta e inserita dalla Regione Abruzzo, nell’albo dei centri di interesse regionale.
Per il dopo Coronavirus sono previsti dei lavori fissi di messa in sicurezza e di adeguamento dello spazio esterno anche per il migliore e più efficace svolgimento delle attività educative e di accoglienza. Si svolgono incontri e attività in ambiente rivolte sia ai giovani soci delle Sezioni del Cai Abruzzo, coinvolgendo anche i genitori, sia agli studenti di ogni ordine e grado. Sistemare gli spazi esterni è necessario e indispensabile anche come adeguamento da coronavirus, così da accogliere in modo sicuro giovani, garantendo spazi per l’idonea distanza fisica, ed eventuali tende nello spazio adiacente il rifugio.
Come didattica c’è l’intendimento di realizzare un percorso botanico naturalistico con lettura e interpretazione dell’ambiente floro faunistico del bosco. Come ulteriore grande ambizione ci sarebbe anche la realizzazione di un percorso didattico per diversamente abili.
La Sezione garantisce anche la manutenzione ordinaria e straordinaria della ricca trama di tracciati escursionistici presenti, dal più frequentato e paesaggistico sentiero al Fondo della Salsa, che introduce allo spettacolare anfiteatro della Parete Nord del Monte Camicia, all’impervio Sentiero dei Quattro Vadi (ideato dalla Sezione Cai di Castelli) che si snoda sulla fascia pedemontana attraversando le strette valli e poi il Sentiero Italia Cai che giunge dal vicino Comune di Isola del Gran Sasso e il Sentiero Terre Alte da Castelli (TE) a Castel del Monte (AQ, segno del profondo legame che ha sempre accomunato i paesi dei diversi versanti montani (la Montagna unisce). Inoltre ci sono i percorsi ad anello che favoriscono l’avvicinamento e la scoperta del territorio con avvio dall’abitato di Castelli.
I SENTIERI “TERRE ALTE” – proposta pubblicazione
Terre Alte è un progetto nazionale del Club Alpino Italiano per la salvaguardia delle testimonianze umane in montagna e nasce come ricerca che interessa molte discipline, quali l’antropologia, l’archeologia e la paleontologia. Nel 1999 in tre giorni, 25-26-27 giugno, con un Seminario nazionale “terre alte”, svolto anche in collaborazione il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tenutosi a Montorio al Vomano (in occasione dell’annuale Vetrina del Parco) ed a Isola del Gran Sasso sono state valutate situazioni ed indicate azioni per una successiva fase di ricerca e di studio. Il Cea “gli aquilotti” del Cai Abruzzo ha quindi svolto un lavoro di studio individuando e descrivendo n. 5 sentieri etnografico-culturali che ha preso corpo nel 2002 Anno Internazionale della Montagna
Nella individuazione di sentieri etnografico-culturali, è stato considerato l’insieme montuoso dell’area protetta caratterizzata da: Gran Sasso d’Italia, Monti della Laga e Monti Gemelli individuando i seguenti cinque sentieri (tre sul Gran Sasso d’Italia, uno sui Monti della Laga ed uno sui Monti Gemelli). Gran Sasso d’Italia
- sentiero “Castelli – Castel del Monte” attraverso il versante meridionale del Parco, seguendo le tracce dei “maiolicari” di Castelli, superando Vado di Siella verso i paesi dell’aquilano; itinerario recuperato come tratto del Sentiero Italia.
- sentiero “Isola del Gran Sasso – Castelvecchio Calvisio” dalla luminosa Valle Siciliana, all’ombra delle grandi pareti, attraverso lo storico Vado di Corno, per l’ampio pianoro di Campo Imperatore verso i borghi della montagna.
- sentiero Pietracamela – Collebrincioni che dal “nido” degli “aquilotti del gran sasso”, recupera la via commerciale dei “pretaroli” che dal Valico della Portella, scendevano lungo i pendii innevati, verso Assergi e la Valle del Vasto per scendere fino all’Aquila.Monti della Laga
- sentiero “Teramo – Amatrice” lungo la via dell’acqua e della pastorizia, tra mulini e stazzi, da una Regione all’altra sui pendii erbosi di una montagna che ha sempre unito.Monti Gemelli
- sentiero “Ripe di Civitella – Gole del Salinello – Macchia da Sole” lungo suggestive gole dense di geologia e natura; area montana poco conosciuta da scoprire per gli eremi ed il Castel Manfrino, luoghi “tra i due Regni” per l’incontro tra Stato Pontificio e Regno di Napoli.
L’insieme della fase di rilevo lungo i sentieri scelti ha portato a catalogare un TOTALE di n.87 siti.
Gran Sasso d’Italia con n. 61 siti catalogati
- sentiero “Castelli – Castel del Monte “ con n.17 siti;
- sentiero “Isola del Gran Sasso – Castelvecchio Calvisio” con n.23 siti;
- sentiero “Pietracamela – Collebrincioni” con n.21 siti;
Monti della Laga con n. 18 siti catalogati
- sentiero Teramo – Amatrice (n.18 siti)
Monti Gemelli con n. 8 siti catalogati
- sentiero Ripe di Civitella – Gole del Salinello – Macchia da Sole (n.8 siti)
RECUPERO DEL MULINETTO DEGLI SMALTI A CASTELLI (TE)
Il primo dei beni culturali censiti dal Cai lungo il sentiero Castelli (TE) – Castel del Monte (AQ), si trova sul Fosso Leomogna. E’ un mulinetto ad acqua, utilizzato per macinare una miscela di silice, stagno e piombo che componeva gli smalti antichi. Dei molti piccoli mulini presenti, oggi restano solo tracce e ruderi, a parte due che sono ancora in piedi, uno di questi, è del CAI Abruzzo. Il mulinetto non più utilizzato, è in stato di pericoloso abbandono a causa degli eventi sismici. Il Cai Abruzzo si è fatto carico delle spese iniziali di acquisizione del bene, ma è necessario affiancare l’opera di volontariato dei soci del Cai di Castelli (impegnati nella pulizia dei luoghi e nella risistemazione del canale che forniva acqua al mulino) intervenendo finanziariamente per il recupero della piccola struttura, che valorizza la tradizionale lavorazione della ceramica ed è elemento significativo del Sentiero Terre Alte.
MONTAGNA PULITA – realizzazione di borracce Cai Parco
– NO ALLA PLASTICA IN AMBIENTE – “EVVIVA LA BORRACCIA! liberi dalla plastica”
EVVIVA LA BORRACCIA è un impegno del Cai per ridurre l’uso di bottiglie di plastica in montagna, in escursione e nelle attività didattiche.
L’inquinamento in montagna è un problema che spesso viene sottovalutato e i rifiuti vengono abbandonati nelle aree sosta, nelle zone di ricreazione, nelle scarpate e lungo i sentieri. Importante l’opera di sensibilizzazione rivolta ai residenti ed a turisti poco attenti. Per una efficace comprensione delle implicazioni economiche, delle conseguenze sull’ambiente e delle possibilità offerte da tecnologia e materiali, vanno svolte sia azioni dirette sulle strutture in quota del Cai e nelle Sezioni, sia iniziative didattico-informative con attività di comunicazione svolte in ambiente durante le escursioni organizzate e nei rifugi.
NO ALLA PLASTICA IN MONTAGNA a questo invasivo, longevo e subdolo prodotto che è sempre più presente, si sminuzza, si frammenta, non si decompone e può finire anche negli alimenti. L’uso eccessivo della plastica si paga a caro prezzo e ne sanno qualcosa pesci e uccelli, con fotografie significative che hanno fatto il giro del mondo.
CULTURA DELL’AMBIENTE CAI, DA GESTI PICCOLI, EDUCATIVI E SIGNIFICATIVI
Come CAI possiamo essere utili all’ambiente ed educare anche con piccoli gesti, riconoscendo ruolo e valore a utili, simpatici e colorati compagni di escursione portati con noi nello zaino. Tra questi ne abbiamo uno meraviglioso che è la nostra “borraccia”, fedele compagna di esperienze ed emozioni.
Lo slogan EVVIVA LA BORRACCIA! è un messaggio rivolto a soci e non soci affinché nelle attività formative e di escursione si utilizzi la borraccia e non la bottiglia di plastica (PET); soprattutto da evitare nei pranzi al sacco preparati dagli alberghi per le uscite dei corsi e le escursioni sezionali. In montagna abbiamo acqua buona, generosamente presente e quindi utilizziamola.
Un primo positivo esempio è venuto dal Corso AE d’Abruzzo 2018 che ha recepito l’appello e nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise dove i corsisti giunti al paese di Civitella Alfedena, hanno utilizzato la fonte per questa primaria necessità.
LE MOSTRE
MOSTRA “LUOGHI E TEMPO SUL GRAN SASSO D’ITALIA”, civiltà della montagna
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti”, ha documentato, tramite fotografie, disegni e brevi racconti, la storia degli abitanti delle montagne abruzzesi e le montagne stesse, magnifici ambienti nei quali si sono vissute le gioie e le difficoltà, la religiosità e le tradizioni, l’arte e le trasformazioni.
L’intento é duplice: da una parte raccogliere e conservare una rara e preziosa documentazione fotografica e dall’altra renderla fruibile a tutti, per far conoscere meglio la nostra storia e le nostre montagne affinché, attraverso le immagini e le parole, gli insegnamenti dei nostri vecchi non vadano perduti per sempre.
La Mostra ha avuto il suo battesimo nel 2002, Anno Internazionale delle Montagne. Così decise l’ONU riconoscendo valore e ruolo ad ogni montagna, insieme alle popolazioni che vi abitano, ai racconti, le sofferenze, le feste, le soddisfazioni e le vicissitudini.
MOSTRA ALPINISMO SUL GRAN SASSO – da recuperare come messaggio alla consapevole e prudente frequenza della Montagna – Richiesta di duplicare alcuni pannelli per il Rifugio Enrico Faiani di Castelli, sede del Cea “gli aquilotti”.
A Pietracamela, nei locali del Centro Visite, il Parco ha allestito un Museo dell’Alpinismo che completa l’impegno comunicativo del Parco con la Foresteria degli aquilotti a Prati di Tivo. La scelta di Pietracamela come sede del Museo è legata alle origini del gruppo di alpinisti chiamato “gli Aquilotti del Gran Sasso d’Italia” che nel 1925 si formarono e crebbero sostenuti dall’entusiasmo e dalla guida di Ernesto Sivitilli, medico del paese. A questi giovani e tenaci amici va riconosciuto il merito di aver compiuto ascensioni di ottimo livello tecnico, senza alcun collegamento con l’ambiente alpinistico nazionale, con l’obiettivo di salire le vette più importanti del Gran Sasso. Il Museo unisce le esperienze più recenti alle gesta del passato iniziate nel lontano 1573, quando l’ingegnere militare Francesco De Marchi, il 19agosto salì sulla vetta occidentale del Gran Sasso d’Italia. L’alpinismo è quindi nato sulle montagne dell’Appennino. Dopo il De Marchi, nel 1794 c’è l’esperienza dello scienziato Orazio Delfico, salito, dal versante teramano, sulla vetta orientale per misurarne la quota.
I pannelli del Museo con brevi testi ed immagini descrivono le tante pagine di alpinismo su queste montagne. Attraverso esperienze e testimonianze, incoraggia una frequentazione alpinistica ed escursionistica della montagna attenta e consapevole.
La Mostra educa alla prudenza, insegnando a preparare accuratamente l’escursione, oppure scegliendo di andare per monti accompagnati da esperti del Cai e guide alpine.
2020-06-06 (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi