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CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia

CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia  – Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ci comunica che 1000 camosci si rincorrono liberi tra rocce e balze erbose. – I primi camosci sono venuti dall’allora Parco Nazionale d’Abruzzo.
1 marzo 1991 – 1 marzo 2021


bentornato Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia
Quella del Camoscio d’Abruzzo è una storia a lieto fine, nata nel Cai, da un riuscito Progetto avviato negli anni ’80. Lunga la gestazione e la realizzazione, scandita in tre fasi condivise con l’allora Parco Nazionale d’Abruzzo, Direttore Franco Tassi. La fase che si riferisce alla Riserva Corno Grande di Pietracamela è quella della reintroduzione  in quota sul Gran Sasso d’Italia (traccia del Camoscio sul Gran Sasso si è persa con le ultime storie di caccia del 1890); inoltre si realizzarono le aree faunistiche di Pietracamela e Farindola. Le altre due fasi del Progetto Camoscio d’Abruzzo (organizzato su base regionale) sono state di ripopolamento sul Monte Marsicano – nel Parco Nazionale d’Abruzzo e nel Parco Nazionale della Maiella, con l’intervento a Fonte Tarì, osservatorio privilegiato dei camosci liberati.

pillole di storia
Come anticipato il Progetto Camoscio d’Abruzzo nel Cai nazionale prende forma intorno agli anni ’80. Da un’eredità che Susanna Marianna De Maria vedova D’Addario, socia della Sezione di Roma, lasciò al Cai per tutelare la fauna dei Parchi Nazionali.
Nel 1982 la manifestazione del Cai per la difesa del Gran Sasso contro gli impianti sciistici a Campo Pericoli. In seguito il Cai deliberò di intervenire con la fondazione di nuove colonie di Camoscio d’Abruzzo.
L’approvazione scientifica del progetto fu data, nel 1986, dai proff: Sandro Lovari (Università degli Studi di Parma), Augusto Vigna Taglianti (Università di Roma “La Sapienza”), Guido Tosi (Università degli Studi di Milano).
Le tre fasi del Progetto sono state realizzate a partire dal 1990 e felicemente riuscite con nascite sia nelle aree faunistiche che in quota. Sono state inoltre finanziate attrezzature per il monitoraggio con radiocollari e la stampa di materiale divulgativo (pannelli, striscioni, adesivi). Aderirono prontamente al progetto i Comuni di Pietracamela, Castelli, Isola del Gran Sasso, Lama dei Peligni, Farindola, la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo. Nel teramano il Camoscio è stato adottato quale simbolo dei Giochi della Gioventù.


i primi passi
Negli anni ’90 sul Gran Sasso d’Italia – diversamente dagli altri monti d’Abruzzo, non esisteva Area Protetta e quindi nessuna forma di tutela, benché montagna di primati, con la vetta più alta d’Appennino – il Corno Grande, il Ghiacciaio del Calderone – il più meridionale d’Europa e l’estesa piana carsica di Campo Imperatore – tra le meraviglie d’Appennino.


Volendo quindi riportare il Camoscio sul Gran Sasso d’Italia non c’erano le condizioni per garantirne la salvaguardia.
ma cosa serviva?Come priorità assoluta la tutela, istituendo una Riserva delimitata e organizzata, poi la presenza  di prati con nutrimento adeguato – in particolare per l’iniziale fase di vita dei camoscetti e, per garantire la permanenza degli animali , la necessità di un territorio vario per altitudine e ambienti, così da offrire zone di estivazione con praterie e pareti scoscese (le preferite) e di svernamento in quanto, con la neve è abbondante, gli animali scendono  più a valle, nel bosco.


il Comune di Pietracamela
Con queste finalità – dopo numerosi incontri, iniziative di sensibilizzazione e grazie all’opera di mediazione delle guide alpine locali, Lino D’Angelo ed Enrico De Luca, è nata la Riserva Corno Grande di Pietracamela, istituita dall’Amministrazione Comunale di Pietracamela in due delibere, comprendente la parte centrale del massiccio. La gestione tecnica fu affidata alla Delegazione Abruzzo del Cai. Il 1 marzo 1991 si delimitarono i primi 1000 ettari, quelli più in quota e il 6 luglio 1991 l’area fu ampliata  fino a 2200 ettari, comprendendo anche zone idonee allo svernamento. L’ambiente è di alta montagna, con il formidabile blocco montuoso del Corno Grande, del Corno Piccolo e del Pizzo d’Intermesoli, inoltre il ghiacciaio del Calderone – allora ancora consistente,  gelosamente custodito dalle vette del Corno Grande a 2700 m, sul fondo di un circo allungato, singolarità naturalistica in quanto unico ghiacciaio della catena appenninica e il più meridionale d’Europa. Il paesaggio si amplia ed è addolcito dalla conca interna di Campo Pericoli, singolare valle modellata in collinette e doline, dove troviamo Le Capanne, ricoveri in pietra. segni di antiche attività pastorali e ancora, dalla Val Maone, dalla Conca del Sambuco, dalla Valle del Rio Arno fino al bosco delle Verracchiette e al fosso della Giunchiera.


pronti a iniziare
C’erano quindi le condizioni chieste di tutela, quelle ambientali estive e invernali e le alimentari, con l’insieme di erbe tra le quali la ricercata comunità vegetale Festuco-Trifolietum thalii, particolarmente ricca di proteine.
Definiti e superati gli ultimi – non semplici, passaggi amministrativi, autorizzativi e organizzativi, nell’autunno 1992, ottobre, prelevati dal Parco Nazionale d’Abruzzo e  trasportati in elicottero, il personale del Parco effettuò la liberazione del nucleo iniziale di animali in quota, a Campo Pericoli nella località “conca d’oro”.
Alla presenza di un gruppo di emozionati e curiosi soci e amministratori, i camosci, dopo attimi di incertezza, si diressero verso le balze erbose e brecciose più in quota, scomparendo alla vista tra i dossi di Campo Pericoli. Quello storico episodio, con l’ufficiale e sottoscritto affidamento dei Camosci al Cai, ha avviato la riuscita reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia. L’anno dopo la prima coppia di animali è stata ospitata nell’Area Faunistica di Pietracamela realizzata a “Capo le Vene“, tra le rocce che dominano il paese, affacciate sui i tetti colorati dai coppi. Dalla piazzetta del paese si riuscivano ad osservare, controluce,  la sagome degli animali, fermi sul bordo delle rocce. I primi camosci, Adamo e Costanza, diedero alla luce il piccolo “Lino”, così chiamato per ringraziare la guida alpina, aquilotto del gran sasso, Lino D’Angelo, che, per alcuni anni, ha adottato e accudito i camosci dell’area faunistica.


il numero dei camosci cresce  … fino a 1000 – biodiversità salvata – un aiuto agli Ecosistemi vulnerabili
Nei primi anni gli animali sono stati seguiti con trepida attenzione e con altri trasporti in elicottero, per consolidare il nucleo iniziale che, da subito, si è perfettamente ambientato, quasi a riconoscere luoghi, odori e sapori. La Riserva Corno Grande di Pietracamela è entrata successivamente a far parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, diventato operativo dal 1995, garantendo tutela estesa ed efficace al Camoscio, ben oltre i 2200 ha iniziali.
Anno dopo anno gli animali si sono riprodotti sul Gran Sasso, occupando spazi sempre più ampi. Allo scoccare di questi primi 30 anni il Parco ci ha comunicato che “sono presenti circa 1000 esemplari distribuiti dal Monte San Franco, a nord, fino  al Vallone d’Angora, a sud. I nuclei più importanti si osservano sul Monte Camicia e sul Monte Corvo, con circa la metà degli esemplari. Anche sulle vie normali al Corno Grande, da Cima Alta e Campo Imperatore, i camosci sono facilmente osservabili nelle ore giuste e nei periodi meno affollati.”
Avendo seguito il Progetto dai primi passi mi piacerebbe vederli correre anche sui Monti della Laga. Aspettativa che, considerando l’attuale consistenza e grazie alla possibile curiosità esplorativa di qualche esemplare, potrebbe anche realizzarsi.


il Camoscio più bello del mondo
Dai  zoologi viene definito così, per sue prerogative per le visibili differenze dal camoscio delle alpi. La più significativa è la livrea invernale, che presenta una diversa colorazione del manto con colori che dal marroncino virano al rossiccio, con le caratteristiche bande nere che, a contrasto e vistose, scendono dal collo. Inoltre ha le corna più lunghe e uncinate (carattere più marcate nei maschi) e, nell’insieme l’animale ha una forma più slanciata.


osservare i camosci in ambiente

Osservare i camosci è relativamente semplice e può accadere con naturalezza durante le escursioni in quota, nelle zone che prediligono, sia mentre brucano, sia mentre si rincorrono tra le rocce. L’incontro è sempre di grande soddisfazione ed emozione, stupiti dal loro esserci e mimetizzarsi in un ambiente apparentemente difficile. Siamo in Montagna e il nostro comportamento, da visitatore, deve sempre essere di massimo rispetto. Il tema Camoscio sul Gran Sasso si amplia con Farindola, il Museo dedicato e l’area faunistica  nei pressi della cascata della Vitella d’Oro.


educazione  e sensibilizzazione ambientale a Pietracamela, Prati di Tivo e nei Rifugi Cai
Grande è stata l’opera di sensibilizzazione e di avvicinamento alla montagna e alle sue meraviglie , anche a seguito della costituzione del Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo. Tanti incontri, escursioni, attività con le scuole e inviti alla sosta in paese e nei rifugi, con proposte escursionistiche di più giorni. Per finalità divulgative sono state realizzate una Mostra (dieci pannelli che raccontano dl camoscio) e un pieghevole della Riserva. Pietracamela è stato il fulcro di ogni attività.


i Rifugi Cai
Nella Riserva Corno Grande di Pietracamela si trovano ben tre rifugi del Cai che, per il valore dell’area protetta, svolgono funzione informativa, educativa e di presidio contro il degrado. Il Franchetti, il più recente, costruito nel 1959 utilizzando le pietre del luogo è posto nella parte alta del Vallone delle Cornacchie a 2433 m, tra le pareti del Corno Piccolo e del Corno Grande. Il Duca degli Abruzzi, del 1908, a 2388 m sulla cresta del Monte Portella, tra Campo Imperatore e Campo Pericoli, in posizione aerea con potenti  vedute sul gruppo. Il Garibaldi, il più antico, del 1886, nella conca d’oro di Campo Pericoli, a 2230 m, immerso in un suggestivo ambiente carsico dall’elevato valore naturalistico dove, a pochi passi, ha avuto inizio la reintroduzione del Camoscio.


in Cammino nei Parchi  – 13 giugno 2021
Stiamo organizzando la giornata in Cammino nei Parchi, del prossimo 13 giugno. Sarà un appuntamento che ci vedrà tornare sui luoghi dove la reintroduzione ebbe inizio, con la Sezione Cai di Teramo e tutte le altre che vorranno aggregarsi. In escursione da Prati di Tivo, intercettando la “via dei Pretaroli” (itinerario Terre Alte Pietracamela-Assergi), lungo la Val Maone, alla “conca d’oro, Campo Pericoli, “le capanne” e al Rifugio Garibaldi.

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PEZZI DI STORIA DEL CAI come ricordo per chi c’è stato e da far conoscere ai nuovi.
Li racconteremo in più puntate
Come introdotto da questo scritto, sono davvero tanti gli episodi a corredo del Progetto Camoscio d’Abruzzo che non è possibile sintetizzarli in questa prima nota, alla quale, per completezza e informazione, ne seguiranno altre durante l’anno (molto si dirà in occasione della giornata “in Cammino nei Parchi“).


il processo
Tra gli eventi c’è però anche quello che mi ha visto coinvolto in processo, con una ingarbugliata vicenda di addebiti non veritieri e di documenti stranamente non ritrovati. La vicenda giudiziaria, dopo un travagliato iter nel quale sono stato affiancato da persone che ringrazio per l’aiuto dato a superarlo, alla fine si è risolta con assoluzione piena. E’ chiaro che la reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo,  indicava una diversa destinazione d’uso di territori montani – il Parco ancora non c’era, e l’addebito nei miei confronti (e contro il Progetto che ripristinava una biodiversità persa) fu su alcune presunte carenze nei passaggi autorizzativi. Il Cai era nel mirino di chi non aveva gradito precedenti – e riuscite, azioni di tutela e – senza demordere, spingeva ancora su  forti interessi di settore.


Ma, con brevi cenni racconto cosa era accaduto 10 anni prima e che cosa avrebbero voluto diventasse il Gran Sasso d’Italia.
manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia – 27 giugno 1982
Negli anni ’80 il Gran Sasso d’Italia era minacciato dai distruttivi progetti che prevedevano impianti di risalita e gallerie a Prati di Tivo, nella Val Maone, a Campo Pericoli fino a raggiungere il Sassone
Come Cai – Delegazione Abruzzo, ci siamo opposti da subito, anche con difficoltà interne tra favorevoli e contrari. Una efficace e storica Manifestazione interregionale Cai Abruzzo, Lazio e Marche nel 1992 e una petizione europea dettero manforte a salvaguardare il Gran Sasso d’Italia impedendo che si realizzassero gli impianti. Un numero del Bollettino Cai L’Aquila documenta la giornata. Più di mille persone (numero davvero importante) parteciparono, il 27 giugno 1982, alla manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia, nonostante il tempo fosse inclemente. Molte le adesioni e le presenze di autorità, politici, alpinisti, ambientalisti e personaggi della cultura. Intervennero Filippo Di Donato, Franco Bassanini, Dario Nibid, Stefano Rodotà, Pietro Scoppola, Luigi Spaventa, Fulco Pratesi, Carlo Alberto Pinelli, con i saluti di Franco Alletto e Nestore Nanni.  Un’iniziativa promossa dal Cai interregionale con il sostegno di WWF, Italia Nostra, Lega per l’Ambiente e Arci.


il tempo è galantuomo – il Camoscio d’Abruzzo è resiliente?
Si riuscì a salvare il cuore del Gran Sasso d’Italia e, una delle riposte in ambiente, Cai-Comune di Pietracamela-Parco Nazionale d’Abruzzo, fu nel 1991, dar vita al Progetto Camoscio d’Abruzzo, con le tante positive implicazioni.
Scelte giuste e il tempo, da galantuomo, ci ha dato ragione.
Oggi (febbraio 2021) in Abruzzo ci sono oltre 3200 camosci, diversamente distribuiti nelle Aree Protette, tra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (lo storico Parco che riuscì a evitare l’estinzione del camoscio), Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Regionale Sirente Velino. A questi in Abruzzo, si aggiungono i 200 camosci del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Per una specie che ha rischiato di scomparire, i numeri iniziano a essere importanti, ma la guardia va tenuta sempre alta e il camoscio, diventato mascotte nei giochi della gioventù e in alcune pubblicazioni per ragazzi (Camoscio Carlino, il vagamondo), va conosciuto e ammirato per la sua capacità di resistere e adattarsi, tornando a ripopolare ambienti montani abitati nel passato (oggi si usa dire resilienza) e per la sua agilità da “acrobata delle rocce“.

2021.02.28 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




ESCURSIONISMO E SEGNALETICA – oggi giovedì 25 febbraio – con il Cai on-line, 18.30

ESCURSIONISMO E SEGNALETICA – oggi giovedì 25 febbraio – con il Cai on-line

Oggi, giovedì 25 febbraio, il Cai ci offre un appuntamento informativo sull’Escursionismo, sulla pratica del camminare che è l’arte più antica del mondo.

Evento in diretta streaming sui canali Facebook e Youtube del Cai,  giovedì 25 febbraio alle 18.30. Nell’ambito della rassegna “montagna da leggere”. Aperto a tutti, con particolare attenzione a giovani e famiglie.

Tema attuale, in particolare in questa situazione di coronavirus che invita muoversi all’aria aperta, seppur con il giusto distanziamento sociale, per assorbire gli effetti benefici e salutari dell’ambiente. Conoscenza e consapevolezza delle norme, aiutano a evitare i pericoli in ambiente e  a ridurre i rischi di incidente.

montagna e diritto
Ci sarà la presentazione del libro edito dal Cai: “La Sentieristica nella normativa e nella giurisprudenza” di Gian Paolo Boscariol. L’autore dialogherà con il Presidente del Cai, Vincenzo Torti e il direttore di Montagne360, Luca Calzolari. La pubblicazione tratta ben 21 temi, sviluppati in altrettanti capitoli.
È importante conoscere lo stato di fatto in materia di escursionismo e sentieristica in ogni Regione, con lo scopo di dare un senso comune su base nazionale. Il Cai è impegnato in prima persona per armonizzare la segnaletica ovunque (con indubbi vantaggi per tutti, da chi progetta e realizza, a chi se ne avvale percorrendo i sentieri) attraverso l’adozione dell’abaco della segnaletica Cai, strutturato su tre livelli comunicativi in ambiente, dalla montagna al mare. Con Federparchi è stato sottoscritto un protocollo di intesa con il quale il sistema delle aree protette ha adottato i criteri indicati dal Cai nella realizzazione della segnaletica.

il sentiero non è una strada
Chiunque voglia camminare sui sentieri è necessario sia consapevole che è attività praticata all’aria aperta, con la possibilità che le condizioni ambientali al contorno possano mutare, soprattutto se ci si trova in quota. Nebbia, nuvole basse, pioggia, vento, neve, calo delle temperature, perdita di orientamento sono possibili. Ogni escursione si prepara prima a tavolino, a casa. Insieme alle condizioni meteo va consultato il pannello informativo che descrive più aspetti dell’itinerario scelto (rappresenta il primo livello comunicativo della segnaletica Cai). Con attrezzatura ed abbigliamento adeguati si inizia l’escursione, muniti di carta dei sentieri e bussola. Lungo il sentiero troviamo ai bivi la segnaletica verticale con le frecce direzionali che indicano località e tempo di percorrenza (rappresentano il secondo livello comunicativo della segnaletica Cai). Sul percorso ci sono le bandierine  di vernice rosso bianco rosso, posizionate in modo da mostrare la continuità del tracciato (rappresentano il terzo livello comunicativo della segnaletica Cai).
Affinché ogni esperienza escursionistica sia gratificante e si riducano al minimo i pericoli (che ci sono sempre) va tenuto presente che il sentiero non è una strada e ci si può anche smarrire (se si è privi di esperienza e non si conoscono i luoghi, è meglio farsi accompagnare). L’ambiente che attraversiamo va quindi osservato e vanno interpretate le condizioni al contorno, sempre senza abbandonare il sentiero. In caso di difficoltà è meglio tornare indietro. È sempre buona norma partire presto e concludere l’escursione alla luce del sole.

partecipiamo all’incontro on-line per saperne di più
Non scoraggiamoci per quanto scritto e intanto – partecipando all’incontro on-line, prendiamo confidenza con termini e definizioni dell’escursionismo quali: la rete escursionistica, la definizione di sentiero, l’interesse pubblico e la viabilità privata, la segnaletica, la manutenzione, le competenze e le responsabilità… oggi sicuramente, su tutto questo, riusciremo a saperne di più .

A dopo

Appuntamento online con le norme sulla sentieristica–Lo Scarpone on line – Notiziario del Club Alpino Italiano

2021.02.25 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




(2) LA SFINGE ALPINA 2021 – 22 febbraio – cosa ha svelato il quinto appuntamento on line del Cai Valtellinese ?

(2) LA SFINGE ALPINA 2021 – 22 febbraio
cosa ha svelato il quinto appuntamento on line del Cai Valtellinese?

Ieri sera si è svolto l’atteso appuntamento con il Presidente Generale Vincenzo Torti, nei panni della Sfinge Alpina, che ha risposto barcamenandosi tra chiarezza ed enigmi. Angelo Scena e  i tanti intervenuti hanno posto quesiti reali, con il giusto riguardo a personaggio e simbolo.


La Sfinge Alpina ha parlato e ha svelato alcuni misteri.
La Montagna c’è
Per bocca del Presidente Torti, ieri sera ci ha invitato a “scoprire” i luoghi più nascosti, quelli meno noti, per incontrarla meglio in tranquillità e apprezzarne i tanti volti scanditi dalle stagioni, dai colori, dalla luce, dalle tracce e dai versi degli animali. Una scelta importante e di prudenza anche in questa fase di pandemia. La Montagna c’è per alpinisti, escursionisti, giovani in cerca di avventura; pronta ad accogliere nei paesi e nei rifugi, rinnovata da esperienze come “Family Cai” e il concorso “Sbulliamoci”. C’è poi l’educazione ambientale con i giovani studenti in cammino, tra natura e cultura, lungo le tappe del Sentiero Italia Cai.

… da tutelare
Non è un mistero che la montagna vada salvaguardata. Il Cai può aiutare a contrastare la iperfrequentazione, incontrollata anche con l’uso di moto sui sentieri, di quad, di motoslitte e di bici con motore elettrico, con le quali si pretende, addirittura, di andare un po’ ovunque. In Montagna non serve più che si realizzino altre strade in quota e ulteriori impianti di risalita, ampliando i bacini sciistici. La frequentazione va ricondotta nei paesi che sono luogo di accoglienza e incontro e diventano le porte di accesso alla montagna, verso i rifugi. Servono regole e autoregole, come quelle dettate dal Bidecalogo. Aiutiamo la Montagna rimuovendo i tanti detrattori ambientali presenti, con gli impianti di risalita dismessi (oltre 300), i manufatti diruti, le cave dismesse, le piste di penetrazione abbandonate, il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo

Assemblea Delegati Cai 2021
Passando ad altro argomento la Sfinge ci ha svelato che l’Assemblea dei Delegati di quest’anno, del 2021, si svolgerà tutta on-line e ci si sta organizzando per consentire partecipazione e intervento di ogni delegato, garantendo anche le votazioni nel rispetto della segretezza. La pandemia rallenta, ma non ferma.

Assemblea Delegati Cai 2022 – grande novità
Ma la Sfinge si è spinta oltre e ci ha anticipato anche informazioni sull’Assemblea dei Delegati del 2022 che – udite udite –  vedrà la coorganizzazione della Sezione Valtellinese del Cai Sondrio e della Sezione Maiella del Cai Chieti, gemellate dal 1988, per festeggiare la loro comune nascita, ben 150 anni fa (…insieme sommano 300 anni di storia del Cai). Un evento davvero singolare, direi proprio inaspettato, che solo una Sfinge in via di generosità, poteva svelare, e penso sia la prima volta nella storia del Cai, di una gestione condivisa dell’Assemblea dei Delegati da parte di Sezioni di diverse Regioni. Dall’Abruzzo alla Lombardia, ulteriore suggello di unità d’intenti e di territori, espressa da validi progetti nazionali tra i quali il “Sentiero Italia Cai”, efficace alfiere di questo messaggio.

solidarietà
La Sfinge ci ha anche raccontato quanto ci ringraziano gli abitanti dei paesi di montagna, raggiunti nelle esigenze quotidiane, con le 53 auto Panda che il Cai ha messo a disposizione per l’assistenza domiciliare dei volontari Anpas . La solidarietà è un bene riconosciuto, che resta indelebile nei cuori sia in caso di pandemia, sia quando è il terremoto a lacerare i piccoli borghi d’Appennino.

sempre nel cuore
La Sfinge ha fatto poi riaffiorare quanto sia presente nel cuore di tutti il pensiero di Renata Viviani e del suo sentiero tracciato. Personalmente ho viva la testimonianza della sua capacità di agire e cogliere l’importanza della trasversalità nel Cai. Ricordo poi l’ultimo incontro avuto con lei in occasione dell’Assemblea dei Delegati Cai svolta nella meravigliosa città di Napoli. Con lei sempre parole segnanti e di prospettiva, dal viso stanco ma luminoso, contenta di esserci.

quale futuro prossimo venturo?
La Sfinge ha parlato a lungo e di tanto, rispondendo accondiscendente a tante questioni, ma ha conservato il riserbo su cosa ci consegnerà il futuro Cai, con il “dopo Torti”.
Nonostante le sollecitazioni non si è sbilanciata. Ha detto di lasciar fluire ancora questi giorni, di avere pazienza e in ogni caso di non preoccuparsi perché il passaggio di testimone sarà tale da garantire continuità, con un Cai che non guarda le tessere ma le persone e dà risposte coerenti e di visione.
Così come sono state superate le due guerre, il Cai supererà anche la pandemia e ogni altra difficoltà che possa frapporsi alla tutela della montagna e al progresso dei suoi abitanti. Ne sono testimonianza e guida le parole e gli insegnamenti di Luigi Bombardieri che, presenti nella tessera, accompagneranno, ogni nuovo socio Cai.

Ecco cosa ci attende: la montagna è scuola di carattere, di onestà, di solidarietà e di amore per la natura.

…”così parlò la Sfinge Alpina e noi, silenti e rispettosi, facciamo grande tesoro di quanto detto”…

sfinge alpina – locandina incontro di lunedì 22 febbraio 2021

articolo (1) LA SFINGE ALPINA – on line 2021,  con Vincenzo Torti – lunedì 22 febbraio 2021, alle ore 20.45

2021.02.23 (filidido) –  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




LA SFINGE ALPINA – on line 2021,  con Vincenzo Torti – lunedì 22 febbraio 2021, alle ore 20.45

LA SFINGE ALPINA – on line 2021,  con Vincenzo Torti
Continuano gli gli appuntamenti on line del Cai Valtellinese
Siamo giunti al quinto incontro di lunedì 22 febbraio 2021, alle ore 20.45
tutti possono collegarsi

Ospite d’eccezione di questa serata sarà Vincenzo Torti, Presidente Generale del Cai.

– L’appuntamento – aperto a soci e non soci, si potrà seguire sulla piattaforma Zoom al link https://us02web.zoom.us/j/81977098850

Con la pandemia e i limiti imposti alla mobilità, sono importanti confronto e dialogo.

Sfinge Alpina
A partire dagli anni Ottanta con la “Sfinge Alpina” il Cai Sezione Valtellinese di Sondrio ha avviato una avvincente serie di incontri pubblici su “volti ed enigmi della Montagna”.
Filo rosso delle serate sono “mistero e curiosità” su personaggi, vicende e avventure che riconducono alla Montagna, discutendo di peculiarità da chiarire e indagare. Gli ospiti sono chiamati a riflessioni e proiezioni approfondite su temi e fatti o per chiarirli o per osservarli da altro punto di vista.

L’incontro sarà coordinato da Angelo Schena, Presidente della Fondazione “L. Bombardieri” e del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai

mistero
Sarà curioso anche per noi esserci e vedere quali questioni ci proporrà o dovrà trattare il Presidente Generale Cai. Se, nell’ascoltare di Montagna, sarà l’attuale realtà complessa da conoscere e apprezzare che, con coronavirus e crisi climatica, ha meglio “svelato” le sue qualità o scopriremo “inediti volti” di alpinismo ed escursionismo, che si intrecciano a storie di uomini e luoghi.

sfinge alpina – locandina incontro di lunedì 22 febbraio 2021

Vincenzo Torti
Avvocato, socio della Sezione Cai di Giussano dal 1952 (che ha guidato per tre mandati), dal maggio 2016 – eletto dai Delegati  riuniti in Assemblea nazionale a Saint Vincent, AO, è la massima autorità del nostro sodalizio. In precedenza, era stato componente nel Comitato Direttivo Centrale e, dal 2009 al 2015, Vicepresidente Generale.

2021.02.22 (filidido) –  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




ABRUZZO – MONTI DELLA LAGA – PIZZO DI MOSCIO in Escursione invernale – tra le più belle d’Appennino, sabato 20 febbraio 2021

ABRUZZO – MONTI DELLA LAGA
– PIZZO DI MOSCIO in Escursione invernale
(sicuri sulla neve)
– tra le più belle d’Appennino, sabato 20 febbraio 2021
(sentieri nel cuore)
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga


verso Pizzo di Moscio
La Provincia di Teramo si allunga a Nord con i Monti della Laga che si estendono nelle Regioni vicine (Marche e Lazio). La Laga è particolare. È una giovane singolarità geologica, posta tra il calcare del Gran Sasso d’Italia e quello dei Monti Sibillini. Troviamo le impermeabili arenarie, marne e argille che si stagliano con singolari pinnacoli verso il cielo. Meta della nostra escursione è Pizzo di Moscio, che ci appare con il suo pulito vertice appena usciti dal bosco, dopo averlo risalito nelle pendici, partendo dal Ceppo.


Complice la tersa e luminosa giornata, già dalla radura Lago dell’Orso il panorama, ineguagliabile, ci consente di ammirare tutta la catena della Laga e, in particolare, sulla sinistra, la vetta del Monte Gorzano. Appena iniziamo a percorrere il lungo crinale su Iacci di Verre verso La Storna, il paesaggio diventa sempre più spettacolare, aperto sulla lunga catena del Gran Sasso d’Italia. Fermandosi e guardandosi attorno ecco i Monti Gemelli e I Monti Sibillini, su un vero e spettacolare balcone affacciato sull’Appennino.

cautela in montagna 

indicazioni del CNSAS
Ci si deve muovere sempre con cautela sulla Laga: la neve può essere ghiacciata sui tanti pendii e il tempo mutare rapidamente. Gli spazi aperti diventano pericolosi, soprattutto in presenza di nebbia o nuvole basse, che possono disorientare e complicare notevolmente il rientro.


conoscere per amare
L’escursione a Pizzo di Moscio è tra quelle che amo di più, con la bellezza di Bosco della Martese, la quota, i cambi di colore, il profumato respiro del vento e l’invito a guardare lontano. Ci sono poi le tante attività svolte di Educazione Ambientale, le testimonianze belliche della Resistenza e il riuscito impegno per impedire la realizzazione degli impianti sciistici ai Iacci di Verre, che ancora porta i segni costruiti della assurda palestra di neve.


Sentiero Italia Cai
Nel 1995 ci fu la storica inaugurazione del tratto di Sentiero Italia Cai, Ceppo-Padula con l’indimenticabile presenza di Teresio Valsesia. Nel ricordo anche una, più recente, piacevole escursione invernale con Andrea, mio figlio guida alpina. Lui con gli sci e io con le ciaspole, arrancadogli dietro. Insieme fino al Lago dell’Orso e poi una silhouette che si stagliava, sempre più fine, tra il bianco della neve e il cobalto del cielo.


in montagna con il Cai
Tante le possibili escursioni nella zona. Tra le più impegnative c’è stata quella di un Corso avanzato di Escursionismo della Sezione CAI di Teramo. Partiti dal Ceppo abbiamo raggiunto la base di Pizzo di Moscio, per poi dirigerci a Sud su cresta verso il Monte Pelone e, sempre con saliscendi, guadagnare il Monte Gorzano, salito dal ripido gradonato versante Nord. Sosta sul tetto della Laga, con il panorama ancora più ampio e, in discesa, nella assolata Valle delle Cento Fonti, terminando a Cesacatina, riemersi dalla splendida faggeta, affamati e ben accolti.
Dal Ceppo la direttrice del Sentiero Italia Cai a Nord, raggiunge il piccolo abitato di Morrice, guada il torrente Castellano (confine tra Marche e Abruzzo) e prosegue fino a San Martino.

2021.02.22 (filidido) –  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




NASCE L’INTESA TRA I “PARCHI DEL CENTRO-SUD ITALIA”  – Cosenza, 15 febbraio 2021 – Si apre una nuova stagione di partecipazione e visione d’Appennino

NASCE L’INTESA TRA I “PARCHI DEL CENTRO-SUD ITALIA”  – Cosenza, 15 febbraio 2021
Si apre una nuova stagione di partecipazione e visione d’Appennino


Qualcosa di importante si è mosso nel regno dei Parchi, ed è avvenuto in Calabria. Lo scorso 15 febbraio, a Cosenza, è stato infatti sottoscritto un protocollo chiamato “Parchi del Centro Sud d’Italia” con la prima adesione di 4 Parchi Nazionali. Garante di questa intesa la Camera di Commercio di Cosenza, Presidente Klaus Algieri, nella quale si sono ritrovati i Presidenti di: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale della Sila. 


un messaggio all’Italia
E’ una decisione importante, che sicuramente potrà incidere anche nello scenario del prossimo utilizzo delle risorse economiche Next Generation EU, soprattutto interagendo anche con le Regioni di riferimento.
Oggi i temi dell’ambiente sono centrali e presenti tra le finalità della transizione ecologica.
Il sistema delle aree protette italiane, – tante in Appennino e nel Sud, diventa una base sulla quale costruire azioni concrete nella tutela, ma anche di grande opportunità economica e di progresso.


una strutturata realtà turistica, storica, ambientale ed economica
La collaborazione tra le istituzioni consentirà di programmare insieme, armonizzando attività di comunicazione e formazione, tese ad un fattivo incremento di produzione e diffusione artistico – culturale – ambientale. Si rimarca l’importanza e la necessità d’innescare percorsi di animazione territoriale di interesse, di svolgere eventi culturali, oltre che turistici, legati alla conoscenza e all’uso consapevole, delle risorse di beni e di luoghi.


analisi della situazione di partenza
Si useranno strumenti micro e macro economici, capaci di prevedere l’impatto delle norme turistico – incentivanti e di valutarne i punti di forza locali, ricercando idonei strumenti per il recupero e la salvaguardia del nostro patrimonio paesaggistico, ambientale, artistico, storico e culturale.


Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise –
Il Presidente, Giovanni Cannata sottolinea l’efficacia del principio di coesione “si tratta di una cooperazione istituzionale che integra il ruolo dei Parchi e quello delle Camere di Commercio, con le loro importantissime funzioni per l’economia dei territori e una grande responsabilità nel settore dell’ospitalità e del turismo. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per la costruzione di una proposta di sviluppo comune fondata, contemporaneamente, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla sostenibilità delle iniziative economiche, sociali e istituzionali locali.


Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese
Il Commissario, Giuseppe Priore pone l’accento sul reciproco sostegno che l’accordo prevede “nel parco Lucano, infatti, si assiste alla presenza contradditoria di un importante giacimento petrolifero che rischia spesso di spostare il baricentro dell’attenzione in senso opposto a quello che è il più comune orientamento in tema di conservazione. La partecipazione all’accordo consente di mantenere vivo lo spirito che è proprio delle aree protette e di poter riprendere più agevolmente, si spera a breve, il cammino della loro valorizzazione, anche grazie all’appoggio del mondo produttivo rappresentato dalle Camere di Commercio.”


Parco Nazionale del Pollino
Il Presidente Domenico Pappaterra sottolinea l’incontro di ecologia ed economia, guardando all’ampliamento della Rete di Parchi “I Parchi che hanno aderito all’accordo sono tra i più significativi e antropizzati in Italia e, in quanto tali, devono necessariamente affiancare alla loro missione di tutela e conservazione anche la necessità di far sopravvivere un sistema economico che altrimenti rischia di scomparire. Chiederemo l’adesione all’accordo anche ai Parchi nazionali dell’Aspromonte e del Cilento e Vallo di Diano.


Parco Nazionale della Sila.
il Presidente Francesco Curcio pone l’accento sulla circolazione di idee e sullo scambio di buone pratiche “La mission dei Parchi si unisce a quella della Camere di Commercio per dare valore ai territori attraverso un sistema in cui lo scambio di attività e di buone pratiche produca ricadute positive a favore delle popolazioni che vivono all’interno dei parchi, che nella tutela del patrimonio naturalistico e nel turismo sostenibile possono sicuramente trovare importanti occasioni di crescita.”


COSA ACCADRA’?
Parchi in Rete – visione d’insieme
I Parchi in Rete sono un valido esempio di coesione sociale e di gestione condivisa. Dalla singola Area Protetta, che seppur estesa, viene sempre considerata come “isola” si passa alla visione d’insieme di un territorio che “continua”, con diversi gradi di protezione, ma con la comune idea di tutela nel mantenimento di equilibri uomo-ambiente, consapevoli dei servizi ecosistemici e dell’incontro natura-cultura-paesaggio.


Sentiero Italia Cai – Sentiero dei Parchi  – la ragnatela che unisce le Aree Protette
Visione e obiettivi di Parchi in Rete si raggiungono con il coinvolgimento della popolazione dentro e fuori l’area protetta. Primo passaggio è la conoscenza diretta dei territori, con la scoperta di luoghi e paesi. Ci aiuta l’Escursionismo con informazione, educazione e formazione. I sentieri disegnano una ragnatela che, borgo dopo borgo, unisce i Parchi. Il mosaico d’Italia si compone attraverso il Sentiero Italia Cai che, incontrando i territori tutelati, diventa Sentiero dei Parchi”. Grande appuntamento nazionale ci sarà domenica 13 giugno, con la giornata “in Cammino nei Parchi – sentieri per conoscere, giunta alla 9^ edizione.


Parco Nazionale del Matese – un prossimo auspicabile tassello di “Parchi del Centro Sud d’Italia”
Concludo con l’auspicio che questa intesa, con messaggi e azioni indotte, serva a colmare la lacuna istituzionale e ambientale presente in Appennino, dove deve ancora prendere vita il Parco Nazionale del Matese. Istituito sulla carta il 27 dicembre 2017 interessa sia il versante molisano che quello campano (già tutelato come Parco Regionale) racchiude risorse naturali e culturali. Rappresenta la naturale continuazione ecologica con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La sua attivazione porterebbe progresso e nuova linfa a questi luoghi offrendo ai giovani occasioni di lavoro tali da allontanare il rischio di ulteriore  spopolamento e degrado della montagna. Auspichiamo un pronto intervento del MATTM.


Parchi d’Abruzzo in Rete
Insieme si va lontano. Vedo necessaria la partecipazione, insieme al Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise anche degli altri 2 parchi nazionali d’Abruzzo: il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Questi 3 Parchi d’Appennino compongono una singolare e unica continuità ecologica e sociale (che si integra acnhe con il Parco Regionale Sirente Velino). Va ripresa la collaborazione di qualche anno fa con la condivisione di azioni di marketing, presentandosi unitamente, partecipando con un solo punto espositivo alle fiere, con la Regione, offrendo l’Abruzzo come valore d’insieme. Li accomuna anche il riuscito progetto Camoscio d’Abruzzo, al quale il Cai ha dato significativo contributo con il ripopolamento su Maiella e Marsicano e la prima reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia.Auspicabile comporre anche il Coordinamento Federparchi Abruzzo che abbraccia il Sistema delle Aree Protette.


Zone interne e zone urbane
Il “nuovo” che avanza e la “transizione” si reinterpretano in chiave di collaborazione e non di separazione. Si consolida anche il rapporto tra zone interne e zone urbane: insieme per contrastare emergenza sanitaria e crisi climatica, guardando a qualità della vita e benessere. L’Appennino si allunga nel mare e la continuità orizzontale nasce tra fascia costiera ed entroterra che si inerpica su montagne antropizzate, punteggiate da paesi. In Italia con il Patrimonio Naturale troviamo sempre Patrimonio Culturale. Vogliamo incidere in modo durevole sul progresso delle popolazioni locali. Consapevolezza, identità, appartenenza, orgoglio innervano professioni e competenze che “innovano sulla tradizione”.

articolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise  16 febbraio 2021

2021.02.20 (filidido)  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – Consiglio Direttivo Federparchi




LEGGERE e ASCOLTARE – CLUB ALPINO ITALIANO e UNIVERSITA’ – premio Fabio Favaretto, 5 febbraio 2021 – premio Andrea Tomei, 9 dicembre 2020

LEGGERE e ASCOLTARE
CLUB ALPINO ITALIANO e UNIVERSITA’
premio Fabio Favaretto  
5 febbraio 2021
premio Andrea Tomei 
9 dicembre 2020

Ci sono due aspetti che seducono grandemente e sono la lettura e l’ascolto.
Il primo, attraverso le parole scritte  ci informa e descive ambienti e studi, a più livelli di approfondimento, anche bibliografici.
Con il secondo, delle parole dette, grazie a intonazioni e affabulazioni, riusciamo a vedere direttamente luoghi ed episodi raccontati.
Ambedue i convincenti modi di comunicare sanno sedurre ed è quello che mi è capitato l’altra sera (5 febbraio 2021) assistendo alla presentazione del premio Fabio Favaretto 2020, che ha assegnato il riconoscimento alle tesi svolte da due giovani ricercatori dell’arco alpino. Tesi scelte tra quelle inviate da  15 ricercatori che hanno aderito al bando nazionale indetto dal Cai Mestre, Commissione Tam e hanno svolto lavori riguardanti tematiche afferenti all’uso e alla tutela del territorio montano alpino o appenninico.
Il Premio è un percorso di visione, giunto alla quarta edizione, che vede il Cai promotore come Associazione nazionale e unisce i giovani e le specificità del mondo Universitario (a sua volta presente su questi temi con gli Atenei riuniti nell’acronimo RUS – Università in Rete per lo Sviluppo Sostenibile, dove alcune iniziative per il clima, svolte in ambiente, sono condivise con il Cai).
Per l’edizione 2020 sono stati premiati Virginia Patrussi – Università di Torino, con “Nuovi laboratori di montagna. Una ricerca sui cambiamenti ambientali e culturali nei rifugi di montagna nelle Alpi Italo-francesi.” abstract e

Alessandro Vellar – Università di Milano-Bicocca, con “I domini collettivi alla prova degli sviluppi più recenti: ragioni conservative e profili gestionali.” abstract. Argomenti attuali e presentati con grande efficacia.
La serata, introdotta da Guido Furlan e da Alessandro Bonaldo ( Cai Mestre), ha visto la presenza di Vincenzo Torti Presidente Generale del Cai, di Annibale Salsa, filosofo e antropologo già Presidente Generale del Cai, con interventi diversi di altri responsabili del Cai regionale e nazionale tra i quali Francesco Carrer (Cai-Scuola), Renato Frigo (GR Veneto) e Raffaele Marini (CCTAM) .

– le due considerazioni guida
Tra i molti spunti dalla serata mi soffermo su due … ideali pagine di riflessione.
Ai giovani e alle loro opinioni va riconosciuta importanza in questa fase di criticità ed emergenza – ambientale sanitaria e culturale. Vanno ascoltati e le loro indicazioni devono poter contare (a questo proposito segnalo un appuntamento  per giovani vogliamo decidere sul nostro futuro!” organizzato in ASviS –  per il prossimo 10 febbraio e sarà mia cura ascoltarli, sulle possibilità offerte dai finanziamenti europei per superare questa fase critica).
C’è poi il peso delle parole ripetute e messe in evidenza parlando di rifugi e risorse: cosa si intende per “comune” – “collettivo”, alle quali si può aggiungere “pubblico”. Sono state declinate come definizione e applicazione, quotidiana e di legge. Il senso di queste parole (la cui interpretazione può variare, sia per il legislatore sia per il cittadino) è risultata annodata a territori, ambienti e risorse (dove valore e funzioni, per qualità della vita e benessere, non sono interpretabili, ma immutabili e oggettivi).

– uomo e ambiente
Quella del rapporto uomo ambiente è una storia antica che sempre con maggior fatica riusciamo a scrivere. È difficile trovare una forma di equilibrio. Da una parte ci sono crescita demografica, bisogno di energia, consumo di suolo, perdita di biodiversità e dall’altra uso corretto – nel tempo e nello spazio, delle risorse che la Terra ci mette a disposizione.
Le tesi presentate e il dialogo svolto, sottolineano l’importanza della Scienza e dell’Ambiente, che vengono prima dell’Economia, interessata a monetizzare ogni cosa attorno a noi (materiale e immateriale) e lo dimostra la recente quotazione in borsa dell’acqua, risorsa insostituibile alla vita.
Conoscenza e consapevolezza sono una risposta ai dilemmi.

Premio Andrea Tomei
Mi preme ricordare un altro premio Cai che abbraccia giovani e Università. Questa volta ci spostiamo in Appennino per la terza edizione del premio intitolato al giovane Andrea Tomei, vittima del sisma d’Appennino del 2016 e assegnato ogni anno ad una tesi di laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dell’Ambiente e delle Foreste nell’Università degli Studi della Tuscia. Il premio 2020 è stato conferito a Loredana Barbona per la tesi dal titolo: “Differenti livelli di meccanizzazione nel sistema di lavoro a legno corto e valutazione degli impatti al suolo e al soprassuolo”

– MONTAGNE 360  – febbraio 2021
Tornando a lettura, montagna e ruolo del Cai, in linea con lo scopo dei premi, c’è l’ultimo numero di febbraio della Rivista del Cai Montagne 360 che invito a sfogliare con attenzione per l’accento posto sui contenuti del documento approvato dal Consiglio centrale di lndirizzo e Controllo del Cai su “cambiamenti climatici neve industria dello sci“, che con coerenza indica il sentiero da percorrere per la montagna che potrebbe/dovrebbe essere per tutti noi. La logica sequenza dei contributi, da autori diversi per appartenenza e competenza, sviluppa un discorso vario e completo (sul quale ritornerò con altro articolo), come una sorta di dossier, avviato con l’editoriale del nostro Presidente Generale Cai Vincenzo Torti, dal titolo: perché il futuro della montagna non passa da nuovi impianti di sci o dall’ampliamento di quelli esistenti.

– mediatore sociale e culturale
Il Cai può rappresentare un efficace mediatore sociale e culturale. In questa fase di emergenza e criticità possiamo/dobbiamo sempre affidarci all’indiscussa importanza della qualità ambientale e del benessere, alla nostra capacità di indurre coesione sociale (interna ed esterna al Cai), alla necessità di studi e approfondimenti sui vari temi che hanno bisogno dell’impegno dei giovani,  dei Parchi, delle Università e di ogni altro ente di ricerca, studio, documentazione e tutela.


… i temi di tutela del territorio montano sono particolarmente sentiti dalle nuove generazioni capaci di cogliere il valore sociale oltreché le opportunità professionali e di lavoro che questo ambito può offrire. E’ inoltre evidente, dalle tesi pervenute, di come la protezione dell’ambiente non sia un obiettivo limitato a singole e settoriali professionalità, ma si esprima attraverso molteplici competenze, tutte chiamate ad offrire il loro contributo per un futuro più sostenibile. Il territorio montano, a tal proposito, si offre come laboratorio di una nuova progettualità e di ricerca verso nuovi modelli di sviluppo. In questo senso il Cai persegue con massimo impegno l’idea che la tutela della montagna debba essere compatibile con il giusto diritto di cittadinanza delle popolazioni alpine purché non si continui col perseguire modelli rapaci e distruttori dell’ambiente e del futuro dei nostri figli, ciò è tanto più evidente in questo periodo caratterizzato dalla pandemia da Covid-19, dove le risorse messe in campo a difesa dal virus si chiamano anche solidarietà e accordo. (così conclude la commissione Premio Fabio Favaretto)

2021.01.07 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




DOCUMENTO DEL CAI su cambiamenti climatici, neve e industria dello sci – OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE …CI SONO: L’ALTRA NEVE E LA MONTAGNA

DOCUMENTO DEL CAI su cambiamenti climatici, neve e industria dello sci
OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE …CI SONO: L’ALTRA NEVE E LA MONTAGNA

– C’è necessità di un cambio di obiettivi e di direzione.
La Montagna, con le sue risorse (bene comune), è realtà complessa, in grado di rispondere a esigenze e sollecitazioni diverse. Così va vista e considerata, superando i limiti imposti da un’economia e distorta. La Montagna è un insostituibile patrimonio collettivo di risorse e benessere.
un uso diverso del denaro pubblico … di tutti noi
– La voce principale dell’economia montana, per interessi di settore, è stata progressivamente circoscritta all’industria dello sci alpino, con grandi opere, impianti di risalita sempre più in quota e sempre più estesi.
Si continua a proporre l’ampliamento di impianti energivori e costosi, sempre meno a misura di ambiente e persone.
Sono state progressivamente emarginate le altre attività sul territorio e nei paesi, più distribuite, meno impattanti e in grado di interessare giovani e famiglie.

documento per tutti
– Il Club Alpino Italiano, di fronte a una realtà in rapido cambiamento ed emergenza, mette a disposizione di tutti, una puntuale analisi riguardante l’ambiente montano e l’economia dello sci da discesa in Italia, nell’arco alpino e nei Paesi europei (Documento nazionale del Cai approvato il 21 novembre 2020).
– Attraverso il tema neve ed emergenza climatica, si guarda oltre, attenti ai 17 obiettivi di Agenda 2030 (che è un impegno, non di settore, non locale,ma planetario).
scenario futuro
Con coerenza e realismo si delinea un credibile scenario futuro delle Terre Alte, ambientale, sociale, economico e culturale, per territori e popolazioni.

RIPARTIAMO DAI PAESI
Esistono, sempre più diffusi, esempi positivi di una diversa e partecipata gestione delle risorse che hanno come nodo di partenza il centro montano minore , dal quale si irradiano le attività in ambiente (villaggi degli alpinisti – borghi più belli d’Italia – ripartiamo dai paesi). I borghi italiani, capillarmente presenti in montagna, sono in fase di rivalutazione, non solo come luoghi dove trascorrere le vacanze, ma come luoghi dove vivere.
servizi necessari
Servono quindi servizi necessari per cambio di residenza e lavoro. Investiamo allora ampiamente in infrastrutture tecnologiche, librerie ed edicole, prima sanità, scuola e istruzione, trasporti…
interventi a misura di giovani
Servono interventi a misura di giovani e famiglie che contrastino lo spopolamento e favoriscano la funzione di presidio del territorio.
comunità vivaci
L’insediamento in montagna ha radici antiche, ancorate a tradizioni e culture. Si tratta di comunità vivaci, pronte alla solidarietà e alle attività condivise, sotto il segno delle stagioni, del buon vivere in armonia.
Il Covid ha condizionato ovunque e anche nei paesi montani, ma la risposta è nella qualità ambientale presente e nella capacità di agire come comunità, con una forte carica di sostegno reciproco e resilienza. Sono presenti (e da incoraggiare) l’artigianato e le produzioni agro alimentari di qualità, la mobilità dolce dei percorsi ciclabili e dei sentieri, la lotta all’inquinamento e ai pesticidi (montagna pulita), la comunicazione intergenerazionale, la solidarietà interculturale…

OLTRE L’INDUSTRIA DELLA NEVE – LA RIVISTA MONTAGNE 360 del CLUB ALPINO ITALIANO – febbraio 2021
– L’emergenza climatica causa stagioni irriconoscibili e, conseguentemente, una montagna da ripensare nella gestione e frequentazione.
– Nelle pagine di Montagne360 di febbraio troviamo tanti spunti di riflessione che conducono alla necessità di interventi ecosostenibili e di respiro.
– Con visione d’insieme della Montagna il Cai propone di pianificare e diversificare gli investimenti, orientandosi verso una nuova economia montana che valorizzi turismo lento ed educante, tradizioni locali, artigianato, agricoltura, frequentazione delle aree protette e forme di ospitalità diffusa.
– Si tratta di coinvolgere e assistere i giovani su attività tradizionali animate da innovazione , con il riconoscimento di servizi ecosistemici, qualità della vita e benessere.

OSSERVATI SPECIALI
Osservati speciali i progetti del Terminillo (spaesamento e fermento per i nuovi impianti sciistici), sulle montagne d’Abruzzo (Velino-Sirente – C ai contrario alla riduzione del Parco regionale sirente velino, Maiella, Gran Sasso), a Corno alle Scale , Monte Acuto, il collegamento Cervinia-Val d’Ayas per il Vallone delle Cime Bianche – ultima vasta area dell’intera Val d’Ayas priva di piste da sci, impianti di risalita e strutture invasive, Alpe Devero – con una petizione che ha raggiunto 100.000 firme, i lavori per le nuove piste di Cortina in vista di Mondiali e Olimpiadi, ecc..

TERMINILLO, SPAESAMENTO E FERMENTO PER I NUOVI IMPIANTI SCIISTICI – Lo Scarpone on line del Cai, 14 gennaio 2021

CLUB ALPINO ITALIANO CONTRARIO RIDUZIONE DEL PARCO REGIONALE SIRENTE V ELINO Lo Scarpone on line del Cai, 8 dicembre 2020

NON SOLO SCI PER IL RILANCIO DEL CORNO ALLE SCALE – Lo Scarpone on line del Cai, 18 novembre 2020

ALPE DEVERO, UN PARADISO DA PRESERVARE E FREQUENTARE CORRETTAMENTE – Lo Scarpone on line del Cai, 25 gennaio 2021

MONDIALI E OLIMPIADI DI CORTINA, FORTE PREOCCUPAZIONE DEL CAI PER IL GRAVE IMPATTO AMBIENTALE DEI CANTIERI – sito Cai.it, 17 luglio 2020OMUNICATO E DOCUMENTO DEL CAI VENETO  – luglio

MONDIALI E OLIMPIADI DI CORTINA: CLUB ALPINO ITALIANO: CANTIERI A GRAVE IMPATTO AMBIENTALE – Montagna TV, 21 luglio 2020

COMUNICATO E DOCUMENTO DEL CAI VENETO PER CORTINA – luglio 2020

2021.02.02 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




2 febbraio 2021 giornata mondiale delle Zone umide – 50 anni – I Pantani di Accumoli

2 febbraio 2021 GIORNATA MONDIALE DELLE ZONE UMIDE – 50 anni
I Pantani di Accumoli

Cai Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo

Il 2 febbraio 1971 veniva siglata a Ramsar, in Iran, la Convenzione a tutela delle zone umide, preziose come risorsa della biosfera e per il contrasto ai mutamenti climatici. Nel 1976, dopo 5 anni, anche l’Italia ha aderito alla Convenzione di Rasmar.
Questo 2 febbraio 2021 celebriamo i 50 anni della storica firma.

La Convenzione definisce le zone umide come“paludi, acquitrini, torbiere e specchi d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, incluse quelle fasce marine costiere la cui profondità, in condizioni di bassa marea, non superi i 6 m. I siti con tali caratteristiche possono essere inclusi nella “lista delle zone umide di importanza internazionale“.Sono più di 220 milioni gli ettari coperti dalle zone umide nel mondo, rifugio per volatili,.
Le zone umide rappresentano il serbatoi di carbonio più efficace sulla Terra e si associano alle foreste nella preziosa opera di mitigazione climatica.

La giornata annuale è istituita dall’ONU per la tutela di aree fortemente a rischio. Una relazione alla Conferenza dibattito “Sentiero Italia Cai e turismo lento: contributo alla rinascita dell’Appennino” del 22 giugno 2019 nelle Marche, in occasione del passaggio della staffetta del Sentiero Italia Cai, ha sottolineato la fragilità d’Appennino di questi ecosistemi, sensibili al cambiamento climatico, all’inquinamento, ai pesticidi, e, più in generale, all’impatto antropico. Due terzi delle zone umide d’Europa sono scomparse negli ultimi cinquanta anni, molte altre sono degradate.
Le zone umide sono caratterizzate dalla presenza contemporanea di terreno e acqua che originano vulnerabili habitat rifugio di uccelli acquatici ,piante, mammiferi, anfibi, pesci e invertebrati. Importante conoscere questi ambienti  e sensibilizzare l’opinione pubblica per la difesa e la frequentazione responsabile.

Pantani di Accumoli
L’Italia, in ogni Regione, offre una realtà varia di zone umide, tutte da avvicinare, scoprire e tutelare.
In questa particolare giornata del 2 febbraio 2021, con la pandemia che condiziona ogni attività, mi limito a ricordare l’impegno del Cai per i Pantani di Accumoli
Si tratta di un’area SIC di Rete Natura 2000. Un sito da tutelare, secondo le indicazioni del Bidecalogo Cai, dove impedire la costruzione di un Rifugio in quota e intervenire con opere di ripristino e mitigazione ambientale sulla strada di accesso.
Il Cai c’è e si prende cura della Montagna. Da subito l’impegno è stato interregionale con i GR Cai Lazio, Marche e Umbria, ai quali si è aggiunto anche il GR Cai Abruzzo.
Due le manifestazioni svolte prima della pandemia: 8 dicembre 2019 (Giornata Internazionale Montagna) e 2 febbraio 2020 (Giornata internazionale zone umide).

Un’escursione per tutti
I Pantani di Accumoli sono un luogo singolare d’Appennino, dall’elevato valore naturalistico e paesaggistico. Collocati nel Lazio, al confine di Marche e Umbria. Una realtà che merita di essere adottata dal Cai e inserita tra i casi da segnalare come eccellenza nazionale e quindi da aggiungere alla mappa dei luoghi cari al Cai, avviata con i 150 casi indicati nel 2013.
Dopo una escursione aperta a tutti, a poche ore dal paese di Accumoli, ancora meno da Forche Canapine , appaiono alla vista questi piccoli e unici specchi d’acqua. Il paesaggio è caratterizzato e colorato da questa singolare zona umida, incastonata tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Rifugio in quota! NO GRAZIE!
In questo luogo da favola e meditazione, affacciandosi proprio sui laghetti dell’area SIC, la Regione Lazio intenderebbe realizzare una struttura ricettiva in quota.
Proposta improponibile nel 2019, ancora maggiormente nel 2021 , con l’emergenza sanitaria da pandemia (che comporta nuovi criteri ricettivi), l’emergenza climatica e la necessità di nuove economie con nuova organizzazione del lavoro, dei rapporti sociali e del tempo libero.
Non è accettabile, non è proponibile un intervento così invasivo, distruttivo e inutile. Si tratta di un ulteriore danno ambientale con sperpero di denaro pubblico destinato a lasciare in alta montagna una nuova cattedrale. La zona servita da altre piccole strutture, già utili in caso di emergenza e da recuperare per finalità informative e di accoglienza.

Agenda 2030
Guardo ad AGENDA 2030 con i 17 obiettivi e i traguardi (molti da raggiungere già nel 2020), con attenzione alla ecosostenibilità e alle scelte conseguenti che considerino: accoglienza dei paesi, giovani e loro futuro, montagna, biodiversità, inquinamento, consumo di suolo e servizi ecosistemici.
Obiettivo 6 , Acqua pulita – Traguardo 6.6 Entro il 2020, proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all’acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi.

Obiettivo 15, Vita sulla Terra. Traguardo  15.9 – Entro il 2020, integrare i valori di ecosistema e di biodiversità nella pianificazione nazionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie di riduzione della povertà e account nella contabilità.

2 febbraio 2021, articolo: Giornata Mondiale delle Zone Umide –   Lo Scarpone on line – Notiziario del Club Alpino Italiano

2021.02.01 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




SETTEMILA CHILOMETRI DI BELLEZZA, NATURA E CULTURA – SENTIERO ITALIA CAI, stabile infrastruttura nazionale di mobilità dolce e tanto altro ancora…

SETTEMILA CHILOMETRI DI BELLEZZA, NATURA E CULTURA
SENTIERO ITALIA CAI, stabile infrastruttura nazionale di mobilità dolce e tanto altro ancora…

il Sentiero Italia Cai
Più di 7000 chilometri (quasi tutti sulle estese dorsali montuose della nostra penisola), circa 400 tappe, 20 Regioni, 16 Parchi nazionali, 37 Parchi regionali.

camminare per conoscere, conoscere per amare, amare per tutelare
Alla scoperta dell’Italia “minore”, tappa dopo tappa,  regione dopo regione, camminando ai piedi dell’Etna, del Gran Sasso e del Monte Bianco, sulle orme del grande visionario Cai, Teresio Valsesia, che, con lungimiranza e determinazione, nel 1995, ha descritto e percorso integralmente il Sentiero Italia Cai.
Camminare e arrampicare sono le pratiche più naturali del mondo ed è quello che iniziamo a fare da subito appena riusciamo a reggerci sulle gambe.

Sentiero Italia Cai: quando il camminare diventa tempo dedicato
Nel mondo ci sono diversi esempi di lunghi cammini sia quelli turistici e religiosi come il noto Cammino di Santiago de Compostela, oppure i lunghi trekking di avvicinamento alle vette himalayane. Ma esiste un particolare sentiero che unisce Alpi e Appennino, attraversa anche Sicilia e Sardegna e ha avuto il nome di Sentiero Italia Cai. Nato negli anni 90 è stato percorso integralmente nel 1995 e in questi ultimi anni il progetto è stato ripreso dal Cai celebrando nel 2019 l’anno del turismo lento, animato dal Presidente Generale Cai, Vincenzo Torti, con il messaggio raccolto operativamente dal Vice Presidente Generale Cai, Antonio Montani.

obiettivi durevoli – Agenda 2030 – CETS
Gli obiettivi sono ambiziosi volendo avvicinare a piedi, territori, paesi e popolazioni, da promuovere e conoscere nelle diverse culture e tradizioni. Ci sono poi la tutela dell’ambiente, l’attenzione al patrimonio culturale e la salvaguardia della biodiversità. Nella realizzazione del Sentiero Italia Cai sono stati utilizzati sentieri esistenti, molti dei quali recuperati dall’abbandono. Sono sati privilegiati gli itinerari di fondovalle, da paese a paese, per una frequentazione possibile in ogni stagione e aperta a tutte le fasce d’età, al turismo scolastico e alle famiglie. Si è in linea con i 17 obiettivi Agenda 2030 e gli indirizzi della Carta Europea del Turismo Sostenibile – CETS.

Sentiero dei Parchi – Cai, MATTM, Federparchi – infrastruttura stabile
Lo sviluppo del Sentiero Italia Cai è di oltre 7000 km e, in accordo con il Ministero dell’Ambiente (intesa sottoscritta il 23 maggio 2020 nell’ambito della Settimana delle Natura, 18-24 maggio), interesserà tutti i 25 parchi nazionali d’Italia (16 dei quali sono direttamente interessati, insieme a 37 Parchi Regionali e 17 tra riserve regionali e riserve statali alle quali si aggiungono i siti di Rete Natura 2000). Diventa così il Sentiero dei Parchi, con avvio da Santa Teresa di Gallura in Sardegna e arrivo a Trieste, in Friuli Venezia Giulia.
La collaborazione Cai,  Federparchi, Ministeri, Regioni, Parchi ed Enti locali trasformerà il Sentiero dei Parchi  in infrastruttura stabile associando, la percorrenza del tracciato, l’accoglienza nei paesi e nei rifugi, la tutela con le iniziative di informaz ione e sensibilizzazione ambientale e culturale.

il segnavia rosso/bianco/rosso
Compagni di viaggio in questa esperienza itinerante saranno le bandierine segnavia rosso/bianco/rosso – a conferma  del tracciato, le frecce direzionali poste ai bivi e i tabelloni informativi nelle località di partenza e arrivo. L’abaco della segnaletica del Cai è garanzia di continuità nazionale e sicurezza ed è stata adottata dal sistema delle Aree protette.

turismo educante e multidisciplinare – mobilità dolce ecosostenibile
Il Sentiero dei Parchi sarà un esempio di intervento multidisciplinare ecosostenibile, in linea con gli obiettivi di Agenda 2030 e degli indirizzi della Carta Europea del Turismo Sostenibile – CETS. A sostegno di questo nuovo “turismo educante” sono attive già diverse iniziative tra le quali il progetto “ripartire dai sentieri” avviato dopo il terremoto d’Appennino del 2016, la giornata nazionale “in cammino nei parchi“, in collaborazione con Federparchi, che vedrà la nona edizione il prossimo 13 giugno 2021, la “XXII settimana nazionale dell’escursionismo“, che ha visto l’evento 2019 nel Parco Nazionale della Val Grande e vedrà il prossimo in Basilicata, dal 27 settembre al 3 ottobre 2021, nel Parco Nazionale del Pollino e a Matera (capitale della Cultura 2019) e la “settimana nazionale del Sentiero Italia CAI per la Scuola italiana”, programmata dal 4 al 9 ottobre 2021 con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, del Ministero per l’Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali.

Il Patto educativo di comunità – Scuole in Rete
Ci affascina capire le possibilità di un’offerta formativa calibrata sulla popolazione giovanile che dia riscontro alle esigenze dei diversi contesti culturali, sociali ed economici delle realtà locali che il Sentiero dei Parchi attraversa. L’Escursionismo diventa volano del coordinamento  stabile di iniziative promosse da più Enti(Sistema Educativo Territoriale), realizzando un percorsi formativi integrati che dall’aula si svolgono in ambiente, diventando buone pratiche esportabili (Scuole in Rete).

patrimonio naturale – patrimonio culturale
L’Escursionismo educante, visto come strumento partecipativo di una governance integrata. Ci si avvale di questa rivisitata attività in ambiente e si guarda al futuro, a seguito della necessaria conservazione del patrimonio naturale e del patrimonio culturale, della scelta di adeguate politiche e misure per l’adattamento alla crisi climatica e nell’ottica del miglioramento socio-economico e di cittadinanza (ambito attualmente condizionato dall’emergenza sanitaria per Covid 19).

i paesi: porte di accesso alla montagna – i rifugi: presidi culturali
L’avvicinamento alla montagna sempre dal basso, iniziando dai paesi che diventano le naturali porte di accesso alla montagna, con la prima sosta di accoglienza e di incontro. Più in quota i rifugi, presidi culturali pronti ad accogliere per una rigenerante sosta informativa. Ci muoveremo sempre nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento nel covid e per contrastare l’emergenza climatica in atto.

guardarsi attorno e guardarsi dentro
Il 2021 speriamo possa l’anno che si lascia la pandemia alle spalle, ritrovando la gioia dell’incontro, recuperando il senso dell’aggregazione e della condivisione. Il tempo sarà dedicato con tranquillità all’escursionismo, gli spazi recuperati per la meraviglia e lo stupore, le soste, con i paesaggi che si susseguono, per il costante guardarsi attorno e guardarsi dentro.

 

 

SENTIERO ITALIA CAI E AREE PROTETTE – Dal sito https://sentieroitalia.cai.it/ al sito  http://www.parks.it/, articolo del 2020.06.14

GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI 24 maggio 2020  – CLUB ALPINO ITALIANO E MATTM: SENTIERO DEI PARCHI, articolo del 2020.05.24 (giornata europea dei parchi)

 

2021.01.28 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi