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RINVIATA la 8^ Edizione “in CAMMINO nei PARCHI 2020”

8^ Edizione “in CAMMINO nei PARCHI 2020”

Giornata nazionale   – domenica  14 giugno 2020

 

LE ATTIVITA’ COLLETTIVE SONO STATE RINVIATE  …
Una scelta sofferta, ma necessaria.

Domenica 14 giugno saremo ancora presi dagli effetti della pandemia, con la necessità di osservare le indicazioni indispensabili di sicurezza sanitaria e di distanziamento fisico tra le persone.
Il senso vincente della giornata nazionale è nell’aggregazione, nella condivisione, nello scambio partecipato.
Tutto questo al momento non è possibile e allora ci si prepara per i tempi migliori che verranno presto.
I gioiosi incontri in montagna, con abbracci, vicinanza e dialoghi guancia a guancia sono temporaneamente rinviati. #lemontagnesannoattendere e anche noi.
Il 2020 oramai andrà così e il riavvio delle attività estive in montagna avverrà con cautela e prudenza, a piccoli gruppi che si conoscono bene,  procedendo distanziati, scegliendo zone meno note e ampliando l’area di interesse dell’escursionista visitatore.

IL CAI NON SI FERMA E PENSA AI GIOVANI
… NEL FRATTEMPO CI ORGANIZZIAMO PER DESCRIVERE I SENTIERI CHE CI AIUTERANNO A  CONOSCERE LA MONTAGNA IN TUTTI I SUOI ASPETTI.
E C’E’ TANTO DA SCOPRIRE. VE LO ASSICURO!

SENTIERI PER CONOSCERE
L’Italia si scopre dall’alto, dalle montagne e non solo, con l’Etna, il Gran Sasso
e il Monte Bianco che svettano e si osservano, unendo territori e popolazioni,
mentre noi proviamo a disegnare il futuro possibile.

Lo slogan della giornata è SENTIERI PER CONOSCERE e così avvicinare il Sistema delle Aree Protette e Rete Natura 2000, scrigni di Natura e Cultura (l’evento “in cammino nei Parchi” si relaziona alla Giornata Europea dei Parchi del 24 maggio, che celebra l’istituzione della prima area protetta, avvenuta in Svezia nel 1909).

SENTIERI PER CONOSCERE attiva il circuito virtuoso di “camminare per conoscere, conoscere per amare, amare per tutelare”.
Il taglio comunicativo del Cai è quello di evidenziare la storia dell’alpinismo e dell’escursionismo, del presidio del territorio, della frequentazione responsabile, della conoscenza e della tutela. Si è consapevoli del coronavirus, ma non se ne vuole essere condizionati in modo assoluto, ponendo sempre al centro la Montagna. Le Sezioni Cai punteggiano paesi e città in ogni Regione e accompagnano soci e non soci in attività diverse e con la “Giornata Nazionale dei Sentieri Cai” si promuove l’Escursionismo naturalistico e culturale per tutti, attento alla manutenzione dei sentieri e alla sicurezza fisica e sanitaria. Ci accompagnano i punti del Bidecalogo e gli obiettivi dei Agenda 2030.

SENTIERO ITALIA CAI e MATTM – Ministero dell’Ambiente Tutela del Territorio e del Mare
CAI  e  MATTM  hanno sottoscritto (proprio in questi giorni) la positiva intesa sul “Sentiero dei Parchi”.
Un itinerario escursionistico che toccherà tutti i 25 Parchi nazionali del nostro Paese, che avrà come spina dorsale l’attuale Sentiero Italia CAI – spiega il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa -. I parchi nazionali – continua il ministro – sono uno scrigno della natura: bisogna garantirne la conservazione, ma anche la frequentazione”. Un particolare riconoscimento ci sarà per gli escursionisti che riusciranno a percorrere sentieri negli attuali 25 Parchi Nazionali  (inseriamo nell’elenco anche il territorio del Parco Nazionale del Gennargentu) completando un prezioso “Passaporto” (mi viene di pensare che “ad honorem”, un simile riconoscimento lo meritano Teresio Valsesia e il ristretto manipolo di coraggiosi che nel ’95 dettero vita al Sentiero Italia Cai, percorrendolo interamente).

E così la “spina dorsale”del “Sentiero dei Parchi” diventa proprio il “Sentiero Italia Cai” che nasce a S.Teresa di Gallura in Sardegna, attraversa Sicilia, Appennino, Alpi per terminare a Trieste,   interessando direttamente ben 16 Parchi Nazionali, tanti Regionali e locali, siti di Rete Natura 2000 e riconoscimenti UNESCO.

Muovendo dal Sentiero Italia CAI, che già abbraccia tutte le nostre regioni, dichiara il presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Tortiraccorderemo, questa volta in un progetto che diverrà sicuramente realtà nel più breve tempo possibile, anche tutti i 25 parchi nazionali. Un’occasione in più da offrire a chi vuole vivere l’esperienza della natura in un modo guidato attraverso i sentieri che il Cai descrive e mantiene, e conseguentemente per promuovere ancora di più il nostro Paese.

 Il “Sentiero Italia Cai” si collega con i restanti 5 Parchi Nazionali di Terra (anche attraverso altri sentieri tematici, come quelli della transumanza, della fede e della guerra) e induce positive contaminazioni, con segnaletica ed escursionismo di scoperta, nei 4 Parchi nazionali di mare.

NATURA E CULTURA
Ecco per tutti l’Escursionismo naturalistico e culturale che è il modo migliore per avvicinare luoghi,  montagne, rifugi,  paesi e le genti che vi abitano.

A passo lento invitiamo a scoprire e osservare la stupenda realtà del “bel paese” che ci racconta di territori e popolazioni. Ambienti e Parchi si incontrano per far conoscere paesi – tra i borghi più belli d’Italia – vallate, accoglienti rifugi, zone pedemontane e montane e tanta preziosa biodiversità.

Con il Cai il tempo è dedicato con tranquillità all’escursionismo e gli spazi recuperati per la meraviglia e lo stupore. Le soste, con i paesaggi che si susseguono, sono un costante guardarsi attorno e guardarsi dentro.

Natura e Cultura li ritroviamo nello zaino, compagni di escursione insieme a prodotti enogastronomici di qualità. In ogni escursione siamo accolti e accompagnati sempre con simpatia e cordialità. L’ambiente ci è amico e noi lo sentiamo tale.

FASI DI LAVORO
– 14 giugno 2020  – Ci sarà un primo  – soggettivo – momento di riflessione su contenuti, valori e potenzialità della   giornata nazionale  “in cammino nei parchi –
– Un successivo approfondimento lo porremo nel Festival dello Sviluppo Sostenibile dal 22 settembre all’8 ottobre.
Presenteremo così segmenti di bellezza d’Italia che potranno essere oggetto di escursioni in tempi migliori, appena le condizioni sanitarie lo consentiranno.
Ci conducono i punti del Bidecalogo e gli obiettivi di Agenda 2030.

SEGNALETICA CAI
La segnaletica del Cai, con bandierine segnavia, frecce direzionali e tabelloni informativi è garanzia di continuità e sicurezza ed è stata adottata dal sistema delle Aree protette, capitanato da Federparchi.

– Bandierina segnavia “rosso / bianco / rosso” in ogni sentiero. Si promuove l’armonizzazione della segnaletica su base nazionale, secondo i riconoscibili criteri standard del Cai, per facilitare la sicura percorrenza dei sentieri.

Rispetto e tutela dell’ambiente ci accompagnano in questa esperienza viva e gioiosa che conserva la genuinità della pratica più antica del mondo: camminare.

Come afferma il nostro Presidente Generale Vincenzo Torti … cerchiamo insieme di costruire una montagna del futuro che sia ancora più bella di prima.

Per info e contatti
–  8^ edizione “in CAMMINO nei PARCHI“, 20^ “Giornata Nazionale dei Sentieri Cai”
Club Alpino Italiano – Filippo Di Donato  –  f.didonato@caiabruzzo.it  –  3397459870
Club Alpino Italiano – Antonio Di Grottole . antoniodigrottole@gmail.com  – 3473459355
Federparchi – Paolo Pigliacelli  –  paolo.pigliacelli@parks.it – 06.51604940

2020-06-10 (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi

 





SALVARE IL TERMINILLO SI PUO’ – PETIZIONE PER FERMARE INSIEME UN PROGETTO DANNOSO E SUPERATO,#NOTSM!

SALVARE IL TERMINILLO SI PUO’
FERMIAMO INSIEME UN PROGETTO DANNOSO E SUPERATO,#NOTSM!

PETIZIONE PER FAR CONOSCERE E FERMARE IL PROGETTO

Con il Terminillo ci troviamo nell’Italia centrale, nel Lazio. E’ una montagna d’Appennino del gruppo dei Monti Reatini.  La posizione è particolare, abbastanza distaccato dagli altri gruppi montuosi: confina a nord con l’altopiano di Leonessa, a sud con la valle del fiume Velino, a est con le gole del Velino, e a ovest con la estesa Piana Reatina.

Su questa montagna dagli anni ’30 prese il via la realizzazione di una stazione sciistica che progressivamente ha perso di interesse. Oggi è realmente improponibile ogni intervento di potenziamento dello sci, sia per la crisi climatica, sia per la crescente sensibilità ambientale. Va riconosciuto all’area il valore naturalistico e paesaggistico d’insieme (l’ambiente è eccezionale con diverse cime e ampie vallate), in grado di rappresentare un volano per nuova frequentazione e gestione ecosostenibile delle risorse. A partire dal 2009  la Regione Lazio  avvia il progetto di rilancio, T.S.M. (Terminillo Stazione Montana).  Il progetto è stato  già bocciato due volte, per la valutazione di impatto ambientale e, come riporta la nota interassociativa (tra le quali il Cai), diventata questo 7 giugno 2020 petizione popolare, sono tante le motivazioni che oggettivamente che negano la prevista manomissione ambientale e lo sperpero di denaro pubblico.

E’ bene sapere che si parla di nuovi impianti previsti a quote inferiori i 1.900 m (siamo in Appennino dove le stazioni sciistiche (come quelle sulle Alpi) sono in difficoltà per la crisi climatica. Insieme a questa emergenza ambientale, per cui nevica meno e le temperature che crescono ovunque, addirittura  sono più alte in montagna (vedi il progressivo scioglimento dei ghiacciai)  mi piace far presente anche i contenuti della Legge Galasso, voluta con lungimiranza a tutela dei beni paesaggistici e ambientali, con un limite altimetrico, come valore soglia agli interventi da non fare nelle aree alpine al di sopra dei 1600 metri e nelle aree appenniniche al di sopra dei 1200 metri).

La RICHIESTA è semplice e puntuale. Da cittadini attenti e consapevoli si guarda a futuro, ecosotenibilità ed economia

  • Di garantire il rispetto delle norme vigenti, confermando il parere negativo alla Valutazione di Impatto Ambientale del TSM, scongiurando lo spreco di denaro pubblico e un danno ambientale certo.
  • Di riassegnare i fondi a disposizione per pianificare e sviluppare una nuova visione della Montagna “Terminillo”, valorizzando tutti i settori che puntano alla valorizzazione delle risorse naturali in maniera compatibile con la loro conservazione.

Non è una presa di posizione estemporanea, ma viene da lontano. Infatti il Cai Sezione di Leonessa, il GR Lazio e la Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano, dal 14 al 19 settembre 2010 (quindi praticamente 10 anni fa) fecero il punto sullo sviluppo dello sci al Terminillo, ritenendolo già allora problematico e senza futuro. Pensate che la LAN (Linea di Affidabilità della Neve) nel 2000 si aggirava attorno ai 1500 m ed è salita di 150 m ad ogni °C in più di temperatura. E ogni nuovo anno, come è stato per il 2019, diventa da record per il caldo.

CONSIDERAZIONI FINALI
L’AMBIENTE È UN BENE COLLETTIVO, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ E RESPONSABILITÀ DI TUTTI
Nel Club Alpino Italiano il GR Lazio è capofila per un’azione di tutela d’Appennino che ha il sostegno del Cai Marche, Umbria e Abruzzo e si rivolge a ogni altro socio e cittadino d’Italia.

Con il Progetto TMS si vorrebbe lo sfascio programmato degli ambienti naturali per consentire “lo scavalco” tra le valli, in piena crisi climatica e scarsità di neve sciabile negli ultimi anni, a quote  per lo più basse. Il progetto TSM  è una questione che riguarda tutti, è l’idea che si possa sfruttare la montagna senza pensare al futuro. Il TSM è infatti un’operazione fortemente impattante sul Terminillo, diventato il simbolo dell’Appennino Centrale. Il TSM non garantisce lo sviluppo economico promesso e pubblicizzato, inoltre viola la normativa ambientale nazionale ed europea esponendo l’Italia e la Regione Lazio a pesanti sanzioni economiche.

L’invito a ogni cittadino è quindi duplice:
– di dare alla Montagna e ai suoi abitanti la centralità che merita, riconoscendo ruolo, valori e prospettive sociali e ambientali
– di firmare la petizione che esprime contrarietà a impatto e sperpero e chiede una progettazione altra lungimirante e duratura.

PER FIRMARE CLICCA QUI

Lo chiedono: PAESAGGIO NATURALE E CULTURALE – FAGGETE SECOLARI – ORSO BRUNO MARSICAN0 – RISORSE IDRICHE

Petizione sostenuta da:  CLUB ALPINO ITALIANO – GR LAZIO,  WWF LAZIO, FEDERTREK – ESCURSIONISMO E AMBIENTE, G.U.F.I. GRUPPO UNITARIO PER LE FORESTE ITALIANE, ITALIA NOSTRA – SABINA E REATINO, MOUNTAIN WILDERNESS LAZIO, SALVIAMO IL PAESAGGIO RIETI E PROVINCIA, POSTRIBÙ, INACHIS, ALTURA LAZIO, SALVIAMO L’ORSO.

PER SAPERNE DI PIU’

2020.03.12 Osservazioni al progetto presentate in fase di Valutazione di Impatto Ambientale.pdf

2020.06.07 Per ulteriori approfondimenti.pdf

2010.11 Lo Scarpone Cai (articolo)- Ambiente: dove va il turismo della neve – (Aggiornamento nazionale Cai-Tam).jpg

Quaderno TAM n.5 : Montagna, neve e sviluppo sostenibile: quali prospettive – Leonessa (RI) 17-19 settembre 2010 (a cura di Daniele Boninsegni, Carlo Brambilla e Giorgio Maresi)

2020-06-09  (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




CAI e PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA – Proposte 2020/2021 – IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI

CAI e PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA

Proposte 2020 – 2021

IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI

25 maggio 2020 – INCONTRO AD ASSERGI NELLA SEDE DEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA TRA TOMMASO NAVARRA PRESIDENTE DEL PARCO, ALFONSO CALZOLAIO DIRETTORE DEL PARCO E PER IL CAI, GAETANO FALCONE PRESIDENTE GR CAI ABRUZZO E FILIPPO DI DONATO CEA “GLI AQUILOTTI” – RAPPRESENTANTE CAI NEL CD FEDERPARCHI

Il 2020 andrà un po’ così, di conserva, con le attività che riprenderanno con la massima cautela. Nel frattempo si può utilizzare questo tempo sospeso per definire le attività escursionistiche, educative e culturali per i tempi migliori. Ecco il senso dell’incontro Cai Parco, per condividere efficacemente un 2021 denso di ricorrenze e appuntamenti.

I Parchi racchiudono e tutelano un eccezionale scrigno di biodiversità e culture. Il dialogo Cai Parco è indispensabile, sancito da leggi nazionali per la Montagna e da intese locali sottoscritte con mirate finalità a favore della Montagna e dei suoi abitanti.

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Nell’Appennino centrale, il Parco si estende su 150.000 ettari e comprende territori di tre Regioni (Abruzzo Lazio e Marche) 5 province (L’Aquila Teramo Pescara Rieti ed Ascoli Piceno) e ben 44 comuni. Istituita nel 1995  vi troviamo ambienti paesaggistici da primato con il Gran Sasso d’Italia e il Corno Grande,  la cima più alta dell’Appennino (2912 m), l’Altopiano di Campo Imperatore e il bacino artificiale, lago di Campotosto, ambedue noti per estensione e bellezza. C’è poi il ghiacciaio del Calderone l’unico d’Appennino, il più meridionale d’Europa. A tutto questo si aggiunge un singolare patrimonio di biodiversità con le specie floristiche e faunistiche.

I sentieri, organizzati in Rete Escursionistica, consentono di muoversi in ambienti naturali diversi, arricchiti da un grande patrimonio storico artistico archeologico e culturale che, sostando nei paesi e nei rifugi, si  integra con la variegata bontà enogastronomica dei prodotti tipici e  la qualità dell’artigianato locale.

Sentiero Italia Cai
Accompagnati dal Camoscio d’Abruzzo simbolo del Parco, diventato mascotte nei panni del “vagamondo Camoscio Carlino”, abbiamo la possibilità di osservare, esplorare, conoscere e capire la natura percorrendo le tappe del Sentiero Italia Cai, sostando nei paesi, salendo ai rifugi, fermandosi nei centri visita e nei musei apprendendo tutto del Parco e della sua storia, con gioia ed emozione.

L’incontro Cai Parco si è svolto nella cornice di due date importanti:

23 maggio. È stato siglato, tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Club alpino italiano, il Protocollo d’intesa che prevede una più intensa collaborazione per promuovere educazione e tematiche ambientali. L’accordo intende diffondere la cultura dell’ambiente, della biodiversità e della ecosostenibilità, e valorizzare i sentieri nelle aree protette, favorendo la frequentazione consapevole delle “Terre alte” e la realizzazione di quel percorso ecosostenibile che prenderà il nome di “Sentiero dei Parchi”, che si innerva sul “Sentiero Italia Cai”.

24 maggio, Giornata Europea dei Parchi. Il Cai ribadisce che i Parchi sono aree scelte per la conservazione e la gestione delle risorse naturali. Con la frequentazione se ne trae conoscenza e benessere psico-fisico e, se le risorse sono oculatamente utilizzate, economie di aggregazione a favore delle popolazioni residenti

ARGOMENTI TRATTATI nell’incontro

SENTIERO ITALIA CAI e ALTRI INTINERARI ESCURSIONISTICI NEL PARCO

  1. SENTIERO ITALIA CAI – progetto nazionale del Cai. Nella Carta Escursionistica del Parco è già riportato il Sentiero Italia Cai, oggetto di studio e rilievo Cai-Parco e congiuntamente se ne verificheranno percorribilità, segnaletica e posti tappa.
  2. TREKKING APRUTINO. Lungo itinerario escursionistico voluto nel 1991 dal Club Alpino Italiano Sezione di Teramo (nel 2021 sono 30 anni), per celebrare il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L’avvio sui Monti Gemelli, per proseguire sui Monti della Laga e terminare sul Gran Sasso d’Italia. La nostra avventura inizia dall’abitato di Ripe di Civitella fino a Leofara (tappa Monti Gemelli), Pietralta di Valle Castellana , Stazzi della Morricana, La Fiumata, Sella Laga (tappe Monti della Laga), Nerito di Crognaleto, Rifugio del Monte, (Riserva Corno Grande di Pietracamela) Prati di Tivo di Pietracamela, Campo Imperatore, Piano del Fiume, e termina nel borgo di Castelli, accolti dai soci della locale Sezione, con sosta al Rifugio Enrico Faiani (tappe Gran Sasso d’Italia).
  3. SENTIERO DEL TORDINO da Teramo a Padula lungo la via dei mulini dell’Alto Tordino, in fase di rilancio e ci si può avvalere dello studio realizzato dalla Sezione Cai di Teramo
  4. SENTIERO CASTELLI – ISOLA DEL GRAN SASSO attraverso la Sella e il Castello di Pagliara, con sosta e pernottamento nei borghi e la scoperta del valore paesaggistico delle “terre alte”, ai piedi del sottogruppo Monti Camicia e Monte Prena.

RISERVA CORNO GRANDE DI PIETRACAMELA – PROGETTO CAMOSCIO D’ABRUZZO – 2020 ANNO DELLA BIODIVERSITA’
Istituita nel 1991 (nel 2021 sono 30 anni con la riuscita reintroduzione del Progetto Camoscio d’Abruzzo) – Si può attualizzare il pieghevole di allora evidenziando il valore dell’anello escursionistico (anche tratto del Sentiero Italia Cai) , come scoperta educante del territorio, dal paese, ai rifugi e alle “terre alte”.

Il Progetto Camoscio d’Abruzzo è stato un complesso intervento di reintroduzione del Cai nazionale che prese forma verso la fine degli anni ’80. Il Cai Abruzzo, riuscì nel 1991 (prima della Legge Quadro 394/91) a far istituire, sul Gran Sasso d’Italia, la Riserva Comunale Corno Grande di Pietracamela di oltre 2000 ha (affidata in gestione al Cai). Insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo il progetto fu definito e, nel 1992, si organizzò il ritorno dei primi sette Camosci d’Abruzzo a Campo Pericoli, nel cuore della Riserva del Cai, ai quali fecero seguito altri esemplari. Sul Gran Sasso d’Italia anche due Aree faunistiche a Farindola (1991) e Pietracamela (1993) che per disinteresse e opposizione del Comune è stata dismessa.

CEA “GLI AQUILOTTI” – CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DEL CAI ABRUZZO –  c/o  RIFUGIO ENRICO  FAIANI, SEDE SEZIONE CAI DI CASTELLI
La Sede Cai Castelli ospita il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo, struttura educativa del Cai riconosciuta e inserita dalla Regione Abruzzo, nell’albo dei centri di interesse regionale.

Per il dopo Coronavirus sono previsti dei lavori fissi di messa in sicurezza e di adeguamento dello spazio esterno anche per il migliore e più efficace svolgimento delle attività educative e di accoglienza. Si svolgono incontri e attività in ambiente rivolte sia ai giovani soci delle Sezioni del Cai Abruzzo, coinvolgendo anche i genitori, sia agli studenti di ogni ordine e grado. Sistemare gli spazi esterni è necessario e indispensabile anche come adeguamento da coronavirus, così da accogliere in modo sicuro giovani, garantendo spazi per l’idonea distanza fisica, ed eventuali tende nello spazio adiacente il rifugio.

Come didattica c’è l’intendimento di realizzare un percorso botanico naturalistico con lettura e interpretazione dell’ambiente floro faunistico del bosco. Come ulteriore grande ambizione ci sarebbe anche la realizzazione di un percorso didattico per diversamente abili.

La Sezione garantisce anche la manutenzione ordinaria e straordinaria della ricca trama di tracciati escursionistici presenti, dal più frequentato e paesaggistico sentiero al Fondo della Salsa, che introduce allo  spettacolare anfiteatro della Parete Nord del Monte Camicia, all’impervio Sentiero dei Quattro Vadi (ideato dalla Sezione Cai di Castelli) che si snoda sulla fascia pedemontana attraversando le strette valli e poi il Sentiero Italia Cai che giunge dal vicino Comune di Isola del Gran Sasso e il Sentiero Terre Alte da Castelli (TE) a Castel del Monte (AQ, segno del profondo legame che ha sempre accomunato i paesi dei diversi versanti montani (la Montagna unisce). Inoltre ci sono i percorsi ad anello che favoriscono l’avvicinamento e la scoperta del territorio con avvio dall’abitato di Castelli.

I SENTIERI  “TERRE ALTE” – proposta pubblicazione
Terre Alte è un progetto nazionale del Club Alpino Italiano per la salvaguardia delle testimonianze umane in montagna e nasce come ricerca che interessa molte discipline, quali l’antropologia, l’archeologia e la paleontologia. Nel 1999 in tre giorni, 25-26-27 giugno, con un  Seminario nazionale “terre alte”, svolto anche in collaborazione il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tenutosi a Montorio al Vomano (in occasione dell’annuale Vetrina del Parco) ed a Isola del Gran Sasso sono state valutate situazioni ed indicate azioni per una successiva fase di ricerca e di studio.  Il Cea “gli aquilotti” del Cai Abruzzo ha  quindi svolto un lavoro di studio individuando e descrivendo n. 5 sentieri etnografico-culturali che ha preso corpo nel 2002 Anno Internazionale della Montagna

Nella individuazione di sentieri etnografico-culturali, è stato considerato l’insieme montuoso dell’area protetta caratterizzata da: Gran Sasso d’Italia, Monti della Laga e Monti Gemelli individuando i seguenti cinque sentieri (tre sul Gran Sasso d’Italia, uno sui Monti della Laga ed uno sui Monti Gemelli). Gran Sasso d’Italia

  1. sentiero “Castelli – Castel del Monte” attraverso il versante meridionale del Parco, seguendo le tracce dei “maiolicari” di Castelli, superando Vado di Siella verso i paesi dell’aquilano; itinerario recuperato come tratto del Sentiero Italia.
  2. sentiero “Isola del Gran Sasso – Castelvecchio Calvisio” dalla luminosa Valle Siciliana, all’ombra delle grandi pareti, attraverso lo storico Vado di Corno, per l’ampio pianoro di Campo Imperatore verso i borghi della montagna.
  3. sentiero Pietracamela – Collebrincioni che dal “nido” degli “aquilotti del gran sasso”, recupera la via commerciale dei “pretaroli” che dal Valico della Portella, scendevano lungo i pendii innevati, verso Assergi e la Valle del Vasto per scendere fino all’Aquila.Monti della Laga
  4. sentiero “Teramo – Amatrice” lungo la via dell’acqua e della pastorizia, tra mulini e stazzi, da una Regione all’altra sui pendii erbosi di una montagna che ha sempre unito.Monti Gemelli
  5. sentiero “Ripe di Civitella – Gole del Salinello – Macchia da Sole”  lungo suggestive gole dense di geologia e natura; area montana poco conosciuta da scoprire per gli eremi ed il Castel Manfrino, luoghi “tra i due Regni” per l’incontro tra Stato Pontificio e Regno di Napoli.

L’insieme della fase di rilevo lungo i sentieri scelti  ha portato a catalogare un TOTALE di n.87 siti.

Gran Sasso d’Italia con n. 61 siti catalogati

  1. sentiero “Castelli – Castel del Monte “ con n.17 siti;
  2. sentiero “Isola del Gran Sasso – Castelvecchio Calvisio” con n.23 siti;
  3. sentiero “Pietracamela – Collebrincioni” con n.21 siti;

Monti della Laga con n. 18 siti catalogati

  1. sentiero Teramo – Amatrice (n.18 siti)

Monti Gemelli con n. 8 siti catalogati

  1. sentiero Ripe di Civitella – Gole del Salinello – Macchia da Sole (n.8 siti)

RECUPERO DEL MULINETTO DEGLI SMALTI A CASTELLI (TE)
Il primo dei beni culturali censiti dal Cai lungo il sentiero Castelli (TE) – Castel del Monte (AQ), si trova sul Fosso Leomogna. E’ un mulinetto ad acqua, utilizzato per macinare una miscela di silice, stagno e piombo che componeva gli smalti antichi. Dei molti piccoli mulini presenti, oggi restano solo tracce e ruderi, a parte due che sono ancora in piedi, uno di questi, è del CAI Abruzzo. Il mulinetto non più utilizzato, è in stato di pericoloso abbandono a causa degli eventi sismici. Il Cai Abruzzo si è fatto carico delle spese iniziali di acquisizione del bene, ma è necessario affiancare l’opera di volontariato dei soci del Cai di Castelli (impegnati nella pulizia dei luoghi e nella risistemazione del canale che forniva acqua al mulino) intervenendo finanziariamente per il recupero della piccola struttura,  che valorizza la tradizionale lavorazione della ceramica ed è elemento significativo del Sentiero Terre Alte.

MONTAGNA PULITA – realizzazione di borracce Cai Parco
– NO ALLA PLASTICA IN AMBIENTE – “EVVIVA LA BORRACCIA!  liberi dalla plastica”

EVVIVA LA BORRACCIA è un impegno del Cai per ridurre l’uso di bottiglie di plastica  in montagna, in escursione e nelle attività didattiche.

L’inquinamento in montagna è un problema che spesso viene sottovalutato e i rifiuti vengono abbandonati nelle aree sosta, nelle zone di ricreazione, nelle scarpate e lungo i sentieri. Importante l’opera di sensibilizzazione rivolta ai residenti ed a turisti poco attenti. Per una efficace comprensione delle implicazioni economiche, delle conseguenze sull’ambiente e delle possibilità offerte da tecnologia e materiali, vanno svolte sia azioni dirette sulle strutture in quota del Cai e nelle Sezioni, sia iniziative didattico-informative con attività di comunicazione svolte in ambiente durante le escursioni organizzate e nei rifugi.

NO ALLA PLASTICA IN MONTAGNA a questo invasivo, longevo e subdolo prodotto che è sempre più presente, si sminuzza, si frammenta, non si decompone e può finire anche negli alimenti. L’uso eccessivo della plastica si  paga a caro prezzo e ne sanno qualcosa pesci e uccelli, con fotografie significative che hanno fatto il giro del mondo.

CULTURA DELL’AMBIENTE CAI, DA GESTI PICCOLI, EDUCATIVI E SIGNIFICATIVI 
Come CAI possiamo essere utili all’ambiente ed educare anche con piccoli gesti, riconoscendo ruolo e valore a utili, simpatici e colorati compagni di escursione portati con noi nello zaino. Tra questi ne abbiamo uno meraviglioso che è la nostra “borraccia”, fedele compagna di esperienze ed emozioni.

Lo slogan EVVIVA LA BORRACCIA! è un messaggio rivolto a soci e non soci affinché nelle attività formative e di escursione si utilizzi la borraccia e non la bottiglia di plastica (PET); soprattutto da evitare nei pranzi al sacco preparati dagli alberghi per le uscite dei corsi e le escursioni sezionali. In montagna abbiamo acqua buona, generosamente presente e quindi utilizziamola.

Un primo positivo esempio è venuto dal Corso AE d’Abruzzo 2018 che ha recepito l’appello e nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise dove i corsisti giunti al paese di Civitella Alfedena,  hanno utilizzato la fonte per questa primaria necessità.

LE MOSTRE

MOSTRA “LUOGHI E TEMPO SUL GRAN SASSO D’ITALIA”,  civiltà della montagna
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti”, ha documentato, tramite fotografie, disegni e brevi racconti, la storia degli abitanti delle montagne abruzzesi e le montagne stesse, magnifici ambienti nei quali si sono vissute le gioie e le difficoltà, la religiosità e le tradizioni, l’arte e le trasformazioni.

L’intento é duplice: da una parte raccogliere e conservare una rara e preziosa documentazione fotografica e dall’altra renderla fruibile a tutti, per far conoscere meglio la nostra storia e le nostre montagne affinché, attraverso le immagini e le parole, gli insegnamenti dei nostri vecchi non vadano perduti per sempre.

La Mostra ha avuto il suo battesimo nel 2002, Anno Internazionale delle Montagne. Così decise l’ONU riconoscendo valore e ruolo ad ogni montagna, insieme alle popolazioni che vi abitano, ai racconti, le sofferenze, le feste, le soddisfazioni e le vicissitudini.

MOSTRA ALPINISMO SUL GRAN SASSO – da recuperare come messaggio alla consapevole e prudente frequenza della Montagna – Richiesta di  duplicare alcuni pannelli per il Rifugio Enrico Faiani di Castelli, sede del Cea “gli aquilotti”.
A Pietracamela, nei locali del Centro Visite, il Parco ha allestito un Museo dell’Alpinismo che completa l’impegno comunicativo del Parco con la Foresteria degli aquilotti a Prati di Tivo. La scelta di Pietracamela come sede del Museo è legata alle origini del gruppo di alpinisti chiamato “gli Aquilotti del Gran Sasso d’Italia” che nel 1925 si formarono e crebbero sostenuti dall’entusiasmo e dalla guida di Ernesto Sivitilli, medico del paese. A questi giovani e tenaci amici va riconosciuto il merito di aver compiuto ascensioni di ottimo livello tecnico, senza alcun collegamento con l’ambiente alpinistico nazionale, con l’obiettivo di salire le vette più importanti del Gran Sasso. Il Museo unisce le esperienze più recenti alle gesta del passato iniziate nel lontano 1573, quando l’ingegnere militare Francesco De Marchi, il 19agosto salì sulla vetta occidentale del Gran Sasso d’Italia. L’alpinismo è quindi nato sulle montagne dell’Appennino. Dopo il De Marchi, nel 1794 c’è l’esperienza dello scienziato Orazio Delfico, salito, dal versante teramano, sulla vetta orientale per misurarne la quota.

I pannelli del Museo con brevi testi ed immagini descrivono le tante pagine di alpinismo su queste montagne. Attraverso esperienze e testimonianze, incoraggia una frequentazione alpinistica ed escursionistica della montagna attenta e consapevole.

La Mostra educa alla prudenza, insegnando a preparare accuratamente l’escursione, oppure scegliendo di andare per monti accompagnati da esperti del Cai e guide alpine.

2020-06-06  (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




GIORNATA MONDIALE dell’AMBIENTE – 5 giugno 2020 – “È il momento per la Natura”

GIORNATA MONDIALE dell’AMBIENTE – legame imprescindibile tra natura e vita – va ripensato il rapporto con l’ambiente e il problema è culturale

– interagire con l’ambiente

– imparare dall’ambiente

– guardare al nuovo

– scegliere da consapevoli

5 giugno 2020 –È il momento per la Natura”, per ricordarci, in presenza della pandemia da coronavirus, che la perdita di biodiversità, dovuta alla degradazione degli habitat, è strettamente legata alla vita dell’uomo sulla Terra. Ci sono poi inquinamento e crisi climatica che, a loro volta, incidono negativamente sulla salvaguardia dell’ambiente Le risposte alle crisi nascono dal confronto tra scienza, tecnologia, cultura, educazione ed economia. I Parchi e le altre Aree Protette sono alfieri di questo processo.

L’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con una specifica vicinanza e partecipazione alla giornata nazionale, dà risalto ai temi ambientali, sociali, culturali e del diritto guardando al futuro dell’umanità per scelte durature ed ecosostenibili.

Raccogliamo quindi il senso compiuto di questa sfida globale nella quale informazione e consapevolezza sono determinanti! Con noi gli obiettivi di Agenda 2030 e le linee programmatiche del Bidecalogo Cai.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione in occasione della Giornata Mondiale dell’ Ambiente:

«La Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione preziosa per pensare insieme il futuro dell’umanità, per realizzare i cambiamenti necessari a ridurre gli squilibri e promuovere un approccio rispettoso della natura, per riflettere sulla sostenibilità dello sviluppo.

Abbiamo una comune responsabilità di fronte all’umanità: garantire il diritto alla vita. Questo comporta che lo sfruttamento delle risorse non oltrepassi la loro capacità di riproduzione e che la distribuzione dei beni sia ordinata nel segno della giustizia, senza costringere i più deboli alla marginalità e senza depredare di opportunità le generazioni che verranno.

È un compito difficile, ma assolutamente necessario. La portata globale della sfida non deve diventare un alibi per l’inerzia o per il rinvio. Stati, istituzioni internazionali, società civili, opinioni pubbliche: ciascuno è chiamato a fare la sua parte per contrastare i cambiamenti climatici, per evitare la desertificazione di aree vaste del pianeta, per combattere lo spreco di acqua e di cibo, per difendere la biodiversità, per rendere più efficiente il ciclo dei rifiuti e il riuso dei materiali, per produrre energia da fonti rinnovabili e non inquinanti.

Riconciliare l’umanità con la natura è peraltro un obiettivo che richiama il desiderio di pace, di bellezza, di coesione sociale, di cooperazione tra i popoli. Le vicende del nostro tempo continuano a dimostrare che la qualità e l’equilibrio dell’ambiente hanno una relazione strettissima con il rispetto della legalità, con la riduzione delle diseguaglianze sociali, con il rifiuto della guerra e della violenza, con la sicurezza e la salute delle popolazioni, con una crescita economica sostenibile nel tempo.

Il tema scelto quest’anno per la Giornata mondiale sottolinea la connessione tra le persone e la natura, e sollecita una sensibilizzazione sempre maggiore, un impegno di educazione che renda responsabili e protagonisti ciascuno di noi. Da una spinta popolare, da una crescita di consapevolezza diffusa può venire un contributo decisivo anche all’azione degli stati. L’Agenda di Parigi sui cambiamenti climatici mantiene una sua importante validità e i contenuti di quell’accordo vanno implementati. Non sarà una strada facile, ma può e deve essere percorsa. L’impegno per avversare i mutamenti del clima è parte integrante degli obiettivi inseriti nell’agenda 2030 delle Nazioni Unite».
Roma, 5 giugno 2017

2020-06-05  (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi

Dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. link al sito

Logo giornata mondiale ambiente.jpg

2020.06.03 comunicato ispra.pdf

2019 annuario dei dati ambientali da ISPRA. link al sito

2020.06.05 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




AMBIENTE, SALUTE e MONTAGNATERAPIA

AMBIENTE, SALUTE e MONTAGNATERAPIA

– L’AMBIENTE È UN BENE COLLETTIVO, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ E RESPONSABILITÀ DI TUTTI

– LA TUTELA COSTITUZIONALE DEL DIRITTO ALLA SALUTE

L’esperienza del coronavirus e la visione d’insieme che una pandemia presenta, avvicinano all’interesse per la politica locale e territoriale, recuperando il senso di ciò che è pubblico e che è importante per ogni cittadino. Quanto l’ambiente aiuta e decide la nostra salute? L’ambiente è  indispensabile per qualità della vita e benessere. L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio dell’umanità e responsabilità di tutti.

Ci si deve preparare a utilizzare gli strumenti e i nuovi investimenti, dal Governo e dall’Europa, per la ripresa dal Coronavirus (Covid 19), che siano in linea con gli obiettivi del “patto verde d’Europa” per contrastare la crisi climatica, a difesa dell’ambiente e stimolino una crescita economica “verde”. C’è necessità di attenzione al sistema sanitario e produttivo, all’educazione scolastica e alla tutela del “patrimonio naturale”. La tutela costituzionale del diritto alla salute e all’istruzione.

E’ quindi Il momento è giusto per promuovere momenti di riflessione sul tema AMBIENTE, SALUTE e MONTAGNATERAPIA coinvolgendo esperti di settore e il Club Alpino Italiano con le Commissioni Tutela Ambiente Montano e Medica e le altre secondo specificità. Insieme per considerare, monitorare e approfondire le attuali situazioni ambientali e sociali e le trasformazioni (notevoli) in atto relative alla pandemia e alle implicazioni che ne derivano per il futuro dell’umanità.

POLITICHE A LUNGO TERMINE Servono scelte politiche a medio e lungo termine, per affrontare e risolvere problemi che già coinvolgevano l’umanità e oggi hanno dimostrato la grande criticità delle interazioni tra l’uomo e l’ambiente. Prima della pandemia erano evidenti gli effetti determinati da grandi e medie industrie e la necessità  di intervenire in materia di inquinamento, consumo di suolo e cambiamento climatico. Sotto la lente anche allevamenti e agricoltura per giungere a un rapporto bilanciato tra alimentazione ideale alimentazione reale.

ARGOMENTI OGGETTO DI APPROFONDIMENTO (anche per un auspicabile Convegno)

Valore dell’Ambiente. Cogliere la serie di rapporti complessi e intricati (di difficile previsione) tra mondo animato e inanimato.  Tra tutti gli esseri viventi ci sono relazioni che sono in continua evoluzione e trasformazione. Tra scienza e tecnologia e beni ambientali e culturali

Montagne e Parchi. Il tema ambiente pone al centro la situazione delle montagne dei parchi e delle riserve naturali con una visione di insieme dalla costa e dal mare, con le funzioni ecosistemiche, iniziando dal bosco.

Territorio e salute. Va dato corpo alle leggi e alle disposizioni per la tutela del territorio in relazione alla salute.

Acque, luoghi e benessere. Sviluppare l’attuale concetto di benessere, l’incidenza dell’acqua alla vita e ambienti di mare e di montagna con le loro diversità climatiche

La tutela costituzionale del diritto alla salute. La Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute definendolo un diritto sociale fondamentale dell’individuo. Tema complesso trattato nell’art.32 e in altri passaggi della Costituzione.

Stato di salute e qualità della vita in rapporto alle condizioni ambientali. Le interazioni uomo-ambiente-uomo.   Purtroppo alla prevenzione in generale è a quella di tipo ambientale in particolare viene accordata poco attenzione.  Lo stato fisico, morale e sociale e le condizioni ottimali

Alimentazione. Cosa serve e quanto tra agricoltura e allevamento. La scienza dell’alimentazione per definire alimentazione ideale e quella reale. Animali e piante come indicatori biologici.

Popolazioni e malattie. Incognite e sfide del futuro.

Presidi ospedalieri. Dal diritto costituzionale alla salute per tutti i cittadini. Un sistema sanitario in grado di tutelare la salute privilegiando la prevenzione e l’educazione sanitaria

Lavoro e mantenimento della salute. Le indicazione della medicina del lavoro in quanto il lavoro va svolto in “sicurezza”  e non deve produrre effetti nocivi da rischi ambientali.

Grandi, medie e piccole industrie. L’incidenza della industrializzazione e della cementificazione del suolo. Le azioni a tutela dell’ambiente sono sempre successive alle opere e le norme emanate trovano difficoltà applicative per situazioni pregresse e complessità e costi degli interventi (contro inquinamento atmosferico, contaminazione di acque e suoli, a tutela degli alimenti … ).

Ambiente naturale e Ambiente sociale.  La Montagnaterapia e la positiva incidenza degli ambienti naturali, favoriscono incontro e aggregazione, qualità della vita, organizzazione del tempo libero e conspevolezza. La funzione dei servizi ecosistemici.

VELOCITÀ DEL CAMBIAMENTO. La pandemia ha accentuato la percezione della “velocità del cambiamento”, con valori e comportamenti che rischiano di essere superati ancora prima di conoscerli bene. Sta a noi non “annebbiare” questa percezione, risucchiati da una ribadita “normalità” condizionata da consolidati meccanismi economici e produttivi che spingono sul pedale del “consumismo”.

PRECAUZIONE e CURA. Seguiamo i principi di “precauzione” e di “cura” per trovare un “modello culturale e scientifico” che si adatti ai rapidi cambiamenti e sia in grado di elaborare efficacemente la gran massa di informazioni  (gestite da algoritmi) che ci giungono.

DEPRIVAZIONE SENSORIALE. In assenza di notizie certe e sperimentabili, il mondo televisivo e di internet rischia di diventare “rumore di fondo” con cittadini (e giovani) disorientati e sempre più assenti. Si affaccia la “sindrome da deprivazione sensoriale“, per cui tutto accade lontano, a tratti irreale. L’esperienza sensoriale è invece concretezza, contenuto e “segna” l’animo. Tutto questo nel caso del coronavirus è mancato, ridotto alle sole immagini televisive e del web. In molti si comportano con superficialità (rispetto delle norme, mascherina e distanza fisica), perché non hanno assistito all’evolvere della malattia, senza la possibilità di visitare i malati, di accompagnarne cure e sofferenze, di vedere i morti, di fare la veglia, di esserci al funerale e al cimitero.

2020-05-31 (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




Club Alpino Italiano e Coronavirus: Rifugi Sicuri

I Rifugi Cai si stanno organizzando per contrastare il coronavirus. Niente letti a castello nelle camerate.

I Rifugi del Cai si stanno organizzando, ma sarà una stagione estiva molto complicata. I vertici nazionali del Cai ne sono consapevoli. I due fine settimana  dopo il  confinamento sono stati una preoccupante anteprima e così si teme che i prossimi afflussi diventino ingestibili.

“Moltissima gente a fronte di capacità di accoglienza più che dimezzata. Lo scorso fine settimana anche un sindaco di Montagna è stato costretto a fare il vigile per gestire le auto in arrivo”, commenta Giacomo Benedetti, presidente della Commissione centrale rifugi e opere alpine del CAI.

Il prossimo fine settimana, con il ponte del 2 giugno, sarà una prova generale, con diverse aperture programmate di numerose strutture. Diverse le azioni messe in campo, in due mesi di confronto e di strategie possibili, condivise anche con i gestori dei Rifugi.

Per i pasti varranno le norme dei ristoranti. Anche qui, un metro di distanza tra commensali. “Tutto sommato queste norme consentono di poter lavorare. Temevamo misure ben più restrittive. Ogni gestore del Rifugio potrà, in base alle sue necessità e possibilità, allestire delle tende o permettere agli escursionisti di montare la propria, in accordo con gli enti locali”, spiega ancora Benedetti.

All’interno obbligo di mascherina, sia per gli ospiti che per il personale. Ma non a tavola, ovviamente.

Per quanto riguarda il pernottamento, le nuove norme impongono il distanziamento fra letti, nelle camerate, di un metro.

Verranno eliminati i letti a castello. La riduzione dei posti sarà circa del 50%.

In caso di pernottamento c’è una richiesta di contributo per le operazioni di sanificazione agli escursionisti: un euro per i soci, due per i non soci. E questa mi sembra una richiesta davvero minima considerando già la sola sanificazione dei bagni, a cui accedono anche quelli che non si fermano per la notte.

In programma anche la sanificazione degli ambienti e dei locali con ozono. Purtroppo, alla consegna ai rifugi di idonee apparecchiature, si contrappone una difficoltà di tipo burocratico “Sono in corso i test sul macchinario. Ma si dovrà poi procedere con procedure di appalto e questo allungherà inevitabilmente i tempi di consegna. Speriamo di farcela per la metà di giugno”. 

C’è anche un ulteriore aspetto da considerare. Nel caso dovesse presentarsi una persona con sintomi riconducibili al Covid-19 – febbre o tosse – questa dovrà essere isolata. “Ovviamente ciò che auspichiamo è che nessuno vada in montagna se non in perfetta salute. Ma i rifugi non possono respingere nessuno, per cui bisognerà pensare di garantire uno spazio destinato solo ai sospetti contagiati. Potrebbe essere il locale invernale, che però non tutti i rifugi hanno. Sarebbe meglio avere una “camera covid”, sperando che non ce ne sia mai bisogno”.

E’ INDISPENSABILE essere prudenti e consapevoli quando ci si ferma nei paesi e si percorrono i sentieri, ricordandosi  di prenotare e verificare la disponibilità dei Rifugi.

PIANO RIFUGIO SICURO: valgono sempre le 10 regole, di buon senso e precauzione, indicate dal Cai per il frequentatore.

2020-05-28 (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




CLUB ALPINO ITALIANO E CORONAVIRUS: 53 AUTO PER LA MONTAGNA

CLUB ALPINO ITALIANO E CORONAVIRUS: 53 AUTO PER LA MONTAGNA

Il Club alpino italiano consegna 53 auto all’Anpas per assistere a domicilio nelle aree montane
Le prime dieci auto, per Lombardia e  Liguria sono state consegnate il 22 maggio dal Presidente generale del Cai VINCENZO Torti al Presidente di Anpas FABRIZIO Pregliasco

In questa fase, tra peggioramento climatico e pandemia, il Club alpino italiano sostiene la “tenuta” delle “terre alte” contro spopolamento e spaesamento. A sostegno della Montagna e dei suoi abitanti il Cai ha risposto in modo mirato ed efficace intervenendo con un impegno economico di 1.500.000 euro sia a favore di chi vive in montagna, sia dei servizi messi a disposizione con rifugi, sentieri e Sezioni a presidio dei territori. Con i primi 500.000 euro 53 Panda sono per i volontari dell’ANPAS e destinate alle zone montane. In questo modo viene facilitata l’assistenza sanitaria a domicilio dei volontari dell’ANPAS, anche per anziani e disabili che vivono in montagna, colmando un disagio presente e uno squilibrio  assistenziale che era a favore della città.

L’attenzione alla Montagna ha quindi molte facce e questa volta il Cai ha pensato alle “genti di Montagna”, che tenacemente resistono nelle “terre alte”.

Vicini alle montagne, noi ci siamo: è questa la frase riportata sulle 53 autovetture dal Cai ad Anpas per facilitare l’assistenza alle persone più a rischio di marginalità che vivono nelle comunità più isolate, in particolare quelle delle aree montane.

Le auto saranno destinate a tutte le regioni italiane. Ieri 22 maggio a Milano il presidente generale del Cai Vincenzo Torti ha consegnato al virologo Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale di Anpas, le chiavi delle prime dieci auto, alla presenza del presidente di Anpas Lombardia Luca Puleo. Di queste prime auto, sei sono destinate alla Lombardia e quattro alla Liguria.

In particolare le sei “lombarde” saranno utilizzate nelle valli lecchesi e in Valtellina, nelle valli della province di Bergamo e di Brescia, nella zona di Cunardo (VA), in quella di Lanzo d’Intelvi (CO) e nell’area di Casalpusterlengo e Codogno (LO). Quest’ultima, anche se non si tratta di un’area montana, è stata scelta in quanto prima zona rossa del nostro Paese e per le sue specifiche necessità.

«Questa è una giornata davvero speciale per i soci del Club alpino italiano», ha affermato Vincenzo Torti. «L’amicizia che si è consolidata con Anpas e tutti i suoi volontari, nei giorni della realizzazione della Casa della montagna di Amatrice, trova oggi una nuova espressione. Loro porteranno l’assistenza domiciliare nelle valli collinari, alpine e appenniniche, dove è più difficile arrivare, garantendo la presenza accanto a persone anziane, malati e disabili. Il Cai è orgoglioso, attraverso questa donazione, di aver contribuito a qualcosa che, in un momento difficilissimo per tutto il Paese, potrà

raggiungere, grazie ad Anpas, le località che ci stanno a cuore: quelle delle montagne, dove ci sono popolazioni che richiedono e hanno diritto a una grande e particolare attenzione».

Anche Fabrizio Pregliasco ha mostrato una notevole soddisfazione: «oggi abbiamo vissuto un magnifico momento con gli amici del Cai. Un momento caratterizzato da una consegna che unisce, riunisce e consolida una grande amicizia tra due entità importanti del nostro Paese, caratterizzate da un volontariato socio-sanitario e un volontariato per l’ambiente e la qualità della vita. Un grazie a nome di tutti i nostri volontari ai nostri compagni di viaggio del Cai. Le parole scritte sulla livrea delle auto sono il messaggio che vogliamo portare in tutta Italia per continuare il nostro servizio sociale in questo momento difficile, che ha reso ancora più importante il volontariato e la cittadinanza attiva».

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2020-05-27 (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




SETTIMANA DELLA NATURA: 22 MAGGIO 2020 – GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITA’ – CAMOSCIO D’ABRUZZO

SETTIMANA DELLA NATURA: 22 MAGGIO 2020

GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITA’ – CELEBRIAMO IL CAMOSCIO D’ABRUZZO

2020 – Anno per l’Ambiente e la Biodiversità

La Montagna è ricca di piante, animali, funghi, rocce e altre risorse naturali. Questo è segno di biodiversità e lo osserviamo quando percorriamo i sentieri e ci guardiamo attorno, curiosi e in silenzio. Il Club Alpino Italiano riesce a trasmettere l’importanza della biodiversità e fa cogliere a chi cammina con noi questo importante aspetto che vediamo sempre più minacciato. SENTIERI PER CONOSCERE è il chiaro messaggio e ogni escursione diventa occasione per sfogliare il libro della natura secondo sensibilità e interesse..

Il 2020 è l’anno per l’Ambiente e la Biodiversità e si verificano i risultati del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020. Purtroppo la crisi ambientale è notevole, gli equilibri fragili e la maggior parte degli obiettivi non sarà raggiunto, con un elevato numero di specie che rischia l’estinzione. Il consumo delle risorse naturali aumenta più di quanta la Terra ne produce. Distruggiamo foreste, consumiamo suolo, inquiniamo acqua e aria e ci troviamo immersi in una crisi climatica, con aumento della temperatura.

Il Cai vuole approfondire la relazione fra cultura e natura. Nei Corsi e nelle uscite in ambiente si parla di biodiversità e stabilità degli ecosistemi, della presenza dell’uomo e delle dinamiche antropologiche in Montagna. Tra le soluzioni l’uso efficace della  normativa di riferimento, il ruolo dei Parchi per la tutela del territorio, l’importanza della messa in rete degli enti di tutela per azioni di tutela pianificate.

Nell’ambito della Settimana della Natura la Giornata mondiale della biodiversità, sarà celebrata dal MATTM con eventi dedicati al Capitale naturale, in particolare i canali social del Ministero ospiteranno una conferenza scientifica e un talk-show con la partecipazione di Licia Colò,  storica amica dell’ambiente,.

La Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del Cai pone l’accento su due aspetti: il primo individuale … Ci fermeremo un minuto a riflettere. I nostri comportamenti, i nostri stili di vita, i nostri consumi quanto incidono sulla perdita di biodiversità? Ce ne rendiamo conto? Possiamo migliorarli? Ognuno di noi può, se vuole, portare un contributo aggiuntivo alle auspicate politiche di conservazione e gestione della Biodiversità. Il secondo è generale  … la Biodiversità può essere definita come la ricchezza di Vita sulla Terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera. Questo si sostanzia nel Capitale Naturale che fornisce beni e servizi di valore diretto e indiretto per l’Uomo i quali sono necessari per la sopravvivenza dell’Ambiente stesso da cui sono generati.

Nel prossimo decennio saranno necessarie azioni incisive e molto più efficaci per invertire la rotta e imboccare la strada per un futuro possibile ed ecosostenibile. Determinanti saranno le  aree protette con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità con azioni ambientali, economiche, culturali e sociali.

CAMOSCIO D’ABRUZZO e BIODIVERSITA’ D’APPENNINO SALVATA
In questa Giornata mondiale della Biodiversità 2020 evidenzio il riuscito Progetto Cai di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo in Appennino, di questo splendido ed elegante “acrobata delle rocce” che si lascia ammirare per agilità ed evoluzioni.

Il progetto Camoscio d’Abruzzo è stato un complesso intervento di reintroduzione del Cai nazionale che prese forma verso la fine degli anni ’80. Il Cai Abruzzo, riuscì nel 1991 (prima della Legge Quadro 394/91) a far istituire, sul Gran Sasso d’Italia, la Riserva Comunale Corno Grande di Pietracamela di oltre 2000 ha (affidata in gestione al Cai). il progetto di reintroduzione fu definito Insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo e, nel 1992, si organizzò il ritorno dei primi sette Camosci d’Abruzzo a Campo Pericoli, nel cuore della Riserva del Cai, ai quali fecero seguito altri esemplari. Sul Gran Sasso d’Italia si realizzarono anche due Aree faunistiche a Farindola (1991) e Pietracamela (1993). Nel 1990/91 sulla Maiella furono liberati quindici esemplari nell’ambito della Riserva della Forestale di Lama dei Peligni, dove il Cai ristrutturò il rifugio Fonte Tarì – punto di osservazione degli animali, e altri sei esemplari nell’area faunistica di Lama dei Peligni.

A RISCHIO ESTINZIONE
Il Camoscio d’Abruzzo è una rara sottospecie presente in Italia. Quasi tragica la storia di questo splendido animale, descritto come Rupicapra pyrenaica ornata, decimato da caccia e bracconaggio sulle montagne d’Abruzzo dove viveva in passato (nel Gran Sasso l’ultimo Camoscio era stato abbattuto fin dal 1892). Riuscì a sopravvivere, con poche decine di esemplari, nell’impervia zona della Camosciara, nel 1913 e poi decisiva fu l’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo.

LA STORIA DEL CAMOSCIO È A LIETO FINE.
Grazie all’azione dei Parchi d’Appennino la popolazione del Camoscio d’Abruzzo è cresciuta, diventando Camoscio d’Appennino. Lo splendido animale si è positivamente diffuso dal Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise su Maiella, Gran Sasso e Monti della Laga, Sirente-Velino, Monti Sibillini e nelle varie Aree Faunistiche.

Una Mostra sullo storico evento Cai degli anni ’90 (10 pannelli), fu realizzata dal Cai Teramo in collaborazione, con Provincia di Teramo – Assessorato all’Ecologia, Riserva Corno Grande di Pietracamela del Cai e Parco Nazionale d’Abruzzo.

01 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Presentazione

02 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – Il Camoscio d’Abruzzo

03 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – L’ecologia

04 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – L’ecologia

05 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – Il ritorno

06 Mostra Il più bel camoscio del mondo – La ricerca scientifica

07 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Parchi e riserve dell’Appennino

08 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Il Camoscio e l’uomo

09 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Le caratteristiche

10 Mostra il più bel camoscio del mondo – L’alimentazione

2020-05-22 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – Cai Federparchi




SETTIMANA DELLA NATURA:  21 MAGGIO 2020, GIORNATA EUROPEA DELLA RETE NATURA 2000

SETTIMANA DELLA NATURA:  21 MAGGIO 2020

GIORNATA EUROPEA DELLA RETE NATURA 2000

Rete Natura 2000

(presentazione)
Al centro dell’attenzione la Rete Natura 2000 che è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una Rete Ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

 Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali” (Art. 2). Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico

In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.

 Nella giornata il Ministro Sergio Costa informerà sullo stato di fatto, sull’ampliamento della Rete Natura 2000 e sui numerosi progetti Life che consentono di proteggere e conoscere sempre meglio il nostro Paese.

Il Club Alpino Italiano – Commissione Centrale TAM ci ricorda che: … dovremo acquisire la consapevolezza di quanto lungimirante e strategica sia stata la decisione assunta dalla UE nel creare questo sistema di protezione di Specie (2000) e Habitat naturali (230 tipi). Il “complesso di misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente”, rappresenta l’obiettivo generale per il raggiungimento di uno stato di conservazione adeguato. Anche questo Sistema rappresenta un pilastro dello Sviluppo Sostenibile ponendosi l’obbiettivo di preservare e rendere disponibile per le generazioni future un Ambiente non ulteriormente compromesso.

Di chiaro riferimento è quanto riportato nel BIDECALOGO CAI che traccia le linee di indirizzo e di autoregolamentazione in materia di ambiente e tutela del paesaggio

PUNTO 1 – LA MONTAGNA E LE AREE PROTETTE
(sintesi) L’alta montagna ci offre ancora ambienti naturali non completamente antropizzati dove la conservazione e il ripristino della biodiversità rivestono una straordinaria importanza. In questo quadro è determinante il ruolo di aree protette, parchi, riserve naturali, SIC (Siti di Importanza Comunitaria), ZPS (Zone di Protezione Speciali) …. di cui il CAI è un convinto sostenitore. In particolare il CAI guarda alla Rete Ecologica e cerca forme di collaborazione che indirizzino la pianificazione e gestione territoriale alla tutela, alla conservazione dell’ambiente e alla ecosostenibilità sociale ed economica delle popolazioni locali. La visione è d’insieme e abbraccia montagne e mare, nella continuità di ecosistemi e culture, dando riscontro alle intese sottoscritte

Nel dettaglio:

LA NOSTRA POSIZIONE
Per il CAI è fondamentale la frequentazione, la conoscenza e lo studio della montagna in tutti i suoi aspetti sia naturali (flora, fauna, acque, rocce e ghiacciai) sia antropici (cultura, storia, risorse e attività delle Terre Alte).
Il CAI è convinto sostenitore della rete delle Aree Protette. Ritiene di fondamentale importanza che:

  • il sistema delle stesse debba essere inteso, pianificato e sviluppato quale sistema di rete ecologica senza soluzione di continuità;
  • la rete di Aree Protette, Parchi, SIC (Siti di Importanza Comunitaria), ZPS (Zone di Protezione Speciali) non debba subire alcuna riduzione di superficie;
  • debba essere dedicata particolare attenzione ai corridoi ecologici, siano essi di primaria o secondaria importanza, onde evitare il formarsi di barriere antropiche che compromettano il collegamento territoriale tra le aree protette e il libero passaggio delle specie.

IL NOSTRO IMPEGNO

  • coadiuvare ed integrare, per quanto necessario, iniziative di tutela delle zone montane di preminente interesse naturalistico, educativo, culturale, scientifico;
  • promuovere studi e ricerche finalizzati alla conoscenza degli aspetti naturali e antropici, in particolare di quelli più delicati e a rischio;
  • collaborare con centri di ricerca (per es. Comitato Glaciologico), Università e progetti scientifici;
  • sollecitare gli Enti preposti a indirizzare la pianificazione territoriale, alla tutela e alla conservazione dell’ambiente in contrapposizione al suo sfruttamento e appoggiare proposte economiche ecocompatibili e sostenibili che permettano alle popolazioni di permanere nei territori di loro residenza;
  • partecipare alla gestione dei Parchi e delle Aree Protette, quando lo sia previsto per le associazioni ambientaliste dalla legge istitutiva;
  • ricercare forme di partecipazione diretta nella conduzione e gestione di territori particolarmente fragili e di Riserve Naturalistiche, SIC ecc.;
  • sostenere ed estendere la sottoscrizione di convenzioni collaborative con la Federparchi e con singoli Parchi Nazionali e Regionali ed Aree Protette in genere

(filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo

Bidecalogo Cai testo: approvato nel 1981, rivisto nel 2013 (Quaderno Cai Tam n.8) – pdf

Bidecalogo Cai copertina – jpg




SETTIMANA DELLA NATURA:  20 MAGGIO 2020, GIORNATA MONDIALE DELLE API

SETTIMANA DELLA NATURA:  20 MAGGIO 2020

GIORNATA MONDIALE DELLE API

Ed è il momento delle Api, di questo speciale, prezioso e utile imenottero che va osservato da vicino, con calma, muovendosi cauti, attenti a evitare punture. È affascinante fermarsi a guardare quello che accade all’esterno dell’alveare con le fasi di ogni intensa giornata. Dalle prime luci che invitano le solerti Api ad uscire fino alle ritardatarie che giungono all’imbrunire e, rassicurate, si attardano sul predellino di atterraggio, quasi a guardarsi dietro, mentre si addentrano nel sicuro rifugio. Pronte a depositare nettare e polline. Ma l’alveare non si ferma e se ci si avvicina dal retro, il cupo operoso ronzio che proviene dalla cassetta, avvolge, riscalda l’aria e dura tutta la notte. Le Api sono abili nel volo e nell’orientarsi, con volteggi che comunicano e ronzii che ci richiamano. Al vertice di questo complesso sistema sociale c’è la regina, che, dopo il volo nuziale e l’incontro con i fuchi, vive per anni all’interno senza più uscire (se non con la sciamatura). L’alveare è composto dalla regina (che governa su tutto), sempre attorniata da api fedelissime e altre migliaia e migliaia di Api (l’alveare giunge ad essere mediamente composto da 40-50.00 Api – come una media città) che nell’arco del mese di vita svolgono tutte le attività che la complessa ed efficace organizzazione comporta nel nutrire le larve, costruire le celle, chiudere con gli opercoli, sigillare ogni fessura, rinfrescare l’alveare, bottinare all’esterno, vigilare e difendere da intrusioni e attacchi e ogni altro possibile lavoro che la regina indica necessario alla sopravvivenza dell’alveare.

Il Club Alpino Italiano – Commissione Centrale TAM ci ricorda gli importanti benefici e servizi ecologici recati alla Società. Con l’impollinazione le Api svolgono una funzione strategica per la conservazione della flora, contribuendo al miglioramento e al mantenimento della Biodiversità. Il valore economico del servizio di impollinazione, offerto dalle Api, risulta fino a dieci volte maggiore rispetto al valore del miele prodotto. Nel contempo il valore del miele prodotto, in particolare quello prodotto in Montagna con metodi artigianali, dispone di un valore aggiunto di qualità ed economico che può e deve ricadere sulle popolazioni locali che questo miele producono

L’analisi del miele prodotto dalle api (in modo mirato quelle di città) consente di rilevare indicatori di qualità ambientale diventando strumento strategico e naturale di conoscenza dello stato di salute dell’ambiente. Anche le Api sono vulnerabili e sotto minaccia per cambiamento climatico, patologie. impatto ambientale. Diventa importante monitorarne presenza e stato di salute.

La Montagna accoglie Api e Apicultori e il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo si rivolge a soci e cittadini con iniziative, percorsi didattici, materiali dedicati e attività in ambiente. A Castelli e nelle zone pedemontane del Gran Sasso le Api trovano ambienti naturali integri, con filiere agricole rispettose La Montagna è pronta a ridare nuovo slancio al settore apistico e ricordo ancora con nostalgia, quando, da giovane Apicultore il mio apiario a Castelli era diventato di ben 20 arnie e tutta la campagna circostante era inondata da questo affascinante e instancabile, insetto con fiori e piante coltivate che rispondevano positivamente alle sue visite.

2020-05-20 (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti”

2020.05 apiario di sera

2020.05 piccolo sciame