Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali” (Art. 2). Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico
In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.
Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel profondo delle rocce del Gran Sasso d’Italia si celano i cameroni del Laboratorio di Fisica Nucleare e le due canne del tunnel autostradale lunghe ben 10 km. Tutto attorno a queste opere dell’uomo c’è tanta ottima e preziosa acqua potabile che disseta circa 700.000 persone delle Province di Teramo L’Aquila e Pescara. L’acqua del Gran Sasso è stata incredibilmente captata senza nessuna impermeabilizzazione dalle possibili contaminazioni, sia dal Laboratorio, sia dalla sede autostradale. Gravi sono state superficialità e incompetenza nel realizzare queste opere nell’acquifero del Gran Sasso, con captazione e drenaggio non protetti. Tant’è che inquinamenti, gravi e ripetuti, ci sono stati, sia con sversamenti di sostanze dal Laboratorio, sia per lavori dell’autostrada. In quel periodo di facili realizzazioni fortunatamente Club Alpino Italiano e altre associazioni ambientaliste riuscirono a impedire che si realizzasse addirittura un terzo tunnel autostradale che avrebbe ulteriormente compromesso una situazione già fortemente segnata.
La questione tutela dell’acquifero del Gran Sasso è annosa, ancora aperta e impegnativa nelle indispensabili soluzioni. Per la complessità della situazione sarà importante confrontarsi sullo stato dell’arte e decidere sulle problematiche ambientali, economiche e sociali, collegate alla messa in sicurezza dell’acqua e alla gestione di questo bene insostituibile alla vita. Tema rilevante in questa crescente situazione di crisi climatica e pandemia da coronavirus nella quale l’acqua svolgerà un ruolo sempre più determinante. Quanto costerà alla collettività conservare in sicurezza i grandi viadotti dell’autostrada presenti sul versante aquilano e teramano? E più in generale tutti quelli realizzati con tanta superficialità ovunque dalla costa alla montagna?
Comunicati stampa dell’osservatorio indipendente “Acqua del Gran Sasso”
Il problema non è “esserci” sulla terra, ma “restarci
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NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.
– IL PROBLEMA NON È “ESSERCI” SULLA TERRA, MA “RESTARCI”.
– PRENDERSI CURA DELLA MONTAGNA
Parole guida saranno: studio, conoscenza, cooperazione, solidarietà, con l’obiettivo di “prenderci cura” di noie stessi, di ogni persona e dell’ambiente che ci avvolge.
Noi siamo parte della natura. Ne siamo avvolti. Immersi nell’aria che respiriamo circa 20 volte al minuto. E poi c’è l’acqua della quale non possiamo fare a meno (acqua fonte di vita), insieme al cibo che ci fornisce quanto necessario per ogni nostra quotidiana azione. Siamo dei mammiferi e utilizziamo ampiamente aria-acqua-suolo, in quanto esseri viventi, alla stregua di tutti gli altri numerosi presenti.
La Terra è unica: tanto “grande”, ma altrettanto “piccola”. Indispensabili le risorse naturali messe a disposizione, sia prelevandole direttamente, sia producendole con agricoltura e allevamento (sempre grazie ad aria-acqua-suolo).
Se siamo nati ed evoluti sulla Terra è evidente che c’erano le condizioni affinché questo si verificasse, così come lo è per ogni specie vivente.
Noi umani siamo però l’unica specie in grado di modificare l’ambiente, anche irreversibilmente, e i cicli che ci hanno consegnato la vita, messa sempre più a rischio. Ed è quello che sta accadendo con la pandemia.
Il problema quindi non è ESSERCI sulla Terra, ma RESTARCI.
Negli anni 70′ rimasi impressionato dal libro “I limiti dello sviluppo” del Club di Roma, con le sue proiezioni e previsioni. Oggi, dopo 50 anni, c’è la fine delle illusioni del progresso umano, ridotti a merce e alla solo produttività. La vulnerabilità al virus, ci aiuterà ad abbandonate l’illusione di poter dominare, senza limiti, la natura?
Adesso è il momento delle risposte, che non saranno semplici. Tali da perdersi nel labirinto delle informazioni. delle valutazioni e delle prospettive. Il rischio sarà nelle parole “Normalità” e “Ripresa Economica”, indicate per risalire la china. Ma cosa è meglio fare? Forse cambiare prospettiva e, come su un conoide, scendere dalla zona ripida, lasciarsi alle spalle un terreno impegnativo da risalire, e guardare la valle che si apre a ventaglio, su terreno sempre più percorribile.
Si può e si devono ripensare sia il modello economico, che ci ha portato a questo difficile livello, sia l’insieme dei rapporti sociali, origine di diseguaglianze e povertà.
Le parole guida saranno:studio, conoscenza, cooperazione solidarietà, con l’obiettivo di “prenderci cura” di noie stessi, di ogni persona e dell’ambiente che ci avvolge.
Il trekking Aprutino è un lungo itinerario escursionistico voluto dal Club Alpino Italiano Sezione di Teramo per celebrare il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Dopo alcune verifiche ricordo con piacere la simbolica edizione del 2002 “anno internazionale della montagna”, dal 31 luglio al 10 agosto, a piedi tra paesi, valli e monti con una bella esperienza escursionistica consigliata a Escursionisti Esperti che amano un’esperienza continuativa e impegnativa di più giorni. L’avvio sui Monti Gemelli, per proseguire sui Monti della Laga e terminare sul Gran Sasso d’Italia. Da Ripe di Civitella del Tronto a Castelli una lunga cavalcata sui monti con 11 tappe di scoperta e conoscenza immersi in ambienti spettacolari pervasi dai segni della natura e della cultura.
L’idea è nata come atto d’amore nei confronti del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, galvanizzati dalla sua importante istituzione. Il tracciato si sviluppa tutto nella parte teramana del Parco, l’antico Aprutium , e la tracciatura fu condivisa anche con la Provincia di Teramo.
Siamo nel cuore dell’Appennino con il susseguirsi di sistemi montuosi che danno slancio alla penisola italiana. Giorno dopo giorno si snoda il susseguirsi di rilievi che modellano il territorio e si affacciano sulle vicine coste. Dalle gole selvagge, ai borghi diffusi nelle conche e su accoglienti rilievi, nei boschi delle pendici e sulle aeree creste e sommità dove lo sguardo vola libero. La meraviglia sa stupire e gli ecosistemi, ambienti e paesaggi si integrano a risorse e valori. Suggestiona camminare dove nasce l’acqua, la biodiversità è elevata, la cultura mostra testimonianze sedimentate come le rocce che le sorreggono ed è possibile ritemprare con facilità spirito e corpo. Tanta la bellezza della natura e quella dell’uomo con la presenza di fortezze, eremi, stazzi pastorali e itinerari della transumanza.
La nostra avventura inizia dall’abitato di Ripe di Civitella fino a Leofara (tappa Monti Gemelli), Pietralta di Valle Castellana , Stazzi della Morricana, La Fiumata, Sella Laga (tappe Monti della Laga), Nerito di Crognaleto, Rifugio del Monte, (Riserva Corno Grande di Pietracamela) Prati di Tivo di Pietracamela, Campo Imperatore, Piano del Fiume, e termina nel borgo di Castelli, accolti dai soci della locale Sezione, con sosta al Rifugio Enrico Faiani (tappe Gran Sasso d’Italia).
Il tracciato, volutamente serpeggiante, utilizza sentieri esistenti, antiche vie di comunicazione e commercio, con numerosi saliscendi per abbracciare complessità e bellezza di questi luoghi. Tra le motivazioni del trekking il genuino slancio per offrire con un’esperienza diretta il perché di un Parco, di un’area protetta che abbraccia 150.000 ha di ambienti ai quali la Montagna da continuità, con relazioni determinate proprio da differenti caratteri naturalistici e culturali che sanno incontrarsi. “La Montagna unisce”, come ha recitato il Cai nel 2013, celebrando il 150° della fondazione.
UN ITINERARIO CHE IL CAI TERAMO PUO’ RIPROPORRE IN QUANTO OFFRE OCCASIONI “TERRE ALTE”, INCONTRO IN QUOTA CON IL “CAMOSCIO D’ABRUZZO” E VIE DI FUGA PER RIDURNE LUNGHEZZA, DISLIVELLO E IMPEGNO.
2020.03.20 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi
Politica e scelte d’Europa sono da rifondare
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NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.
– POLITICA E SCELTE D’EUROPA SONO DA RIFONDARE
Il Coronavirus ha generato una scossa forte, una sorta di terremoto che non produrrà macerie come quelle che abbiamo in Appennino, ma dovrà portare a cambiamenti nelle nazioni, nelle città, nei paesi e a Bruxelles.
Modernità inseguita e globalizzazione nelle produzioni e nei consumi hanno mostrato i limiti, raccontandosi nella tragica realtà. Questa catastrofe si ciba di noi, a morsi grandi, e non se ne vede la fine. E’ una pandemia. Ci fa conoscere una Terra “piccola”, dove tutto è vicino, dove il disordine europeo e globale diventa locale. E non ci sono più assetti internazionali chiari, gli aiuti alla crisi vengono da nazioni diverse e gli alleati sono diventati altro. L’Europa non si presenta come un modello che sappia indicare con chiarezza il sentiero giusto e resistere con unanime levata di scudi a intercettare gli strali che ci colpiscono. Con l’Europa che non riesce a scegliere di intervenire in economia e società è molto difficile pensare ad altre possibili più decisive azioni. Tante le sconfitte da ricomporre con l’immigrazione, la disoccupazione, l’economia condizionata da più interessi, le disuguaglianze, l’inquinamento e adesso anche il coronavirus.
La sfida è come ricostruire e prefigurare nuovi inizi. Coesione nei singoli paesi, superando la frammentazione, la regionalizzazione dei servizi (e la sanità ne è un esempio), la contrapposizione strumentale tra partiti. Coesione tra nazioni in una tragica realtà sanitaria che evidenzia il ruolo delle interdipendenze e della necessaria convergenza di comportamenti comuni come quelli finora (inutilmente) posti dal cambiamento climatico e da Agenda 2030.
Non si tratta solamente di pensare un partito transazionale o uno schieramento locale vincente, ma un impegno d’insieme sui temi dell’ambiente e del sociale, oggi ancor più chiaramente al centro dell’attenzione di ogni cittadino. Un impegno che, nel rompere la catena di trasmissione del contagio, rompa anche altre catene.
CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE
2020.03.23 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi
Giornata mondiale dell’acqua. 22 marzo 2020. ACQUA E CLIMA – ACQUA E SALUTE
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NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.
Giornata mondiale dell’acqua. 22 marzo 2020 ACQUA E CLIMA – ACQUA E SALUTE
Ci troviamo immersi nella tragedia del CORONAVIRUS e questo va ribadito nella Giornata Mondiale dell’Acqua.
Nella nostra unica Terra tutto è collegato e lo dimostra la diffusione del contagio che tristemente e dolorosamente sta segnando la nostra esistenza.
Adesso ci ritroviamo tutti nelle case e ci sentiamo confinati, sentendoci quasi privati della libertà, bloccati, con una visione medievale, in una sorta di fortilizio che assolutamente non deve essere varcato da un nemico invisibile chiamato “virus”.
La sosta forzata ci può aiutare a riflettere e a trovare sentieri che inducono comportamenti diversi.
La giornata mondiale dell’acqua ci ricorda l’importanza di una sostanza indispensabile alla vita, di una risorsa generosamente messa a disposizione dalla natura.
Il suo ciclo ci indica che in natura è “tutto attaccato” tra acqua, suolo e aria. L’acqua dalle sorgenti di montagna ne percorre i fianchi, passa attraverso le fontane, gli acquedotti, per poi tornare, via fiume, al mare e riniziare il viaggio questa volta nell’aria per ridepositarsi sulle montagne e così riemergere come sorgente.
L’acqua è ovunque. La possiamo trovare in natura nei tre stati di aggregazione: liquida quando ci disseta, gassosa mentre la respiriamo e solida come ghiaccio che la custodisce.
Sulla Terra è proprio tutto collegato e ce ne accorgiamo con il coronavirus.
C’è voluta la morte diretta dei nostri cari per riportarci alla realtà. I richiami precedenti dati dal cambiamento climatico, dagli incendi, dallo scioglimento dei ghiacciai, dall’inquinamento crescente, dalla perdita di biodiversità e dalle tante altre morti silenziose sono stati finora inascoltati e lontani.
Dobbiamo ora prendere consapevolezza dei rischi dalla globalizzazione e del processo di impoverimento e degradazione della Terra. Pianeta unico e meraviglioso del sistema solare, che ha saputo dare origine alla vita, che ci trasporta nello spazio e dal quale “non possiamo scendere”.
Gli studi degli scienziati indicano un unico sistema complesso che unisce materia organica e inorganica, dal più minuscolo microorganismo ai grandi esseri viventi. Un sistema in perenne relazione e interdipendenza.
Ebbene, in questo sistema noi siamo la testa pensante. Siamo quelli che possono decidere e scegliere verso la ecosostenibilità. Possiamo ridiscutere il nostro rapporto con l’uso delle risorse naturali, degli scambi commerciali, dell’economia, della tecnologia e dell’energia.
La Sosta forzata ci fa vedere come anche l’aria inizi a “respirare” meglio liberandosi dall’inquinamento sulle grandi aree industrializzate e l’acqua stia diventando più trasparente.
Fino a qualche mese fa, con visione ambientalista pensavo al 2030 e, spingendomi oltre, al 2050 come scenari da interpretare e prevedere per le future generazioni, cercando di raccogliere la parola degli esperti e di considerare il ruolo dei servizi ecosistemici. Purtroppo la quotidianità è diventata altro, la pandemia si è verificata e stiamo annaspando. Ora possiamo solo apprendere dalla crisi per individuare e comprendere i motivi che l’hanno scatenata e “provare” a migliorare la qualità della vita per una “normalità” più consapevole di limiti, risorse e di tutto ciò che ci circonda, prezioso e insostituibile.
Ecco la vera sfida “responsabile” del futuro prossimo venturo.
CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE.
(filidido)
22 marzo 2020
Festival dello sviluppo sostenibile 2020!
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Festival dello sviluppo sostenibile 2020!
Rimandato e in programma dal 22 settembre all’8 ottobre
Il prossimo Festival dello Sviluppo Sostenibile rappresenterà una tappa importante nel percorso verso la realizzazione dell’Agenda 2030. Il 2020 segnerà, infatti, i cinque anni dalla sottoscrizione dell’accordo globale da parte dei 193 Paesi delle Nazioni Unite, l’inizio del “decennio di azione per il conseguimento degli SDGs” lanciato nel corso dell’Assemblea Generale Onu del settembre 2019, nonché l’anno di scadenza per 21 dei 169 Target previsti dall’Agenda. Nel 2020 cadrà, inoltre, il quinto anniversario della Conferenza COP21, che ha visto l’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima, e della Conferenza di Addis Abeba sul finanziamento allo sviluppo, che ha definito aspetti cruciali dell’Agenda. Saranno passati anche cinque anni dalla pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, che in tutto il mondo è diventata il punto di riferimento per un’etica condivisa per lo sviluppo umano e la salvaguardia della nostra terra.
Rispetto alla realizzazione dell’Agenda 2030, negli ultimi anni si sono registrati diversi segnali incoraggianti sia a livello nazionale che internazionale. La nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha risposto con decisione alle sollecitazioni venute dal Parlamento, dal Consiglio e dalla società civile europea, con un programma di azione che ruota intorno a una visione dove politiche economiche, sociali e ambientali appaiono coerentemente orientate all’obiettivo di fare dell’Ue la “campionessa mondiale di sviluppo sostenibile”, come recitava il titolo dell’evento di apertura dell’ultima edizione del Festival. Anche in Italia, con l’avvio del nuovo Governo, lo sviluppo sostenibile è entrato chiaramente nell’agenda politica, e si può notare un cambiamento nel mondo produttivo e nell’opinione pubblica sulla necessità di transitare a un diverso modello di sviluppo, anche grazie alla presa di posizione dei milioni di giovani che richiamano tutti a fronteggiare l’emergenza climatica.
Rispetto alle edizioni passate, quindi, il Festival 2020 si svolgerà in un contesto in cui è maggiore il sostegno da parte dei cittadini, delle imprese, delle organizzazioni sindacali, della società civile e dell’opinione pubblica per azioni coraggiose. Eppure, la direzione verso la quale il mondo si sta muovendo non sembra riuscire a condurre verso la sostenibilità. Occorre, quindi, avviare una profonda riflessione sul nostro modo di vedere le cose, interrogarci sull’esistenza di un’etica condivisa per affrontare lo sviluppo sostenibile.
Da questa considerazione prenderà le mosse il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020, che sarà inaugurato il 20 maggio a Parma, Capitale italiana della cultura 2020, alla presenza dei più grandi filosofi, teologi, sociologi ed economisti che oggi si interrogano sui limiti del nostro modello di sviluppo. Il 28 maggio seguirà il secondo appuntamento a cura del Segretariato ASviS, mentre l’evento conclusivo del Festival si terrà a Roma il 5 giugno, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente. Saranno 13 gli “eventi nazionali” del Festival in tutta Italia, che richiameranno l’attenzione ciascuno su un Obiettivo di sviluppo sostenibile, affrontandone gli aspetti più attuali e i temi prioritari. A tutto questo si aggiungeranno poi le migliaia di voci dal territorio che vorranno raccontare le proprie storie, idee ed esperienze per rispondere alla domanda di riflessione lanciata dal Festival
Giornata mondiale dell’acqua 2020: un patto per il clima e la qualità della vita
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In tempi di Covid-19 non ci saranno eventi per celebrare l’appuntamento del 22 marzo, ma resta il messaggio di un uso più consapevole per la qualità della vita, il futuro delle prossime generazioni e, anche, il contrasto alla diffusione del virus.
La qualità della vita in questi giorni di emergenza si declina come salute e benessere, inteso nella forma stretta “stare bene”, cioè non essere colpiti dal coronavirus, il cosiddetto COVID-19. Il coronavirus non conosce frontiere, diversità di ceti e di culture, terribile e invisibile si insinua dove può, praticamente ovunque e occupa ogni spazio a disposizione. Sembrerebbe privilegiare le persone meno giovani, quelle con il sistema immunitario un po’ più in difficoltà, sicuramente anche provato dall’eccesso di inquinamento delle zone in cui vivono.
Un sistema immunitario già in allerta e provato per aria, acqua e cibo, non proprio a misura di uomo e donna, che costringono ad adattamenti non lineari e semplici. Lo stato di equilibrio instabile è già precario in condizioni ordinarie, figuriamoci le difficoltà in presenza di virus che mutano, tutti da “conoscere e misurare”.
In questo scenario si avvicina la “Giornata mondiale dell’acqua” del prossimo 22 marzo 2020. L’appuntamento è planetario e ci ricorda che l’acqua è un bene primario, risorsa indispensabile alla vita, un “diritto essenziale per tutti”.
La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1993, raccogliendo le direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio del 1992. Nel 2001, per la prima volta, anche in Italia venne celebrata la “Giornata mondiale dell’acqua” sul tema Acqua e Salute. Sono trascorsi 20 anni da quella 1^ edizione e il tema scelto nel 2001 è di una evidente attualità. Per contrastare la diffusione del coronavirus pulizia e igiene personale sono un chiaro imperativo. Noi in Italia possiamo farlo, lavandoci le mani in ogni occasione, ma non è così per tutti. Appena l’anno scorso il tema dell’acqua è stato di “non lasciare nessuno indietro nell’accesso all’acqua” in quanto …il diritto all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie pulite e sicure è essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani… Affermazione ancora più rilevante in emergenza planetaria, quasi pandemia. Nel mondo sono miliardi le persone che vivono senza acqua sicura in casa e in ambiente.
Questa azione sociale e culturale è in linea con Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile e l’impegno in ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nell’ambito degli obiettivi n. 2 Salute e Benessere, n. 6 Acqua pulita e Servizi Igienico Sanitari, n. 13 Lotta al Cambiamento Climatico.
C’è bisogno di riequilibrare le condizioni ambientali modificate da cambiamento di clima, dissesto geologico, sviluppo industriale, consumo di suolo e inquinamento.
La giornata mondiale dell’acqua, per molti ”semplice ricorrenza” diventa occasione di consapevolezza e programmazione di azioni virtuose tali da:
– assicurare il riconoscimento generale dell’importanza dell’acqua come elemento prezioso e vitale, da garantire a tutti i cittadini del pianeta e da rispettare attraverso un uso sostenibile per l’ambiente;
– riaffermare l’impegno delle istituzioni per la nascita di una vera e propria “cultura dell’acqua”, per informare e educare tutti i cittadini affinché diventino soggetti attivi nel processo di gestione delle risorse idriche e di tutela dell’ambiente da cui l’acqua trae origine;
– promuovere la conoscenza dell’acqua come fattore essenziale per la vita, per er la salute e per una sana alimentazione
Per il 22 marzo 2020, in questo 20^ della Giornata mondiale dell’acqua in Italia, non potranno esserci manifestazioni, incontri ed escursioni in ambiente (benché già previste da Sezioni Cai con scuole e istituzioni).
#iorestoincasa. Dal chiuso delle case, nella più generale e impellente attenzione alla salute, saremo impegnati a promuovere un uso più consapevole dell’acqua per la qualità della vita, il futuro delle prossime generazioni e il contrasto alla diffusione del coronavirus.
Lo stare in casa come regola base per tutti, con l’uso del “buonsenso” ci avvicina alla percezione della quarta dimensione con il “tempo” recuperato alla quotidianità e alle possibili positive implicazioni da questa visione allargata e sensoriale. La forzata rinuncia a muoversi, a partire da oggi 10 marzo, diventa valore grazie a sensibilità e corretta informazione che garantiscono comportamenti responsabili e condivisi.
La Terra è una sola. E’ una grande astronave che ci trasporta nello spazio, ma non possiamo scendere. Documentiamoci e riflettiamo sulla crescente vulnerabilità complessiva del pianeta segnato dal cambiamento climatico e sui nostri limiti come specie che subisce gli effetti diretti del coronavirus.
Filippo Di Donato
Referente CAI in Federparchi
Cea “gli aquilotti” del Cai Abruzzo
Elicotteri in volo sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo?
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NON SO NE’ LEGGERE NE’ SCRIVERE
– ELICOTTERI IN VOLO SUGLI ALTOPIANI MAGGIORI D’ABRUZZO?
Resto completamente basito dai voli di elicotteri sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo. E poi scopro “Pescocostanzo la colta” come base di partenza per l’elibike. Bici e ciclisti portati in quota e poi accompagnati sui sentieri.
Continuano banalizzazione e impatto in montagna, sempre più vista come terreno di gioco, palestra all’aria aperta, a disposizione per ogni sport e bisogno. Contro questa deriva culturale e carenza di valore è necessario intervenire secondo ruolo e competenza. Ci troviamo in luoghi straordinari di notevole bellezza e paesaggio, tra il Parco Nazionale della Majella e lo storico Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, con tre piccoli paesi incastonati sui pianori: Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso. Se anche Pescocostanzo che conserva importanti testimonianze storico/culturali e attività tradizionali, la si piega a queste derive, siamo proprio messi male.
Serve riassegnare centralità alla Montagna, come precisa il Bidecalogo Cai.
La Montagna non è solo luogo di sport, ma merita attenzione particolare ed è importante ricordarlo in questa situazione di cambiamento climatico, di assenza di neve su molte montagne, con temperature che vanificano oltremodo ogni, sempre più costoso e impattante, innevamento artificiale. Ai paesi montani servono risposte positive come quelle sperimentate con l’accoglienza dei “villaggi degli alpinisti” e le attività ecosostenibili. Scelte d’insieme che non si conciliano con le forme d’uso basate su tecnologia esasperata.
L’importanza planetaria della Montagna e delle sue molteplici funzioni, venne riconosciuta per la prima volta nel 1992, alla Conferenza mondiale per il clima di Rio, introducendo l’espressione “ecosistemi fragili” nel capitolo 13 dell’Agenda 21. Fu così delineato e indicato lo sviluppo ecosostenibile delle zone montane, ripreso oggi negli obiettivi di Agenda2030.