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(5) “I CORPI DICONO” –  L’INCONTRO  –  un racconto in cammino per cogliere sensibilità di comunità e di territorio

(5) “I CORPI DICONO” –  L’INCONTRO  –  un articolo in cammino  per cogliere sensibilità di comunità e di territorio
di Eugenio Di Donato che ha arricchito il perché dell’incontro, come necessità sociale, da pandemia.

Eugenio insegue i concetti di benessere e di futuro e ne cerca la rappresentazione, l’attuale conferma, nonostante tutto.
Agisce con una inquieta chiave personale, in cammino per cogliere sensibilità di comunità e di territorio.

la pandemia rende tutto più difficile
È il due gennaio 2021, piove di una pioggia sottile e il cielo è grigio latte da giorni. È l’inizio dell’anno e decido di regalare due copie del mio romanzo «sangue e latte» alle prime persone che incontro per strada. Ho impiegato quasi due ore per riuscirci ….

ricci di città: le persone sfuggenti, impaurite, …
una nuova specie umana elusiva si aggira nelle vie pensare che questa estate – la 2020 – ho raccontato «sangue e latte» a centinaia e centinaia di persone. Tre mesi tra Abruzzo, Basilicata, Campania e Puglia. Spiagge, montagne, bar, librerie e persino al molo penultima panchina. 

ma si insiste … c’è un capitale sociale da incontrare, uno dei pilastri di Agenda 2030 … della sostenibilità
… Persone che non si accorgevano della mia presenza, del mio corpo …  Dovevo abbassarmi, assumere l’altezza di un bambino per farmi notare. Alcuni scorgendomi si sono ritratti, e io mi sono allontanato, altri invece hanno ascoltato ciò che avevo dire e hanno lasciato il loro messaggio.

le cose non capitano a caso e tutto è collegato
L’idea “icorpidicono” è parte di un personale percorso culturale e di vita dall’origine incerta nel tempo.  Pietra miliare la pubblicazione del libro “sangue e latte” che ferma fotogrammi e soprattutto l’esperienza contaminante dei tanti incontri estivi di Regione in Regione, del continuo presentarsi e parlare, dell’essere itinerante tra costa e montagna, del viandante disarmato ma presente e tenace.

la Mostra che verrà – la raccolta fondi
E’ parte del comunicare, racconto semplificato  di una realtà complessa in rapido cambiamento. Lo spaccato di una metropoli, un esempio di buona pratica.
Un anno fa si parlava di emergenza, ma è sempre più evidente quanto sia diventata quotidiana e duratura. Uno stato di fatto che dovremo conoscere meglio per imparare a convivere, cambiando stile di vita, comportamenti con scelte diverse di produzione e consumo. Un percorso che abbraccia ambiente, economia, società e istituzioni.

L’incontro …
Uno scritto appassionato.
Stretto dall’attuale situazione, dalla consapevolezza del lungo periodo di fermo, dal desiderio di incontro e riscatto, come singolo e collettivo che si mette in gioco.
Ci accompagnano le parole: incontro tra persone, scambio di emozioni e idee, conoscenza del nuovo, urgenza nell’azione, ascolto e futuro.

non ci si può né fermare, né rallentare, né scendere.
La Terra è unica con i suoi costanti moti di rotazione e rivoluzione. Siamo sempre più numerosi, stretti e vicini (paradosso dal richiesto distanziamento) e tutti insieme viaggiamo nello spazio profondo. Dovremmo maturare meglio questo concetto di astronave Terra che si muove nello spazio, di un sistema finito dove la crescita non può essere infinita.

– anche “la Repubblica” ha raccolto questo appello

articoli precedenti EUGENIO DI DONATO – ci racconta e si racconta (tra libri  e riflessioni)

2021.04.01 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




Calendario fotografico Cai Teramo 2021 Una foto salverà l’ambiente? – marzo 2021 di Alessandro De Ruvo

Calendario fotografico Cai Teramo 2021
Una foto salverà l’ambiente? – marzo 2021 di Alessandro De Ruvo

Patrimonio della Natura
– La fotografia è un mezzo che documenta e racconta la Montagna. Le foto sono un potente strumento di avvicinamento, lettura e comprensione di ambiente e paesaggio.
– Abbiamo bisogno di racconti che sappiano risvegliare attenzione per un luogo, una storia, un episodio, alimentando interesse, curiosità e voglia di esserci.
– Il Cai di Teramo con il Calendario Fotografico presenta luoghi di Montagna e offre a tutti noi l’attimo secondo la sensibilità dell’autore
– Il mese di marzo mostra la foto Alessandro De Ruvo

Abbiamo chiesto ad Alessandro
Area Protetta
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Monte
Gran Sasso d’Italia
Luogo di scatto
Ai piedi del Brecciarone, enorme deposito detritico alla base della Valle del Venacquaro.
Sentiero
Itinerario classico dal paese di Intermesoli alla Valle del Venacquaro lungo il sentiero 144 del Parco.
Valle Venacquaro
E’ una Valle poco frequentata, posta tra il Monte Corvo e il Pizzo d’Intermesoli, che rivela uno delle zone più coinvolgenti e selvagge del Gran Sasso d’Italia.
Quando?
Scattata agli inizi della primavera, quando i contrasti termici e l’instabilità meteo sono ancora dominanti.
Perché?
La zona si presta a foto molto particolari, dal bosco vetusto di Fonte Novello si scorgono a sud-est i contrafforti dell’Intermesoli, mentre a ovest le dolci pareti del Monte Corvo, all’uscita del bosco appare la montagna nuda e aspra.
La nebbia
L’obiettivo era fotografare con la nebbia (prevista meteorologicamente) la zona dell’Intermesoli lungo la Valle del Venacquaro ancora fortemente innevata.
La fortuna c’è
La fortuna ha voluto che le occasioni nebbiose mi si presentassero fin da subito, e così è nato questo scatto.
La fotografia è bellezza – Il suolo è paesaggio
Zona e paesaggio molto selvaggi, devastati continuamente da valanghe, caratteristica che rende il luogo decisamente interessante a livello fotografico.

Una foto salverà l’ambiente?
Salverà l’Appennino?
– L’idea è di raccontare ogni mese la foto del Calendario della Sezione Cai di Teramo.
– La foto offre il senso del luogo e del momento visto dall’autore .
– Ci invita a ripercorrerlo.
– Ci troviamo in Appennino nella lunghissima spina dorsale che innerva il nostro paese.
– Territori e paesaggi diversi, dove la natura ha eretto montagne sottratte ai mari
– L’Abruzzo, terra di mezzo, esalta la realtà montana, con i paesi corona che la cingono.
– Le foto raccontano di culture e luoghi, speciali e unici, risorsa d’Italia
– L’Appennino è terra di Parchi ai quali chiedere il necessario impegno per mitigare la crisi climatica e chiudere la forbice delle disuguaglianze territoriali e sociali.

Per saperne di più sulla vita segreta del fotografo Alessandro De Ruvo ci sono i Monti della Laga
LAGALAND EXPERIENCE di Alessandro De Ruvo
Le foto di Alessandro De Ruvo ne mostrano la bellezza nascosta, cercata e raccolta in oltre 10 anni di esplorazione e appostamenti.

2021.03.24 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




22 marzo 2021 – GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA – Che cosa significa l’acqua per te? – verso lunedì 22 marzo 2021

22 marzo 2021 – GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA  – Che cosa significa l’acqua per te?
verso lunedì 22 marzo
CORONAVIRUS ERA NEL 2020 E CORONAVIRUS È NEL 2021

cos’è cambiato?

E’ trascorso un anno, ma ci troviamo nella situazione di emergenza del 22 marzo 2020 – forse peggiorata …
Coronavirus era e Coronavirus è.
Inoltre con le varianti e quella che dicono “terza ondata”!
– Il primo pensiero va ai tanti, troppi morti, da Coronavirus, nel giorno in memoria delle vittime. commemorate ieri 18 marzo a Bergamo, ricordando la lunga e irreale colonna di mezzi militari che trasportavano bare nelle strade silenziose e deserte, senza la possibilità di vicinanza e saluto ai propri cari – allora come oggi.
– Il secondo pensiero va all’importanza di Acqua-Salute-Clima e al futuro possibile  al quale guardano con preoccupazione i giovani di fridays for future, riuniti questo venerdì 19 marzo, nella giornata di azione mondiale per il clima.

una sola Terra
Nella nostra unica Terra siamo tutti legati. Lo dimostra la diffusione del contagio che tristemente sta segnando dolorosamente la nostra esistenza, con conseguenze che ancora non riusciamo a mettere a fuoco.

riusciranno?
RIUSCIRANNO A CAPIRLO I GOVERNANTI NELL’UTILIZZO DELLE RISORSE ECONOMICHE DI NEXT GENERATION EU, DI QUELLE NAZIONALI E DI QUELLE REGIONALI?
In questo momento di emergenza il potere economico indirizza quello politico e si presenta per la gestione delle risorse con l’intento di sbarazzarsi di ogni possibile ostacolo, vestendo di verde  – green, ogni progetto dalle strade in quota, agli impianti di risalita, agli invasi artificiali, alla cementificazione delle coste, alla riduzione dei Parchi. Tutto sotto l’ombrello della ripartenza, della ripresa economica, della sostenibilità .
ANCHE L’ACQUA È QUOTATA IN BORSA.  (10 dicembre 2020)
Con tutte le variabili conseguenti. L’acqua è stata quotata in borsa per la prima volta nella storia (e potrà essere oggetto di speculazione).
– IL NUOVO MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA RIUSCIRA’ A INDIRIZZARE LE SCELTE  NEL VERSO GIUSTO?

l’acqua è… ma dove si trova?
La giornata mondiale dell’acqua ci ricorda l’importanza di una sostanza indispensabile alla vita, di una risorsa generosamente messa a disposizione dalla natura. Ma non accessibile a tutti.

Tutto attaccato
Il suo ciclo ci indica che in natura è “tutto attaccato” tra acqua, suolo e aria. L’acqua dalle sorgenti di montagna ne percorre i fianchi, passa attraverso le fontane, gli acquedotti, per poi tornare, via fiume, al mare e riniziare il viaggio questa volta nell’aria per ridepositarsi sulle montagne e così riemergere come sorgente.

Unico
Abbiamo un unico sistema complesso che unisce materia organica e inorganica, dal più minuscolo microorganismo ai grandi esseri viventi. Un sistema in perenne relazione e interdipendenza. Una complessità che va studiata e compresa in qualità e vulnerabilità.

Equilibrio
C’è bisogno di riequilibrare le condizioni ambientali modificate da crisi climatica, dissesto geologico, perdita di biodiversità, incontrollato sviluppo industriale, consumo di suolo e inquinamento

Stati di aggregazione della materia
L’acqua è ovunque. La possiamo trovare in natura nei tre stati di aggregazione: liquida quando ci disseta, gassosa mentre la respiriamo e solida come neve e ghiaccio che la custodisce

foto Alessandro De Ruvo

Montagna
L’elogio di neve e ghiaccio, di questa grande risorsa della natura che è parte del ciclo dell’acqua, diventa “elogio della Montagna” dove la bianca coltre si forma, si deposita e si compatta. Materia prima del vitale fluire degli ecosistemi.

Storia dal 1992
La ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, raccogliendo le direttive dell’Agenda 21, come risultato della storica e basilare Conferenza mondiale di Rio del 1992.

In Italia nel 2001
Nel 2001, per la prima volta, anche in Italia venne celebrata la “Giornata mondiale dell’acqua” sul tema Acqua e Salute  (e mai tema è risultato più attuale e centrale ).

Agenda 2030
Questa azione sociale e culturale è in linea con Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile e l’impegno in ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nell’ambito di tutti gli obiettivi e in particolare n. 2 Salute e Benessere, n. 6 Acqua pulita e Servizi Igienico Sanitari, n. 13 Lotta al Cambiamento Climatico – n. 15 Vita sulla Terra.

Montagna Pulita – Evviva la borraccia, Liberi dalla plastica

Appennino
Toccare con mano in ambiente. L’Appennino offre buone opportunità per l’avvicinamento a piedi, sui sentieri, di sorgenti, corsi d’acqua, laghetti, zone umide, per appaganti escursioni, anche in questo periodo con le racchette da neve o sci da fondo. Sono tanti i borghi in ambienti montani da dove iniziare l’avvicinamento, con itinerari che si prestano con spazi ampi e dislivelli contenuti.

ALCUNE CRITICITÀ
Acquifero del Gran Sasso d’Italia che disseta 700.000 persone ed è a rischio inquinamento dal doppio tunnel autostradale e dagli sversamenti del laboratorio sotterraneo di Fisica INFN. Il Gran Sasso è un potente simbolo con la montagna la più alta d’Appennino presidiata da Cai e Società Geologica Italiana, accomunata dal fondatore  Quintino Sella. L’acquifero è nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

CAMMINIAMO

L’interassociativo Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso (c’è anche il Cai), segue con attenzione e piglio le fasi di messa in sicurezza dell’acquifero profondo del Gran Sasso.

– zone umide – i pantani di Accumoli
I Pantani di Accumoli, area SIC di Rete Natura 2000, sono luogo singolare d’Appennino, dall’elevato valore naturalistico e paesaggistico. Collocati nel Lazio, al confine di Marche e Umbria, tra il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
In questa zona in quota, già raggiunta da una strada bianca, si vorrebbe realizzare un Rifugio in quota, con tutti i danni che ne deriverebbero. Struttura invasiva, distruttiva e inutile. Un altro detrattore ambientale lasciato alle generazioni future
– impianti idroelettrici – i 1000 invasi proposti
Il recente appello del Club alpino italiano al Governo: NO a 1,8 miliardi del PNRR per nuove 1000 dighe e invasi in montagnaarticolo Lo Scarpone 16 marzo 2021.  Se ci sono risorse finanziarie a disposizione,  allora spendiamole bene per un futuro di sviluppo sostenibile delle Terre Alte.

IDROELETTRICO E MONTAGNA: impatti ambientali e la sfida di una nuova gestione energetica, al tempo della crisi climatica. Come approfondimento c’è il Quaderno Cai Tam n.9  ATTI Del CONVEGNO PUBBLICO e Aggiornamento Nazionale per operatori TAM – CAI  16 giugno 2018

Bidecalogo CAI  – punto 7 – Fonti di energia rinnovabile  “Il CAI è conscio della fondamentale importanza dell’energia e della sua disponibilità per la sopravvivenza e lo sviluppo dei territori di montagna. Diverse fonti rinnovabili di energia (energia cinetica, idraulica ed eolica, biomasse forestali, ecc.) traggono origine, per condizioni favorevoli, dalle zone montuose, ma il loro sfruttamento può causare importanti squilibri (idrogeologici, paesaggistici, floro-faunistici e antropicosociali) all’ambiente.”

– inquinamento di acqua e suolo con la discarica di Bussi (PE). Tante ancora le terre inquinate prossime a corsi d’acqua e ricordo la discarica di Bussi sul fiume Tirino in quanto risulterebbe la discarica di veleni più grande d’Europa (della Edison Spa). Ci sono dei dati temporali che sono terribili: 2007 –  gli agenti del Corpo Forestale dello Stato individuarono inquinanti per oltre 185 mila metri cubi. 2020 – il Consiglio di Stato ha ordinato alla società elettrica di farsi carico della bonifica. Sembrerebbe quindi essere stato risolto il contenzioso tra Edison Spa e Provincia di Pescara, Comune di Bussi, Regione Abruzzo e Ministero dell’Ambiente.  2021– dopo 14 anni mi sembra che ancora si sia in attesa che parta la bonifica e quindi IL SITO E’ ANCORA INQUINATO E INQUINANTE!
(ANSA) – PESCARA, 21  gennaio 2021 La mega-discarica Montedison dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. È quanto emerge dalla relazione dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) redatta sulla scorta dei dati sulla contaminazione nelle acque sotterranee e nei gas interstiziali.
…. “L’ultima verifica effettuata sul sito di Bussi – ha dichiarato il Direttore Generale dell’Arta, Maurizio Dionisio, impone la massima celerità nell’espletamento di attività di bonifica risolutive e altamente efficaci. Auspico, pertanto, la realizzazione di attività di messa in sicurezza e la predisposizione di misure di prevenzione nel minor tempo possibile“.

obiettivi concatenati
Pianeta è in salute – Persone in salute – Società giusta per tutti
…il diritto all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie pulite e sicure è essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani … 

nel mondo
– La Campagna social “What does water mean to you’” (Che cosa significa l’acqua per te?) si concluderà il 22 marzo 2021. Le informazioni raccolte riunite in report aiuteranno a cogliere i modi in cui l’acqua è fonte di vita ambientale, sociale e culturale.
– Il 22 marzo 2021 avremo l’annuale World Water Development Report (WWDR 2021), che riporta temi e problematiche salienti dell’acqua che,  a disposizione dei decisori, sono strumento strategico a più livelli, per l’uso sostenibile delle risorse idriche.
– Sono 2 miliardi le persone non hanno accesso ai servizi igienici di base e 785 milioni le persone che non dispongono di una fonte di acqua potabile.
– Le previsioni del Water Risk Filter  riportano stime allarmanti e crescenti di popolazione mondiale soggetta ad alto rischio idrico, con ricadute su ogni genere di produzione.
– Ci attende poi l’annuale Rapporto  delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali.

2021.03.19 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




FOTOGRAFIA È BELLEZZA … CON LUOGHI DA CONSERVARE – IL SUOLO E’ PAESAGGIO – Una foto salverà l’ambiente?

FOTOGRAFIA È BELLEZZA … CON LUOGHI DA CONSERVARE – IL SUOLO E’ PAESAGGIO

Una foto salverà l’ambiente?
– Calendario fotografico Cai Teramo 2021
– 4° Concorso fotografico nazionale  Cai Sulmona
– Concorso fotografico Ministero Transizione Ecologica – “Uno scatto per la natura”
– LAGALAND EXPERIENCE foto di Alessandro De Ruvo

La fotografia è un mezzo che documenta e racconta la Montagna. Le foto sono un potente strumento di avvicinamento, lettura e comprensione, seppur mediato, di ambiente e paesaggio.
In questo periodo di nuovo confinamento mi soffermo sul valore delle immagini che ci mostrano/ricordano il “fuori” che c’è oltre le mura di casa e più lontano.
Un innesto di vitalità che ci aiuta con colori, suggestioni, profondità.
Ne abbiamo bisogno per superare questo perdurante momento di difficoltà, di lontananza da sguardi e carezze.

La bellezza dinamica
La bellezza non è però statica e le foto, insieme allo splendore documentano anche il degrado, l’impatto che l’uomo progressivamente apporta all’ambiente . Le foto, insieme alla bellezza fissano lo smog che avvolge le città, le acque di torrenti, laghi e mari invase dalla plastica, il cemento che segna il suolo un po’ ovunque. Il degrado c’è con i detrattori ambientali e spesso, nelle foto si tende a escluderli per  racchiudere la parte di paesaggio integro.

Quale immagine del suolo?
Il suolo non è solo immagine, ma è la dimensione fisica ed estetica di tutta la superficie terrestre che sopporta e supporta tutti i viventi. Ecco, osservando le foto con un taglio diverso, non solo estetico, ma etico, possiamo riassegniamo al suolo il riconoscimento culturale che merita. Non si tratta di un fattore che possiamo modellare a piacimento, con una superficie per costruire o deforestare, o anfratti dove riversare ogni genere di sostanza. Non è sistema indifferente a intrusioni e cambiamenti.

Il suolo è paesaggio complesso
Per gente come noi, abituata agli ambienti montani, il paesaggio è percezione di spazi aperti e inedificati. Le foto lo documentano ampiamente, in escursione, con le racchette da neve, con gli sci, dai rifugi aperti sulle valli o dalle vette raggiunte in arrampicata. Il suolo è paesaggio,sia  per chi vive gli spazi aperti dall’alto e sia per chi, dal basso distende lo sguardo. Approfondendo la riflessione (e la visione) il suolo amplia il significato negli aspetti ambientali, ecologici e sociali. Richiamo quindi l’attenzione sul suolo come complesso sistema ecologico decisivo per la vita del pianeta. Oggigiorno anche il suolo è malato e va rigenerato da inquinamento e devastazione così da contribuire a mitigare la crisi climatica e frenare la forbice delle disuguaglianze sociali.

Cosa comunicare?  E la scienza?
Anche attraverso una foto si può comunicare l’incertezza con la necessità che cresca il livello di attenzione. Sono pericolosi i messaggi rassicuranti, come quelli delle pubblicità in ambiente. La realtà è altro!
Alla scienza chiedo di approfondire e far conoscere le relazioni che legano la vita e le attività naturali  in superficie, con ciò che accade negli strati sotterranei non visibili, trasferendo questa attenzione, sopra – sotto, alla realtà dei suoli urbani, che sempre più crescono in estensione e impattano su paesaggio e qualità delle risorse.

Temo
Temo la disinformazione e i diversi interessi economici e politici in atto, mascherati nei messaggi verdi di sostenibilità e ripresa, ma portatori di cemento e perdita di biodiversità, bellezza e paesaggio. Temo la contaminazione di aria, acqua e suolo, con sostanze e materiali dannosi per l’ambiente e per la salute di tutti noi, ora e per i giovani che verranno.
L’impegno è quello di esserci e presidiare.

La Costituzione  – Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

IN MONTAGNA È BELLO

Calendario Cai Teramo 2021-
l’immagine di marzo – Gran Sasso d’Italia, vista del Brecciarone – foto Alessandro De Ruvo
L’annuale appuntamento fotografico della Sezione Cai di Teramo nel 2021 è particolare in quanto  … le immagini che proponiamo per il calendario di quest’anno sono permeate da atmosfere nebulose introspettive quasi ad adeguarsi al periodo attuale, e in effetti è vero, abbiamo inteso riflettere lo spirito di questo tempo che rimarrà nella storia a segnare le nostre esistenze…

4° Concorso fotografico nazionale  Cai Sulmona
“LA MONTAGNA” PAESAGGIO NATURA E CULTURA NEL TERRITORIO MONTANO ITALIANO
Premio per foto a colori e b/n. Inoltre Premio Natura e Premio CAI Sulmona.
Adesioni entro il 26 settembre 2021

Concorso fotografico Ministero Transizione Ecologica – “Uno scatto per la natura”
Il Ministero della Transizione Ecologica è in cerca di giovani fotografi per raccontare l’ambiente.
Il concorso rientra nelle attività di divulgazione e sensibilizzazione dei temi e delle iniziative della Pre Cop26 e della Youth for Climate.
Per sensibilizzare sui temi della Natura nelle 7 categorie indicate. Si rivolge ai giovani su due fasce di età, da 12 a 17 e da 18 a 30 anni.
Adesioni entro il 30 aprile 2021

LAGALAND EXPERIENCE di Alessandro De Ruvo
Esiste in Appennino la singolarità naturalistica dei Monti della Laga. Arenarie, marne e argille distese su una lunga catena montuosa inserita tra il calcare del Gran Sasso d’Italia e quello dei Monti Sibillini .
Le foto di Alessandro De Ruvo ne mostrano la bellezza nascosta, cercata e raccolta in oltre 10 anni di esplorazione e appostamenti. Ci troviamo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
A voi il piacere di scoprirne pieghe, fossi, creste e vette, con il giusto tempo.

PER SAPERNE DI PIU’ SUL CONSUMO DI SUOLO
 – Avvenire – 16 marzo – Tutelate la vita e la salute a partire dal suolo – Un terreno malato rende più poveri.
Articolo odierno di Francesco Gesualdi

– “100 parole per salvare il suolo”:  di Paolo Pileri
È tempo di smettere di far finta di niente e di pensare il suolo come una merce, inseguendo egoismi amministrativi ammantati di parole enigmatiche e doppie.
Ci sono parole che, sotto una mano di verde, hanno il cuore di cemento. Così una mattina scopriamo che davanti a casa nostra è sorto un nuovo cantiere e le betoniere stanno asfaltando l’ultimo prato libero, anche se la legge e il piano urbanistico sembravano chiari al riguardo. Che cosa ci è sfuggito? L’urbanistica è ormai una lingua straniera, un gergo governato da pochi, pieno di parole dal significato incomprensibile e scivoloso, con una grammatica ambigua che quasi sempre fa scempio del suolo (dicendo che lo sta salvando).

– Agenda 2030 – L’Italia e il Goal 15: serve un Piano nazionale di ripristino dei sistemi naturali
Il Rapporto ASviS raccomanda che almeno il 30% degli ecosistemi degradati sia recuperato entro il 2030.
La situazione peggiora e si attende ancora una legge sul consumo di suolo, da troppo tempo ferma in Parlamento.
Di riferimento la Pubblicazione ASviS : “Il piano nazionale ripresa e resilienza, la legge di bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile” ( Goal 15: pag 152 e seguenti).

2021.03.16 (filidido) (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




TRASMISSIONI RAI: AGENDA 2030 ed EDUCAZIONE CIVICA , in vista di NEXT GENERATION EU e PNRR – l’impegno di ASviS

TRASMISSIONI RAI: AGENDA 2030 ed EDUCAZIONE CIVICA , in vista di NEXT GENERATION EU e PNRR – l’impegno di ASviS

Per poter interpretare la Transizione Ecologica, diventata Ministero, è importante conoscere e approfondire alcuni temi ambientali, sociali ed economici che possono accompagnarci nelle scelte di progresso necessarie per uscire dalle secche della crisi ambientale e dell’emergenza sanitaria da coronavirus.

Rai – conoscenza e parole chiave
Trasmissioni Rai dedicate aiutano questo percorso informativo e formativo.
Con alcune parole chiave è opportuno prendere confidenza  come sostenibilità, ecologia, resilienza, ripresa… Lo si può fare bene recuperando il senso dell’Educazione Civica (alla quale come meno-giovane, sono legato negli studi) che, per la sua trasversalità nella società, mette insieme le strutture sociali, economiche, giuridiche, civiche e ambientali. Si riflette su 3 aree di intervento: sulla Costituzione e i suoi articoli, sull’ambiente attraverso conoscenza, tutela, sostenibilità e progresso e sulla nuova frontiera della cittadinanza digitale.
Guardando a giovani, futuro possibile, inclusione e progresso c’è Agenda 2030 che è tutta da condividere e meglio conoscere.

TRASMISSIONI RAI
1 – Educazione civica: un ciclo speciale di lezioni su Rai Scuola
Con la prima puntata dedicata ai principi e ai valori della Carta costituzionale va in onda da mercoledì 10 marzo su Rai Scuola il ciclo speciale di lezioni tutto dedicato alla nuovo insegnamento. Otto le lezioni in tutto. Ciascuna approfondirà un tema con l’intervento di professori d’eccezione e sarà arricchita da materiali selezionati e ritagliati dalle produzioni televisive di Rai Scuola/Rai Cultura e dall’archivio Rai. Le lezioni saranno trasmesse fino al 16 giugno alle ore 11.30 (in replica alle ore 19.30 e 23.30) e saranno sempre disponibili sul portale di Rai Play. Il sito di Rai Scuola: https://www.raiscuola.rai.it

2 – “Obiettivo Mondo”
Su Rai Movie, Rai Premium e Rai 4 va in onda in diverse fasce orarie del palinsesto il filler (mini-video) “Obiettivo Mondo” per lanciare un ciclo di film e documentari, in prima e seconda serata, in staffetta sui tre canali per raccontare l’Agenda 2030.
L’obiettivo dell’operazione è divulgare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso linguaggi nuovi, classici e sperimentali, coerentemente con i diversi target di audience delle tre reti.
Link:https://www.raiplay.it/video/2021/03/Snap-Movie-Promo-Obiettivo-Mondo-9b7a81e0-9113-467c-afdd-2d1aa2943a27.html

NEXT GENERATION EU e PNRR
Per le sfide che ci attendono la conoscenza è fondamentale, consapevoli che servono legge e cultura, per la gestione delle risorse ambientali, l’inclusione e la parità di genere.
Ci sono poi le consistenti risorse da NEXT GENERATION EU e PNRR con gli  assi strategici prioritar

DOCUMENTI UTILI


1 -Relazione sullo stato dell’Ambiente 2020 del MATTM
Pubblicata dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare. Nome del  Ministero prima di essere assorbito dal Ministero della Transizione Ecologica. Il documento è strumento attuale di conoscenza, e consultazione.

2 – ASviS – Piano nazionale di ripresa e resilienza e la Legge di Bilancio 2021 (documento completo)
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha predisposto questo documento, di aiuto a individuare le soluzioni più adeguate per ricostruire meglio e uscire più forti dalla crisi pandemica ed economica.
ASviS – Piano nazionale di ripresa e resilienza e la Legge di Bilancio 2021 (sintesi)
Piano nazionale di ripresa e resilienza – indirizzi
– In primo luogo, vogliamo un Paese moderno, innovativo dotato di una pubblica amministrazione efficiente e moderna, in cui possano operare imprese innovative e sempre più competitive, un Paese con infrastrutture sicure, tecnologicamente all’avanguardia, che sfruttino tutte le potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale.
– In secondo luogo, vogliamo un Paese più verde, con sistemi di produzione e trasporto dell’energia compatibili con gli obiettivi di riduzione dei gas clima alteranti e più resiliente rispetto agli eventi climatici estremi.
– Infine, vogliamo un Paese più coeso, più attento al benessere dei cittadini, sia nei grandi centri urbani, sia nei borghi sia nelle tante, troppe “periferie” d’Italia. Non si può tollerare l’aumento disuguaglianze di genere, nella società, tra regioni e territori, indotto da politiche passate errate, che non hanno saputo frenare una dinamica dannosa per la crescita economica e per la tenuta del tessuto sociale. Nessuno deve essere lasciato solo.
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L’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile è stata sottoscritta nel settembre 2015 dai governi di 193 Paesi dell’ONU e intende raggiungere 17 obiettivi con 169 traguardi.
– Nel suo impegno pone al centro le persone, il pianeta e la prosperità. La visione del futuro è sul piano ambientale, unito a quello sociale ed economico, grazie a tradizione, identità e innovazione. Di riferimento i temi culturali e di inclusione.
– In questa fase storica la Montagna è a rischio per cambiamento climatico, spopolamento, spaesamento e le trasformazioni in atto nel mondo.
– Il 2020 ha segnato i cinque anni dalla sottoscrizione di Agenda 2030.
– E’ stato il primo anno del “decennio di azione” per il conseguimento degli obiettivi lanciati nel corso dell’Assemblea Generale Onu del settembre 2019.
– E’ stato anche l’anno di verifica per 21 dei 169 Traguardi previsti dall’Agenda.
– Nel 2020 abbiamo celebrato anche il quinto anniversario della Conferenza COP21, che ha visto l’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima, e della Conferenza di Addis Abeba che ha definito aspetti cruciali dell’Agenda.
– Mi piace ricordare anche i cinque anni dalla pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, che in tutto il mondo è diventata il punto di riferimento per un’etica condivisa di progresso umano e  salvaguardia della nostra “unica” terra, “casa comune”.

La Costituzione, della quale i primi dodici articoli sono dedicati ai principi fondamentali della Repubblica
Se pensiamo alla legge fondamentale dello Stato Italiano, ci viene in mente la Costituzione che detta le norme che regolano la vita sociale e l’ordinamento dello stato.
La Costituzione è composta di 139 articoli, divisi in quattro sezioni:
I primi dodici articoli sono dedicati ai principi fondamentali

  1. Democrazia – art. 1, 1° comma
  2. Sovranità popolare – art. 1, 2° comma
  3. Inviolabilità dei diritti – art. 2
  4. Uguaglianza formale ed uguaglianza sostanziale – art. 3
  5. Diritto al lavoro – art. 4
  6. Riconoscimento delle autonomie locali – art. 5
  7. Tutela delle minoranze linguistiche – art. 6
  8. Libertà religiosa – art. 7-8
  9. Sviluppo della cultura, della tutela ambientale e del patrimonio storico ed artistico – art. 9
  10. Riconoscimento di collaborazioni internazionali – art. 10
  11. Ripudio della guerra come strumento di offesa a– art. 11
  12. Struttura della bandiera italiana – art. 12

2021.03.09 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




LA MONTAGNA È DONNA- LA MONTAGNA SI TINGE DI ROSA – verso l’8 marzo 2021 “Giornata Internazionale dei diritti della donna”

LA MONTAGNA È DONNA- LA MONTAGNA SI TINGE DI ROSA
– verso l’8 marzo 2021 “Giornata Internazionale dei diritti della donna”


In alto troviamo le donne, l’altra faccia della Montagna, con la loro capacità, curiosità e sensibilità. Vivono l’empatia, si muovono con competenza e determinazione. Sono in tante a condividere la passione per la Montagna. Le osserviamo ammirati.
Nella società, addensata sul maschilismo, le donne sanno cogliere la contemporaneità e a queste ci si affida. Molte – forse troppe, sono ancora compresse negli schemi e non riescono a fare squadra, a volte non si intendono..


Giovani e donne sanno di innovazione.
Guardateli! Sono futuro ed emozione, aggiungono sensibilità e capacità nel cogliere le differenze, i particolarismi di luoghi e persone, ci aiutano ad andare oltre marginalità e precarietà.


Fragilità sospesa
Tra emergenza sanitaria e crisi climatica da affrontare, le donne possono meglio rivendicare il senso della fragilità, della resistenza e dell’adattamento. Diventano determinanti nel condividere e superare le difficoltà che ci attendono.


In Montagna simpatia e amore per l’Ambiente
Nel Cai le donne consolidano la sensibilità al sociale, su problematiche attuali e rilevanti.
L’andare in Montagna assume una declinazione al femminile e alla tutela con iniziative di conoscenza, solidarietà e civile convivenza, raccontate a tutti, sui sentieri, nelle Sezioni e nei Rifugi.
Tra i temi, come ricordato da Agenda 2030, la parità di genere e il rifiuto della violenza, che è scelta sbagliata figlia di una cultura malata, del non rispetto. La libertà della donna c’è in Montagna, nel silenzio delle emozioni e così anche in quota, le donne protagoniste, “libere in vetta”, invitano a organizzare il tempo libero con iniziative diverse e culturali.


artefici interpreti
Eccole artefici nell’interpretare il circolo di interazioni e di energie che fluiscono. I loro comportamenti si traducono in chiari messaggi di rispetto e cura per ambiente e persone. Si avverte la presenza, duratura nell’opera di sensibilizzazione dei soci.

I
in Abruzzo il Cai si tinge di rosa.
Le donne Cai d’Abruzzo rappresentano le tante socie.
Sono vincenti le donne a capo, con il paesaggio della Regione raccontato e difeso, il linguaggio colto e una passione consolidata da esperienze in continuo rinnovamento.
Il contributo al femminile è determinante nella scelta degli obiettivi, nelle strategie comunicative e nel conseguimento dei risultati.


Le attuali in carica come Gruppo Regionale e come Presidenti di Sezione:
Mariagrazia Baldacci, Segretaria Gruppo Cai Abruzzo
Alejandra Meda, la prima a diventare Presidente della Commissione TAM Cai Abruzzo
Catia Manfrè, Presidente Cai Lanciano, la prima donna ad essere stata candidata alla Presidenza del Gruppo CAI Abruzzo
Anna Floriana Garofalo, Presidente Cai Castel Di Sangro
Marina Buschi, Presidente Cai Trasacco-Coppo dell’Orso
Luisa Tritone, Commissione TAM Cai Abruzzo
Antonietta Di Girolamo, Commissione Alpinismo Giovanile  Cai Abruzzo
Cinzia Abruzzese, Commissione Alpinismo Giovanile  Cai Abruzzo
Margherita Legnini, Commissione Medica Cai Abruzzo
Patrizia Dragone, Commissione Medica Cai Abruzzo
A questo manipolo si aggiungono le altre, presenti nei Consigli Direttivi Sezionali –


Tutto qui – poche!
Tutto qui! Di sicuro progrediremo, in quanto – come già detto, nutro grandi speranze e possibilità nei giovani, nelle donne e nelle famiglie. Non è semplice accettare i cambi generazionali, ma è l’investimento migliore.
Fortunatamente dei segnali di cambiamento ci sono anche a livello nazionale con Lorella Franceschini che, per la prima volta, ricopre l’incarico di Vice Presidente Generale  Cai.
Il vertice  Cai non è ancora un luogo per donne a differenza della Montagna che lo sta diventando sempre più.
La Montagna si declina al femminile e alla tutela, con iniziative di solidarietà e civile convivenza per tutti. Le donne espongono con eleganza riuscendo “delicatamente” ad avvicinare e sedurre; convincono anche a distanza in questo periodo, sui sentieri, nelle Sezioni e nei Rifugi, appena sarà possibile.


la Montagna si tinge di rosa
Allego anche una nota della CRTAM del Cai Abruzzo, Presidente Alejandra Meda, vergata con tatto e vigore, cercatrice di luoghi e storie d’Abruzzo, frutto dell’inscindibile binomio Donna e Montagna.


Le vicende sono raccontate e vissute nella giornata d’Abruzzo “la Montagna si tinge di rosa”. Nelle precedenti edizioni sono stati interessati i 3 Parchi Nazionali d’Abruzzo. Prossimo appuntamento il 6 giugno 2021 sulla Maiella ripercorrendo sentieri e storie di pastorizia.

Donne e Montagna, articolo di Alejandra Meda

2021.03.07 (filidido) – Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




VITA DI MONTAGNA – QUALCOSA STA CAMBIANDO NEL LAVORO E NELLA PERCEZIONE DEL BENE COMUNE – C’È SPERANZA!

VITA DI MONTAGNA – QUALCOSA STA CAMBIANDO NEL LAVORO E NELLA PERCEZIONE DEL BENE COMUNE –
C’È SPERANZA!


il lavoro diffuso in Montagna
Più segnali indicano un ritorno ai monti. Sondaggi e testimonianze riportano di scelte fatte per convinzione ed esistenziali (indotte da necessità ed elementi culturali diversi, non escluse quelle sanitarie e di riscoperta del benessere montano).


Buone Notizie
Il dato è presente anche tra le Buone Notizie nell’inserto del Corriere della Sera (9 febbraio 2021). Per alcune professioni incide anche il telelavoro, ma in gran parte c’è interesse a recuperare economie locali sostenibili proponendosi come agricoltori, allevatori e artigiani. La scelta è culturale e di qualità, tra bellezza e paesaggio, presenti da custodi delle tradizioni e interpreti del nuovo, anche nei settori sportivo, dell’accoglienza, della ristorazione, del commercio. Ci si ritrova come comunità di giovani e famiglie, pronti allo scambio e al sostegno, senza ambire a particolari mire di successo, animati da confronto, amicizia e solidarietà di crescita, parte di un sistema aperto.


la Montagna al centro
Si (ri)scopre la Montagna e si apprezza il valore d’insieme di territori con paesi, vallate, boschi, laboratori all’aria aperta.  Si recupera il senso del tempo (scandito dai passi e dalle soste), dello spazio (con la percezione e la mobilità dolce, in giro tra gli elementi che compongono il paesaggio), dell’accoglienza (nei paesi, porte di accesso alla montagna, nei rifugi, nelle aziende agrozootecniche e nei laboratori dell’artigianato) e del lavoro (con l’orgoglio di quanto realizzato e l’orgoglio di mostrarlo)


il turismo lento
Un articolo su Lo Scarpone on line del Cai, riporta che “Sulle Dolomiti un Gruppo di lavoratori è convinto che il turismo lento, sostenibile e di qualità sia la ricetta giusta per il futuro economico e sociale delle comunità delle Terre alte– articolo Lo Scarpone on line del Cai
Le affermazioni diventano quindi sostanza, con esempi e richieste concrete.
pagina Facebook del Gruppo Dolomiti, che si chiama “Basta impianti“»
Il lavoro oltre lo sci alpino, di questa pratica invasiva e settoriale, con bacini sciistici e impianti di risalita energivori, che per sopravvivere assorbono e fagocitano ingenti risorse economiche comuni, destinate a ripianare il perenne deficit rosso dei bilanci.


l’altra neve
Dalle Dolomiti  (e non solo) il messaggio che si può superare la monocultura dello sci alpino, dello stress da impianto di risalita e guardare all’altra neve, con le diverse e salutari altre  attività  in ambiente (anche in linea con le necessarie procedure di contenimento della diffusione di coronavirus).
Ai messaggi seguono i modelli con diverse forme di utilizzo delle risorse a disposizione.


villaggio degli alpinisti
Un riferimento possibile è il modello villaggio degli alpinisti, con abitanti che hanno scelto di basare la proposta ecoturistica conservando gli ambienti naturali, innovando i servizi su cultura e tradizioni locali. Il paese diventa esempio di gestione virtuosa delle risorse in grado di attrarre e incuriosire il turista-escursionista-visitatore, coinvolgendolo come partecipante in un percorso educante alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente. Buone pratiche indotte, recepite e successivamente adottate anche nella quotidianità.

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la Montagna è aperta, sostenibile e resiliente
Gli impianti sono chiusi causa coronavirus (e difficoltà ci sono anche per la crisi climatica). Invece la Montagna c’è ed è aperta, ma a questo non viene dato risalto. La percezione dell’ambiente montano è stata trasformata e ridotta  a palestra dello sci. La Montagna va riscattata da una monocultura economica per recuperare il senso della molteplicità di opportunità e ruoli, ripartendo dagli abitanti e dalle funzioni ecosistemiche.


(r)incontro con la natura
Per dirigersi verso scelte sostenibili, quindi durevoli nel tempo, servono passaggi educativi e occasioni di (r)incontro con la natura. Le attuali crisi ambientali e sanitarie sono occasione per progredire negli  aspetti sociali, economici, ambientali e culturali. La Montagna è parte di questa realtà, con tenaci abitanti, qualità delle risorse e benessere. Si tratta di comprendere ciò che la Natura comunica a livello planetario e di adattarsi alle nuove condizioni, con la consapevolezza antica del montanaro “resiliente”, che assecondava e riusciva  a usare con vantaggio per tutti le risorse a disposizione (generose ma non dominabili).


Agenda 2030
Il buco dell’ozono ha insegnato che comunità scientifica e comunità politica possono dialogare, così come è stato dopo il Protocollo di Montreal con la riduzione delle sostanze che minacciano lo strato protettivo presente nella stratosfera. Quel positivo risultato di cooperazione internazionale va attualizzato e  usato come opportunità per alzare nuovamente la testa, guardare lontano e cooperare per condividere sacrifici e risultati, in questo preiodo di gravi criticità. Un processo planetario che posiamo trasformare in progresso e  la solidarietà diventa fattore di costruzione.


da Nord a Sud
Da Nord a Sud, su Alpi e Appennino, è univoca la richiesta di altra neve. Dalle Dolomiti all’Abruzzo, per l’ultimo impegno di contrasto alla riduzione del Parco Regionale Sirente-Velino e all’ampliamento del bacino siistico.

2021.03.05 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




– DIFENDIAMO LE VALUTAZIONI AMBIENTALI  – Appello di 200 Associazioni – TUTTO È AMBIENTE – ATTENZIONE ALLE GRANDI OPERE PROPOSTE DA NEXT GENERATION EU

– DIFENDIAMO LE VALUTAZIONI AMBIENTALI  – Appello di 200 Associazioni
– Comunicato stampa del  4 marzo 2021 sulla Lettera Aperta  di 200 associazioni nazionali e locali
Una aperta richiesta di attenzione all’impatto delle grandi opere – Un richiamo a colmare le inadempienze sulle norme europee
– LETTERA APERTA DI 200 ASSOCIAZIONI/COMITATI SU VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (VIA) E ALTRE VALUTAZIONI AMBIENTALI


Da 200 associazioni nazionali e locali lettera aperta a Governo, Parlamento e Commissione Europea su grandi opere e Valutazione di Impatto Ambientale.
La tutela di salute, clima, biodiversità e paesaggio è frutto di valutazioni ambientali di piani e progetti, svolte con rigore, trasparenza e partecipazione:
Tra le proposte la necessità che si dia significato all’inchiesta pubblica prevista dal Testo Unico dell’Ambiente
… Al fine di garantire l’effettiva informazione dei cittadini sui progetti che interessino il territorio di appartenenza, e le condizioni di vita relative, l’autorità competente, può disporre, provvedendo a darne adeguata pubblicità,  lo svolgimento di un’inchiesta pubblica, anche in considerazione della particolare rilevanza degli effetti ambientali, o dell’alto valore dell’opera, o comunque della possibilità che dalla realizzazione del progetto possa conseguire la riduzione significativa e/o irreversibile delle risorse naturali del territorio in riferimento agli equilibri degli ecosistemi di cui sono componenti …


-TUTTO È AMBIENTE – ATTENZIONE ALLE GRANDI OPERE PROPOSTE DA NEXT GENERATION EU
l’ambiente è …
– L’ambiente è determinante per salute, lavoro, istruzione e benessere.
– Ogni intervento va ben ponderato nella sostanza e verificato nell’impatto sull’ambiente. Soprattutto se si tratta di infrastrutture rilevanti che intervengono su beni comuni.
– Prendiamo consapevolezza che alcuni interventi comportano trasformazioni significative/irreversibili delle risorse naturali, con gravi guasti ambientali e perdita di funzioni ecosistemiche.
– Riconosciamo importanza e valore alla Rete Natura 2000 con le aree SIC, ZPS e ZSC di interesse comunitario e al – Sistema delle Aree Protette (che in Abruzzo, per l’insieme espresso da aree costiere e montane è eccellenza d’Italia)
– Guardiamo con diffidenza alle proposte di utilizzo delle risorse economiche europee, nazionali e regionali da Next Generation EU o da altre linee di finanziamento che non riconoscono centralità all’AMBIENTE,


in Abruzzo
Sono già diversi gli interventi critici, nella “Regione Verde d’Europa” con strade e altri interventi di arroccamento sul Gran Sasso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, strutture balneari sulla Costa dei Trabocchi-Parco Nazionale Costa Teatina, il tratto ferroviario Pescara Sulmona con galleria attraverso il Monte Morrone nel Parco Nazionale della Maiella, la strada Altopiano  delle cinque miglia Scanno sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, nell’area di influenza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, la riduzione del Parco Regionale Sirente Velino per interventi di settore.
diffidiamo quindi da scorciatoie, nell’approvazione di progetti che vogliono evitare le Valutazioni Ambientali previste come VIA (valutazione impatto ambientale, VAS (valutazione ambientale strategica), VIncA (valutazione di incidenza ambientale), AIA (autorizzazione integrata ambientale) e chiedono di affievolirle del rigore con cui devono essere eseguite.
sono un baluardo
– Le Valutazioni Ambientali sono a garanzia del corretto uso delle risorse che deve essere in modo durevole e non irreversibile (sfruttamento). Si tratta di procedure fondamentali, da velocizzare nello svolgimento (ed è possibile adottando criteri precisi già in fase di presentazione), ma non da aggirare ed eliminare.
assumiamo personale dedicato
Per velocizzare le pratiche assumiamo più personale dedicato alle valutazioni. Le risorse economiche ci sono e utilizziamole con efficacia e coerenza. Crescono i posti di lavoro (ne abbiamo bisogno) e crescono le garanzie di qualità e benessere nel tempo (ne abbiamo bisogno).


avviamo efficaci momenti formativi in quanto …riguardo alle lungaggini apparenti, una parte importante dipende dalla presentazione di progetti sin dal principio “problematici”. Non tanto perché semplicemente di qualità inferiore alle attese, ma perché addirittura con importanti carenze strutturali, rispetto alle previsioni di legge ... Studi molto carenti non dovrebbero essere “riscritti” dall’Ente Valutatore o essere approvati con un eccessivo numero di prescrizioni, ma dovrebbero essere considerati irricevibili o determinare una Valutazione negativa  …


AMBIENTE e SALUTE: primo, prioritario valore  del quale abbiamo preso ulteriore consapevolezza con questa grave pandemia da coronavirus e varianti.
AMBIENTE e SALUTE sono inscindibili per qualità e benessere della vita e futuro delle prossime generazioni. E’ irrinunciabile il rispetto degli standard di qualità ambientale per aria, suoli e  acque
superficiali e sotterranee.

https://www.filippodidonato.it/ambiente-salute-e-montagnaterapia/

prevenire per le generazioni future
Ci si deve preparare a utilizzare utilmente ed efficacemente gli strumenti e i nuovi investimenti, dal Governo e dall’Europa, per la ripresa da Coronavirus (Covid 19 e varianti), che siano in linea con gli obiettivi del “patto verde d’Europa” per contrastare anche la crisi climatica, a difesa dell’ambiente e distribuire ricchezza sul territorio (evitando che si concentri nelle mani di pochi)- favorendo un reale e durevole progresso culturale, ambientale, sociale, economico “verde”.

2021.03.04 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




CAI SULMONA – ASPETTANDO I CENT’ANNI CI VEDIAMO IL GIOVEDI’ AL CAI, ciclo di conferenze on-line dal 4 marzo 2021

CAI SULMONA – ASPETTANDO I CENT’ANNI CI VEDIAMO IL GIOVEDI’ AL CAI
ciclo di conferenze on-line dal 4 marzo 2021


Il Club Alpino Italiano nel presentare la Montagna si rivolge a tutti, escursionisti e alpinisti, particolarmente a giovani, famiglie, mondo della Scuola. Lo fa direttamente in ambiente e quando non è possibile (come in questa fase di emergenza sanitaria) si è adattato a utilizzare gli strumenti digitali.


In Montagna con il Cai, sicurezza, simpatia e amore per la natura”
Come Cai siamo esempio nazionale nel promuovere la frequentazione della Montagna, facendola conoscere, con le tante, diverse attività, tra etica, ambiente, tutela, tecnica e sicurezza.
Con questa nuova forma di avvicinamento alla montagna la Sezione Cai di Sulmona propone “i giovedì del Cai“. Serate di approfondimento che sono … una piccola anticipazione di ciò che possiamo solo intuire accadrà nel 2022 quando ci saranno i festeggiamenti per i 100 anni di fondazione di questa Sezione Cai che affonda le proprie radici nella feconda  Valle Peligna e si spinge in alto, fino a spaziare dalle massime altezze del Monte Amaro della Maiella, con il bivacco Pelino, nel Parco Nazionale della Maiella.


Appuntamento il giovedì alle ore 21.00, da marzo a maggio 2021 (per ora … ma ci attendono altre opportunità).
Gli incontri si avvarranno della piattaforma ZOOM messa a disposizione dalla Ditta Sintab di Sulmona.
Ecco i primi 11  appuntamenti fissati e c’è ampia scelta di temi secondo sensibilità e interesse. E’ come se fosse la parte teorica educativa e formativa di un “Corso di avvicinamento alla Montagna” tale da offrire occasioni di conoscenza e riflessione:

4 marzo: Fabrizio Pietrosanti – Istruttore Nazionale di Scialpinismo – “La pratica dello scialpinismo”

11 marzo: Massimo D’Alessandro – Tecnico AINEVA – “Neve e valanghe”

18 marzo: Catia Di Nisio – Geologa – “La forma delle montagne”

25 marzo: Giovanni Tarquini – Accompagnatore di Escursionismo – “La pratica dell’escursionismo”

8 aprile: Fiorenzo Spinosa – Dottore in Scienze Ambientali – “La vegetazione di montagna”

15 aprile: Luigi Iozzoli – Gruppo Grandi Carnivori CAI – “Il lupo e noi”

22 aprile: Gianluca Del Conte – Accompagnatore di Cicloescursionismo – “La pratica del cicloescursionismo”

29 aprile: Geppino Madrigale – Medico dello Sport – “L’allenamento in montagna”

6 maggio: Patrizia Tempesta – Dietista nutrizionista – “Alimentazione in montagna”

13 maggio: Luca Del Monaco – Fotografo – “La fotografia di montagna”

20 maggio: Marco Bettain – Medico – “La Montagnaterapia nel CAI”

Altre conferenze saranno comunicate in seguito.

è necessario registrarsi
Per partecipare è obbligatoria la registrazione, da effettuarsi al seguente link:
https://us02web.zoom.us/…/reg…/WN_bTkNB7PhTdytcpPtxFmZgA

Per supporto e chiarimenti è possibile inviare una mail a sezione@caisulmona.it


SOSTENIBILITA’ DOVE SEI?
Chiarire cosa sia la sostenibilità (parola abusata in ogni genere di progetto) non è semplice. Per dirigersi verso scelte sostenibili, quindi durevoli nel tempo, servono passaggi educativi e occasioni di (r)incontro con la natura.
Oggi c’è confusione nei termini (scompare il Ministero dell’Ambiente e appare il Ministero della Transizione Ecologica) e negli eventi (impensabile prevedere la situazione planetaria determinata dal coronavirus, obbligando a ripensare molto). Aspetti sociali, economici, ambientali e culturali sono in rapido cambiamento.
La Montagna è parte di questa realtà, con tenaci abitanti, servizi ecosistemici, qualità delle risorse e benessere.
Formare cittadini e soci capaci di interpretare e partecipare a questo processo di attenzione alla Montagna (parte di un sistema tutto concatenato) e a ciò che rappresenta come futuro possibile, rientra tra gli obiettivi di incontri e di altre iniziative che le numerose e attive Sezioni Cai sapranno proporre, aperte a ogni possibile collaborazione.

2021.03.02 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia

CAMOSCIO D’ABRUZZO  – sono trascorsi 30 anni dalla istituzione della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha dato il via al Progetto di reintroduzione sul Gran Sasso d’Italia  – Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ci comunica che 1000 camosci si rincorrono liberi tra rocce e balze erbose. – I primi camosci sono venuti dall’allora Parco Nazionale d’Abruzzo.
1 marzo 1991 – 1 marzo 2021


bentornato Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia
Quella del Camoscio d’Abruzzo è una storia a lieto fine, nata nel Cai, da un riuscito Progetto avviato negli anni ’80. Lunga la gestazione e la realizzazione, scandita in tre fasi condivise con l’allora Parco Nazionale d’Abruzzo, Direttore Franco Tassi. La fase che si riferisce alla Riserva Corno Grande di Pietracamela è quella della reintroduzione  in quota sul Gran Sasso d’Italia (traccia del Camoscio sul Gran Sasso si è persa con le ultime storie di caccia del 1890); inoltre si realizzarono le aree faunistiche di Pietracamela e Farindola. Le altre due fasi del Progetto Camoscio d’Abruzzo (organizzato su base regionale) sono state di ripopolamento sul Monte Marsicano – nel Parco Nazionale d’Abruzzo e nel Parco Nazionale della Maiella, con l’intervento a Fonte Tarì, osservatorio privilegiato dei camosci liberati.

pillole di storia
Come anticipato il Progetto Camoscio d’Abruzzo nel Cai nazionale prende forma intorno agli anni ’80. Da un’eredità che Susanna Marianna De Maria vedova D’Addario, socia della Sezione di Roma, lasciò al Cai per tutelare la fauna dei Parchi Nazionali.
Nel 1982 la manifestazione del Cai per la difesa del Gran Sasso contro gli impianti sciistici a Campo Pericoli. In seguito il Cai deliberò di intervenire con la fondazione di nuove colonie di Camoscio d’Abruzzo.
L’approvazione scientifica del progetto fu data, nel 1986, dai proff: Sandro Lovari (Università degli Studi di Parma), Augusto Vigna Taglianti (Università di Roma “La Sapienza”), Guido Tosi (Università degli Studi di Milano).
Le tre fasi del Progetto sono state realizzate a partire dal 1990 e felicemente riuscite con nascite sia nelle aree faunistiche che in quota. Sono state inoltre finanziate attrezzature per il monitoraggio con radiocollari e la stampa di materiale divulgativo (pannelli, striscioni, adesivi). Aderirono prontamente al progetto i Comuni di Pietracamela, Castelli, Isola del Gran Sasso, Lama dei Peligni, Farindola, la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo. Nel teramano il Camoscio è stato adottato quale simbolo dei Giochi della Gioventù.


i primi passi
Negli anni ’90 sul Gran Sasso d’Italia – diversamente dagli altri monti d’Abruzzo, non esisteva Area Protetta e quindi nessuna forma di tutela, benché montagna di primati, con la vetta più alta d’Appennino – il Corno Grande, il Ghiacciaio del Calderone – il più meridionale d’Europa e l’estesa piana carsica di Campo Imperatore – tra le meraviglie d’Appennino.


Volendo quindi riportare il Camoscio sul Gran Sasso d’Italia non c’erano le condizioni per garantirne la salvaguardia.
ma cosa serviva?Come priorità assoluta la tutela, istituendo una Riserva delimitata e organizzata, poi la presenza  di prati con nutrimento adeguato – in particolare per l’iniziale fase di vita dei camoscetti e, per garantire la permanenza degli animali , la necessità di un territorio vario per altitudine e ambienti, così da offrire zone di estivazione con praterie e pareti scoscese (le preferite) e di svernamento in quanto, con la neve è abbondante, gli animali scendono  più a valle, nel bosco.


il Comune di Pietracamela
Con queste finalità – dopo numerosi incontri, iniziative di sensibilizzazione e grazie all’opera di mediazione delle guide alpine locali, Lino D’Angelo ed Enrico De Luca, è nata la Riserva Corno Grande di Pietracamela, istituita dall’Amministrazione Comunale di Pietracamela in due delibere, comprendente la parte centrale del massiccio. La gestione tecnica fu affidata alla Delegazione Abruzzo del Cai. Il 1 marzo 1991 si delimitarono i primi 1000 ettari, quelli più in quota e il 6 luglio 1991 l’area fu ampliata  fino a 2200 ettari, comprendendo anche zone idonee allo svernamento. L’ambiente è di alta montagna, con il formidabile blocco montuoso del Corno Grande, del Corno Piccolo e del Pizzo d’Intermesoli, inoltre il ghiacciaio del Calderone – allora ancora consistente,  gelosamente custodito dalle vette del Corno Grande a 2700 m, sul fondo di un circo allungato, singolarità naturalistica in quanto unico ghiacciaio della catena appenninica e il più meridionale d’Europa. Il paesaggio si amplia ed è addolcito dalla conca interna di Campo Pericoli, singolare valle modellata in collinette e doline, dove troviamo Le Capanne, ricoveri in pietra. segni di antiche attività pastorali e ancora, dalla Val Maone, dalla Conca del Sambuco, dalla Valle del Rio Arno fino al bosco delle Verracchiette e al fosso della Giunchiera.


pronti a iniziare
C’erano quindi le condizioni chieste di tutela, quelle ambientali estive e invernali e le alimentari, con l’insieme di erbe tra le quali la ricercata comunità vegetale Festuco-Trifolietum thalii, particolarmente ricca di proteine.
Definiti e superati gli ultimi – non semplici, passaggi amministrativi, autorizzativi e organizzativi, nell’autunno 1992, ottobre, prelevati dal Parco Nazionale d’Abruzzo e  trasportati in elicottero, il personale del Parco effettuò la liberazione del nucleo iniziale di animali in quota, a Campo Pericoli nella località “conca d’oro”.
Alla presenza di un gruppo di emozionati e curiosi soci e amministratori, i camosci, dopo attimi di incertezza, si diressero verso le balze erbose e brecciose più in quota, scomparendo alla vista tra i dossi di Campo Pericoli. Quello storico episodio, con l’ufficiale e sottoscritto affidamento dei Camosci al Cai, ha avviato la riuscita reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia. L’anno dopo la prima coppia di animali è stata ospitata nell’Area Faunistica di Pietracamela realizzata a “Capo le Vene“, tra le rocce che dominano il paese, affacciate sui i tetti colorati dai coppi. Dalla piazzetta del paese si riuscivano ad osservare, controluce,  la sagome degli animali, fermi sul bordo delle rocce. I primi camosci, Adamo e Costanza, diedero alla luce il piccolo “Lino”, così chiamato per ringraziare la guida alpina, aquilotto del gran sasso, Lino D’Angelo, che, per alcuni anni, ha adottato e accudito i camosci dell’area faunistica.


il numero dei camosci cresce  … fino a 1000 – biodiversità salvata – un aiuto agli Ecosistemi vulnerabili
Nei primi anni gli animali sono stati seguiti con trepida attenzione e con altri trasporti in elicottero, per consolidare il nucleo iniziale che, da subito, si è perfettamente ambientato, quasi a riconoscere luoghi, odori e sapori. La Riserva Corno Grande di Pietracamela è entrata successivamente a far parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, diventato operativo dal 1995, garantendo tutela estesa ed efficace al Camoscio, ben oltre i 2200 ha iniziali.
Anno dopo anno gli animali si sono riprodotti sul Gran Sasso, occupando spazi sempre più ampi. Allo scoccare di questi primi 30 anni il Parco ci ha comunicato che “sono presenti circa 1000 esemplari distribuiti dal Monte San Franco, a nord, fino  al Vallone d’Angora, a sud. I nuclei più importanti si osservano sul Monte Camicia e sul Monte Corvo, con circa la metà degli esemplari. Anche sulle vie normali al Corno Grande, da Cima Alta e Campo Imperatore, i camosci sono facilmente osservabili nelle ore giuste e nei periodi meno affollati.”
Avendo seguito il Progetto dai primi passi mi piacerebbe vederli correre anche sui Monti della Laga. Aspettativa che, considerando l’attuale consistenza e grazie alla possibile curiosità esplorativa di qualche esemplare, potrebbe anche realizzarsi.


il Camoscio più bello del mondo
Dai  zoologi viene definito così, per sue prerogative per le visibili differenze dal camoscio delle alpi. La più significativa è la livrea invernale, che presenta una diversa colorazione del manto con colori che dal marroncino virano al rossiccio, con le caratteristiche bande nere che, a contrasto e vistose, scendono dal collo. Inoltre ha le corna più lunghe e uncinate (carattere più marcate nei maschi) e, nell’insieme l’animale ha una forma più slanciata.


osservare i camosci in ambiente

Osservare i camosci è relativamente semplice e può accadere con naturalezza durante le escursioni in quota, nelle zone che prediligono, sia mentre brucano, sia mentre si rincorrono tra le rocce. L’incontro è sempre di grande soddisfazione ed emozione, stupiti dal loro esserci e mimetizzarsi in un ambiente apparentemente difficile. Siamo in Montagna e il nostro comportamento, da visitatore, deve sempre essere di massimo rispetto. Il tema Camoscio sul Gran Sasso si amplia con Farindola, il Museo dedicato e l’area faunistica  nei pressi della cascata della Vitella d’Oro.


educazione  e sensibilizzazione ambientale a Pietracamela, Prati di Tivo e nei Rifugi Cai
Grande è stata l’opera di sensibilizzazione e di avvicinamento alla montagna e alle sue meraviglie , anche a seguito della costituzione del Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo. Tanti incontri, escursioni, attività con le scuole e inviti alla sosta in paese e nei rifugi, con proposte escursionistiche di più giorni. Per finalità divulgative sono state realizzate una Mostra (dieci pannelli che raccontano dl camoscio) e un pieghevole della Riserva. Pietracamela è stato il fulcro di ogni attività.


i Rifugi Cai
Nella Riserva Corno Grande di Pietracamela si trovano ben tre rifugi del Cai che, per il valore dell’area protetta, svolgono funzione informativa, educativa e di presidio contro il degrado. Il Franchetti, il più recente, costruito nel 1959 utilizzando le pietre del luogo è posto nella parte alta del Vallone delle Cornacchie a 2433 m, tra le pareti del Corno Piccolo e del Corno Grande. Il Duca degli Abruzzi, del 1908, a 2388 m sulla cresta del Monte Portella, tra Campo Imperatore e Campo Pericoli, in posizione aerea con potenti  vedute sul gruppo. Il Garibaldi, il più antico, del 1886, nella conca d’oro di Campo Pericoli, a 2230 m, immerso in un suggestivo ambiente carsico dall’elevato valore naturalistico dove, a pochi passi, ha avuto inizio la reintroduzione del Camoscio.


in Cammino nei Parchi  – 13 giugno 2021
Stiamo organizzando la giornata in Cammino nei Parchi, del prossimo 13 giugno. Sarà un appuntamento che ci vedrà tornare sui luoghi dove la reintroduzione ebbe inizio, con la Sezione Cai di Teramo e tutte le altre che vorranno aggregarsi. In escursione da Prati di Tivo, intercettando la “via dei Pretaroli” (itinerario Terre Alte Pietracamela-Assergi), lungo la Val Maone, alla “conca d’oro, Campo Pericoli, “le capanne” e al Rifugio Garibaldi.

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PEZZI DI STORIA DEL CAI come ricordo per chi c’è stato e da far conoscere ai nuovi.
Li racconteremo in più puntate
Come introdotto da questo scritto, sono davvero tanti gli episodi a corredo del Progetto Camoscio d’Abruzzo che non è possibile sintetizzarli in questa prima nota, alla quale, per completezza e informazione, ne seguiranno altre durante l’anno (molto si dirà in occasione della giornata “in Cammino nei Parchi“).


il processo
Tra gli eventi c’è però anche quello che mi ha visto coinvolto in processo, con una ingarbugliata vicenda di addebiti non veritieri e di documenti stranamente non ritrovati. La vicenda giudiziaria, dopo un travagliato iter nel quale sono stato affiancato da persone che ringrazio per l’aiuto dato a superarlo, alla fine si è risolta con assoluzione piena. E’ chiaro che la reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo,  indicava una diversa destinazione d’uso di territori montani – il Parco ancora non c’era, e l’addebito nei miei confronti (e contro il Progetto che ripristinava una biodiversità persa) fu su alcune presunte carenze nei passaggi autorizzativi. Il Cai era nel mirino di chi non aveva gradito precedenti – e riuscite, azioni di tutela e – senza demordere, spingeva ancora su  forti interessi di settore.


Ma, con brevi cenni racconto cosa era accaduto 10 anni prima e che cosa avrebbero voluto diventasse il Gran Sasso d’Italia.
manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia – 27 giugno 1982
Negli anni ’80 il Gran Sasso d’Italia era minacciato dai distruttivi progetti che prevedevano impianti di risalita e gallerie a Prati di Tivo, nella Val Maone, a Campo Pericoli fino a raggiungere il Sassone
Come Cai – Delegazione Abruzzo, ci siamo opposti da subito, anche con difficoltà interne tra favorevoli e contrari. Una efficace e storica Manifestazione interregionale Cai Abruzzo, Lazio e Marche nel 1992 e una petizione europea dettero manforte a salvaguardare il Gran Sasso d’Italia impedendo che si realizzassero gli impianti. Un numero del Bollettino Cai L’Aquila documenta la giornata. Più di mille persone (numero davvero importante) parteciparono, il 27 giugno 1982, alla manifestazione per la tutela del Gran Sasso d’Italia, nonostante il tempo fosse inclemente. Molte le adesioni e le presenze di autorità, politici, alpinisti, ambientalisti e personaggi della cultura. Intervennero Filippo Di Donato, Franco Bassanini, Dario Nibid, Stefano Rodotà, Pietro Scoppola, Luigi Spaventa, Fulco Pratesi, Carlo Alberto Pinelli, con i saluti di Franco Alletto e Nestore Nanni.  Un’iniziativa promossa dal Cai interregionale con il sostegno di WWF, Italia Nostra, Lega per l’Ambiente e Arci.


il tempo è galantuomo – il Camoscio d’Abruzzo è resiliente?
Si riuscì a salvare il cuore del Gran Sasso d’Italia e, una delle riposte in ambiente, Cai-Comune di Pietracamela-Parco Nazionale d’Abruzzo, fu nel 1991, dar vita al Progetto Camoscio d’Abruzzo, con le tante positive implicazioni.
Scelte giuste e il tempo, da galantuomo, ci ha dato ragione.
Oggi (febbraio 2021) in Abruzzo ci sono oltre 3200 camosci, diversamente distribuiti nelle Aree Protette, tra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (lo storico Parco che riuscì a evitare l’estinzione del camoscio), Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Regionale Sirente Velino. A questi in Abruzzo, si aggiungono i 200 camosci del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Per una specie che ha rischiato di scomparire, i numeri iniziano a essere importanti, ma la guardia va tenuta sempre alta e il camoscio, diventato mascotte nei giochi della gioventù e in alcune pubblicazioni per ragazzi (Camoscio Carlino, il vagamondo), va conosciuto e ammirato per la sua capacità di resistere e adattarsi, tornando a ripopolare ambienti montani abitati nel passato (oggi si usa dire resilienza) e per la sua agilità da “acrobata delle rocce“.

2021.02.28 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi