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I GIOVANI SI CONFRONTANO SUL FUTURO DELL’ITALIA ALLA LUCE DEL NEXT GENERATION EU – IL PNRR D’ITALIA

– I giovani si confrontano sul futuro dell’Italia alla luce del Next generation Eu
– Il PNRR d’Italia

10 febbraio 2021, alle ore 15:30

il futuro è dei giovani, ma quanto i giovani potranno contare e quanto saranno ascoltati?

link  articolo ASviS: I giovani si confrontano sul futuro dell’Italia alla luce del Next generation Eu

Si terrà mercoledì 10 febbraio 2021, online alle ore 15:30, l’evento “Vogliamo decidere sul nostro futuro! I giovani valutano i piani italiani per il Next generation Eu” promosso dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile ASviS, per favorire un momento di ascolto e confronto pubblico tra le giovani generazioni su quale futuro disegnare per il Paese con il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Il Programma Next generation Eu è dell’Unione europea. E’ stato definito e varato per combattere le conseguenze della pandemia da Covid-19 e per rendere attività e scelte dell’Unione più eco-sostenibili, resilienti, eque e giuste.

L’Italia –  il maggiore beneficiario di tali risorse europee – deve predisporre entro aprile il proprio PNRR secondo le linee secondo le linee guida emanate dalla Commissione europea.

link al PNRR d’Italia approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021

Tutti, considerando i tanti interessi per queste ingenti risorse economiche, siamo chiamati a informarci e concorrere alla stesura del PNRR.

diamo voce ai giovani e ascoltiamoli
In questa fase di possibili osservazioni, è opportuno dare voce alle aspirazioni e alle proposte delle giovani generazioni, sulle quali ricadrebbero scelte approssimative, di settore e sbagliate. In questa ottica di giustizia intergenerazionale si pone Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, assunta dall’Unione europea come riferimento di ogni politica.

Appuntamento al 10 febbraio 2021 – 15:30
Sarà possibile seguire l’evento su asvis.it e sulla pagina Facebook dell’ASviS.

Scarica il programma ASviS evento giovani

Piano nazionale di ripresa e resilienza
– In primo luogo, vogliamo un Paese moderno, innovativo dotato di una pubblica amministrazione efficiente e moderna, in cui possano operare imprese innovative e sempre più competitive, un Paese con infrastrutture sicure, tecnologicamente all’avanguardia, che sfruttino tutte le potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale.

– In secondo luogo, vogliamo un Paese più verde, con sistemi di produzione e trasporto dell’energia compatibili con gli obiettivi di riduzione dei gas clima alteranti e più resiliente rispetto agli eventi climatici estremi.

– Infine, vogliamo un Paese più coeso, più attento al benessere dei cittadini, sia nei grandi centri urbani, sia nei borghi sia nelle tante, troppe “periferie” d’Italia. Non si può tollerare l’aumento disuguaglianze di genere, nella società, tra regioni e territori, indotto da politiche passate errate, che non hanno saputo frenare una dinamica dannosa per la crescita economica e per la tenuta del tessuto sociale. Nessuno deve essere lasciato solo.

 articolo: Ambiente e sviluppo, i giovani si confrontano sul piano italiano per il Next Generation EU Lo Scarpone on line – Notiziario del Club Alpino Italiano, 5 febbraio 2021

2021.02.04 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi – Gruppo di lavoro ASviS su Agenda 2030




SETTEMILA CHILOMETRI DI BELLEZZA, NATURA E CULTURA – SENTIERO ITALIA CAI, stabile infrastruttura nazionale di mobilità dolce e tanto altro ancora…

SETTEMILA CHILOMETRI DI BELLEZZA, NATURA E CULTURA
SENTIERO ITALIA CAI, stabile infrastruttura nazionale di mobilità dolce e tanto altro ancora…

il Sentiero Italia Cai
Più di 7000 chilometri (quasi tutti sulle estese dorsali montuose della nostra penisola), circa 400 tappe, 20 Regioni, 16 Parchi nazionali, 37 Parchi regionali.

camminare per conoscere, conoscere per amare, amare per tutelare
Alla scoperta dell’Italia “minore”, tappa dopo tappa,  regione dopo regione, camminando ai piedi dell’Etna, del Gran Sasso e del Monte Bianco, sulle orme del grande visionario Cai, Teresio Valsesia, che, con lungimiranza e determinazione, nel 1995, ha descritto e percorso integralmente il Sentiero Italia Cai.
Camminare e arrampicare sono le pratiche più naturali del mondo ed è quello che iniziamo a fare da subito appena riusciamo a reggerci sulle gambe.

Sentiero Italia Cai: quando il camminare diventa tempo dedicato
Nel mondo ci sono diversi esempi di lunghi cammini sia quelli turistici e religiosi come il noto Cammino di Santiago de Compostela, oppure i lunghi trekking di avvicinamento alle vette himalayane. Ma esiste un particolare sentiero che unisce Alpi e Appennino, attraversa anche Sicilia e Sardegna e ha avuto il nome di Sentiero Italia Cai. Nato negli anni 90 è stato percorso integralmente nel 1995 e in questi ultimi anni il progetto è stato ripreso dal Cai celebrando nel 2019 l’anno del turismo lento, animato dal Presidente Generale Cai, Vincenzo Torti, con il messaggio raccolto operativamente dal Vice Presidente Generale Cai, Antonio Montani.

obiettivi durevoli – Agenda 2030 – CETS
Gli obiettivi sono ambiziosi volendo avvicinare a piedi, territori, paesi e popolazioni, da promuovere e conoscere nelle diverse culture e tradizioni. Ci sono poi la tutela dell’ambiente, l’attenzione al patrimonio culturale e la salvaguardia della biodiversità. Nella realizzazione del Sentiero Italia Cai sono stati utilizzati sentieri esistenti, molti dei quali recuperati dall’abbandono. Sono sati privilegiati gli itinerari di fondovalle, da paese a paese, per una frequentazione possibile in ogni stagione e aperta a tutte le fasce d’età, al turismo scolastico e alle famiglie. Si è in linea con i 17 obiettivi Agenda 2030 e gli indirizzi della Carta Europea del Turismo Sostenibile – CETS.

Sentiero dei Parchi – Cai, MATTM, Federparchi – infrastruttura stabile
Lo sviluppo del Sentiero Italia Cai è di oltre 7000 km e, in accordo con il Ministero dell’Ambiente (intesa sottoscritta il 23 maggio 2020 nell’ambito della Settimana delle Natura, 18-24 maggio), interesserà tutti i 25 parchi nazionali d’Italia (16 dei quali sono direttamente interessati, insieme a 37 Parchi Regionali e 17 tra riserve regionali e riserve statali alle quali si aggiungono i siti di Rete Natura 2000). Diventa così il Sentiero dei Parchi, con avvio da Santa Teresa di Gallura in Sardegna e arrivo a Trieste, in Friuli Venezia Giulia.
La collaborazione Cai,  Federparchi, Ministeri, Regioni, Parchi ed Enti locali trasformerà il Sentiero dei Parchi  in infrastruttura stabile associando, la percorrenza del tracciato, l’accoglienza nei paesi e nei rifugi, la tutela con le iniziative di informaz ione e sensibilizzazione ambientale e culturale.

il segnavia rosso/bianco/rosso
Compagni di viaggio in questa esperienza itinerante saranno le bandierine segnavia rosso/bianco/rosso – a conferma  del tracciato, le frecce direzionali poste ai bivi e i tabelloni informativi nelle località di partenza e arrivo. L’abaco della segnaletica del Cai è garanzia di continuità nazionale e sicurezza ed è stata adottata dal sistema delle Aree protette.

turismo educante e multidisciplinare – mobilità dolce ecosostenibile
Il Sentiero dei Parchi sarà un esempio di intervento multidisciplinare ecosostenibile, in linea con gli obiettivi di Agenda 2030 e degli indirizzi della Carta Europea del Turismo Sostenibile – CETS. A sostegno di questo nuovo “turismo educante” sono attive già diverse iniziative tra le quali il progetto “ripartire dai sentieri” avviato dopo il terremoto d’Appennino del 2016, la giornata nazionale “in cammino nei parchi“, in collaborazione con Federparchi, che vedrà la nona edizione il prossimo 13 giugno 2021, la “XXII settimana nazionale dell’escursionismo“, che ha visto l’evento 2019 nel Parco Nazionale della Val Grande e vedrà il prossimo in Basilicata, dal 27 settembre al 3 ottobre 2021, nel Parco Nazionale del Pollino e a Matera (capitale della Cultura 2019) e la “settimana nazionale del Sentiero Italia CAI per la Scuola italiana”, programmata dal 4 al 9 ottobre 2021 con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, del Ministero per l’Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali.

Il Patto educativo di comunità – Scuole in Rete
Ci affascina capire le possibilità di un’offerta formativa calibrata sulla popolazione giovanile che dia riscontro alle esigenze dei diversi contesti culturali, sociali ed economici delle realtà locali che il Sentiero dei Parchi attraversa. L’Escursionismo diventa volano del coordinamento  stabile di iniziative promosse da più Enti(Sistema Educativo Territoriale), realizzando un percorsi formativi integrati che dall’aula si svolgono in ambiente, diventando buone pratiche esportabili (Scuole in Rete).

patrimonio naturale – patrimonio culturale
L’Escursionismo educante, visto come strumento partecipativo di una governance integrata. Ci si avvale di questa rivisitata attività in ambiente e si guarda al futuro, a seguito della necessaria conservazione del patrimonio naturale e del patrimonio culturale, della scelta di adeguate politiche e misure per l’adattamento alla crisi climatica e nell’ottica del miglioramento socio-economico e di cittadinanza (ambito attualmente condizionato dall’emergenza sanitaria per Covid 19).

i paesi: porte di accesso alla montagna – i rifugi: presidi culturali
L’avvicinamento alla montagna sempre dal basso, iniziando dai paesi che diventano le naturali porte di accesso alla montagna, con la prima sosta di accoglienza e di incontro. Più in quota i rifugi, presidi culturali pronti ad accogliere per una rigenerante sosta informativa. Ci muoveremo sempre nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento nel covid e per contrastare l’emergenza climatica in atto.

guardarsi attorno e guardarsi dentro
Il 2021 speriamo possa l’anno che si lascia la pandemia alle spalle, ritrovando la gioia dell’incontro, recuperando il senso dell’aggregazione e della condivisione. Il tempo sarà dedicato con tranquillità all’escursionismo, gli spazi recuperati per la meraviglia e lo stupore, le soste, con i paesaggi che si susseguono, per il costante guardarsi attorno e guardarsi dentro.

 

 

SENTIERO ITALIA CAI E AREE PROTETTE – Dal sito https://sentieroitalia.cai.it/ al sito  http://www.parks.it/, articolo del 2020.06.14

GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI 24 maggio 2020  – CLUB ALPINO ITALIANO E MATTM: SENTIERO DEI PARCHI, articolo del 2020.05.24 (giornata europea dei parchi)

 

2021.01.28 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




LA SFIDA DI “NEXT GENERATION EU” – Le strade in montagna ci sono: servono servizi e accoglienza

LA SFIDA DI “NEXT GENERATION EU” – località Prati di Tivo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Le Associazioni ambientaliste  in Provincia di Teramo si prendono cura della Montagna

Le strade in montagna ci sono: servono servizi e accoglienza

Il CAI – Club Alpino Italiano (Sezione di Castelli, Sezione di Isola del Gran Sasso, Sottosezione di Pietracamela, Sezione di Teramo), Mountain Wilderness Abruzzo e WWF Teramo intervengono congiuntamente – comunicato del 18 gennaio 2021, sulle recenti proposte per i Prati di Tivo, località montana  nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

18 gennaio 2021
COMUNICATO STAMPA INTERASSOCIATIVO
Fondi da Next Generation EU
Dai cassetti di Comuni e Provincia escono fuori tutti i progetti più stravaganti degli ultimi 30 anni per raggiungere i Prati di Tivo
È questo che vogliamo lasciare alle prossime generazioni?

Infrastrutturazione pesante
L’attenzione è su interventi di infrastrutturazione che non direi proprio di mobilità sostenibile.
Tra i progetti un trenino a cremagliera con partenza da Forca di Valle di Isola del Gran Sasso, una strada panoramica dall’uscita autostradale di Colledara e perfino una cabinovia o funivia da Montorio al Vomano.

Quale visione? Non è ordinaria amministrazione
Si ripropongono progetti sepolti in cassetti che sembravano chiusi per sempre. Ed è questa la nota più dolente, in quanto il fatto che, dalle attuali amministrazioni, riemergono situazioni obsolete e superate denota quanto poco si conosca e si abbia a cuore non solo la montagna, ma gli ambienti in genere. In queste circostanze non si tratta di ordinaria amministrazione.

Next Generation EU – Laudato SI’
Lo strumento per la ripartenza e la resilienza dell’Unione Europea è, non a caso, denominato  Next Generation EU  e guarda al futuro con l’obiettivo di aiutare gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia, garantendo nel contempo che l’economia avvii le transizioni verde e digitale e diventi più sostenibile. Il tutto guardando alle future generazioni a cui dovremmo lasciare un mondo più sano perché, come ha detto Papa Francesco, è un’illusione credere di poter restare sani in un Pianeta malato.

– Eppure opzioni di mobilità dolce sono possibili
… Perché, invece di pensare a progetti fuori scala, non ci si preoccupa di sistemare strade e parcheggi esistenti che, una volta migliorati, potrebbero tranquillamente reggere gli attuali e i futuri flussi turistici?
– Superare la monocultura dello sci alpino
… Perché non si fanno investimenti sulla riconversione dei Prati di Tivo per superare il turismo legato allo sci da discesa che ha assorbito decine di milioni di euro di fondi pubblici senza che si trovasse un solo imprenditore intenzionato ad investirci?
– Centri montani minori – porte di accesso alla montagna
… Perché non si punta a rivitalizzare i piccoli centri montani, ricreandovi servizi, ormai quasi del tutto scomparsi, e anche con investimenti a sostegno all’agricoltura e della riforestazione in chiave idrogeologica e climatica?
 – La Montagna è bella in ogni stagione
… Perché non si prova a destagionalizzare l’offerta dei Prati di Tivo puntando su un turismo verde e recuperando antichi percorsi che accolgano i sempre maggiori flussi di turisti e residenti desiderosi di vivere esperienze a piedi o in bicicletta in natura senza stravolgerla?

– Da paese a paese – Ampliamo l’area di interesse –  Rete di sentieri per un’escursionismo naturalistico, culturale e gastronomico.  
… Si potrebbe, connettere la rete sentieristica del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con i centri di fondo valle, come Montorio al Vomano e lo stesso Capoluogo teramano, mediante il recupero di percorsi adatti anche ad un uso ciclo pedonale ed equituristico, conferendo a questi centri il ruolo di porte delle attività turistiche nel Parco e collegandoli sinergicamente con quelli più interni in una rete condivisa di servizi e attività turistiche sostenibili che potrebbero costituire il vero motore della ripresa economica di queste aree.

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga – Strategia Europea sulla Biodiversità 2030  Contrasto al cambiamento climatico – Parchi in Rete
Ci troviamo in area protetta nazionale, in un ambiente dall’elevato valore naturalistico e paesaggistico, con un’importanza storica, culturale e geologica unica. Va quindi considerato prioritario quanto previsto nella Strategia Europea sulla Biodiversità 2030 che comporta anche il raggiungimento dell’obiettivo prioritario del contrasto al cambiamento climatico, attraverso la riduzione della perdita di biodiversità. Il Sistema delle Aree Protette ha esperienza su questi temi, nella redazione del Piano del Parco e dei Piani pluriennali socio-economici, interessando sia il bene naturale, sia il bene che culturale.


Il Centro, 24 dicembre 2021: intervento di Tommaso Navarra, Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Scienza e Ambiente – PartecipazioneInformazione, educazione e formazione
La complessità ambientale è crescente e le problematiche, antiche e nuove, si affrontano e si risolvono con esperienza, ricerca, tecnica, studio e capacità. Indispensabile la sinergia tra attori diversi, coniugando competenze diverse, riuscendo a lavorare insieme per la salvaguardia ambientale. In questo ambito è importante l’impegno delle Associazioni e dei portatori di interesse utilizzando il dialogo culturale, tecnico scientifico e la partecipazione. Determinanti informazione, educazione e formazione orientati alla eco-sostenibilità.

Ripartenza e Resilienza – Agenda 2030  – Benessere sociale
Per attenuare le conseguenze planetarie da Covid e l’emergenza climatica sono necessari interventi  globali significativi e congiunti fissati con gli obiettivi Agenda 2030. Le scelte non possono esser più di retroguardia, ma l’asticella va alzata, con il livello della pianificazione e delle norme per superare criticità e disuguaglianze in atto. La resilienza, ovvero la capacità di resistere a sollecitazioni e stress, cresce in ambienti sani dove l’economia è parte di un’ottica verde e di neutralità climatica. La pandemia e l’indotta crisi economica, invece di avvicinare le disuguaglianze sta accentuando, in ogni nazione, la forbice  tra ricchi e poveri. Il Goal 10 dell’Agenda 2030 punta a ridurre le disuguaglianze tra i Paesi e al loro interno. In una situazione di neutralità economica migliorano qualità della vita e benessere.

LEGGE 30 dicembre 2020, n. 178. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
La Legge nazionale prevede l’accelerazione e l’attuazione di investimenti per far fronte al problema del dissesto idrogeologico e misure per potenziare il sistema nazionale delle aree protette. Le proposte di infrastrutturazione pesante in programma . evidente maldestra forzatura dei finanziamenti NEXT GENERATION EU”, non sono in linea con le prospettive nazionali e determinerebbero un sicuro incremento del dissesto geologico con i conseguenti danni ambientali e oneri di manutenzione e ripristino.

Occasione di riscatto e riconoscimento   – Servizi ecosistemici –  Oltre l’ordinaria amministrazione
Per realizzare gli obiettivi preposti tutta l’Italia dovrebbe diventare laboratorio pratico per assi, misure e azioni. Nello specifico della montagna è l’occasione di riscatto e riconoscimento … che fa star bene le persone. La pandemia ha evidenziato l’appetibilità del territorio montano, merito delle particolari caratteristiche espresse dalla  qualità ambientale. Ci sono poi i servizi ecosistemici che garantiscono risorse primarie di qualità e incontaminate. Si tratta ora di definire governo e gestione adatti all’attuale contesto, che ne considerino forza e fragilità con un necessario quadro normativo che, in regine di economia verde, vada oltre l’ordinaria amministrazione.

2021.01.25 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




VALORE APPENNINO  – “Elogio della neve sul Gran Sasso imbiancato”, da Montagne 360 – gennaio 2021

VALORE APPENNINO  – “Elogio della neve – sul Gran Sasso imbiancato”
Montagne 360 – gennaio 2021

“Elogio della neve – itinerari nella montagna imbiancata”. Titola così il numero di gennaio di Montagne 360, la rivista del Club Alpino Italiano nata nel 1882 (giunta, con questo di gennaio 2021, al 100° numero presente in edicola, a disposizione di tutti dal 2012).

Gran Sasso d’Italia
Campeggia in copertina una invitante immagine innevata del Gran Sasso d’Italia, di Luca Mazzoleni, gestore del rifugio Carlo Franchetti, del Cai Roma (ci troviamo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga).

Elogio della montagna.
L’elogio della neve, di questa grande risorsa della natura che è parte del ciclo dell’acqua, diventa “Elogio della montagna” dove la bianca coltre si forma e si deposita.

Rispettiamo la fauna
Le pagine illustrate della Rivista del Cai sono un invito a vivere la montagna e a conoscerla sempre meglio.
In questa fase da pandemia, la montagna è stata frequentata, spesso eccessivamente e senza autoregole. Per il futuro va riscoperta e apprezzata per le sue qualità ambientali e i servizi ecosistemici che garantiscono salute e benessere.

L’altra neve
L’Appennino offre buone opportunità per esperienze a piedi,  di appaganti escursioni anche con le ciaspole o sci da fondo. Sono tanti i borghi in ambienti montani con itinerari che si prestano per pianori, dislivelli e pendenze. Troviamo quindi “l’altra neve”, quella lontana dagli impianti di risalita, quella che ci aiuta a riscoprire il senso del silenzio, del guardarsi attorno, del paesaggio che muta il nostro camminare, stimolando curiosità ed emozione (una riflessione sul ruolo dell’altra neve è proposta da più anni dal Parco Nazionale della Maiella, con un programma di più appuntamenti sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, Montagne 360 – febbraio 2017 pagg.19-25). In ambienti ovattati ci si muove in tranquillità, senza spaventare e stressare gli animali del bosco, che in questo periodo dell’anno risentono particolarmente delle tante difficoltà date dall’inverno: negli spostamenti meno agevoli, nel maggiore consumo di energia, nella più faticosa ricerca del cibo, nel freddo.

La Montagna c’è. Per tutti.
La si può quindi frequentare in libertà, senza particolari divieti, ma con un personale cambio di mentalità che riduca significativamente l’impatto della nostra presenza, così da non lasciare vistose e durature tracce del nostro passaggio. Per migliorare i nostri comportamenti, il Club Alpino Italiano tratterà questo argomento in un convegno organizzato dalla Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano.

In Appennino, Luca Mazzoleni
Tornando in Appennino e sul Gran Sasso d’Italia, Luca Mazzoleni (pagg. 30-34) ci descrive 2 itinerari invernali alla vetta occidentale del Corno Grande la più alta d’Appennino con i suoi 2914 metri. Si tratta chiaramente di itinerari impegnativi che evidenziano vigore e potenza del Gran Sasso d’Italia con tutte le insidie che si incontrano d’inverno per il pericolo di valanghe, le difficoltà nel superare tratti ghiacciati, le basse temperature, il possibile repentino cambio meteo. Per queste attività sono indispensabili competenza, esperienza, attenzione alle previsioni meteo e tanto buon senso.

Editoriale del Presidente Torti
Ci attende il futuro. Dall’editoriale  di Vincenzo Torti, Presidente generale Cai … il 2021 presenta pagine da scrivere insieme, raccolti attorno alla nostra Associazione che costruisce un punto fermo di umanità e progettualità, di rispetto e attenzione …
Nella Rivista altri articoli di neve: in Alta Badia, sul Grappa, sui confini del Friuli sulle Alpi Carniche e Giulie, presentati dalla sinfonia del silenzio.

Turismo educante
La Montagna ha bisogno di visitatori preparati e consapevoli, per una frequentazione eco-sostenibile, matrice di un “turismo educante” che, attraverso la cultura,diventi comunità radicata, favorisca nuova occupazione e assicuri una durevole crescita sociale ed economica.

2021-01-15 (filidido)  Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




NATURA FONTE DI VITA – da Montagne 360, gennaio 2021

 Dalla lettura l’arte di ascoltare e comprendere

NATURA FONTE DI VITA – da Montagne 360, gennaio 2021

4 libri, 4 modi diversi di percepire il territorio.

Un invito alla lettura, in questo particolare momento che ci vede costretti a casa, con spostamenti limitati.

Leggiamo di natura, fatti, esperienze e buone pratiche che ci parlano di vita reale.

Mi interessa l’ambiente, che si abbina sempre più a salute e benessere. La Montagna c’è e offre luoghi ancora ad elevata naturalità, dove poter rigenerare  corpo e mente.

E allora, appena possibile, approfittiamone. Si può andare in sicurezza, lungo sentieri ben segnati e ben descritti, nel rispetto delle regole della pandemia e delle esigenze di flora, fauna e paesaggio.

Intanto, in attesa di poterlo fare liberamente leggiamo.

LA MONTAGNA E’ …

La Montagna è … realtà complessa. Nel Congresso Cai Tam di Fermo, del 20 e 21 ottobre 2018, abbiamo considerato alcuni aspetti, cercando di evidenziare specificità e valori. Si tratta però di un territorio denso di racconti, visioni, interessi, avventure e storie che si intrecciano. Non semplice da interpretare e capire. E così ci vengono in aiuto i libri, che ci fanno incontrare esperienze e indicano la traccia da seguire.

Le pagine sfogliate “da seduti”, sono una panoramica  che, attraverso la Montagna scritta, ci riporta alla nostra casa primigenia, interiore; invita alla conoscenza/scoperta degli effettivi ritmi circadiani della natura, dei brandelli di luoghi ancora selvaggi, di wilderness.

In Appennino l’intreccio tra vita dell’uomo e attività in ambiente è forte e lo ritroviamo nei tanti insediamenti in quota, nei terreni coltivati, nei paesi sparsi, segnati spesso dall’abbandono. La natura disegna monti che si inseguono, dolci e aspri, lungo tutta una infinita dorsale, incredibilmente affacciata su mari, aperta da valli e segnata dai corsi d’acqua. Una realtà speciale, della quale prendersi cura con convinzione e capacità riscoprendo, da viandante, il vocio  nelle  nicchie di antiche arti e lo stormire di paesaggi naturali.

– In cammino, con bambine e bambini, dagli occhi sgranati, catturati da fantasia pura e libere emozioni.

– La nostra “cura” del futuro, con saperi e comportamenti, è racchiusa nella “cultura” .

Buona lettura!!!

MONTAGNE 360 –  La rivista del Club Alpino Italiano dal 1882 – gennaio 2021 (pagg.78 e 79)

2021-01-13 (filidido) Giornalista –  Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




EUGENIO DI DONATO – ci racconta e si racconta

 

EUGENIO DI DONATO – ci racconta e si racconta (tra libri, videoclip, lettere scritte e riflessioni)

Eugenio Di Donato, come scrittore/lettore ci fa sapereche si sente vicino ai libri e “…– direi tanti –per temperamento, emozioni, intenzioni, e circostanze in cui sono stati scritti. Ho una predilezione per le forme brevi. Per i racconti. Non è un caso che «sangue e latte» sia un romanzo di appena un centinaio di pagine.

Per lui i libri sono: …. libri utensili, libri leva con cui forzare le fessure del reale per aprire finestre sull’assurdo, violento e – circoscritto – irreale in cui viviamo.

Eugenio continua con:
….Ho inteso la scrittura come uno strumento, un oggetto afferrabile che abbia le fattezze di un utensile in grado di stendere e plasmare il pensiero, che ne ridisegni l’estensione e ne muti l’immaginario.

.Eugenio Di Donato ha scritto il romanzo – Sangue e Latte, dei racconti e due raccolte di poesie.
https://eldoctorsax.blogspot.com/2020/05/sangue-e-latte-eugenio-di-donato

BUONA LETTURA!!!

2021.01.06 e seguenti (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




100 anni del Primo Congresso Alpinistico Regionale Abruzzese del Club Alpino Italiano. La sfida culturale e sociale del Cai ripercorrendo  quanto accaduto 20 – 30 – 40 – 100 anni fa.

100 anni del Primo Congresso Alpinistico Regionale Abruzzese del Club Alpino Italiano
La sfida culturale e sociale del Cai ripercorrendo  quanto accaduto 20 – 30 – 40 – 100 anni fa.
L’impegno ambientale con i Parchi, la Regione e il multiforme sistema delle Aree Protette

Ebbene sì mi sono sbagliato. In tutta sincerità avevo pensato che il 2020 potesse essere un anno dalle grandi avventure, con la possibilità di svolgere significative attività in ambiente. L’inizio era stato promettente con il passaggio delle consegne alla CCTAM 2020-22. Da subito diversi appuntamenti e tra questi la giornata nazionale per le zone umide con la manifestazione interregionale del Cai Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, a tutela dei Pantani di Accumoli (singolare area SIC d’Appennino, minacciata dalla costruzione di un improvvido e inutile Rifugio in quota). E poi il completamento funzionale della Casa della Montagna ad Amatrice. Ma ecco, inaspettato, il buio, il nulla che ci ha portato il coronavirus, diffuso ovunque a pandemia.

I potenti simboli del 2021: 20 – 30 – 40 – 100 anni fa
La forzata pausa del confinamento mi ha portato a comprendere quanto invece fosse carico di simboli il 2021.

Nel 2001 era intensa l’attività del Centro di Educazione Ambientale “gli Aquilotti” del Cai Abruzzo e la sua fase di dialogo e incontro con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che, concedendo l’uso dei locali del Museo dell’Alpinismo a Pietracamela, ne consentì la costituzione, riconosciuta dalla Regione Abruzzo.

Ci sono i 30 anni della Legge Quadro 394 del 91 sulle aree protette (del 6 dicembre). Provvedimento che ha saputo dare corpo  e senso al Sistema nazionale delle Aree Protette d’Italia (attualmente sono 25 i Parchi nazionali, considerando anche il Parco del Gennargentu)

Ma prima ancora i 30 anni della Riserva  comunale Corno Grande di Pietracamela di 2200 ha (istituita il 1 marzo 1991), affidata in gestione al Cai. Grazie a questo lembo di territorio montano tutelato prese il via il riuscito progetto di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia (felicemente esteso alle altre montagne d’Appennino). Il paese di Pietracamela, tra borghi più belli d’Italia, arroccato in montagna come un nido d’aquile diventò la porta teramana di accesso alla riserva che contava la presenza di ben tre rifugi del Cai con il Franchetti, il Duca degli Abruzzi e lo storico rifugio Garibaldi il primo sul Gran Sasso, del 1886.

Cambiando scenario, alla scoperta escursionistica del territorio ci pensano i 30 anni del Trekking Aprutino voluto dal Cai Teramo per festeggiare la nascita del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, con territori da esplorare sulle 11 suggestive tappe proposte.

Ma, per tutti i soci CAI, ecco i 40 anni della prima approvazione del Bidecalogo Cai, voluto nel 1981, dai delegati riuniti in Assemblea a Brescia. Documento centrale in ogni occasione informativa, educativa, formativa e di progetto del Cai (riattualizzato, con nuova stesura il 2013, nel 150° di fondazione del Cai).

Il centenario appuntamento storico d’Abruzzo é il Primo Congresso Alpinistico Regionale Abruzzese
tra le Sezioni di Aquila, Chieti, Isola del Gran Sasso e Teramo, tenutosi in Caramanico e Palena , nei giorni 19 e 20 Settembre 1921, con 52 soci partecipanti. Il seggio di presidenza fu composto dal Sindaco di Caramanico e dai Presidenti delle quattro Sezioni Cai, con tanti riconoscimenti esterni giunti a ribadire il valore sociale dell’appuntamento. Le decisioni prese, lungimiranti e condivise, mostrano una stringente attualità, con le Sezioni unite in consorzio per risolvere i problemi della costruzione dei rifugi Alpini e della viabilità montana realizzando mulattiere, del miglioramento dell’accoglienza di piccoli alberghi (in via temporanea organizzando attendamenti), per rendere popolare l’avvicinamento alla montagna favorendo l’iscrizione degli operai e, infine, pubblicare una guida che illustri le montagne d’Abruzzo e i borghi più pittoreschi (già 100 anni fa era più che chiaro il legame tra territori e genti di montagna).

La montagna unisce e la Maiella lo ha confermato, con la traversata del 20 settembre 1921 che ha unito Caramanico e Palena, paesi sui due versanti del massiccio montuoso. 33 congressisti sono saliti in notturna al Monte Amaro, per poi ridiscendere dal Vallone di Taranta e visitare la Grotta del Cavallone. Il congresso, iniziato a Caramanico è terminato a Palena, con grande soddisfazione di tutti i partecipanti, che hanno confermato di rivedersi l’anno dopo, stabilendo come sede Teramo, Isola del Gran Sasso e Pietracamela.

Dal 1921 al 2021 con il nuovo Gruppo Cai Abruzzo
Per celebrare la caratteristica itinerante del CAI, da monte a monte, quale migliore occasione del completamento funzionale del Sentiero Italia Cai, ricordando che nel 1991, sempre 30 anni fa, fervevano i lavori dell’ingegner Bernardino Romano (Cai L’Aquila) per descrivere proprio le tappe del Sentiero Italia Cai  (illustrato pubblicamente con Convegno nel 1992) e si stampavano i primi documenti nazionali sull’armonizzazione della segnaletica dei sentieri, sulla pratica dell’escursionismo e sulla frequentazione consapevole e sicura della montagna.

In vista del rinnovo del Gruppo regionale Cai d’Abruzzo e delle prossime votazioni è importante fare tesoro delle nostre radici e ripercorrere segmenti di storia. Essere a capo del Cai Abruzzo comporta responsabilità e impegno con attenzione agli aspetti storici e culturali della nostra associazione. Le scelte future, sempre più aperte al sociale e alla qualità della vita, si costruiscono per la Montagna e in Montagna, con il concorso di soci e sezioni, così come utilmente indicato dal Primo Congresso Alpinistico Regionale del Cai, nel lontano 1921.

Mi sento di riproporre la stampa, in copia anastatica delle 21 pagg. della Relazione del Primo Congresso Cai d’Abruzzo del 1921 e il recupero digitale del complesso lavoro, svolto nel 1991 dall’ing. Bernardino Romano sul Sentiero Italia Cai su incarico del Gruppo Regionale Cai (interfacciato con il Sistema dei Parchi d’Abruzzo e che già poneva attenzione al valore della Rete Escursionistica quale indispensabile infrastruttura verde della Montagna).

Cultura, conoscenza e tutela non sono merci.
Alcuni beni hanno un prezzo, ma tanti altri, come acqua, aria e suolo hanno un valore. In Montagna ci attendono bellezza e risorse da conservare per qualità della vita e futuro.Sono irrinunciabili gli obiettivi che coniugano tutela ed ecosotenibilità nelle voci:ambiente, società, economia e cultura.

È necessario guardare ai giovani e alle nuove generazioni.
Abbiamo come riferimento il Bidecalogo e gli altri documenti statutari contenenti le linee di indirizzo e di autoregolamentazione in materia di ambiente, tutela del paesaggio e frequentazione della Montagna. Tutto questo conferma la persistente sfida culturale e sociale del Cai, condotta con orgoglio, sia all’interno, che all’esterno del Sodalizio

2020-06-15 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




SALVARE IL TERMINILLO SI PUO’ – PETIZIONE PER FERMARE INSIEME UN PROGETTO DANNOSO E SUPERATO,#NOTSM!

SALVARE IL TERMINILLO SI PUO’
FERMIAMO INSIEME UN PROGETTO DANNOSO E SUPERATO,#NOTSM!

PETIZIONE PER FAR CONOSCERE E FERMARE IL PROGETTO

Con il Terminillo ci troviamo nell’Italia centrale, nel Lazio. E’ una montagna d’Appennino del gruppo dei Monti Reatini.  La posizione è particolare, abbastanza distaccato dagli altri gruppi montuosi: confina a nord con l’altopiano di Leonessa, a sud con la valle del fiume Velino, a est con le gole del Velino, e a ovest con la estesa Piana Reatina.

Su questa montagna dagli anni ’30 prese il via la realizzazione di una stazione sciistica che progressivamente ha perso di interesse. Oggi è realmente improponibile ogni intervento di potenziamento dello sci, sia per la crisi climatica, sia per la crescente sensibilità ambientale. Va riconosciuto all’area il valore naturalistico e paesaggistico d’insieme (l’ambiente è eccezionale con diverse cime e ampie vallate), in grado di rappresentare un volano per nuova frequentazione e gestione ecosostenibile delle risorse. A partire dal 2009  la Regione Lazio  avvia il progetto di rilancio, T.S.M. (Terminillo Stazione Montana).  Il progetto è stato  già bocciato due volte, per la valutazione di impatto ambientale e, come riporta la nota interassociativa (tra le quali il Cai), diventata questo 7 giugno 2020 petizione popolare, sono tante le motivazioni che oggettivamente che negano la prevista manomissione ambientale e lo sperpero di denaro pubblico.

E’ bene sapere che si parla di nuovi impianti previsti a quote inferiori i 1.900 m (siamo in Appennino dove le stazioni sciistiche (come quelle sulle Alpi) sono in difficoltà per la crisi climatica. Insieme a questa emergenza ambientale, per cui nevica meno e le temperature che crescono ovunque, addirittura  sono più alte in montagna (vedi il progressivo scioglimento dei ghiacciai)  mi piace far presente anche i contenuti della Legge Galasso, voluta con lungimiranza a tutela dei beni paesaggistici e ambientali, con un limite altimetrico, come valore soglia agli interventi da non fare nelle aree alpine al di sopra dei 1600 metri e nelle aree appenniniche al di sopra dei 1200 metri).

La RICHIESTA è semplice e puntuale. Da cittadini attenti e consapevoli si guarda a futuro, ecosotenibilità ed economia

  • Di garantire il rispetto delle norme vigenti, confermando il parere negativo alla Valutazione di Impatto Ambientale del TSM, scongiurando lo spreco di denaro pubblico e un danno ambientale certo.
  • Di riassegnare i fondi a disposizione per pianificare e sviluppare una nuova visione della Montagna “Terminillo”, valorizzando tutti i settori che puntano alla valorizzazione delle risorse naturali in maniera compatibile con la loro conservazione.

Non è una presa di posizione estemporanea, ma viene da lontano. Infatti il Cai Sezione di Leonessa, il GR Lazio e la Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano, dal 14 al 19 settembre 2010 (quindi praticamente 10 anni fa) fecero il punto sullo sviluppo dello sci al Terminillo, ritenendolo già allora problematico e senza futuro. Pensate che la LAN (Linea di Affidabilità della Neve) nel 2000 si aggirava attorno ai 1500 m ed è salita di 150 m ad ogni °C in più di temperatura. E ogni nuovo anno, come è stato per il 2019, diventa da record per il caldo.

CONSIDERAZIONI FINALI
L’AMBIENTE È UN BENE COLLETTIVO, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ E RESPONSABILITÀ DI TUTTI
Nel Club Alpino Italiano il GR Lazio è capofila per un’azione di tutela d’Appennino che ha il sostegno del Cai Marche, Umbria e Abruzzo e si rivolge a ogni altro socio e cittadino d’Italia.

Con il Progetto TMS si vorrebbe lo sfascio programmato degli ambienti naturali per consentire “lo scavalco” tra le valli, in piena crisi climatica e scarsità di neve sciabile negli ultimi anni, a quote  per lo più basse. Il progetto TSM  è una questione che riguarda tutti, è l’idea che si possa sfruttare la montagna senza pensare al futuro. Il TSM è infatti un’operazione fortemente impattante sul Terminillo, diventato il simbolo dell’Appennino Centrale. Il TSM non garantisce lo sviluppo economico promesso e pubblicizzato, inoltre viola la normativa ambientale nazionale ed europea esponendo l’Italia e la Regione Lazio a pesanti sanzioni economiche.

L’invito a ogni cittadino è quindi duplice:
– di dare alla Montagna e ai suoi abitanti la centralità che merita, riconoscendo ruolo, valori e prospettive sociali e ambientali
– di firmare la petizione che esprime contrarietà a impatto e sperpero e chiede una progettazione altra lungimirante e duratura.

PER FIRMARE CLICCA QUI

Lo chiedono: PAESAGGIO NATURALE E CULTURALE – FAGGETE SECOLARI – ORSO BRUNO MARSICAN0 – RISORSE IDRICHE

Petizione sostenuta da:  CLUB ALPINO ITALIANO – GR LAZIO,  WWF LAZIO, FEDERTREK – ESCURSIONISMO E AMBIENTE, G.U.F.I. GRUPPO UNITARIO PER LE FORESTE ITALIANE, ITALIA NOSTRA – SABINA E REATINO, MOUNTAIN WILDERNESS LAZIO, SALVIAMO IL PAESAGGIO RIETI E PROVINCIA, POSTRIBÙ, INACHIS, ALTURA LAZIO, SALVIAMO L’ORSO.

PER SAPERNE DI PIU’

2020.03.12 Osservazioni al progetto presentate in fase di Valutazione di Impatto Ambientale.pdf

2020.06.07 Per ulteriori approfondimenti.pdf

2010.11 Lo Scarpone Cai (articolo)- Ambiente: dove va il turismo della neve – (Aggiornamento nazionale Cai-Tam).jpg

Quaderno TAM n.5 : Montagna, neve e sviluppo sostenibile: quali prospettive – Leonessa (RI) 17-19 settembre 2010 (a cura di Daniele Boninsegni, Carlo Brambilla e Giorgio Maresi)

2020-06-09  (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




CAI e PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA – Proposte 2020/2021 – IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI

CAI e PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA

Proposte 2020 – 2021

IL CAI NON SI FERMA E SI RIVOLGE AI GIOVANI

25 maggio 2020 – INCONTRO AD ASSERGI NELLA SEDE DEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA TRA TOMMASO NAVARRA PRESIDENTE DEL PARCO, ALFONSO CALZOLAIO DIRETTORE DEL PARCO E PER IL CAI, GAETANO FALCONE PRESIDENTE GR CAI ABRUZZO E FILIPPO DI DONATO CEA “GLI AQUILOTTI” – RAPPRESENTANTE CAI NEL CD FEDERPARCHI

Il 2020 andrà un po’ così, di conserva, con le attività che riprenderanno con la massima cautela. Nel frattempo si può utilizzare questo tempo sospeso per definire le attività escursionistiche, educative e culturali per i tempi migliori. Ecco il senso dell’incontro Cai Parco, per condividere efficacemente un 2021 denso di ricorrenze e appuntamenti.

I Parchi racchiudono e tutelano un eccezionale scrigno di biodiversità e culture. Il dialogo Cai Parco è indispensabile, sancito da leggi nazionali per la Montagna e da intese locali sottoscritte con mirate finalità a favore della Montagna e dei suoi abitanti.

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Nell’Appennino centrale, il Parco si estende su 150.000 ettari e comprende territori di tre Regioni (Abruzzo Lazio e Marche) 5 province (L’Aquila Teramo Pescara Rieti ed Ascoli Piceno) e ben 44 comuni. Istituita nel 1995  vi troviamo ambienti paesaggistici da primato con il Gran Sasso d’Italia e il Corno Grande,  la cima più alta dell’Appennino (2912 m), l’Altopiano di Campo Imperatore e il bacino artificiale, lago di Campotosto, ambedue noti per estensione e bellezza. C’è poi il ghiacciaio del Calderone l’unico d’Appennino, il più meridionale d’Europa. A tutto questo si aggiunge un singolare patrimonio di biodiversità con le specie floristiche e faunistiche.

I sentieri, organizzati in Rete Escursionistica, consentono di muoversi in ambienti naturali diversi, arricchiti da un grande patrimonio storico artistico archeologico e culturale che, sostando nei paesi e nei rifugi, si  integra con la variegata bontà enogastronomica dei prodotti tipici e  la qualità dell’artigianato locale.

Sentiero Italia Cai
Accompagnati dal Camoscio d’Abruzzo simbolo del Parco, diventato mascotte nei panni del “vagamondo Camoscio Carlino”, abbiamo la possibilità di osservare, esplorare, conoscere e capire la natura percorrendo le tappe del Sentiero Italia Cai, sostando nei paesi, salendo ai rifugi, fermandosi nei centri visita e nei musei apprendendo tutto del Parco e della sua storia, con gioia ed emozione.

L’incontro Cai Parco si è svolto nella cornice di due date importanti:

23 maggio. È stato siglato, tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Club alpino italiano, il Protocollo d’intesa che prevede una più intensa collaborazione per promuovere educazione e tematiche ambientali. L’accordo intende diffondere la cultura dell’ambiente, della biodiversità e della ecosostenibilità, e valorizzare i sentieri nelle aree protette, favorendo la frequentazione consapevole delle “Terre alte” e la realizzazione di quel percorso ecosostenibile che prenderà il nome di “Sentiero dei Parchi”, che si innerva sul “Sentiero Italia Cai”.

24 maggio, Giornata Europea dei Parchi. Il Cai ribadisce che i Parchi sono aree scelte per la conservazione e la gestione delle risorse naturali. Con la frequentazione se ne trae conoscenza e benessere psico-fisico e, se le risorse sono oculatamente utilizzate, economie di aggregazione a favore delle popolazioni residenti

ARGOMENTI TRATTATI nell’incontro

SENTIERO ITALIA CAI e ALTRI INTINERARI ESCURSIONISTICI NEL PARCO

  1. SENTIERO ITALIA CAI – progetto nazionale del Cai. Nella Carta Escursionistica del Parco è già riportato il Sentiero Italia Cai, oggetto di studio e rilievo Cai-Parco e congiuntamente se ne verificheranno percorribilità, segnaletica e posti tappa.
  2. TREKKING APRUTINO. Lungo itinerario escursionistico voluto nel 1991 dal Club Alpino Italiano Sezione di Teramo (nel 2021 sono 30 anni), per celebrare il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L’avvio sui Monti Gemelli, per proseguire sui Monti della Laga e terminare sul Gran Sasso d’Italia. La nostra avventura inizia dall’abitato di Ripe di Civitella fino a Leofara (tappa Monti Gemelli), Pietralta di Valle Castellana , Stazzi della Morricana, La Fiumata, Sella Laga (tappe Monti della Laga), Nerito di Crognaleto, Rifugio del Monte, (Riserva Corno Grande di Pietracamela) Prati di Tivo di Pietracamela, Campo Imperatore, Piano del Fiume, e termina nel borgo di Castelli, accolti dai soci della locale Sezione, con sosta al Rifugio Enrico Faiani (tappe Gran Sasso d’Italia).
  3. SENTIERO DEL TORDINO da Teramo a Padula lungo la via dei mulini dell’Alto Tordino, in fase di rilancio e ci si può avvalere dello studio realizzato dalla Sezione Cai di Teramo
  4. SENTIERO CASTELLI – ISOLA DEL GRAN SASSO attraverso la Sella e il Castello di Pagliara, con sosta e pernottamento nei borghi e la scoperta del valore paesaggistico delle “terre alte”, ai piedi del sottogruppo Monti Camicia e Monte Prena.

RISERVA CORNO GRANDE DI PIETRACAMELA – PROGETTO CAMOSCIO D’ABRUZZO – 2020 ANNO DELLA BIODIVERSITA’
Istituita nel 1991 (nel 2021 sono 30 anni con la riuscita reintroduzione del Progetto Camoscio d’Abruzzo) – Si può attualizzare il pieghevole di allora evidenziando il valore dell’anello escursionistico (anche tratto del Sentiero Italia Cai) , come scoperta educante del territorio, dal paese, ai rifugi e alle “terre alte”.

Il Progetto Camoscio d’Abruzzo è stato un complesso intervento di reintroduzione del Cai nazionale che prese forma verso la fine degli anni ’80. Il Cai Abruzzo, riuscì nel 1991 (prima della Legge Quadro 394/91) a far istituire, sul Gran Sasso d’Italia, la Riserva Comunale Corno Grande di Pietracamela di oltre 2000 ha (affidata in gestione al Cai). Insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo il progetto fu definito e, nel 1992, si organizzò il ritorno dei primi sette Camosci d’Abruzzo a Campo Pericoli, nel cuore della Riserva del Cai, ai quali fecero seguito altri esemplari. Sul Gran Sasso d’Italia anche due Aree faunistiche a Farindola (1991) e Pietracamela (1993) che per disinteresse e opposizione del Comune è stata dismessa.

CEA “GLI AQUILOTTI” – CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DEL CAI ABRUZZO –  c/o  RIFUGIO ENRICO  FAIANI, SEDE SEZIONE CAI DI CASTELLI
La Sede Cai Castelli ospita il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo, struttura educativa del Cai riconosciuta e inserita dalla Regione Abruzzo, nell’albo dei centri di interesse regionale.

Per il dopo Coronavirus sono previsti dei lavori fissi di messa in sicurezza e di adeguamento dello spazio esterno anche per il migliore e più efficace svolgimento delle attività educative e di accoglienza. Si svolgono incontri e attività in ambiente rivolte sia ai giovani soci delle Sezioni del Cai Abruzzo, coinvolgendo anche i genitori, sia agli studenti di ogni ordine e grado. Sistemare gli spazi esterni è necessario e indispensabile anche come adeguamento da coronavirus, così da accogliere in modo sicuro giovani, garantendo spazi per l’idonea distanza fisica, ed eventuali tende nello spazio adiacente il rifugio.

Come didattica c’è l’intendimento di realizzare un percorso botanico naturalistico con lettura e interpretazione dell’ambiente floro faunistico del bosco. Come ulteriore grande ambizione ci sarebbe anche la realizzazione di un percorso didattico per diversamente abili.

La Sezione garantisce anche la manutenzione ordinaria e straordinaria della ricca trama di tracciati escursionistici presenti, dal più frequentato e paesaggistico sentiero al Fondo della Salsa, che introduce allo  spettacolare anfiteatro della Parete Nord del Monte Camicia, all’impervio Sentiero dei Quattro Vadi (ideato dalla Sezione Cai di Castelli) che si snoda sulla fascia pedemontana attraversando le strette valli e poi il Sentiero Italia Cai che giunge dal vicino Comune di Isola del Gran Sasso e il Sentiero Terre Alte da Castelli (TE) a Castel del Monte (AQ, segno del profondo legame che ha sempre accomunato i paesi dei diversi versanti montani (la Montagna unisce). Inoltre ci sono i percorsi ad anello che favoriscono l’avvicinamento e la scoperta del territorio con avvio dall’abitato di Castelli.

I SENTIERI  “TERRE ALTE” – proposta pubblicazione
Terre Alte è un progetto nazionale del Club Alpino Italiano per la salvaguardia delle testimonianze umane in montagna e nasce come ricerca che interessa molte discipline, quali l’antropologia, l’archeologia e la paleontologia. Nel 1999 in tre giorni, 25-26-27 giugno, con un  Seminario nazionale “terre alte”, svolto anche in collaborazione il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tenutosi a Montorio al Vomano (in occasione dell’annuale Vetrina del Parco) ed a Isola del Gran Sasso sono state valutate situazioni ed indicate azioni per una successiva fase di ricerca e di studio.  Il Cea “gli aquilotti” del Cai Abruzzo ha  quindi svolto un lavoro di studio individuando e descrivendo n. 5 sentieri etnografico-culturali che ha preso corpo nel 2002 Anno Internazionale della Montagna

Nella individuazione di sentieri etnografico-culturali, è stato considerato l’insieme montuoso dell’area protetta caratterizzata da: Gran Sasso d’Italia, Monti della Laga e Monti Gemelli individuando i seguenti cinque sentieri (tre sul Gran Sasso d’Italia, uno sui Monti della Laga ed uno sui Monti Gemelli). Gran Sasso d’Italia

  1. sentiero “Castelli – Castel del Monte” attraverso il versante meridionale del Parco, seguendo le tracce dei “maiolicari” di Castelli, superando Vado di Siella verso i paesi dell’aquilano; itinerario recuperato come tratto del Sentiero Italia.
  2. sentiero “Isola del Gran Sasso – Castelvecchio Calvisio” dalla luminosa Valle Siciliana, all’ombra delle grandi pareti, attraverso lo storico Vado di Corno, per l’ampio pianoro di Campo Imperatore verso i borghi della montagna.
  3. sentiero Pietracamela – Collebrincioni che dal “nido” degli “aquilotti del gran sasso”, recupera la via commerciale dei “pretaroli” che dal Valico della Portella, scendevano lungo i pendii innevati, verso Assergi e la Valle del Vasto per scendere fino all’Aquila.Monti della Laga
  4. sentiero “Teramo – Amatrice” lungo la via dell’acqua e della pastorizia, tra mulini e stazzi, da una Regione all’altra sui pendii erbosi di una montagna che ha sempre unito.Monti Gemelli
  5. sentiero “Ripe di Civitella – Gole del Salinello – Macchia da Sole”  lungo suggestive gole dense di geologia e natura; area montana poco conosciuta da scoprire per gli eremi ed il Castel Manfrino, luoghi “tra i due Regni” per l’incontro tra Stato Pontificio e Regno di Napoli.

L’insieme della fase di rilevo lungo i sentieri scelti  ha portato a catalogare un TOTALE di n.87 siti.

Gran Sasso d’Italia con n. 61 siti catalogati

  1. sentiero “Castelli – Castel del Monte “ con n.17 siti;
  2. sentiero “Isola del Gran Sasso – Castelvecchio Calvisio” con n.23 siti;
  3. sentiero “Pietracamela – Collebrincioni” con n.21 siti;

Monti della Laga con n. 18 siti catalogati

  1. sentiero Teramo – Amatrice (n.18 siti)

Monti Gemelli con n. 8 siti catalogati

  1. sentiero Ripe di Civitella – Gole del Salinello – Macchia da Sole (n.8 siti)

RECUPERO DEL MULINETTO DEGLI SMALTI A CASTELLI (TE)
Il primo dei beni culturali censiti dal Cai lungo il sentiero Castelli (TE) – Castel del Monte (AQ), si trova sul Fosso Leomogna. E’ un mulinetto ad acqua, utilizzato per macinare una miscela di silice, stagno e piombo che componeva gli smalti antichi. Dei molti piccoli mulini presenti, oggi restano solo tracce e ruderi, a parte due che sono ancora in piedi, uno di questi, è del CAI Abruzzo. Il mulinetto non più utilizzato, è in stato di pericoloso abbandono a causa degli eventi sismici. Il Cai Abruzzo si è fatto carico delle spese iniziali di acquisizione del bene, ma è necessario affiancare l’opera di volontariato dei soci del Cai di Castelli (impegnati nella pulizia dei luoghi e nella risistemazione del canale che forniva acqua al mulino) intervenendo finanziariamente per il recupero della piccola struttura,  che valorizza la tradizionale lavorazione della ceramica ed è elemento significativo del Sentiero Terre Alte.

MONTAGNA PULITA – realizzazione di borracce Cai Parco
– NO ALLA PLASTICA IN AMBIENTE – “EVVIVA LA BORRACCIA!  liberi dalla plastica”

EVVIVA LA BORRACCIA è un impegno del Cai per ridurre l’uso di bottiglie di plastica  in montagna, in escursione e nelle attività didattiche.

L’inquinamento in montagna è un problema che spesso viene sottovalutato e i rifiuti vengono abbandonati nelle aree sosta, nelle zone di ricreazione, nelle scarpate e lungo i sentieri. Importante l’opera di sensibilizzazione rivolta ai residenti ed a turisti poco attenti. Per una efficace comprensione delle implicazioni economiche, delle conseguenze sull’ambiente e delle possibilità offerte da tecnologia e materiali, vanno svolte sia azioni dirette sulle strutture in quota del Cai e nelle Sezioni, sia iniziative didattico-informative con attività di comunicazione svolte in ambiente durante le escursioni organizzate e nei rifugi.

NO ALLA PLASTICA IN MONTAGNA a questo invasivo, longevo e subdolo prodotto che è sempre più presente, si sminuzza, si frammenta, non si decompone e può finire anche negli alimenti. L’uso eccessivo della plastica si  paga a caro prezzo e ne sanno qualcosa pesci e uccelli, con fotografie significative che hanno fatto il giro del mondo.

CULTURA DELL’AMBIENTE CAI, DA GESTI PICCOLI, EDUCATIVI E SIGNIFICATIVI 
Come CAI possiamo essere utili all’ambiente ed educare anche con piccoli gesti, riconoscendo ruolo e valore a utili, simpatici e colorati compagni di escursione portati con noi nello zaino. Tra questi ne abbiamo uno meraviglioso che è la nostra “borraccia”, fedele compagna di esperienze ed emozioni.

Lo slogan EVVIVA LA BORRACCIA! è un messaggio rivolto a soci e non soci affinché nelle attività formative e di escursione si utilizzi la borraccia e non la bottiglia di plastica (PET); soprattutto da evitare nei pranzi al sacco preparati dagli alberghi per le uscite dei corsi e le escursioni sezionali. In montagna abbiamo acqua buona, generosamente presente e quindi utilizziamola.

Un primo positivo esempio è venuto dal Corso AE d’Abruzzo 2018 che ha recepito l’appello e nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise dove i corsisti giunti al paese di Civitella Alfedena,  hanno utilizzato la fonte per questa primaria necessità.

LE MOSTRE

MOSTRA “LUOGHI E TEMPO SUL GRAN SASSO D’ITALIA”,  civiltà della montagna
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti”, ha documentato, tramite fotografie, disegni e brevi racconti, la storia degli abitanti delle montagne abruzzesi e le montagne stesse, magnifici ambienti nei quali si sono vissute le gioie e le difficoltà, la religiosità e le tradizioni, l’arte e le trasformazioni.

L’intento é duplice: da una parte raccogliere e conservare una rara e preziosa documentazione fotografica e dall’altra renderla fruibile a tutti, per far conoscere meglio la nostra storia e le nostre montagne affinché, attraverso le immagini e le parole, gli insegnamenti dei nostri vecchi non vadano perduti per sempre.

La Mostra ha avuto il suo battesimo nel 2002, Anno Internazionale delle Montagne. Così decise l’ONU riconoscendo valore e ruolo ad ogni montagna, insieme alle popolazioni che vi abitano, ai racconti, le sofferenze, le feste, le soddisfazioni e le vicissitudini.

MOSTRA ALPINISMO SUL GRAN SASSO – da recuperare come messaggio alla consapevole e prudente frequenza della Montagna – Richiesta di  duplicare alcuni pannelli per il Rifugio Enrico Faiani di Castelli, sede del Cea “gli aquilotti”.
A Pietracamela, nei locali del Centro Visite, il Parco ha allestito un Museo dell’Alpinismo che completa l’impegno comunicativo del Parco con la Foresteria degli aquilotti a Prati di Tivo. La scelta di Pietracamela come sede del Museo è legata alle origini del gruppo di alpinisti chiamato “gli Aquilotti del Gran Sasso d’Italia” che nel 1925 si formarono e crebbero sostenuti dall’entusiasmo e dalla guida di Ernesto Sivitilli, medico del paese. A questi giovani e tenaci amici va riconosciuto il merito di aver compiuto ascensioni di ottimo livello tecnico, senza alcun collegamento con l’ambiente alpinistico nazionale, con l’obiettivo di salire le vette più importanti del Gran Sasso. Il Museo unisce le esperienze più recenti alle gesta del passato iniziate nel lontano 1573, quando l’ingegnere militare Francesco De Marchi, il 19agosto salì sulla vetta occidentale del Gran Sasso d’Italia. L’alpinismo è quindi nato sulle montagne dell’Appennino. Dopo il De Marchi, nel 1794 c’è l’esperienza dello scienziato Orazio Delfico, salito, dal versante teramano, sulla vetta orientale per misurarne la quota.

I pannelli del Museo con brevi testi ed immagini descrivono le tante pagine di alpinismo su queste montagne. Attraverso esperienze e testimonianze, incoraggia una frequentazione alpinistica ed escursionistica della montagna attenta e consapevole.

La Mostra educa alla prudenza, insegnando a preparare accuratamente l’escursione, oppure scegliendo di andare per monti accompagnati da esperti del Cai e guide alpine.

2020-06-06  (filidido) Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




SETTIMANA DELLA NATURA: 22 MAGGIO 2020 – GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITA’ – CAMOSCIO D’ABRUZZO

SETTIMANA DELLA NATURA: 22 MAGGIO 2020

GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITA’ – CELEBRIAMO IL CAMOSCIO D’ABRUZZO

2020 – Anno per l’Ambiente e la Biodiversità

La Montagna è ricca di piante, animali, funghi, rocce e altre risorse naturali. Questo è segno di biodiversità e lo osserviamo quando percorriamo i sentieri e ci guardiamo attorno, curiosi e in silenzio. Il Club Alpino Italiano riesce a trasmettere l’importanza della biodiversità e fa cogliere a chi cammina con noi questo importante aspetto che vediamo sempre più minacciato. SENTIERI PER CONOSCERE è il chiaro messaggio e ogni escursione diventa occasione per sfogliare il libro della natura secondo sensibilità e interesse..

Il 2020 è l’anno per l’Ambiente e la Biodiversità e si verificano i risultati del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020. Purtroppo la crisi ambientale è notevole, gli equilibri fragili e la maggior parte degli obiettivi non sarà raggiunto, con un elevato numero di specie che rischia l’estinzione. Il consumo delle risorse naturali aumenta più di quanta la Terra ne produce. Distruggiamo foreste, consumiamo suolo, inquiniamo acqua e aria e ci troviamo immersi in una crisi climatica, con aumento della temperatura.

Il Cai vuole approfondire la relazione fra cultura e natura. Nei Corsi e nelle uscite in ambiente si parla di biodiversità e stabilità degli ecosistemi, della presenza dell’uomo e delle dinamiche antropologiche in Montagna. Tra le soluzioni l’uso efficace della  normativa di riferimento, il ruolo dei Parchi per la tutela del territorio, l’importanza della messa in rete degli enti di tutela per azioni di tutela pianificate.

Nell’ambito della Settimana della Natura la Giornata mondiale della biodiversità, sarà celebrata dal MATTM con eventi dedicati al Capitale naturale, in particolare i canali social del Ministero ospiteranno una conferenza scientifica e un talk-show con la partecipazione di Licia Colò,  storica amica dell’ambiente,.

La Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del Cai pone l’accento su due aspetti: il primo individuale … Ci fermeremo un minuto a riflettere. I nostri comportamenti, i nostri stili di vita, i nostri consumi quanto incidono sulla perdita di biodiversità? Ce ne rendiamo conto? Possiamo migliorarli? Ognuno di noi può, se vuole, portare un contributo aggiuntivo alle auspicate politiche di conservazione e gestione della Biodiversità. Il secondo è generale  … la Biodiversità può essere definita come la ricchezza di Vita sulla Terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera. Questo si sostanzia nel Capitale Naturale che fornisce beni e servizi di valore diretto e indiretto per l’Uomo i quali sono necessari per la sopravvivenza dell’Ambiente stesso da cui sono generati.

Nel prossimo decennio saranno necessarie azioni incisive e molto più efficaci per invertire la rotta e imboccare la strada per un futuro possibile ed ecosostenibile. Determinanti saranno le  aree protette con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità con azioni ambientali, economiche, culturali e sociali.

CAMOSCIO D’ABRUZZO e BIODIVERSITA’ D’APPENNINO SALVATA
In questa Giornata mondiale della Biodiversità 2020 evidenzio il riuscito Progetto Cai di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo in Appennino, di questo splendido ed elegante “acrobata delle rocce” che si lascia ammirare per agilità ed evoluzioni.

Il progetto Camoscio d’Abruzzo è stato un complesso intervento di reintroduzione del Cai nazionale che prese forma verso la fine degli anni ’80. Il Cai Abruzzo, riuscì nel 1991 (prima della Legge Quadro 394/91) a far istituire, sul Gran Sasso d’Italia, la Riserva Comunale Corno Grande di Pietracamela di oltre 2000 ha (affidata in gestione al Cai). il progetto di reintroduzione fu definito Insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo e, nel 1992, si organizzò il ritorno dei primi sette Camosci d’Abruzzo a Campo Pericoli, nel cuore della Riserva del Cai, ai quali fecero seguito altri esemplari. Sul Gran Sasso d’Italia si realizzarono anche due Aree faunistiche a Farindola (1991) e Pietracamela (1993). Nel 1990/91 sulla Maiella furono liberati quindici esemplari nell’ambito della Riserva della Forestale di Lama dei Peligni, dove il Cai ristrutturò il rifugio Fonte Tarì – punto di osservazione degli animali, e altri sei esemplari nell’area faunistica di Lama dei Peligni.

A RISCHIO ESTINZIONE
Il Camoscio d’Abruzzo è una rara sottospecie presente in Italia. Quasi tragica la storia di questo splendido animale, descritto come Rupicapra pyrenaica ornata, decimato da caccia e bracconaggio sulle montagne d’Abruzzo dove viveva in passato (nel Gran Sasso l’ultimo Camoscio era stato abbattuto fin dal 1892). Riuscì a sopravvivere, con poche decine di esemplari, nell’impervia zona della Camosciara, nel 1913 e poi decisiva fu l’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo.

LA STORIA DEL CAMOSCIO È A LIETO FINE.
Grazie all’azione dei Parchi d’Appennino la popolazione del Camoscio d’Abruzzo è cresciuta, diventando Camoscio d’Appennino. Lo splendido animale si è positivamente diffuso dal Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise su Maiella, Gran Sasso e Monti della Laga, Sirente-Velino, Monti Sibillini e nelle varie Aree Faunistiche.

Una Mostra sullo storico evento Cai degli anni ’90 (10 pannelli), fu realizzata dal Cai Teramo in collaborazione, con Provincia di Teramo – Assessorato all’Ecologia, Riserva Corno Grande di Pietracamela del Cai e Parco Nazionale d’Abruzzo.

01 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Presentazione

02 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – Il Camoscio d’Abruzzo

03 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – L’ecologia

04 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – L’ecologia

05 Mostra Il piu bel camoscio del mondo – Il ritorno

06 Mostra Il più bel camoscio del mondo – La ricerca scientifica

07 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Parchi e riserve dell’Appennino

08 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Il Camoscio e l’uomo

09 Mostra Il più bel camoscio del mondo – Le caratteristiche

10 Mostra il più bel camoscio del mondo – L’alimentazione

2020-05-22 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – Cai Federparchi