5 giugno 2022 – Giornata Mondiale dell’Ambiente – 50a edizione UNA SOLA TERRA
Only One Earth
50 anni fa, nel 1972 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì l’annuale Giornata Mondiale dell’Ambiente. Il lungimirante slogan scelto ci ricorda che abbiamo a disposizione Only One Earth (una sola ed unica Terra ) Il 5 giugno si ripete quindi l’appuntamento che invita tutti noi a “prenderci cura dell’unica casa che abbiamo” e con la quale, seppur inconsapevoli, viaggiamo nello spazio.
foto Di Donato
prenderci cura della Terra
In questa sorta di navicella, così grande e altrettanto piccola e finita, siamo in tanti a consumare, inquinare e distruggere. La biodiversità è a rischio come la qualità di aria, acqua e suolo. La crisi climatica è in atto e sta a noi promuovere uno stile di vita sostenibile e a ridotto impatto ambientale, così da contrastare ogni crisi e preservare le risorse
Agenda 2030
Sempre più accentuati sono i richiami sulla necessità di vivere in modo sostenibile, in armonia con la natura, in una società che sia equa e inclusiva, così come indicato dagli obiettivi dell’Agenda 2030 (dalla quale ci separano solo 8 anni )
1972-2022: 50 anni a disposizione
L’inizio in Svezia con la 1a Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente, svolta a Stoccolma dal 5 al 16 giugno 1972. Nacque allora la Giornata Mondiale dell’Ambiente e fu adottata una dichiarazione basata su 26 principi cardine.
Tutto era stato già indicato per transizione ecologica e sostenibilità.
Rileggiamo con attenzione i principi del 1972 sui diritti dell’ambiente e sulle responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia . Tutto era stato già indicato per transizione ecologica e sostenibilità.
Sono trascorsi 50 anni dagli impegni assunti ed è certo che se fossero stati collettivamente rispettati non ci troveremmo nell’attuale situazione di crisi climatica, energetica, ambientale, sociale e di guerra.
Adesso siamo a rincorrere la sostenibilità e ci affidiamo all’Agenda 2030 con gli obiettivi dell’ONU.
5 giugno 2022 – nella Giornata dell’Ambiente: Family Cai tra speleologia e transumanza
In questo periodo dalle molte incertezze mi piace pensare a bambine, bambine e ai loro genitori in ambiente e invito a partecipare alle giornate Family Cai (link all’articolo Montagne e Parchi )
foto Di Donato
Dichiarazione di Stoccolma del 1972 nella 1a Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente
lucida, di visione e spessore, significativa, attuale e potente
I 26 PRINCIPI
1. L’uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all’eguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell’ambiente davanti alle generazioni future. Per questo le politiche che promuovono e perpetuano l’apartheid, la segregazione razziale, la discriminazione, il colonialismo ed altre forme di oppressione e di dominanza straniera, vanno condannate ed eliminate.
2. Le risorse naturali della Terra, ivi incluse l’aria, l’acqua, la flora, la fauna e particolarmente il sistema ecologico naturale, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future, mediante una programmazione accurata o una appropriata amministrazione.
3. La capacità della Terra di produrre risorse naturali rinnovabili deve essere mantenuta e, ove ciò sia possibile, ripristinata e migliorata.
4. L’uomo ha la responsabilità specifica di salvaguardare e amministrare saggiamente la vita selvaggia e il suo habitat, messi ora in pericolo dalla combinazione di fattori avversi. La conservazione della natura, ivi compresa la vita selvaggia, deve perciò avere particolare considerazione nella pianificazione dello sviluppo economico.
5. Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo da evitarne l’esaurimento futuro e da assicurare che i benefici del loro sfruttamento siano condivisi da tutta l’umanità.
6. Gli scarichi di sostanze tossiche o di altre sostanze in quantità e in concentrazioni di cui la natura non possa neutralizzare gli effetti, devono essere arrestati per evitare che gli ecosistemi ne ritraggano danni gravi o irreparabili. La giusta lotta di tutti i Paesi contro l’inquinamento deve essere appoggiata.
7. Gli Stati devono prendere tutte le misure possibili per prevenire l’inquinamento dei mari con sostanze che possano mettere a repentaglio la salute umana, danneggiare le risorse organiche marine, distruggere valori estetici o disturbare altri usi legittimi dei mari.
8. Lo sviluppo economico e sociale è il solo modo per assicurare all’uomo un ambiente di vita e di lavoro favorevole e per creare sulla Terra le conduzioni necessarie al miglioramento del tenore di vita.
9. Le deficienze ambientali dovute alle condizioni di sottosviluppo ed ai disastri naturali pongono gravi problemi e possono essere colmate, accelerando lo sviluppo mediante il trasferimento di congrue risorse finanziarie e l’assistenza tecnica, quando richiesta, in aggiunta agli sforzi compiuti da Paesi in via di sviluppo stessi.
10. Per i Paesi in via di sviluppo, la stabilità dei prezzi, adeguati guadagni per i beni di prima necessità e materie prime, sono essenziali ai fini della tutela dell’ambiente, poiché i fattori economici devono essere presi in considerazione, così come i processi ecologici.
11. Le politiche ecologiche di tutti gli Stati devono tendere ad elevare il potenziale attuale e futuro di progresso dei Paesi in via di dì sviluppo, invece di compromettere o impedire il raggiungimento di un tenore di vita migliore per tutti. Gli Stati e le organizzazioni internazionali dovranno accordarsi nel modo più adeguato per far fronte alle eventuali conseguenze economiche e internazionali delle misure ecologiche.
12. Si dovranno mettere a disposizione risorse atte a conservare e migliorare l’ambiente, tenendo particolarmente conto dei bisogni specifici dei Paesi in via di sviluppo, dei costi che essi incontreranno introducendo la tutela dell’ambiente nel proprio programma di sviluppo e della necessità di fornire loro, se ne fanno richiesta, aiuti internazionale di ordine tecnico e finanziario a tale scopo.
13. Per una più razionale amministrazione delle risorse e migliorare così l’ambiente, gli Stati dovranno adottare nel pianificare lo sviluppo misure integrate e coordinate, tali da assicurare che detto sviluppo sia compatibile con la necessità di proteggere e migliorare l’ambiente umano a beneficio delle loro popolazioni.
14. La pianificazione razionale è uno strumento essenziale per conciliare gli imperativi dello sviluppo con quelli della partecipazione e del miglioramento dell’ambiente.
15. Nella pianificazione edile e urbana occorre evitare gli effetti negativi sull’ambiente, ricavandone i massimi vantaggi sociali, economici ed ecologici per tutti. In considerazione di ciò, i progetti destinati a favorire il colonialismo e la dominazione razziale devono essere abbandonati.
16. Nelle regioni in cui il tasso di crescita della popolazione o la sua concentrazione eccessiva rischia di avere un’influenza dannosa sull’ambiente o sullo sviluppo, ed in quelle in cui la scarsa densità di popolazione impedisca il miglioramento dell’ambiente e freni lo sviluppo, si dovranno adottare misure di politica demografica che, rispettando i diritti fondamentali dell’uomo, siano giudicati appropriati dai governi interessati.
17. Appropriate istituzioni nazionali devono assumersi il compito di pianificare, amministrare e controllare le risorse ambientali dei rispettivi Paesi, al fine di migliorare l’ambiente.
18. Allo scopo di incoraggiare lo sviluppo economico e sociale, la scienza e la tecnologia devono essere impiegate per identificare, evitare e controllare i pericoli ecologici e per risolvere i problemi ambientali ai fini del bene comune dell’umanità.
19. L’educazione sui problemi ambientali, svolta sia fra le giovani generazioni sia fra gli adulti, dando la dovuta considerazione ai meno abbienti, è essenziale per ampliare la base di un’opinione informativa e per inculcare negli individui, nelle società e nelle collettività il senso di responsabilità per la protezione e il miglioramento dell’ambiente nella sua piena dimensione umana. E’ altresì essenziale che i mezzi di comunicazione di massa evitino di contribuire al deterioramento dell’ambiente. Al contrario, essi devono diffondere informazioni educative sulla necessità di proteggere e migliorare l’ambiente, in modo da mettere in grado l’uomo di evolversi e progredire sotto ogni aspetto.
20. La ricerca scientifica e lo sviluppo, visti nel contesto dei problemi ecologici nazionali o multinazionali, devono essere incoraggiati in tutti i Paesi, specialmente in quelli in via di sviluppo. A questo riguardo, deve essere appoggiato e incoraggiato il libero scambio delle informazioni scientifiche e delle esperienze, per facilitare la soluzione dei problemi ecologici. Inoltre, occorre che le tecnologie ambientali siano rese disponibili per i Paesi in via di sviluppo in termini tali da incoraggiare la loro larga diffusione, senza costituire per detti Paesi un onere economico.
21. La Carta delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale riconoscono agli Stati il diritto sovrano di sfruttare le risorse in loro possesso, secondo le loro politiche ambientali, ed il dovere di impedire che le attività svolte entro la propria giurisdizione o sotto il proprio controllo non arrechino danni all’ambiente di altri Stati o a zone situate al di fuori dei limiti della loro giurisdizione nazionale.
22. Gli Stati devono collaborare al perfezionamento del codice di diritto internazionale per quanto concerne la responsabilità e la riparazione dei danni causati all’ambiente in zone al di fuori delle rispettive giurisdizioni a causa di attività svolte entro la giurisdizione dei singoli Stati o sotto il loro controllo.
23. Senza trascurare i principi generali concordati dalle organizzazioni internazionali o le disposizioni e i livelli minimi stabiliti con norme nazionali, sarà essenziale considerare in ogni caso i sistemi di valutazione prevalenti in ciascuno Stato, ad evitare l’applicazione di norme valide per i Paesi più avanzati, ma che possono essere inadatte o comportare notevoli disagi sociali per i Paesi in via di sviluppo.
24. La cooperazione per mezzo di accordi internazionali o in altra forma è importante per impedire, eliminare o ridurre e controllare efficacemente gli effetti nocivi arrecati all’ambiente da attività svolte in ogni campo, tenendo particolarmente conto della sovranità e degli interessi di tutti gli Stati.
25. Gli Stati devono garantire alle organizzazioni internazionali una funzione coordinatrice, efficace e dinamica per la protezione e il miglioramento dell’ambiente.
26. L’uomo e il suo ambiente devono essere preservati dagli effetti delle armi nucleari e di tutti gli altri mezzi di distruzione di massa. Gli Stati devono sforzarsi di giungere sollecitamente ad un accordo, nei relativi organismi internazionali, sulla eliminazione e la completa distruzione di tali armi.
foto Di Donato
Carta per l’educazione alla Biodiversità
Sottoscritta da Ministero dell’Istruzione e Ministero della Transizione Ecologica e presentata lo scorso 19 maggio 2022. (Carta biodiversità link al pdf )
Linee guida e impegni contenuti nella Carta per l’educazione alla Biodiversità:
1. Promuovere percorsi trasformativi che favoriscano conoscenza, competenza e comportamenti responsabili e virtuosi per costruire una società attenta alle esigenze dell’ambiente e della biodiversità
2. Diffondere una cultura della biodiversità che promuova i diritti ecologici di tutti gli esseri viventi, in stretto legame con i principi di sostenibilità, equità, accessibilità, inclusione, prosperità e pace
3. Diffondere le conoscenze degli equilibri complessi del pianeta Terra, della biosfera e dei suoi ecosistemi, dei servizi eco sistemici e del capitale naturale come elementi essenziali per lo sviluppo sostenibile
4. Trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza che le risorse del pianeta sono limitate, abbandonando la cultura dello scarto e dello spreco a vantaggio della cultura del risparmio, del riuso e del riciclo
5. Perseguire comportamenti e consumi eco-sostenibili in grado di soddisfare le esigenze della collettività senza alterare gli equilibri della natura, ad esempio riducendo il consumo dei prodotti di plastica monouso
6. Costruire il senso di legalità maturando la consapevolezza del legame imprescindibile fra le persone e la cura del Pianeta
7. Continuare a sensibilizzare gli alunni e gli studenti sui temi della relazione tra crisi climatica e perdita della biodiversità, partendo dai temi della raccolta differenziata, dell’inquinamento nelle città, dell’uso di energie rinnovabili, della mobilità sostenibile, nel quadro dei relativi Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e di quelli della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
8. Diffondere sempre più il valore della biodiversità, della tutela e conservazione del territorio, del mare e del patrimonio naturale e culturale, anche attraverso le significative esperienze di rete tra le aree protette nazionali, europee ed internazionali
9. Agire in modo sistemico sui temi dell’educazione ambientale, attivando collaborazioni per coinvolgere le istituzioni, gli enti locali, le aree protette e tutti i soggetti della comunità educativa e sociale nei progetti scolastici
10. Facilitare e accrescere l’accesso ai dati e alle informazioni sui temi ambientali al fine di assicurare che la conoscenza di alunni e studenti sia basata su solide evidenze tecniche e scientifiche, anche con l’uso delle nuove tecnologie
11. Far conoscere la bioeconomia (agricoltura, silvicoltura, pesca, produzione alimentare, bioenergia e bioprodotti) e il sistema dell’economia circolare, insegnando a costruire i mestieri, i servizi e le imprese del futuro a zero emissioni, circolari e rigenerative, nel rispetto del valore delle tradizioni identitarie.
GIORNATA MONDIALE dell’AMBIENTE – 5 giugno 2020 – “È il momento per la Natura” link articolo Montagna e Parchi
BUONA MONTAGNA a tutti ! – Cai Castelli (link ) – Cai Teramo (link )
2 022.06.04 pubblicato
(filidido) – Giornalist a– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo – CD Federparchi
Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montano . Ha promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è ancora nel Consiglio Direttivo Federparchi. È giornalista ambientale .