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Mentre #iorestoacasa (e non posso fare altro) chi è che lavora per me con serietà, competenza e rigore scientifico?

NON SO NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE – CAMBIARE SI PUÒ E SI DEVE

– MENTRE #IORESTOACASA (E NON POSSO FARE ALTRO) CHI È CHE LAVORA PER ME CON SERIETÀ, COMPETENZA E RIGORE SCIENTIFICO?

In questa situazione di difficoltà collettiva c’è chi scalpita e prova a dire la sua per le attività in montagna e del tempo libero, appena potremo riuscire. Ma i fatti ci riportano a una dura realtà. Se non si riduce e si appiattisce la curva di contagi tutto quello che viene detto è estemporaneo e aleatorio. Il confinamento nelle case è sicuramente una scelta efficace, ma è la più semplice, quella che riduce drasticamente la diffusione del contagio in quanto evita la causa che lo diffonde e cioè l’incontro, o meglio la vicinanza tra persone. Ma non può essere una scelta a lungo termine, se non motivata da una procedura ben finalizzata. Che senso ha tenermi chiuso in casa se appena fuori sono nuovamente a rischio di contagio? È questo il nodo da sciogliere, il passaggio chiave da superare. In montagna (ma vale lo stesso in ogni altra circostanza) devo potermi affidare alla persona che mi accompagna e incontro, ancor più se a questa sono legato con una corda. Infatti come risolvo gli inevitabili momenti di contatto nella progressione lungo una via di arrampicata? Esperienze e attività giornaliera non devono certo essere condizionate da una roulette russa. Allora mentre io sono a casa al chiuso, attento a non farmi male e a non incontrare e posso solo pensare alla lettura, al cibo, a piccole manutenzioni domestiche e, se sono fortunato, al giardinaggio e all’orto, ci deve essere chi sta lavorando per me con serietà, competenza e rigore scientifico. Fuori casa non c’è una precisa zona a rischio, ma tutto può essere a rischio. Allora io mi aspetto che in questo periodo, insieme a curare nel migliore dei modi le persone malate riassegnando valore e modo ad una sanità nazionale, riconosciuta nelle finalità, nei mezzi e nelle risorse, sia chiara anche la strategia preventiva affinché non ci siano nuovi malati e decessi.

La curva quindi deve essere piatta e bisogna isolare le persone infette riuscendo a monitorare e tracciare i contatti avvenuti, affinchè non ci sia il rischio di incontrarli. E ci sia un modo efficace e pronto per rilevare il virus, sapendo così di non essere portatori di contagio. A questo associamo, a livello individuale, una migliore conoscenza del Coronavirus e degli strumenti di precauzione e protezione individuale. Noi siamo consapevoli del significato di “pericolo”, “rischio” e “probabilità” ed è per questo che va ridotta fino ad annullarla la possibilità di un contagio, soprattutto se legata ad un’attività ricreativa e del tempo libero che deve aiutare a ritemprare fisico e mente, rendendo più forte il sistema immunitario. Solo in questo modo ritengo che, sempre con estrema prudenza, si possa superare la fase del confinamento e delle restrizioni che comporta. La cresta sulla quale ci troviamo, impegnativa e sottile, va percorsa con la massima attenzione, ma dobbiamo poter considerare le condizioni al contorno. ALTRIMENTI…

(filidido)

17 aprile 2020