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(2) in Cammino nei Parchi – 13 giugno 2021, 30 anni in Cammino con il Cai Teramo

(2) in Cammino nei Parchi – 13 giugno 2021
30 anni in Cammino con il Cai Teramo

Pietracamela e dintorni
Nel Comune di Pietracamela – Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si è svolta una delle oltre 70 escursioni della 9a edizione “in Cammino nei Parchi 2021”, manifestazione organizzata da Club Alpino italiano e Federparchi.

70 appuntamenti
Oltre 70 appuntamenti escursionistici e di laboratori nelle Aree Protette di diciassette regioni.
Sui SENTIERI PER CONOSCERE l’elevato valore ambientale, culturale e sociale di un’Italia tutta da apprezzare e tutelare.

Cai di Teramo
Il Cai di Teramo “30 anni in Cammino 1991-2021” ha ricordato la nascita della Riserva Corno Grande di Pietracamela che ha consentito la reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo, diventato di fatto simbolo di resilienza e resistenza dei 4 Parchi d’Abruzzo ( i 3 Parchi nazionali e l’unico regionale).

Sentiero Italia Cai
In Cammino sul Sentiero Italia Cai da Prati di Tivo, alle sorgenti del Rio Arno, lungo la Val Maone, alla Conchetta d’Oro (dove il Camoscio d’Abruzzo ha mosso i primi avventurosi passi della reintroduzione), alle Capanne (tra gli insediamenti pastorali più in quota), allo storico Rifugio Garibaldi (il primo sul Gran Sasso, del 1886).

Natura e uomo
Attorno a noi la natura è aspra e forte, ripide le pareti calcaree, breccioso il fondovalle e ribollenti di onde montane le doline di Campo Pericoli. Si sente la presenza dell’uomo nel tempo. Il Sentiero Terre Alte fluisce da Pietracamela ad Assergi, con gli impavidi petralori e i mitici “carfagni” di lana (egregiamente tratteggiati da Francesco De Marchi nella narrazione della 1^ ascensione al Gran Sasso d’Italia, il 19 agosto 1573).

Trekking Aprutino
Il modo migliore del Cai Teramo per festeggiare nel 1991 la nascita del Parco nazionale è stato il Trekking Aprutino: lungo sentiero che da Ripe dei Monti Gemelli si distende sui Monti della Laga per terminare a Castelli sul Gran Sasso d’Italia.

Strada Maestra del Parco
Da Montorio al Vomano si percorre la Strada Maestra del Parco, sostando nei borghi di Intermesoli e Pietracamela, case di pietra e vicende di uomini abituati a vivere in montagna (anche con la storia alpinistica degli “aquilotti del gran sasso“). E così viaggio e sentiero diventano la nostra meta.

in Cammino nei Parchi – 13 giugno 2021 – Club Alpino Italiano e Federparchi – insieme per il Sistema delle Aree Protette d’Abruzzo (articolo 9 giugno 2021)

BUONA MONTAGNA a tutti!
Cai Castelli (link)
Cai Teramo (link)

2022.06.15 pubblicato 

(filidido)
Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
– CD Federparchi

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montano. Ha promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è ancora nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




IN MONTAGNA CON IL CAI! MONTAGNA È SALUTE – 30 maggio Cai Castelli – Cai Antodoco, 3 giugno Cai Teramo

IN MONTAGNA CON IL CAI!
MONTAGNA È SALUTE
30 maggio Cai Castelli – Cai Antodoco
3 giugno Cai Teramo

Un’escursione in montagna è il modo giusto di vivere un’esperienza sicura in ambiente aperto. Lo slogan del Club Alpino italiano “ripartiamo dai sentieri” ha valore sia come ripresa dal terremoto sia come ripresa dall’emergenza sanitaria. Esperienza aperta a giovani e famiglie.

Intersezionale Abruzzo-Lazio
Con il Cai Castelli domenica 30 maggio per una proposta esplorativa della Valle siciliana con partenza da Forca di Valle inerpicandosi verso Colle Pelato e il Montagnone. Si tratta di un’escursione intersezionale gemellata con il Cai di Antrodoco.


Ci troviamo ai piedi del Paretone, (che apprezzeremo pienamente ) chiamato così per le sue dimensioni e che porta al Corno Grande, Tetto dell’Appennino. Osserviamo l’abitato di Isola del Gran Sasso (Sezione Cai) e il corteo di frazioni che ancora costellano la zona pedemontana. Lo sguardo segue naturalmente la cresta del Gran Sasso  (Sentiero del Centenario Cai L’Aquila) verso il Monte Prena e si ferma sulla Nord del Monte Camicia e l’evidente Dente del Lupo. Ai piedi della Nord del Camicia ci sono il Rifugio Enrico Faiani (Cai Castelli) e l’abitato di Castelli (tra i borghi più belli d’Italia) particolare per la sua posizione tra corsi d’acqua, sostenuto dalle arcate dello Steccato. Il paese è famoso per la produzione della ceramica che ne ha diffuso la fama nei secoli. La ceramica campeggia oggi – simbolicamente – anche ricordando l’impegno del Cai “Montagna Pulita” con lo slogan “Evviva la borraccia liberi dalla plastica”.
Distretto Ambientale Turistico Culturale “Valle Siciliana”
Cai Teramo
Appena qualche giorno e giovedì 3 giugno con il Cai di Teramo alla scoperta della Valle delle Cento Fonti, sui Monti della Laga, protetti dal Monte Gorzano.
Ambienti tra i più suggestivi con avvio dal borgo di Cesacastina dove le arenarie colorano il paese. L’avvicinamento lungo la Strada Maestra del Parco è già un viaggio

.

L’ambiente naturalistico e culturale è sempre quello del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Sono escursioni preparatorie a quelle di domenica 13 giugno 2021 con la giornata nazionale Cai – Federparchi “in Cammino nei Parchi.

BUONA MONTAGNA a tutti!
Cai Castelli (link)
Cai Teramo (link)

2021.05.29 pubblicato … verso domenica 13 giugno, giornata “in cammino nei Parci”

(filidido)
Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
– CD Federparchi

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montano. Ha promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è ancora nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




(1) 24 maggio 2021 – verso la Giornata Europea dei Parchi. Il Sistema delle Aree Protette è una realtà territoriale e sociale. Indispensabile renderlo sempre più operativo.

(1) 24 maggio 2021 – verso la Giornata Europea dei Parchi.
Il Sistema delle Aree Protette è una realtà territoriale e sociale.
Indispensabile renderlo sempre più operativo.

Il Sistema delle Aree Protette sembrerebbe essere condizionato da una gerarchia che ha come primo riferimento i Parchi Nazionali di istituzione ministeriale. A seguire le altre Aree Protette regionali e il corteo di siti da Rete Natura 2000. Nella realtà pratica e quotidiana territori interessati e funzioni svolte riconoscono lo stesso valore culturale a Parchi, Riserve e Siti di istituzione nazionale, regionale, europea. In ambiente non esistono Aree Protette di serie A e Aree Protette di serie B. Comuni obiettivi ambientali e sociali, con i relativi servizi ecosistemici, chiedono un condiviso governo del territorio.

Coordinamento tra Aree Protette
A rendere tutto più operativo c’è il Coordinamento tra Aree Protette che consente di superare localismi e competizioni tra diversi soggetti politici (Presidenti e Consigli Direttivi), migliora lo scambio interno con le funzioni tecniche (Direttori e strutture operative), attua un dialogo efficace con Regioni, altri Enti locali e Associazioni.
A monte del funzionamento dei Parchi troviamo la scelta di Presidenti, Direttori e componenti Consigli Direttivi riferita a competenza e passione, ragioni  che sono diverse dall’appartenenza politica o di area.

gli effetti della pandemia
Questi ultimi due anni del 2020 e 2021 hanno evidenziato un’aumentata attenzione alla naturalità dei luoghi (in particolare quelli montani) alimentata dal binomio ambiente-salute, a seguito della pandemia. Il “liberi tutti” con il distanziamento sociale ha incentivato le attività in salubri ambienti all’aria aperta per ridurre le possibilità di contagio e potenziare le difese immunitarie. C’è stata una grande invasione di montagna. Mi chiedo però se a tanta “frequentazione” corrisponda una riconosciuta “considerazione” delle Aree Protette e della necessità di tutelare gli ambienti naturali.

adoperarsi affinché l’esigenza diventi consapevolezza
Il 24 maggio si celebra la Giornata Europea delle Aree Protette per ricordare l’istituzione del primo Parco del 1909 in Svezia. In Italia saliamo all’anno 1922 con l’istituzione gemella del Parco Nazionale del Gran Paradiso e del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Utilizziamo quindi prossima giornata del 24 maggio e quelle attorno, come occasione di riflessione. Ancor meglio se ci riferiamo alla Legge Quadro 394 del 1991 che celebra i 30 anni di attuazione.

Abruzzo e Aree Protette – Rete Ecologica
In Abruzzo la presenza di Aree Protette è rispondente al valore ambientale, con i 3 Parchi Nazionali (Abruzzo Lazio Molise – Maiella – Gran Sasso e Monti della Laga), il Parco Regionale Sirente-Velino, l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano e oltre trenta Riserve Naturali. In questo scenario mi piace riportare anche l’istituzione in itinere del Parco della Costa Teatina (quella della Costa dei trabocchi – le particolari macchine da pesca protese sul mare). Si compone in Abruzzo una Rete Ecologica di grande rispetto. Una Rete messa a dura prova dalla riduzione del Parco Regionale Sirente Velino, unico Parco della Regione Abruzzo, mai realmente reso operativo. Una scelta che taglia circa 8000 ettari nella Valle Subequana, nonostante la petizione e le proposte di promozione del Parco.

Abruzzo d’incanto: foreste vetuste
Per questo 24 maggio, alla ricerca dell’equilibrio UOMO NATURA, potremo avvicinare le meraviglie delle foreste vetuste d’Abruzzo, così come mostrate dal divulgatore Mario Tozzi lo scorso 8 maggio nella serata “Sapiens-un solo pianetaarticolo 2021.05.09 Scrigni di biodiversità, zone rifugio per orso, lupo e camoscio. In questi scenari si cammina incantati attraverso luoghi di fiaba protetti da giganteschi faggi antichi dalle forme che lasciano spazio all’immaginazione , sorgenti da rocce muschiate.
L’escursione ti prende e diventa narrazione sensoriale tra fragranze, fruscii e foglie in amore.

GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI 24 maggio 2020  – CLUB ALPINO ITALIANO E MATTM: SENTIERO DEI PARCHI articolo 2020.05.24

2021.05.13 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo– CD Federparchi




LEGGERE DOVE NON SI LEGGE è un esperimento di speranza (descrizione e video).

LEGGERE DOVE NON SI LEGGE (link)
è un esperimento di speranza (descrizione e 12 video)


video (link)
L’invito alla lettura del libro, dell’ambiente, delle genti
Da amante dell’ambiente mi seducono meraviglia e fascino dei piccoli borghi montani, molti dei quali in Abruzzo vivono nella terra di mezzo tra le alte vette e l’affaccio sulla costa. Tanti altri si perdono nelle valli e sugli altopiani che modellano le zone interne.

12 tra borghi e località
Le parole di Eugenio Di Donato e  le immagini di Gaia Russo Frattasi svelano frammenti di 12 tra borghi e località.
Questa prima volta tocca ad Arsita piccolo borgo nell’area interna della Valle del Fino. Arsita viene raggiunta da Castelli attraverso una strada interna, grande nel paesaggio, da migliorare nel fondo, che forse è consigliabile percorrere a dorso di mulo.

il progetto Leggere dove non si legge (link) porta il libro nelle piazze, nei lavatoi, nei bar, alle fontane. Là dove non te lo aspetti. Dove per abitudine e costume non siamo abituati a pensarlo. Come se il libro avesse dei posti specifici dove comparire e non si potesse leggere ovunque
Leggere dove non si legge rompe con la tradizione che confina il libro nelle librerie e nelle scuole. Che ne fa un soggetto per pochi, qualcosa per addetti ai lavori.
Pensa che il posto migliore per un libro siano le mani del lettore. Qualunque lettore. Di ogni ordine e grado, nazionalità, etnia, sesso, genere e religione…………………………….
Leggere dove non si legge è un viaggio in dodici puntante. Dodici tappe con il romanzo Sangue e Latte, l’editore El Doctor Sax, l’autore Eugenio Di Donato e la regista Gaia Russo Frattasi che vi racconterà con l’occhio della sua telecamera il territorio che abbiamo attraversato. Le strade divelte e i paesaggi mozzafiato, le case tagliate in due dal terremoto e i ponti puntellati, serpenti e mandrie che pascolano nella notte in un concerto di campanacci, i bar di paese e le fontane

La descrizione del tratto Castelli Arsita, realistica e imitativa  per me che lo conosco bene,  è in linea con le modalità espressive di Eugenio, dei paesi e dei monti che li incorniciano:
….Ho inteso la scrittura come uno strumento, un oggetto afferrabile che abbia le fattezze di un utensile in grado di stendere e plasmare il pensiero, che ne ridisegni l’estensione e ne muti l’immaginario.
Nel video la leggerezza dei frammenti, dei suoni, del dialetto. Strette vie che ci attendono. Tempo sospeso tra apparenza e nuovo futuro. Voci delle aree interne. Fiducia nella politica e nel BIM.
Ad Arsita anche una Sezione del Club Alpino Italiano, a presidio della Montagna.
Si legge, si parla. In cammino.

Prima Tappa, Arsita
Si parte da Castelli, in provincia di Teramo, dove faremo base per qualche giorno. Gaia non conosceva Castelli, non immaginava di trovare alle sue spalle una parete gigantesca e selvaggia
Mentre si guarda intorno stupita e meravigliata sulle labbra le affiora una parola primordiale.
«È preistorica» dice, senza staccare un attimo gli occhi dalle guglie che come pinne di un tirannosauro puntellano la cresta sommitale della parete. La parete è immensa, tutta spaccata, con il bosco e i prati che si arrampicano verticalissimi finché possono. Poi arriva lei, la roccia, e da quel punto della strada pare stia ancora emergendo. Sembra si muova.
«Credevo di conoscere l’Abruzzo» aggiunge e resta a bocca aperta.
Sorrido, la nord del monte Camicia ti stordisce, si impone potente e inaspettata, occupa tutto lo spazio. Sorrido di nuovo e le dico, «vedrai…», e non mi riferisco alle meraviglie paesaggistiche ma ai circa venti chilometri di strada dissestata che ci separano da Arsita. Tra Castelli, Befaro e Arsita il tempo si dilata. Succede qualcosa all’aria, e sebbene non ci sia nessun cartello a segnarne i confini tu lo «senti» che hai valicato una zona. Che non è come prima. Lo spazio ti avvolge, e ti tiene. Ti stringe così forte che avverti la sua morsa per giorni.
Valichiamo fossi, schiviamo anfratti e buche che paiono voragini, l’asfalto appare a tratti e quando c’è è divelto, spaccato dalle pioggia e dai cingoli dei trattori, forma dei denti che sono gradini. Proseguiamo a passo d’uomo, l’auto tocca, gratta, struscia ma procede. È l’ultima discesa, porta a un ponte sgarrupato con le ringhiere arrugginite e accartocciate, sembra ci sia passato sopra qualcosa di molto grosso, sotto scorre il Fino, il fiume che dà il nome alla vallata. Siamo ufficialmente nel comune di Arsita.

I progetti
Il progetto Leggeredove non si legge (link)è continuità espressiva e di speranza del progetto i corpi dicono (link) svelato nelle parole di oltre 700 persone impegnate a scrivere insieme qualcosa di nuovo che sarà riportato in una Mostra.

2021.05.05 e seguenti (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo– CD Federparchi




(1) FUTURO D’ABRUZZO: ABRUZZO REGIONE “VERDE” D’EUROPA – ABRUZZO REGIONE “BIANCA” D’EUROPA La catena per il FUTURO D’ABRUZZO: Cultura, Ambiente, Società, Pandemia, Economia

(1) FUTURO D’ABRUZZO: ABRUZZO REGIONE “VERDE” D’EUROPA – ABRUZZO REGIONE “BIANCA” D’EUROPA
La catena per il FUTURO D’ABRUZZO: Cultura, Ambiente, Società, Pandemia, Economia


foto  Andrea Di Donato
– narrazione e argomentazione
In questa fase di perdurante confusione è necessaria una buona visione.
Proviamo a narrare e iniziamo ad argomentare.

– La cultura va ricostruita.
L’orizzonte è velato e la vastità ridotta.
La pandemia ben presente non finisce con il primo vaccino.
Il confronto con l’emergenza sanitaria sarà continuo.
La fragilità sociale si somma a quella ambientale ed economica.
Servono riforme che – come fanno i bambini, sappiano rovesciare questo mondo.

– Il messaggio – la visione – la traccia
Il messaggio proposto dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani unisce locale e globale e pone i seguenti capisaldi: persone in salute, pianeta in salute e società giusta per tutti.
Da questo messaggio si guarda al futuro e il Ministro indica il sentiero da percorrere. Si prende atto delle condizioni di partenza (punto A) e si fissano le condizioni che vogliamo all’arrivo (punto B).
Le condizioni alla partenza si monitorano nelle eccellenze e nelle criticità e quelle di arrivo sono definite dagli obiettivi posti dall’Europa e dalle Organizzazioni Internazionali.
Sembra tutto chiaro e condivisibile. Una traccia che l’Abruzzo è in grado di seguire.

– ABRUZZO REGIONE “VERDE” D’EUROPA è la condizione di partenza
– ABRUZZO REGIONE “BIANCA” D’EUROPA è la condizione di arrivo
Al primo posto c’è quindi l’emergenza sanitaria, dalla quale dobbiamo necessariamente uscire. E’ essenziale concentrare tutti gli sforzi per superarla, potenziando il sistema sanitario regionale sanitario regionale e adottando tutte le misure di contenimento, personali e collettive.
Allo slogan Abruzzo Regione Verde d’Europa dobbiamo aggiungere Abruzzo Regione Bianca d’Europa.
Diventeremo così vincenti e accoglienti in tutti i campi: cultura, ambiente, società, pandemia ed economia.
Immaginate che ritorno economico per il turismo di questi luoghi con l’Abruzzo riconosciuto come Regione

– Abruzzo Regione BIANCA e VERDE
BIANCA dal punto di vista sanitario e VERDE per la qualità ambientale e di servizi annessi.
I turisti-escursionistici-visitatori, italiani e stranieri, ci sceglierebbero e verrebbero a trovarci a frotte, attratti da bellezza e sicurezza.

– Come raggiungere la condizione ABRUZZO REGIONE BIANCA D’EUROPA?
Bisogna riuscire a guardare lontano, capire bene dove intervenire, agire e superare ciò che è problematico.
Il territorio d’Abruzzo è vario e interessante, con situazioni diverse dalla costa alle montagne. Per lo più sono eccellenze: ambientali, culturali, enogastonomiche, di paesaggio, risorse naturali, artigianato e aree protette.

– Oltre i confini della politica
Superare scelte che non siano mascherate da altri interessi. Capire i confini attuali nei quali si muove la politica abruzzese.

– Economia diffusa
L’economia va rilanciata in modo capillare, diffusa nei paesi e nel territorio, recuperando e assegnando il giusto valore a qualità delle attività e delle produzioni. Evitiamo interventi settoriali e superati.

– Servizi adeguati a percorrenza e accoglienza
Servono servizi adeguati, iniziando dai trasporti, recuperando il senso e il piacere del viaggio che diventa occasione di scoperta e avvicinamento. Non sono le strade che penalizzano la frequentazione, ma le strade disastrate. Va riconquistata la qualità degli interventi sulle strade interne, quella qualità che, in Abruzzo, era fiore all’occhiello dell’ANAS della Provincia dell’Aquila. Miglioriamo quindi le strade e potenziamo i mezzi pubblici che le percorrono (imitiamo il modello Dolomiti, dove le curve certo non mancano, ma il fondo stradale è all’altezza). Ricordo con nostalgia il tratto ferroviario (ora dismesso!!!) dai 348 m di Sulmona  ai 1268 m di Rivisondoli-Pescocostanzo,  per Roccaraso fino a Castel di Sangro. Salire sul treno era ogni volta una meraviglia. Affacciati da un balcone in movimento sulla Valle Peligna, inerpicandosi tra gallerie e viadotti, rapiti da paesi e paesaggi del Parco Nazionale della Maiella. Un percorso da fare invidia con l’uscita d’effetto nella Riserva Naturale Quarti di S.Chiara, sull’inghiottitoio Capo La Vera (stazione di Palena). Subito dopo si dispiegano gli Altopiani Maggiori d’Abruzzo in ambienti ampi, aperti e coltivati, circondati da invitanti rilievi montuosi. Luoghi spettacolari da film e pensate che la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, (1268 m) è la più in quota dopo quella del Brennero. Il tratto ferroviario si ripercorre solo come treno storico e ha preso il nome di“Transiberiana d’Italia”.

– dal locale al globale 
Le scelte della Regione dei prossimi anni con NEXT GENERATION EU e PNRR devono inquadrare il futuro locale, da inserire in Appennino, in Italia, nel Pianeta.

– orizzonte lungo
Siamo in Montagna, in alto e dovremmo riuscire a veder lontano. L’orizzonte deve essere lungo guardando ad Agenda 2030 e oltre, al 2050.

– scelte che varranno per i nostri figli
Molte delle scelte saranno di rapido effetto (nell’arco di qualche decina di anni) e ricadranno sui ragazzi di oggi con ripercussioni anche a fine secolo.
Considerando la vulnerabilità del territorio lo dobbiamo proteggere, per migliorare le eccellenze e garantire risorse nel tempo.

2021.04.30 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo– CD Federparchi




NEXT GENERATION EU – IL PESO DELLE PAROLE – sostenibilità – transizione ecologica – la circolarità riguarda tutti

NEXT GENERATION EU –
IL PESO DELLE PAROLE – sostenibilità – transizione ecologica –
la circolarità riguarda tutti
E’ una fase storica nella quale non solo sta cambiando il clima della Terra, ma è cambiato anche il clima di tutta la società e questo anche prima del coronavirus.


foto da “icorpidicono”

le parole
– L’abusata parola sostenibilità con al fianco la recente transizione ecologica,  sono diventate corredo di progetti spalmati di verde da cui il rischio (elevato) di far passare, più facilmente di prima, scempi e perdite che saranno a carico dell’ambiente e delle prossime generazioni. Troviamo anche le parole ripresa (più comprensibile), resilienza (parola presa in prestito dalla fisica e che conosceremo meglio dopo) e circolare per un’economia  su un apparente circuito virtuoso, individuale e collettivo, indicato come oculato, senza sprechi e impatti.

– NEXT GENERATION EU
L’Europa ha varato un  maxi-intervento da 750 miliardi di euro finalizzato a rilanciare una situazione europea  insabbiata dalla emergenza sanitaria.
La situazione d’insieme coinvolge ambiente, società, economia, cultura e istituzioni.
All’Italia è stata messa a disposizione la quota di 209 miliardi di euro, il 27,86 % dell’intero importo.
30 aprile 2021: termine entro il quale gli stati che compongono l’Europa dovranno aver inviato alla Commissione il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR
PNRR -: documento che raccoglie e illustra nel dettaglio le azioni che si vogliono realizzare con il denaro messo a disposizione da Bruxelles. Ci sono diversi ambiti di intervento tra i quali digitalizzazione, rafforzamento del sistema sanitario, transizione ecologica, economia circolare.
– A seguire le valutazioni EU sulla validità del PNRR e delle strategie dei vari governi nazionali. Superato positivamente questo filtro il Consiglio UE approva l’intervento.
– luglio 2021: saranno erogati  all’Italia  27,17 miliardi di euro, prima parte di fondi pari al 13%  del totale.

ATTENZIONE si tratta di un impegno economico che pesa sul futuro
L’attuale critica situazione d’insieme (che, come detto, coinvolge ambiente, società, economia, cultura e istituzioni ) va compresa bene in quanto la somma di 750 miliardi messa a disposizione è parte prestito (360 miliardi da restituire con un tasso di interesse) e parte sovvenzione (390 miliardi che devono rispettare determinati criteri di assegnazione).

risorse a disposizione
Abbiamo purtroppo la (pericolosa per ambiente, clima e benessere) sommatoria di fondi diversi, con importi notevoli e tutti da investire
Ai Programmi nazionali si aggiungono:
– PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza
– Politica di coesione europea
– PAC, Politica agricola comune
– CTE, Cooperazione Territoriale Europea
– inoltre c’è il PIANO SUD – Fondo sviluppo e coesione

I Fondi si sovrappongono tra loro
Per i Fondi strutturali e il Fondo sviluppo e coesione l’80% va al Mezzogiorno, così come almeno la metà del PNRR. E evidente la necessità di investire nel migliore dei modi.

la catena del futuro:  investimenti – sostenibilità – resilienza
La somma messa a disposizione, se spesa male, inciderà pesantemente sui bilanci nazionali dei prossimi anni con criticità sociali ed economiche improponibili.
C’è necessità di proporre investimenti che sappiano aggregare per favorire la ripresa (recovery) con le necessarie riforme di gestione che aumentino la sostenibilità delle economie dei singoli stati nell’ambito di una comune visione europea, rendendo gli sati più resilienti* ai cambiamenti che incombono negli anni di ripresa dalla crisi del Covid.

culturale – sociale – economica
Ogni scelta è prima di tutto culturale, rivolta al sociale, corretta nell’uso e nella distribuzione delle risorse naturali, con attività socioeconomiche eque e sostenibili.


foto Vittorino Di Luca

diamo voce al valore storico, culturale, ambientale, paesaggistico del territorio
E’ una fase storica nella quale non solo sta cambiando il clima della Terra, ma è cambiato anche il clima di tutta la società e questo anche prima del coronavirus. Ripensiamo quindi come stiamo al mondo e guardiamo con occhio più critico e attento le nostre scelte di consumo.

*resilienza
Il termine resilienza  ho avuto modo di incontrarlo in fisica studiando la proprietà che hanno i materiali di resistere alle sollecitazioni senza rompersi. Il comportamento che mi ha sempre affascinato è quello elastico. Un materiale sottoposto a sollecitazione (forza) subisce una deformazione ma, cessata la sollecitazione (forza) applicata, il materiale riesce a riassumere con rapidità le dimensioni originali.
In natura un sistema ecologico subisce sollecitazioni ed ecco che l’ecologia definisce la resilienza come  “la rapidità con cui una comunità (o un sistema ecologico) ritorna al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione – naturale o antropica, che l’ha allontanata da quello stato“.

Con altra prospettiva la resilienza può essere interpretata anche come l’attitudine di un sistema a non cambiare (funzione statica e quindi non evolutiva). Mi sento però di considerare l’uso della parola resilienza come aspettativa a conservare uno stato naturale qualitativamente elevato (considerando gli attuali e crescenti livelli d’inquinamento, la perdita di biodiversità e il consumo di suolo e di risorse naturali).


foto Luigi Pomponi

resilienza e limite
Prendiamo consapevolezza che il concetto di resilienza comporta il concetto di limite. Una sollecitazione (perturbazione) che supera il limite di resilienza comporta che il sistema non riassume le condizioni iniziali, ma resta deformato (nel caso di un materiale) o non è più in grado di autodepurarsi o rigenerarsi (nel caso di un sistema ecologico).

2021.04.09 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




Importanza della memoria – Emozione nel ricordo – Camoscio d’Abruzzo, terremoto e … …

Importanza della memoria
Emozione nel ricordo
Camoscio d’Abruzzo, terremoto e …

Molte delle cose che facciamo
Che pensiamo
Dipendono dal rapporto che abbiamo con la memoria
Eugenio Di Donato
– sangue e latte
i corpi dicono

la memoria – il ricordo
Il trascorrere degli anni regala il senso della memoria. Si fissano i fatti nel tempo e insieme a ciò che è stato, che è avvenuto emerge anche l’idea/la causa che ha indotto/originato l’evento citato.
Documentando la storia, da protagonista o da osservatore, si genera cultura e si offre preziosa conoscenza, per non dimenticare, per avere consapevolezza da dove veniamo, su ciò che è accaduto e per fare meglio.
Il sapere, un po’ come il guardarsi attorno in montagna, alimenta e aiuta la riflessione nelle scelte.
La memoria dei fatti è per tutti ed è storia. Ha la durata del tempo, è scandita dall’intelletto.
Il ricordo ha un’altra dimensione. Si fonde con la nostra intimità e con il vissuto di esperienze ed emozioni, con la capacità di leggere e interpretare attraverso i sensi, con il cuore e con la mente. E’ espressione di intensità e tremore.

la memoria – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
La memoria mi riporta con dati certi al giorno nel quale furono reintrodotti i primi Camosci d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia, a Campo Pericoli. Al numero dei Camosci giunti in elicottero dal Parco Nazionale d’Abruzzo, agli escursionisti saliti, al personale del Parco e del Comune di Pietracamela, ai soci Cai presenti. Tutto questo è documentabile e sono fatti scanditi nel tempo, sono frammenti certi per tutti e fanno parte del più articolato progetto di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo. Oggi i camosci sul Gran Sasso d’Italia sono diventati 1000. I numeri sono la misura di una positiva realtà, di un progetto andato a buon fine.
La storia ci dice da dove siamo partiti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso quell’idea, quel progetto si spera possa ripetersi.

il ricordo – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
Diversi i fotogrammi del ricordo, mentre salivo sul sentiero  da Prati di Tivo insieme a mio figlio Andrea appena decenne, con la luce negli occhi, speranzoso e curioso, a Campo Pericoli la sua immagine a cavallo controluce, in attesa, il rombo dell’elicottero, il timbro soffuso delle voci, gli animali giunti sopiti e l’attesa del risveglio, l’allungata disposizione dei presenti a V per indirizzare i disorientati camosci verso l’alto, indelebile l’immagine dell’agile acrobata delle rocce che, dopo un secolo di assenza, tornava a calpestare i tappeti erbosi del Gran Sasso d’Italia.

la memoria del terremoto
La memoria mi riporta al terremoto dell‘Aquila. Anche in questo caso la data è certa, come l’ora, come il numero delle vittime, appena ieri celebrate dai rintocchi della campana. Le macerie una massa terribile come i feriti e i senza tetto nel freddo della notte. A seguire lo spaesamento e, per tanti, l’abbandono. I numeri pesano come macigni e la realtà orribile per una  città di Montagna, tenacemente abbarbicata alla sua identità, nata dal senso positivo di aggregazione e inclusione.
In questo caso evento e numeri sono una inaccettabile realtà.
Il 6 aprile di ogni anno diventa una data della memoria per donne e uomini, affinché, adottando ogni genere di intervento preventivo, quella tragedia non abbia a ripetersi.
La storia ci dice da dove siamo partiti, quanto gravemente abbiamo ignorato i precedenti terremoti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso il terremoto, evento naturale nella dorsale appenninica, ricorrente tra qualche generazione , non determini la perdita di altre vite umane.

il ricordo del terremoto
Anche in questo caso  il ricordo è personale. Strappato all’improvviso dal sonno nel cuore della notte, preso dall’innaturale movimento di mura, infissi, mobili e suppellettili. La preoccupazione per la famiglia, le braccia come rifugio per mio figlio Lorenzo tredicenne, incredulo per quel non ancora identificato e codificato terribile evento. I sensi all’erta per un avversario noto, del quale provi a intuire prima possibile effetto e percepirne la durata per decidere cosa meglio fare. La pelle sollevata dalla voce del terremoto che è forte, può cambiare nei toni ma è sempre lei, presente e mai sopita, per chi l’ha provata. La riconosci immediatamente mentre recuperi tutto l’avvenuto nel tempo. L’evento di Teramo si somma a quelli di Ancona, Castelli e Rivisondoli. Una ininterrotta catena di boati e sensi di vuoto. La resilienza messa a dura prova dal ripetersi, da intensità e incertezza indotte.
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il Giorno della Memoria
Il Giorno della Memoria è una testimonianza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Mia nonna Ida di Rivisondoli, fino all’ultimo istante di lucida vita, non ha mai rimosso tragedie e orrori dalla seconda guerra mondiale – come l’assurda strage di Pietransieri, l’eccidio nazista di 128 inermi persone nel bosco di Limmari, di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni, e molti anziani; un’eredità che conservo viva per contrastare disuguaglianze e ingiustizie di ogni genere.
«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi.

2021.04.07 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




(5) “I CORPI DICONO” –  L’INCONTRO  –  un racconto in cammino per cogliere sensibilità di comunità e di territorio

(5) “I CORPI DICONO” –  L’INCONTRO  –  un articolo in cammino  per cogliere sensibilità di comunità e di territorio
di Eugenio Di Donato che ha arricchito il perché dell’incontro, come necessità sociale, da pandemia.

Eugenio insegue i concetti di benessere e di futuro e ne cerca la rappresentazione, l’attuale conferma, nonostante tutto.
Agisce con una inquieta chiave personale, in cammino per cogliere sensibilità di comunità e di territorio.

la pandemia rende tutto più difficile
È il due gennaio 2021, piove di una pioggia sottile e il cielo è grigio latte da giorni. È l’inizio dell’anno e decido di regalare due copie del mio romanzo «sangue e latte» alle prime persone che incontro per strada. Ho impiegato quasi due ore per riuscirci ….

ricci di città: le persone sfuggenti, impaurite, …
una nuova specie umana elusiva si aggira nelle vie pensare che questa estate – la 2020 – ho raccontato «sangue e latte» a centinaia e centinaia di persone. Tre mesi tra Abruzzo, Basilicata, Campania e Puglia. Spiagge, montagne, bar, librerie e persino al molo penultima panchina. 

ma si insiste … c’è un capitale sociale da incontrare, uno dei pilastri di Agenda 2030 … della sostenibilità
… Persone che non si accorgevano della mia presenza, del mio corpo …  Dovevo abbassarmi, assumere l’altezza di un bambino per farmi notare. Alcuni scorgendomi si sono ritratti, e io mi sono allontanato, altri invece hanno ascoltato ciò che avevo dire e hanno lasciato il loro messaggio.

le cose non capitano a caso e tutto è collegato
L’idea “icorpidicono” è parte di un personale percorso culturale e di vita dall’origine incerta nel tempo.  Pietra miliare la pubblicazione del libro “sangue e latte” che ferma fotogrammi e soprattutto l’esperienza contaminante dei tanti incontri estivi di Regione in Regione, del continuo presentarsi e parlare, dell’essere itinerante tra costa e montagna, del viandante disarmato ma presente e tenace.

la Mostra che verrà – la raccolta fondi
E’ parte del comunicare, racconto semplificato  di una realtà complessa in rapido cambiamento. Lo spaccato di una metropoli, un esempio di buona pratica.
Un anno fa si parlava di emergenza, ma è sempre più evidente quanto sia diventata quotidiana e duratura. Uno stato di fatto che dovremo conoscere meglio per imparare a convivere, cambiando stile di vita, comportamenti con scelte diverse di produzione e consumo. Un percorso che abbraccia ambiente, economia, società e istituzioni.

L’incontro …
Uno scritto appassionato.
Stretto dall’attuale situazione, dalla consapevolezza del lungo periodo di fermo, dal desiderio di incontro e riscatto, come singolo e collettivo che si mette in gioco.
Ci accompagnano le parole: incontro tra persone, scambio di emozioni e idee, conoscenza del nuovo, urgenza nell’azione, ascolto e futuro.

non ci si può né fermare, né rallentare, né scendere.
La Terra è unica con i suoi costanti moti di rotazione e rivoluzione. Siamo sempre più numerosi, stretti e vicini (paradosso dal richiesto distanziamento) e tutti insieme viaggiamo nello spazio profondo. Dovremmo maturare meglio questo concetto di astronave Terra che si muove nello spazio, di un sistema finito dove la crescita non può essere infinita.

– anche “la Repubblica” ha raccolto questo appello

articoli precedenti EUGENIO DI DONATO – ci racconta e si racconta (tra libri  e riflessioni)

2021.04.01 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




CIELO “GIALLO” e SOLE “BLU” – COSA CAMBIA NEI COLORI A PECHINO

CIELO “GIALLO” e SOLE “BLU”
COSA CAMBIA NEI COLORI A PECHINO

inversione termica
Nelle città, estese ed inquinate, c’è (purtroppo da tempo ed è riportata come esempio anche nei libri di testo) la cosiddetta inversione termica per cui il calore che normalmente sale dal basso verso l’alto, causa inquinamento con anomale zone calde in quota, resta intrappolato in basso.

MA AL PEGGIO NON C’E’ FINE!!
inversione cromatica a Pechino
Adesso c’è anche l’inversione cromatica e il cielo da blu diventa giallo e il sole da giallo diventa blu (chissà cosa ne direbbe il mitico Domenico Modugno con il suo nel blu dipinto di blu – canzone internazionale).
– Di Pechino ne hanno parlato oggi in televisione .
– Colori forti degni del miglior pittore “futurista” o “visionario”.
– E non è la prima volta a Pechino!

crisi climatica e inquinamento.  Tutto è concatenato
Desertificazione, deforestazione, innalzamento della temperatura, tempeste di sabbia e polveri sottili con alti livelli di inquinante PM10 e PM 2,5

normalità persa
Ciò che era normale rischia di diventare sorprendente, come il (perso) cielo blu a Pechino perché è sempre grigio e cupo a causa dello smog che sporca pesantemente l’aria.
MA SI PUÒ FARE QUALCOSA?
Ricordo un evento di qualche anno fa che ridiede blu al cielo Pechino per  una straordinaria sosta di auto e fabbriche in occasione del 70° anniversario della sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale.

shock percettivo
Le immagini viste di Pechino sono qualcosa di terribile e dovrebbero determinare uno shock percettivo tale da indurre al cambiamento.
L’Educazione Ambientale può intervenire sulla psicologia della percezione affinché le condizioni di inquinamento non determinino assuefazione.

NO ALL’INQUINAMENTO! SI ALLA BELLEZZA!
Noi che viviamo in Italia amiamo i colori. Nel nostro “bel paese” agganciato alle Alpi e disteso nel Mediterraneo, siamo abituati al blu di cielo e mare, al verde di boschi e prati e al bianco di neve e rocce.
A Castelli, per la lavorazione della ceramica, c’è poi la cromatica tavolozza che ha dato vita ai pregevoli manufatti artistici presenti nei grandi musei internazionali.
il minimo che possiamo fare
Tutelare queste meraviglie della natura, ricevute con generosità e che hanno dato vita a tante culture, è il minimo che possiamo fare.

inversione cromatica: video Youtube descrittivo di evento e cause

Next Generation EU
Le attuali situazioni planetarie di crisi sono evidenti tra pandemia, morti, clima, inquinamento, povertà e disuguaglianze sociali.
Ciò che si deciderà con il PNRR del 30 aprile 2021 sarà determinante.
Ci attende un impegno culturale, sociale ed economico che va destinato a fermare disastri e garantire il migliore futuro possibile alle prossime generazioni.
Siano guida i 17 obiettivi di Agenda 2030 con i 169 traguardi da raggiungere.

2021.03.29  (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai  – CD Federparchi




Calendario fotografico Cai Teramo 2021 Una foto salverà l’ambiente? – marzo 2021 di Alessandro De Ruvo

Calendario fotografico Cai Teramo 2021
Una foto salverà l’ambiente? – marzo 2021 di Alessandro De Ruvo

Patrimonio della Natura
– La fotografia è un mezzo che documenta e racconta la Montagna. Le foto sono un potente strumento di avvicinamento, lettura e comprensione di ambiente e paesaggio.
– Abbiamo bisogno di racconti che sappiano risvegliare attenzione per un luogo, una storia, un episodio, alimentando interesse, curiosità e voglia di esserci.
– Il Cai di Teramo con il Calendario Fotografico presenta luoghi di Montagna e offre a tutti noi l’attimo secondo la sensibilità dell’autore
– Il mese di marzo mostra la foto Alessandro De Ruvo

Abbiamo chiesto ad Alessandro
Area Protetta
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Monte
Gran Sasso d’Italia
Luogo di scatto
Ai piedi del Brecciarone, enorme deposito detritico alla base della Valle del Venacquaro.
Sentiero
Itinerario classico dal paese di Intermesoli alla Valle del Venacquaro lungo il sentiero 144 del Parco.
Valle Venacquaro
E’ una Valle poco frequentata, posta tra il Monte Corvo e il Pizzo d’Intermesoli, che rivela uno delle zone più coinvolgenti e selvagge del Gran Sasso d’Italia.
Quando?
Scattata agli inizi della primavera, quando i contrasti termici e l’instabilità meteo sono ancora dominanti.
Perché?
La zona si presta a foto molto particolari, dal bosco vetusto di Fonte Novello si scorgono a sud-est i contrafforti dell’Intermesoli, mentre a ovest le dolci pareti del Monte Corvo, all’uscita del bosco appare la montagna nuda e aspra.
La nebbia
L’obiettivo era fotografare con la nebbia (prevista meteorologicamente) la zona dell’Intermesoli lungo la Valle del Venacquaro ancora fortemente innevata.
La fortuna c’è
La fortuna ha voluto che le occasioni nebbiose mi si presentassero fin da subito, e così è nato questo scatto.
La fotografia è bellezza – Il suolo è paesaggio
Zona e paesaggio molto selvaggi, devastati continuamente da valanghe, caratteristica che rende il luogo decisamente interessante a livello fotografico.

Una foto salverà l’ambiente?
Salverà l’Appennino?
– L’idea è di raccontare ogni mese la foto del Calendario della Sezione Cai di Teramo.
– La foto offre il senso del luogo e del momento visto dall’autore .
– Ci invita a ripercorrerlo.
– Ci troviamo in Appennino nella lunghissima spina dorsale che innerva il nostro paese.
– Territori e paesaggi diversi, dove la natura ha eretto montagne sottratte ai mari
– L’Abruzzo, terra di mezzo, esalta la realtà montana, con i paesi corona che la cingono.
– Le foto raccontano di culture e luoghi, speciali e unici, risorsa d’Italia
– L’Appennino è terra di Parchi ai quali chiedere il necessario impegno per mitigare la crisi climatica e chiudere la forbice delle disuguaglianze territoriali e sociali.

Per saperne di più sulla vita segreta del fotografo Alessandro De Ruvo ci sono i Monti della Laga
LAGALAND EXPERIENCE di Alessandro De Ruvo
Le foto di Alessandro De Ruvo ne mostrano la bellezza nascosta, cercata e raccolta in oltre 10 anni di esplorazione e appostamenti.

2021.03.24 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi