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(2) 24 maggio 2021 – Giornata Europea dei Parchi – A Castelli (TE) domenica 23 maggio per l’ambiente ripartendo dalla qualità del borgo “porta di accesso alla Montagna”. Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

(2) 24 maggio 2021 – Giornata Europea dei Parchi
A Castelli (TE) domenica 23 maggio per l’ambiente ripartendo dalla qualità del borgo “porta di accesso alla Montagna”.
Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Le parole guida della Giornata di domenica 23 maggio sono ECOLOGIA  ed EQUILIBRIO con le implicazioni positive che comportano nelle scelte a presidio di territorio, paesi e cultura. Appuntamento alle 8.45 a Piazza Roma.
Considerata l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica  e le necessità di Ripresa e Resilienza si attuano messaggi e slanci positivi.

L’inquinamento
L’inquinamento è un problema che ancora viene sottovalutato e i rifiuti vengono abbandonati nelle aree sosta, nelle zone di ricreazione, nelle scarpate e lungo i sentieri.

La “Giornata Ecologica” a Castelli è l’occasione per :
monitorare lo stato di salute di un territorio dall’emergenza inquinamento,
prendere consapevolezza della complessità dell’inquinamento di aria, acqua e suolo
consolidare il dialogo tra Comune, Associazioni, Gruppi e Pro Loco presenti
intervenire direttamente in ambiente con spirito di solidarietà e cittadinanza attiva
trasformare l’intervento di pulizia in durevole monito educativo e di sensibilizzazione ambientale
diffondere messaggi che portino a ridurre sia la produzione di rifiuti, sia l’abbandono dei rifiuti in ambiente, sia la raccolta differenziata (progetto Montagna Pulita)
garantire sicurezza ambientale e sanitaria.
promuovere una frequentazione turistica e sociale appagante

Castelli: porta di accesso alla Montagna
Ripartiamo quindi dai paesi e dalla partecipazione locale. Mi sento di ribadire che in questa fase di Ripresa e Resilienza il vero senso del cambiamento è in azioni pensate, progettate, gestite e successivamente implementate da e con le comunità locali. Si attiva un aperto dialogo interno per migliorare e innovare la comunicazione dei cambiamenti  sociali, sanitari e climatici per contribuire alla transizione necessaria.
Visione d’insieme e messaggi diffusi e recepiti. In questo scenario le Associazioni sono parti vitali del processo partecipato e segno della tenace ed appassionata presenza. sul territorio.

CULTURA DELL’AMBIENTE E PER L’AMBIENTE – GESTI INDIVIDUALI, EDUCATIVI E SIGNIFICATIVI 
Come Club Alpino Italiano Sezione di Castelli e Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” l’attenzione al Progetto “Montagna Pulita“. Un invito alla corretta frequentazione turistico-escursionistica con la riduzione dei rifiuti
EVVIVA LA BORRACCIA! liberi dalla plastica – – NO ALLA PLASTICA IN AMBIENTE
EVVIVA LA BORRACCIA è un impegno del Cai per ridurre l’uso di bottiglie di plastica in escursione e nelle attività didattiche.
NO ALLA PLASTICA IN AMBIENTE a questo invasivo, longevo e subdolo prodotto che è sempre più presente, si sminuzza, si frammenta, non si decompone e può finire anche negli alimenti. L’uso eccessivo della plastica si paga a caro prezzo e ne sanno qualcosa pesci e uccelli, con fotografie significative che hanno fatto il giro del mondo.


foto Marino Di Claudio

informazione, educazione e formazione ambientale
Importante l’opera di sensibilizzazione rivolta ai residenti ed a turisti poco attenti. La documentazione fotografica raccolta sarà utilizzata per iniziative didattico-informative e attività di comunicazione svolte nel Rifugio “Enrico Faiani“, a Scuola e in ambiente durante attività ed escursioni.
Si potrà continuare la “Giornata  Ecologica” proponendosi di trattare, in maniera divulgativa e interattiva i temi emergenti legati ai cambiamenti climatici prefiggendosi di affrontarli e risolverli in collaborazione con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e altri Enti, anche considerando i 17 Obiettivi di Agenda 2030.

Federparchi e Castelli
La Giornata Europea dei Parchi del 24 maggio abbraccia sistemi complessi, con territori, paesi ed ecosistemi ed è dedicata al respiro e all’equilibrio fra l’uomo e la natura
Federparchi la celebra con  IL RESPIRO DEI PARCHI, IL RESPIRO NEI PARCHI
La pandemia in atto ha tragicamente indicato la necessità di ritrovare l’equilibrio fra uomo e natura e il ruolo fondamentale che i parchi possono svolgere su questo tema.
Bosco e acqua sono grandi artefici per qualità della vita e respiro interiore.
Castelli con l’abbarbicato borgo, le frazioni diffuse e la boscosa cornice ambientale dominata dalla parete Nord del Monte Camicia offre il meglio per esperienze in ambiente, culturali e salutari.

NO all’inquinamento – EVVIVA LA BORRACCIA – Liberi dalla plastica – CASTELLI (TE) TRA CERAMICA E MONTAGNA (articolo 25 dicembre 2020)

(1) 24 maggio 2021 – verso la Giornata Europea dei Parchi.  Il Sistema delle Aree Protette è una realtà territoriale e sociale. Indispensabile renderlo sempre più operativo (articolo 13 maggio 2021)

2021.05.20 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo– CD Federparchi




LEGGERE DOVE NON SI LEGGE è un esperimento di speranza (descrizione e video).

LEGGERE DOVE NON SI LEGGE (link)
è un esperimento di speranza (descrizione e 12 video)


video (link)
L’invito alla lettura del libro, dell’ambiente, delle genti
Da amante dell’ambiente mi seducono meraviglia e fascino dei piccoli borghi montani, molti dei quali in Abruzzo vivono nella terra di mezzo tra le alte vette e l’affaccio sulla costa. Tanti altri si perdono nelle valli e sugli altopiani che modellano le zone interne.

12 tra borghi e località
Le parole di Eugenio Di Donato e  le immagini di Gaia Russo Frattasi svelano frammenti di 12 tra borghi e località.
Questa prima volta tocca ad Arsita piccolo borgo nell’area interna della Valle del Fino. Arsita viene raggiunta da Castelli attraverso una strada interna, grande nel paesaggio, da migliorare nel fondo, che forse è consigliabile percorrere a dorso di mulo.

il progetto Leggere dove non si legge (link) porta il libro nelle piazze, nei lavatoi, nei bar, alle fontane. Là dove non te lo aspetti. Dove per abitudine e costume non siamo abituati a pensarlo. Come se il libro avesse dei posti specifici dove comparire e non si potesse leggere ovunque
Leggere dove non si legge rompe con la tradizione che confina il libro nelle librerie e nelle scuole. Che ne fa un soggetto per pochi, qualcosa per addetti ai lavori.
Pensa che il posto migliore per un libro siano le mani del lettore. Qualunque lettore. Di ogni ordine e grado, nazionalità, etnia, sesso, genere e religione…………………………….
Leggere dove non si legge è un viaggio in dodici puntante. Dodici tappe con il romanzo Sangue e Latte, l’editore El Doctor Sax, l’autore Eugenio Di Donato e la regista Gaia Russo Frattasi che vi racconterà con l’occhio della sua telecamera il territorio che abbiamo attraversato. Le strade divelte e i paesaggi mozzafiato, le case tagliate in due dal terremoto e i ponti puntellati, serpenti e mandrie che pascolano nella notte in un concerto di campanacci, i bar di paese e le fontane

La descrizione del tratto Castelli Arsita, realistica e imitativa  per me che lo conosco bene,  è in linea con le modalità espressive di Eugenio, dei paesi e dei monti che li incorniciano:
….Ho inteso la scrittura come uno strumento, un oggetto afferrabile che abbia le fattezze di un utensile in grado di stendere e plasmare il pensiero, che ne ridisegni l’estensione e ne muti l’immaginario.
Nel video la leggerezza dei frammenti, dei suoni, del dialetto. Strette vie che ci attendono. Tempo sospeso tra apparenza e nuovo futuro. Voci delle aree interne. Fiducia nella politica e nel BIM.
Ad Arsita anche una Sezione del Club Alpino Italiano, a presidio della Montagna.
Si legge, si parla. In cammino.

Prima Tappa, Arsita
Si parte da Castelli, in provincia di Teramo, dove faremo base per qualche giorno. Gaia non conosceva Castelli, non immaginava di trovare alle sue spalle una parete gigantesca e selvaggia
Mentre si guarda intorno stupita e meravigliata sulle labbra le affiora una parola primordiale.
«È preistorica» dice, senza staccare un attimo gli occhi dalle guglie che come pinne di un tirannosauro puntellano la cresta sommitale della parete. La parete è immensa, tutta spaccata, con il bosco e i prati che si arrampicano verticalissimi finché possono. Poi arriva lei, la roccia, e da quel punto della strada pare stia ancora emergendo. Sembra si muova.
«Credevo di conoscere l’Abruzzo» aggiunge e resta a bocca aperta.
Sorrido, la nord del monte Camicia ti stordisce, si impone potente e inaspettata, occupa tutto lo spazio. Sorrido di nuovo e le dico, «vedrai…», e non mi riferisco alle meraviglie paesaggistiche ma ai circa venti chilometri di strada dissestata che ci separano da Arsita. Tra Castelli, Befaro e Arsita il tempo si dilata. Succede qualcosa all’aria, e sebbene non ci sia nessun cartello a segnarne i confini tu lo «senti» che hai valicato una zona. Che non è come prima. Lo spazio ti avvolge, e ti tiene. Ti stringe così forte che avverti la sua morsa per giorni.
Valichiamo fossi, schiviamo anfratti e buche che paiono voragini, l’asfalto appare a tratti e quando c’è è divelto, spaccato dalle pioggia e dai cingoli dei trattori, forma dei denti che sono gradini. Proseguiamo a passo d’uomo, l’auto tocca, gratta, struscia ma procede. È l’ultima discesa, porta a un ponte sgarrupato con le ringhiere arrugginite e accartocciate, sembra ci sia passato sopra qualcosa di molto grosso, sotto scorre il Fino, il fiume che dà il nome alla vallata. Siamo ufficialmente nel comune di Arsita.

I progetti
Il progetto Leggeredove non si legge (link)è continuità espressiva e di speranza del progetto i corpi dicono (link) svelato nelle parole di oltre 700 persone impegnate a scrivere insieme qualcosa di nuovo che sarà riportato in una Mostra.

2021.05.05 e seguenti (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo– CD Federparchi




NEXT GENERATION EU – IL PESO DELLE PAROLE – sostenibilità – transizione ecologica – la circolarità riguarda tutti

NEXT GENERATION EU –
IL PESO DELLE PAROLE – sostenibilità – transizione ecologica –
la circolarità riguarda tutti
E’ una fase storica nella quale non solo sta cambiando il clima della Terra, ma è cambiato anche il clima di tutta la società e questo anche prima del coronavirus.


foto da “icorpidicono”

le parole
– L’abusata parola sostenibilità con al fianco la recente transizione ecologica,  sono diventate corredo di progetti spalmati di verde da cui il rischio (elevato) di far passare, più facilmente di prima, scempi e perdite che saranno a carico dell’ambiente e delle prossime generazioni. Troviamo anche le parole ripresa (più comprensibile), resilienza (parola presa in prestito dalla fisica e che conosceremo meglio dopo) e circolare per un’economia  su un apparente circuito virtuoso, individuale e collettivo, indicato come oculato, senza sprechi e impatti.

– NEXT GENERATION EU
L’Europa ha varato un  maxi-intervento da 750 miliardi di euro finalizzato a rilanciare una situazione europea  insabbiata dalla emergenza sanitaria.
La situazione d’insieme coinvolge ambiente, società, economia, cultura e istituzioni.
All’Italia è stata messa a disposizione la quota di 209 miliardi di euro, il 27,86 % dell’intero importo.
30 aprile 2021: termine entro il quale gli stati che compongono l’Europa dovranno aver inviato alla Commissione il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR
PNRR -: documento che raccoglie e illustra nel dettaglio le azioni che si vogliono realizzare con il denaro messo a disposizione da Bruxelles. Ci sono diversi ambiti di intervento tra i quali digitalizzazione, rafforzamento del sistema sanitario, transizione ecologica, economia circolare.
– A seguire le valutazioni EU sulla validità del PNRR e delle strategie dei vari governi nazionali. Superato positivamente questo filtro il Consiglio UE approva l’intervento.
– luglio 2021: saranno erogati  all’Italia  27,17 miliardi di euro, prima parte di fondi pari al 13%  del totale.

ATTENZIONE si tratta di un impegno economico che pesa sul futuro
L’attuale critica situazione d’insieme (che, come detto, coinvolge ambiente, società, economia, cultura e istituzioni ) va compresa bene in quanto la somma di 750 miliardi messa a disposizione è parte prestito (360 miliardi da restituire con un tasso di interesse) e parte sovvenzione (390 miliardi che devono rispettare determinati criteri di assegnazione).

risorse a disposizione
Abbiamo purtroppo la (pericolosa per ambiente, clima e benessere) sommatoria di fondi diversi, con importi notevoli e tutti da investire
Ai Programmi nazionali si aggiungono:
– PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza
– Politica di coesione europea
– PAC, Politica agricola comune
– CTE, Cooperazione Territoriale Europea
– inoltre c’è il PIANO SUD – Fondo sviluppo e coesione

I Fondi si sovrappongono tra loro
Per i Fondi strutturali e il Fondo sviluppo e coesione l’80% va al Mezzogiorno, così come almeno la metà del PNRR. E evidente la necessità di investire nel migliore dei modi.

la catena del futuro:  investimenti – sostenibilità – resilienza
La somma messa a disposizione, se spesa male, inciderà pesantemente sui bilanci nazionali dei prossimi anni con criticità sociali ed economiche improponibili.
C’è necessità di proporre investimenti che sappiano aggregare per favorire la ripresa (recovery) con le necessarie riforme di gestione che aumentino la sostenibilità delle economie dei singoli stati nell’ambito di una comune visione europea, rendendo gli sati più resilienti* ai cambiamenti che incombono negli anni di ripresa dalla crisi del Covid.

culturale – sociale – economica
Ogni scelta è prima di tutto culturale, rivolta al sociale, corretta nell’uso e nella distribuzione delle risorse naturali, con attività socioeconomiche eque e sostenibili.


foto Vittorino Di Luca

diamo voce al valore storico, culturale, ambientale, paesaggistico del territorio
E’ una fase storica nella quale non solo sta cambiando il clima della Terra, ma è cambiato anche il clima di tutta la società e questo anche prima del coronavirus. Ripensiamo quindi come stiamo al mondo e guardiamo con occhio più critico e attento le nostre scelte di consumo.

*resilienza
Il termine resilienza  ho avuto modo di incontrarlo in fisica studiando la proprietà che hanno i materiali di resistere alle sollecitazioni senza rompersi. Il comportamento che mi ha sempre affascinato è quello elastico. Un materiale sottoposto a sollecitazione (forza) subisce una deformazione ma, cessata la sollecitazione (forza) applicata, il materiale riesce a riassumere con rapidità le dimensioni originali.
In natura un sistema ecologico subisce sollecitazioni ed ecco che l’ecologia definisce la resilienza come  “la rapidità con cui una comunità (o un sistema ecologico) ritorna al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione – naturale o antropica, che l’ha allontanata da quello stato“.

Con altra prospettiva la resilienza può essere interpretata anche come l’attitudine di un sistema a non cambiare (funzione statica e quindi non evolutiva). Mi sento però di considerare l’uso della parola resilienza come aspettativa a conservare uno stato naturale qualitativamente elevato (considerando gli attuali e crescenti livelli d’inquinamento, la perdita di biodiversità e il consumo di suolo e di risorse naturali).


foto Luigi Pomponi

resilienza e limite
Prendiamo consapevolezza che il concetto di resilienza comporta il concetto di limite. Una sollecitazione (perturbazione) che supera il limite di resilienza comporta che il sistema non riassume le condizioni iniziali, ma resta deformato (nel caso di un materiale) o non è più in grado di autodepurarsi o rigenerarsi (nel caso di un sistema ecologico).

2021.04.09 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




Importanza della memoria – Emozione nel ricordo – Camoscio d’Abruzzo, terremoto e … …

Importanza della memoria
Emozione nel ricordo
Camoscio d’Abruzzo, terremoto e …

Molte delle cose che facciamo
Che pensiamo
Dipendono dal rapporto che abbiamo con la memoria
Eugenio Di Donato
– sangue e latte
i corpi dicono

la memoria – il ricordo
Il trascorrere degli anni regala il senso della memoria. Si fissano i fatti nel tempo e insieme a ciò che è stato, che è avvenuto emerge anche l’idea/la causa che ha indotto/originato l’evento citato.
Documentando la storia, da protagonista o da osservatore, si genera cultura e si offre preziosa conoscenza, per non dimenticare, per avere consapevolezza da dove veniamo, su ciò che è accaduto e per fare meglio.
Il sapere, un po’ come il guardarsi attorno in montagna, alimenta e aiuta la riflessione nelle scelte.
La memoria dei fatti è per tutti ed è storia. Ha la durata del tempo, è scandita dall’intelletto.
Il ricordo ha un’altra dimensione. Si fonde con la nostra intimità e con il vissuto di esperienze ed emozioni, con la capacità di leggere e interpretare attraverso i sensi, con il cuore e con la mente. E’ espressione di intensità e tremore.

la memoria – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
La memoria mi riporta con dati certi al giorno nel quale furono reintrodotti i primi Camosci d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia, a Campo Pericoli. Al numero dei Camosci giunti in elicottero dal Parco Nazionale d’Abruzzo, agli escursionisti saliti, al personale del Parco e del Comune di Pietracamela, ai soci Cai presenti. Tutto questo è documentabile e sono fatti scanditi nel tempo, sono frammenti certi per tutti e fanno parte del più articolato progetto di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo. Oggi i camosci sul Gran Sasso d’Italia sono diventati 1000. I numeri sono la misura di una positiva realtà, di un progetto andato a buon fine.
La storia ci dice da dove siamo partiti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso quell’idea, quel progetto si spera possa ripetersi.

il ricordo – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
Diversi i fotogrammi del ricordo, mentre salivo sul sentiero  da Prati di Tivo insieme a mio figlio Andrea appena decenne, con la luce negli occhi, speranzoso e curioso, a Campo Pericoli la sua immagine a cavallo controluce, in attesa, il rombo dell’elicottero, il timbro soffuso delle voci, gli animali giunti sopiti e l’attesa del risveglio, l’allungata disposizione dei presenti a V per indirizzare i disorientati camosci verso l’alto, indelebile l’immagine dell’agile acrobata delle rocce che, dopo un secolo di assenza, tornava a calpestare i tappeti erbosi del Gran Sasso d’Italia.

la memoria del terremoto
La memoria mi riporta al terremoto dell‘Aquila. Anche in questo caso la data è certa, come l’ora, come il numero delle vittime, appena ieri celebrate dai rintocchi della campana. Le macerie una massa terribile come i feriti e i senza tetto nel freddo della notte. A seguire lo spaesamento e, per tanti, l’abbandono. I numeri pesano come macigni e la realtà orribile per una  città di Montagna, tenacemente abbarbicata alla sua identità, nata dal senso positivo di aggregazione e inclusione.
In questo caso evento e numeri sono una inaccettabile realtà.
Il 6 aprile di ogni anno diventa una data della memoria per donne e uomini, affinché, adottando ogni genere di intervento preventivo, quella tragedia non abbia a ripetersi.
La storia ci dice da dove siamo partiti, quanto gravemente abbiamo ignorato i precedenti terremoti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso il terremoto, evento naturale nella dorsale appenninica, ricorrente tra qualche generazione , non determini la perdita di altre vite umane.

il ricordo del terremoto
Anche in questo caso  il ricordo è personale. Strappato all’improvviso dal sonno nel cuore della notte, preso dall’innaturale movimento di mura, infissi, mobili e suppellettili. La preoccupazione per la famiglia, le braccia come rifugio per mio figlio Lorenzo tredicenne, incredulo per quel non ancora identificato e codificato terribile evento. I sensi all’erta per un avversario noto, del quale provi a intuire prima possibile effetto e percepirne la durata per decidere cosa meglio fare. La pelle sollevata dalla voce del terremoto che è forte, può cambiare nei toni ma è sempre lei, presente e mai sopita, per chi l’ha provata. La riconosci immediatamente mentre recuperi tutto l’avvenuto nel tempo. L’evento di Teramo si somma a quelli di Ancona, Castelli e Rivisondoli. Una ininterrotta catena di boati e sensi di vuoto. La resilienza messa a dura prova dal ripetersi, da intensità e incertezza indotte.
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il Giorno della Memoria
Il Giorno della Memoria è una testimonianza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Mia nonna Ida di Rivisondoli, fino all’ultimo istante di lucida vita, non ha mai rimosso tragedie e orrori dalla seconda guerra mondiale – come l’assurda strage di Pietransieri, l’eccidio nazista di 128 inermi persone nel bosco di Limmari, di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni, e molti anziani; un’eredità che conservo viva per contrastare disuguaglianze e ingiustizie di ogni genere.
«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi.

2021.04.07 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




CIELO “GIALLO” e SOLE “BLU” – COSA CAMBIA NEI COLORI A PECHINO

CIELO “GIALLO” e SOLE “BLU”
COSA CAMBIA NEI COLORI A PECHINO

inversione termica
Nelle città, estese ed inquinate, c’è (purtroppo da tempo ed è riportata come esempio anche nei libri di testo) la cosiddetta inversione termica per cui il calore che normalmente sale dal basso verso l’alto, causa inquinamento con anomale zone calde in quota, resta intrappolato in basso.

MA AL PEGGIO NON C’E’ FINE!!
inversione cromatica a Pechino
Adesso c’è anche l’inversione cromatica e il cielo da blu diventa giallo e il sole da giallo diventa blu (chissà cosa ne direbbe il mitico Domenico Modugno con il suo nel blu dipinto di blu – canzone internazionale).
– Di Pechino ne hanno parlato oggi in televisione .
– Colori forti degni del miglior pittore “futurista” o “visionario”.
– E non è la prima volta a Pechino!

crisi climatica e inquinamento.  Tutto è concatenato
Desertificazione, deforestazione, innalzamento della temperatura, tempeste di sabbia e polveri sottili con alti livelli di inquinante PM10 e PM 2,5

normalità persa
Ciò che era normale rischia di diventare sorprendente, come il (perso) cielo blu a Pechino perché è sempre grigio e cupo a causa dello smog che sporca pesantemente l’aria.
MA SI PUÒ FARE QUALCOSA?
Ricordo un evento di qualche anno fa che ridiede blu al cielo Pechino per  una straordinaria sosta di auto e fabbriche in occasione del 70° anniversario della sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale.

shock percettivo
Le immagini viste di Pechino sono qualcosa di terribile e dovrebbero determinare uno shock percettivo tale da indurre al cambiamento.
L’Educazione Ambientale può intervenire sulla psicologia della percezione affinché le condizioni di inquinamento non determinino assuefazione.

NO ALL’INQUINAMENTO! SI ALLA BELLEZZA!
Noi che viviamo in Italia amiamo i colori. Nel nostro “bel paese” agganciato alle Alpi e disteso nel Mediterraneo, siamo abituati al blu di cielo e mare, al verde di boschi e prati e al bianco di neve e rocce.
A Castelli, per la lavorazione della ceramica, c’è poi la cromatica tavolozza che ha dato vita ai pregevoli manufatti artistici presenti nei grandi musei internazionali.
il minimo che possiamo fare
Tutelare queste meraviglie della natura, ricevute con generosità e che hanno dato vita a tante culture, è il minimo che possiamo fare.

inversione cromatica: video Youtube descrittivo di evento e cause

Next Generation EU
Le attuali situazioni planetarie di crisi sono evidenti tra pandemia, morti, clima, inquinamento, povertà e disuguaglianze sociali.
Ciò che si deciderà con il PNRR del 30 aprile 2021 sarà determinante.
Ci attende un impegno culturale, sociale ed economico che va destinato a fermare disastri e garantire il migliore futuro possibile alle prossime generazioni.
Siano guida i 17 obiettivi di Agenda 2030 con i 169 traguardi da raggiungere.

2021.03.29  (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai  – CD Federparchi




LA SFINGE ALPINA – on line 2021,  con Vincenzo Torti – lunedì 22 febbraio 2021, alle ore 20.45

LA SFINGE ALPINA – on line 2021,  con Vincenzo Torti
Continuano gli gli appuntamenti on line del Cai Valtellinese
Siamo giunti al quinto incontro di lunedì 22 febbraio 2021, alle ore 20.45
tutti possono collegarsi

Ospite d’eccezione di questa serata sarà Vincenzo Torti, Presidente Generale del Cai.

– L’appuntamento – aperto a soci e non soci, si potrà seguire sulla piattaforma Zoom al link https://us02web.zoom.us/j/81977098850

Con la pandemia e i limiti imposti alla mobilità, sono importanti confronto e dialogo.

Sfinge Alpina
A partire dagli anni Ottanta con la “Sfinge Alpina” il Cai Sezione Valtellinese di Sondrio ha avviato una avvincente serie di incontri pubblici su “volti ed enigmi della Montagna”.
Filo rosso delle serate sono “mistero e curiosità” su personaggi, vicende e avventure che riconducono alla Montagna, discutendo di peculiarità da chiarire e indagare. Gli ospiti sono chiamati a riflessioni e proiezioni approfondite su temi e fatti o per chiarirli o per osservarli da altro punto di vista.

L’incontro sarà coordinato da Angelo Schena, Presidente della Fondazione “L. Bombardieri” e del Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai

mistero
Sarà curioso anche per noi esserci e vedere quali questioni ci proporrà o dovrà trattare il Presidente Generale Cai. Se, nell’ascoltare di Montagna, sarà l’attuale realtà complessa da conoscere e apprezzare che, con coronavirus e crisi climatica, ha meglio “svelato” le sue qualità o scopriremo “inediti volti” di alpinismo ed escursionismo, che si intrecciano a storie di uomini e luoghi.

sfinge alpina – locandina incontro di lunedì 22 febbraio 2021

Vincenzo Torti
Avvocato, socio della Sezione Cai di Giussano dal 1952 (che ha guidato per tre mandati), dal maggio 2016 – eletto dai Delegati  riuniti in Assemblea nazionale a Saint Vincent, AO, è la massima autorità del nostro sodalizio. In precedenza, era stato componente nel Comitato Direttivo Centrale e, dal 2009 al 2015, Vicepresidente Generale.

2021.02.22 (filidido) –  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




ABRUZZO – MONTI DELLA LAGA – PIZZO DI MOSCIO in Escursione invernale – tra le più belle d’Appennino, sabato 20 febbraio 2021

ABRUZZO – MONTI DELLA LAGA
– PIZZO DI MOSCIO in Escursione invernale
(sicuri sulla neve)
– tra le più belle d’Appennino, sabato 20 febbraio 2021
(sentieri nel cuore)
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga


verso Pizzo di Moscio
La Provincia di Teramo si allunga a Nord con i Monti della Laga che si estendono nelle Regioni vicine (Marche e Lazio). La Laga è particolare. È una giovane singolarità geologica, posta tra il calcare del Gran Sasso d’Italia e quello dei Monti Sibillini. Troviamo le impermeabili arenarie, marne e argille che si stagliano con singolari pinnacoli verso il cielo. Meta della nostra escursione è Pizzo di Moscio, che ci appare con il suo pulito vertice appena usciti dal bosco, dopo averlo risalito nelle pendici, partendo dal Ceppo.


Complice la tersa e luminosa giornata, già dalla radura Lago dell’Orso il panorama, ineguagliabile, ci consente di ammirare tutta la catena della Laga e, in particolare, sulla sinistra, la vetta del Monte Gorzano. Appena iniziamo a percorrere il lungo crinale su Iacci di Verre verso La Storna, il paesaggio diventa sempre più spettacolare, aperto sulla lunga catena del Gran Sasso d’Italia. Fermandosi e guardandosi attorno ecco i Monti Gemelli e I Monti Sibillini, su un vero e spettacolare balcone affacciato sull’Appennino.

cautela in montagna 

indicazioni del CNSAS
Ci si deve muovere sempre con cautela sulla Laga: la neve può essere ghiacciata sui tanti pendii e il tempo mutare rapidamente. Gli spazi aperti diventano pericolosi, soprattutto in presenza di nebbia o nuvole basse, che possono disorientare e complicare notevolmente il rientro.


conoscere per amare
L’escursione a Pizzo di Moscio è tra quelle che amo di più, con la bellezza di Bosco della Martese, la quota, i cambi di colore, il profumato respiro del vento e l’invito a guardare lontano. Ci sono poi le tante attività svolte di Educazione Ambientale, le testimonianze belliche della Resistenza e il riuscito impegno per impedire la realizzazione degli impianti sciistici ai Iacci di Verre, che ancora porta i segni costruiti della assurda palestra di neve.


Sentiero Italia Cai
Nel 1995 ci fu la storica inaugurazione del tratto di Sentiero Italia Cai, Ceppo-Padula con l’indimenticabile presenza di Teresio Valsesia. Nel ricordo anche una, più recente, piacevole escursione invernale con Andrea, mio figlio guida alpina. Lui con gli sci e io con le ciaspole, arrancadogli dietro. Insieme fino al Lago dell’Orso e poi una silhouette che si stagliava, sempre più fine, tra il bianco della neve e il cobalto del cielo.


in montagna con il Cai
Tante le possibili escursioni nella zona. Tra le più impegnative c’è stata quella di un Corso avanzato di Escursionismo della Sezione CAI di Teramo. Partiti dal Ceppo abbiamo raggiunto la base di Pizzo di Moscio, per poi dirigerci a Sud su cresta verso il Monte Pelone e, sempre con saliscendi, guadagnare il Monte Gorzano, salito dal ripido gradonato versante Nord. Sosta sul tetto della Laga, con il panorama ancora più ampio e, in discesa, nella assolata Valle delle Cento Fonti, terminando a Cesacatina, riemersi dalla splendida faggeta, affamati e ben accolti.
Dal Ceppo la direttrice del Sentiero Italia Cai a Nord, raggiunge il piccolo abitato di Morrice, guada il torrente Castellano (confine tra Marche e Abruzzo) e prosegue fino a San Martino.

2021.02.22 (filidido) –  Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi