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Il CONGRESSO PALINDROMO DEL CAI – IL 101°

Il CONGRESSO PALINDROMO DEL CAI – IL 101°

Palindromo

Abbiamo un Congresso Cai “palindromo” e, attingendo al greco, è ben augurante per il significato “che può essere percorso in entrambi i sensi” e quindi utile come un sentiero. Inoltre la parola “percorso” rinvia al verbo camminare con tutte le positive implicazioni del sapersi orientare e dell’Escursionismo, che è una delle principali pratiche in ambiente del Club Alpino Italiano.

Appuntamento nazionale

I Congressi Cai sono straordinari appuntamenti nazionali e il Cai ne ha già inanellati 100.

In questo novembre 2023 siamo oramai vicinissimi alle giornate del 101° Congresso a Roma, 25 e 26 novembre, che si preannuncia come imperdibile evento.

La preparazione

Personalmente sono rimasto colpito dalla fase preparatoria e da quello che si è detto lo scorso 12 ottobre 2023, nel presentare e documentare quanto svolto per questo 101° Congresso, con lucide argomentazioni dai tre tavoli di lavoro su “sostenibilità ambientale”, “sostenibilità sociale” e “sostenibilità economica”. Da osservatore ho colto messaggi coerenti con la mia linea di comportamento che guarda alla responsabilità nelle scelte, alla trasparenza nell’esecuzione e ai fatti come conseguenza. Tutto bene ed è lodevole e importante il lavoro della nostra grande associazione ambientalista, del Club Alpino Italiano che si mette in discussione e guarda il futuro basando la sua azione su Costituzione e Agenda 2030.

Ma saremo ascoltati?

Il Cai ha una lungimirante capacità di visione e di previsione (e lo ha dimostrato nel tempo), ma la cosiddetta “transizione ecologica” mi sembra purtroppo un obiettivo perso sull’orizzonte, sostenuto da tante parole, così come alcuni obiettivi internazionali, europei e nazionali …

Quale Congresso?

Il senso di un Congresso è quello di riuscire a realizzare una fotografia quanto più vicina alla realtà della situazione attuale (principio di realtà su ambiente, economia, società, istituzioni e volontariato) e dettare linee guida comportamentali per il futuro. Prospettiva non semplice, volendo restare con i piedi per terra, considerando che ci si rivolge contemporaneamente sia a un consistente e diversificato corpo sociale (346.045 socie e soci tesserati nel 2023), sia a una realtà istituzionale che possiamo individuare in buona parte distratta e lontana da questi temi.

Montagna e Montanità

Noi potremmo, per gli argomenti di nostra pertinenza, concentrarci sull’attuale situazione di “policrisi” e rispondere con l’insieme dei “benefici” offerti dai “polisemi” dati da “montagna” e “montanità“. Di riferimento, tra i molti argomenti Cai, gli studi “Terre Alte“, la storia del “Sentiero Italia Cai”, la capillare presenza sul territorio di “Rifugi” e “Sezioni“, la diffusa “Rete Escursionistica Italiana“, le significative intese con i “Parchi, Federparchi e il Sistema delle Aree Protette“, il proficuo dialogo con i “Comuni“, reale presidio territoriale.

Il concreto e distribuito impegno del Cai non si esaurisce con questo primo elenco.

Biblioteca Sezione Cai L’Aquila

INVENTARIO DELLE AREE MONTANE DA PROTEGGERE e LA MONTAGNA CAMBIATA

Pubblicazione edita a cura del Club Alpino Italiano e di Italia Nostra. Consegnata nel 1974 all’allora Presidente della Repubblica, on.le Giovanni Leone dal Presidente Generale Cai, sen. Giovanni Spagnolli. Si tratta di un’opera di particolare valore tecnico e scientifico, unica nel suo genere in quanto contiene un’analisi accurata delle varie zone montane da tutelare, con un ricco corredo di dati, di indicazioni quantitative e qualitative, di parametri di diversi valori ambientali. Tutto quanto necessario per porre alle autorità competenti solidi elementi per eseguire interventi concreti.

Un elaborato del Cai da recuperare qualitativamente per la sua unicità storica e da attualizzare quantitativamente nel prendersi cura della montagna (da affiancare ai più recenti 150 casi censiti nel 2013). Diventa così un reale studio su LA MONTAGNA CAMBIATA.

Biblioteca Sezione Cai L’Aquila

DOCUMENTI CAI – dal 1974

Ci sono poi i documenti Cai, dallo Statuto agli ultimi di posizionamento. Sono tanti e può essere utile ripercorrerli iniziando dal 1974 con l’appuntamento internazionale Cai-UICN “l’avvenire delle Alpi” e il relativo piano di azione, ancora di una sconvolgente attualità (per me è stato di forte impatto, nell’anno della mia laurea in Fisica, aggiunto al successivo “I limiti dello sviluppo”, Club di Roma, Rapporto MIT, 1975… ed è nata così la passione per il Cai, tra scienza e ambiente, alimentata dal mio piccolo e arroccato paese di montagna, affacciato su luminosi altopiani).

Quella che però va considerata pietra miliare del Cai è il “Bidecalogo del 1981“. Un documento straordinario per quei tempi, da incorniciare e conservare gelosamente come monito all’attuale situazione. Documento antesignano, nato e voluto quando tante attuali associazioni ambientaliste ancora non c’erano. Un’icona che fotografa un preciso periodo storico, ambientale e culturale e testimonia un mirato, attento e propositivo impegno del Cai.

Il Bidecalogo Cai non va sminuito ritenendolo superato. Va lasciato e raccontato così com’è, con orgoglio e soddisfazione, immagine e impegno del Cai nel tempo.

NUOVE NORME

Cosa diversa sono le norme rivolte alle Sezioni, che possono essere emanate dal Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo, attualizzando temi e contenuti. Non è modificando costantemente il Bidecalogo che riusciremo a stare al passo con i tempi, ma crescendo nella presenza e nel legame con i territori, dando sempre più voce a Sezioni e Coordinamenti.

I CONGRESSI

Ci sono poi i Congressi precedenti e anche questi, a mio avviso, andrebbero considerati raccogliendo gli spunti interessanti e soprattutto i risultati che ne sono derivati. Senza andare molto lontano proviamo a guardare al 100° Congresso Cai di Firenze del 2015 e ai suoi argomenti di riflessione su volontariato e attualità delle proposte del Cai. L’interrogativo di 8 anni fa rivolgendosi ai giovani che risposta ha avuto? E che dire della “CHARTA” di VERONA (1990)”. Documento finale del 94° Congresso del Club Alpino Italiano?

La Storia del Cai, il valore dei Soci

E anche oggi, nel 2023, è fondamentale considerare come solida base la nostra ricca storia di sodalizio, con il percorso che ci ha portato a essere come siamo e come riusciamo a guardare al “possibile domani“, nell’attuale fluida realtà sociale e ambientale, nel profondo e veloce cambiamento (seppur prevedibile e previsto) al quale siamo sottoposti e che le zone montane, vivono come prima linea con gli abitanti le “terre alte” che, seppur tenaci, ne subiscono gli effetti.

Il passato è prologo

Noi del Cai abbiamo un passato invidiabile, seppur poco conosciuto (e lo sa anche Shakespeare). Nel mio zaino c’è un qualcosa raccolto e custodito da tutti i Presidenti Generali Cai. E mi limito a quelli che ho avuto modo di incontrare tutti personalmente, potendone apprezzare le diverse qualità che compongono un mosaico virtuoso. Noi possiamo ricostruire una traccia visibile e interpretabile della loro storia, che è poi la storia del Cai. Ogni Presidente è stato prima di tutto un socio, ha seguito un suo percorso formativo con una personale esperienza riportata nella sua Presidenza. Immaginiamo di mettere insieme le pillole di qualità (e non sono poche) di: Giovanni Spagnolli, Giacomo Priotto, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin, Gabriele Bianchi, Annibale Salsa, Umberto Martini, Vincenzo Torti, affidate ad Antonio Montani: equivale mettere in campo una ineguagliabile squadra di uomini, di personaggi di alto spessore.

Ma cosa fare di tutto questo? – libriamo l’aquila e incontriamo il Presidente

Attraverso queste nostre personalità, collegate ai documenti ed eventi prodotti nel tempo, possiamo ricostruire una traccia visibile e interpretabile della loro storia, che è poi la storia del Cai. Con questa traccia visibile e questi uomini scanditi nel tempo, a tutela della montagna e dei suoi abitanti possiamo chiedere di essere ascoltati e quale miglior possibile ascoltatore del Presidente della Repubblica, on.le Sergio Mattarella. Chiedendo un’audizione e riuscendo a presentare il Cai con la sua storia e le tesi congressuali, si chiuderebbe un anello avviato con il Presidente on.le Giovanni Leone, sempre attenti alle “aree montane da proteggere”. Così da poter presentare insieme, sia la storia del Cai (qualità culturale), sia la struttura del Cai (quantità operativa) con i quasi 350.000 Soci e le oltre 1200 tra Rifugi, altre strutture ricettive e Sezioni, con gli 80.000 km di sentieri gestiti e tanto altro ancora, come riunito nel Bilancio Sociale.

Dare voce alle “Terre Alte”

Conseguentemente si riesce a dare voce alla montagna e ai suoi abitanti, consapevoli delle migliori scelte da adottare e da far adottare per i diritti delle giovani generazioni, i diritti dell’ambiente e delle aree interne pedemontana e montane.

Studiare la mobilità

La montagna non va impoverita con la fuga di abitanti, l’abbandono e lo spopolamento. Così come c’è una fuga di cervelli dall’Italia verso l’estero, allo stesso modo c’è una fuga di persone dalla montagna verso le città. Quali concrete strategie adottare che sostengano la presenza di uomini e donne nelle “terre alte”? Approfondiamo lo studio dei flussi e dei movimenti delle persone da una regione all’altra, da un territorio all’altro, con le conseguenti motivazioni.

Benefici Ecosistemici

Con sempre maggiore frequenza nei convegni si discute di ecosistemi e dei benefici indotti. E’ per questo che utilizzo l’espressione “benefici ecosistemici” riconoscendo la generosità della natura nel dare, piuttosto che classificarla come natura servizievole. La ringrazio per le risorse messe a disposizione, per cibo, aria, acqua e suolo, per come strategicamente regola i planetari cicli vitali, per come promuove i diffusi valori culturali dell’umanità. Alla stessa stregua assegno peso alle espressioni “patrimonio culturale” e “patrimonio ambientale”, confinando ad altro momento la parola “capitale”.

Benefici ambientali e sociali che in molti casi, soprattutto in montagna e nelle aree naturali, abbondano senza essere adeguatamente riconosciuti. Dovrebbero invece diventare opportunità per nuove professionalità, con ritorni economici, a vantaggio dell’ambiente e dei paesi a rischio spopolamento e spaesamento. Servono insieme Scienza-Ambiente per studi e ricerche del Cai: dai ghiacciai, all’acqua, al dissesto, al consumo di suolo e alla perdita di biodiversità. Partire dalla consapevolezza degli impatti e dei rischi dovuti a crisi climatica e demografica.

APPENNINO

Uno dei nodi sul futuro della montagna è quello di Appennino. Una realtà varia che merita ulteriore attenzione quando ci spostiamo al Centro e al Sud Italia, alla stregua delle isole maggiori, di Sicilia e Sardegna. Il manifesto ASviS per il meridione evidenzia, in 10 punti, nodi cruciali per questi territori. Nodi nei quali il Cai può essere fondamentale per ogni scelta di progresso. Notevole il patrimonio di Parchi nazionali, i siti UNESCO, i beni archeologici e architettonici. A questi si aggiungono marchi e produzioni di qualità enogastronomica. L’Escursionismo educante ed esperienziale è volano per l’avvicinamento di turisti/escursionisti/viaggiatori che ascoltano, osservano e diventano interpreti ambientali.

Sono molte Regioni (già Convegno CMI) che, in ambito Cai, vanno considerate per territori e culture di interesse e non per numero di soci. L’incremento di tesserati va misurato in senso relativo e non assoluto.

Ripartire dai Comuni

Avviare un’azione coordinata e concreta che veda direttamente coinvolti i Comuni sostenendo i bisogni delle comunità e dei cittadini. Da questa collaborazione locale e mirata discenderanno progetti in ambito montano, con le positive implicazioni di gestione. Le possibili attività con i Comuni, in quanto realtà territoriali aggreganti, favoriranno la partecipazione di ogni portatore di interesse, di giovani e donne, dei gestori delle aree protette, del mondo accademico e scientifico, degli operatori culturali e turistici.

Si innescano percorsi virtuosi e circolari, durevoli nel tempo, con il Cai mediatore culturale di questo processo.

La montagna nell’era del cambiamento climatico (link al sito)

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Montagna Pulita – NO all’inquinamento (link alla pagina)

È una scelta utile iscriversi al Club Alpino Italiano (link) ed è un esercizio di libertà.

BUONA MONTAGNA a tutti!
– Cai Castelli (link sito)
Programma 2023 Sezione Cai Castelli (link)
– Cai Teramo (link sito)
Programma 2023 Sezione Cai Teramo (link)
Cai Isola del Gran Sasso (link sito)
Programma 2023 Sezione Cai Isola del Gran Sasso (link)

Filippo Di Donato (link Facebook)

2023.11.15 pubblicato 

(filidido)
 Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




CASTAGNATA CON LE SEZIONI CAI DI CASTELLI E TERAMO – domenica 12 novembre 2023

CASTAGNATA CON LE SEZIONI CAI DI CASTELLI E TERAMO – domenica 12 novembre 2023

Appuntamento alle 8,30 a Castelli per la visita al Museo delle Ceramiche e poi lungo il Sentiero Italia Cai fino al Rifugio Enrico Faiani per un gustoso “pranzo intersezionale”, ai piedi della Parete Nord del Monte Camicia. Domenica 12 novembre 2023.

Colori e sapori d’Autunno

Una giornata autunnale, tra colori e sapori, percorrendo un Sentiero affacciato su panorami dalle eccezionali pareti. Un territorio da scoprire e vivere, iniziando da Castelli, singolare paese abbarbicato alla montagna.

Le grandi pareti

Osserveremo il Gran Sasso d’Italia nel suo poderoso sviluppo paesaggistico e alpinistico, dal Corno Grande, lungo la dorsale montuosa percorsa dal Sentiero del Centenario con i Monti Brancastello, Prena e Camicia, fino all’ineguagliabile sagoma del Dente del Lupo.

Ceramica, roccia, acqua e legno.

Il dislivello consente anche di apprezzare direttamente il diverso cromatismo del fogliame, mentre i colori sgargianti risaltano sulla lucentezza delle pareti.

Ceramica, roccia, acqua e legno. Un insieme che svela i benefici della Montagna.

Sezioni Cai di Castelli e Teramo

L’esperienza è intersezionale per quel positivo scambio tra Sezioni che caratterizza il modo di essere e di agire del Cai. Le Sezioni Cai condividono le attività e ricordo anche la altrettanto riuscita esperienza del 15 ottobre al Rifugio D’Arcangelo della Sezione Cai di Isola del Gran Sasso.

Rifugio Enrico Faiani

Una struttura Cai di montagna che sempre più è conosciuta e apprezzata per l’accoglienza. La posizione strategica lo rende osservatorio privilegiato della Montagna, con la sua candidatura a diventare “sentinella del clima”. Inserito nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ne diventa un presidio informativo su cultura e natura. E’ anche sede del Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” che propone esperienze didattiche diverse e tra queste la  conoscenza del Rifugio e dell’ambiente circostante.

Si guarda ai giovani, al futuro del Cai

Prevista anche un’attività ricreativa per bambine e bambini con i loro genitori

Castagnata

Tra gli elementi aggreganti di questo periodo c’è il frutto dei castagneti. Ci piace andarlo a raccogliere quando maturo cade a terra. Con cautela prendiamo l’involucro spinoso che lo protegge e ne estraiamo il bruno e lucido frutto. Questo particolare e saporito frutto, castagna e marrone, attraversa e unisce le zone montane dell’Appennino e delle Alpi, con interessanti varietà riconosciute IGP e DOP. Nel Parco è presente sul Gran Sasso e, in grande quantità sulla Laga.

Recentemente come Cai siamo stati in Convegno nel Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano, dove è ampiamente presente la Castagna di Roccamonfina registrata IGP nel 2022.

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2023.11.08 pubblicato 

(filidido)
 Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




La Magia del Sentiero – inCammino per andare e diventare

La Magia del Sentiero

inCammino per andare e diventare

Mi trovo sul sentiero e fantastico sulle tante persone che lo hanno percorso.
Sono stati alpinisti, boscaioli, cacciatori, ma trovo anche studiosi, ricercatori, artisti, pittori, insegnanti, fotografi, militari e sicuramente filosofi ed esteti.

Immagino queste persone al Fondo della Salsa, ai piedi della grande Parete Nord del Monte Camicia, tutte riunite per condividere una riflessione sul futuro della Montagna.

«MENTRE IL SENTIERO CI INDICA DOVE ANDIAMO, NOI DECIDIAMO COME PERCORRERLO E CHI DIVENTARE»

Bellezza e Meraviglia
di Montagna

IL CAI SI PRENDE CURA DELLA MONTAGNA

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2023.11.03 pubblicato 

(filidido)
 Giornalista
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Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




ANCHE GLI ALBERI CADONO

ANCHE GLI ALBERI CADONO

@Di Donato

La montagna è avvolta da nuvole impressionanti che, accucciate sulla cresta, aumentano la quota delle vette. Il movimento, tra gioco e fantasia, aggiunge chiome mutevoli allungate spavalde e brillanti, cangianti tra il bianco e il grigio cenere da legna di faggio bruciata.

Il vento tutto permea e riempie a strattoni. Trasporta e scuote. Si insinua e sibila, tra ali e foglie, che ora carezza, ora agita. Si avverte la sua forza dinamica.
I crinali sono la sua palestra.

Siamo sempre in movimento

Il vento è forza della natura. Nasce da una disuguaglianza, da una differenza. Masse d’aria che si spostano da un punto all’altro dell’atmosfera, spinte dal cambio di pressione. Abbiamo in basso aria più calda che vuole salire verso l’alto e lascia spazio all’aria più fredda. Nasce così un rincorrersi giovanile di flussi d’aria, intermittenti, rutilanti, caldi e freddi, con cambio di direzione, improvvisi rallentamenti e tutto questo mentre il sole, che è all’origine di turbinio e rimescolamento, osserva dall’alto, a volte nascondendosi proprio dietro le nuvole che agita e continuamente compone e scompone.

@Di Donato

La Grande Quercia

Questa volta però il vento l’ha fatta un po’ grossa. Ha buttato giù la grande quercia che troneggiava e vegliava sull’agriturismo “il bivacco del parco”.

Era lì, pronta a salutare ogni gradito ospite di questo spettacolare luogo del Gran Sasso d’Italia, nell’accogliente casa che era nata attorno a lei. Un segno forte del paesaggio.

TANTE STORIE DA RACCONTARE

Albero e roccia

Aveva come amica lontana la Parete Nord del Monte Camicia e riuscivano a salutarsi ogni giorno, normalmente il mattino presto e poi la sera all’imbrunire. La quercia di giorno aveva tanto da fare, sia orientando le foglie verso il sole, sia prendendosi cura di tutti gli animali che venivano a visitarla, dagli uccelli, agli insetti, ai piccoli roditori. C’era spazio e attenzione per tutti.
Il grande albero c’era, protettivo e generoso. Una presenza rassicurante.

Castelli

Affacciato sull’abitato di Castelli, ne ha visto costruire le case distribuite a pettine e poi quelle risalenti il pendio. La notte era illuminata dai fuochi che brillavano dalle fornaci che poi liberavano le meravgigliose ceramiche, con decori che la grande quercia ha saputo anche ispirare, ritrovandosi così rappresentata nelle scene del particolare paesaggio castellano.

Lo Steccato

Terribile il terremoto, ma le radici erano forti Nel vedere le case venire giù e poi lo sforzo, di donne e uomini, per ricostruire il grande muro di contenimento ad archi, Lo Steccato, avrebbe voluto mettere a disposizione anche le sue grandi braccia.

Gli alpinisti

Uno dei motivi che la distraeva dalla tranquilla quotidianità, era quando, indirizzando bene le foglie come una sorta di cannocchiale, si accorgeva che piccoli punti neri si muovevano in salita lungo la parete. Non riusciva a spiegarsi chi e cosa fossero quei punti e infatti non conosceva gli alpinisti, ma la curiosità era tanta. Ebbe una sorta di intuizione e illuminazione quando, per verificare il suo stato di salute, un agile forestale risalì dalla base alla chioma.
È così scoprì che l’uomo si arrampicava su piante e pareti.

Il boato

Un’altra situazione che riusciva a richiamare la sua attenzione era quando la grande Parete Nord diventava tonante. E questo accadeva d’inverno; all’improvviso un boato sembrava quasi scuotere i rami spogli. La reazione era sempre un po’ lenta, intorpidita dalla meritata fase di riposo dei mesi freddi; quando riusciva a concentrarsi bene la nuvola bianca della valanga era già terminata, persa nell’aria.
Ma che fosse accaduto qualcosa di importante se ne accorgeva bene.

Il tempo

Adesso, dopo secoli, secoli e secoli, almeno cinque, … ultimamente non riusciva più a contare bene gli anni, la quercia è caduta a terra, lunga distesa sul suolo che era abituato a guardare dall’alto.

La forza di gravità e quella del vento hanno avuto la meglio a quella delle radici che l’hanno sempre tenuta ben ancorata al terreno, forti e insensibili al passaggio delle stagioni.

Panta rei

Tutto scorre ed evolve. Lo spostamento ha sempre una causa, sia quando a muoversi sono le masse d’aria, d’acqua, di neve, suolo e la stessa pianta, sia quando invece si muovono gruppi di persone, come nel caso dei migranti.

Siamo tutti elementi e parte dell’unico grande sistema che è Gaia, la nostra Terra.

Lascito

Cos’è che ci lascia questo grande albero?
Quanti i benefici ecosistemici?
Ci ricorda che con le sue funzioni ha assorbito CO2 dall’aria, trattenendo il carbonio e rilasciando in atmosfera ossigeno. Tanta pulizia dell’aria e tanta acqua messa in gioco. Il suo è stato un percorso simile al ciclo di vita dell’uomo.
Dall’albero impariamo a tenere salde le nostre radici.  Abbracciarlo ci fa stare bene.

Per saperne di più

LA RIVISTA n4 del Club Alpino Italiano (settembre 2023), come numero monografico è dedicato a BOSCHI E FORESTE.
Sfogliamola insieme per capire che, come ci anticipa l’editoriale … un equilibrio tra elementi naturali e presenza umana non è solo possibile, ma indispensabile.

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Montagna Pulita – NO all’inquinamento (link alla pagina)

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Cai Isola del Gran Sasso (link sito)
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Filippo Di Donato (link Facebook)

2023.10.26 pubblicato 

(filidido)
 Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




SPAZI RITROVATI DELLA LAGA

SPAZI RITROVATI DELLA LAGA – Padula di Cortino

Camminare in libertà

La montagna l’ho sempre vissuta come un incredibile spazio di libertà, raggiungibile grazie a un mezzo che tutti abbiamo: le nostre gambe.
Gli spazi aperti sono affascinanti e invitano a fantasticare e riflettere.

Come la montagna, è anche il mare a sedurmi per estensione e colori. Meraviglia liquida che avvolge le terre emerse. Ma andare per mare è possibile solo con una imbarcazione, che sia o un piccolo guscio o una più imponente nave. Da soli, con le nostre forze e il nostro corpo non è possibile.

In montagna invece è diverso. Dipende proprio da noi, mettere le gambe in spalla, e avventurarsi alla scoperta di spazi estesi.

Oggi ci sono i sentieri che ci aiutano a realizzare questo nostro desiderio in ragionevole sicurezza e tranquillità. Rispettando norme di buon senso e di precauzione, è possibile seguire la maggior parte dei percorsi segnati e descritti dal Club Alpino Italiano.

La montagna è salute

La montagna è salute. Non è uno slogan bensì una verità, vera da sempre. Ce lo ha fortemente ricordato il covid, facendocela toccare con mano. E così per un anno in tanti a frequentare la montagna e a goderne dei benefici.
Purtroppo siamo anche molto bravi a dimenticare e farci riassorbire da una vita sedentaria. Siamo tornati pigri e abitudinari. Gli spazi aperti sono ridiventati lontani, e così rinunciamo a colori, odori e sapori. Sono tanti i linguaggi dell’ambiente per noi, sui sentieri da percorrere senza auricolari, attenti a percepirli e raccoglierli.

Cascate e Boschi

Ieri siamo partiti in escursione da Padula di Cortino, piccolo nucleo abitato, praticamente unito a Macchiatornella. Si tratta di due paesi attestati sul fondo di una singolare valle dove prende vita il fiume Tordino.  Case nate dall’arenaria che forgia i Monti della Laga. Colore su colore. Acqua e alberi circondano tutto e risalgono incise pendici montane. Uno sforzo portato fino ai prati aperti che proseguono e si uniscono alla sinuosa linea delle vette sommitali.

Un paesaggio naturale ed umano che ci svela grandi patrimoni ambientali e sociali.

Non è un caso se questo territorio è stato ricompreso dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nel Distretto Ambientale Turistico e Culturale “CASCATE E BOSCHI”.

Ebbene, in escursione da Padula, dopo aver raggiunto il vicino abitato di Macchiatornella, ci siamo diretti verso il Monte Bilanciere.

SPAZI RITROVATI DELLA LAGA

E’ questo è il nome dell’Associazione che, insieme al Club Alpino Italiano, Sezioni Cai di Teramo e Ascoli Piceno, ha promosso due giornate di pubblica e partecipata riflessione sullo stato di fatto e sul futuro della Montagna (ospiti del ristorante Gorzano), accompagnate da altrettanti escursioni. Temi guida dell’appuntamento: Sostenibilità, Territori e Comunità “minori” in tempi di cambiamenti socio-economici e climatici.

21 ottobre 2023

La giornata di ieri (21 ottobre) è stata intensa e proficua con un’appagante escursione ad anello, che possiamo anche provare a descrivere nelle suggestioni evocate. Ma in realtà è solo una narrazione parziale perché il tutto è soggettivo e l’esperienza in ambiente è sempre speciale. Come poter descrivere il paesaggio che si coglie salendo al Monte Bilanciere? Abbiamo raggiunto uno speciale punto di osservazione, crocevia di sentieri, che consente di osservare l’arco formato dalle vette del Parco, dai Monti Gemelli, a seguire tutta la sinuosa cresta dei Monti della Laga, continuando per le verticalità segmentate del Gran Sasso d’Italia. Ci si affaccia poi sull’Adriatico per quell’abbraccio unico tra montagna e mare che solo l’Appennino sa regalarci.

Siamo stati accompagnati da Marino (figura simbolo del luogo) e Paola (affabile socia Cai che per vivere ha scelto Padula e gestisce il b&b Pappappero, posto tappa del Sentiero Italia Cai. Eh sì Padula e anche attraversata dal SICAI). Grande lavoro sui sentieri è stato svolto da Giorgio D’Egidio della SOSEC Cai Teramo, per recuperare e descrivere il percorso ad anello dell’escursione.

Sostenibilità da interpretare

Nel pomeriggio la Tavola rotonda condotta da Annarita Di Domenico (Associazione Spazi ritrovati della Laga) densa di interessanti contributi, trasversali con Sindaci, Università, operatori locali, Cai e WWF, portatori di interesse, giovani di Friday for Future.

In una realtà di policrisi la montagna è in grado di esprimersi attraverso racchiusi polisemi.

Sono intervenuti in successione:

Paola Casati – b&b Pappappero
Filippo Di Donato – Cai-Parchi e Aree Protette
Anna Ciammariconi – Università di Teramo
Marco Tiberi – Sindaco di Cortino
Lino Di Giuseppe – Sindaco di Rocca Santa Maria
Mauro Di Matteo – Agronomo
Fratelli Amari di Genziana Casamari
Giorgio Di Matteo di Capre Teramane
Davide Peluzzi –  Guida Ambientale
Gennaro Pirocchi – Cai Teramo
Federico Di Luciano – Friday for Future
Dante Caserta – WWF
Luigi Pomponi – Presidente Cai Teramo
Marcello Nardoni – Past Presidente Cai Ascoli Piceno

Patrimonio naturale e Patrimonio culturale

Puntuali gli obiettivi ed è di conforto e di speranza che siano dei giovani a volerli raggiungere attraverso matrici diverse, mentre tutto rapidamente cambia attorno a noi:

-Come riuscire a cambiare tenendo duro, conservando la natura selvaggia di luoghi espressione di cascate boschi?

-Come riuscire a cambiare conservando l’identità e la storia di una montagna colonizzata da punteggianti nuclei sparsi dove le attività e i lavori hanno animato Ie pendici montane?

-Come maturare la capacità di proporsi con valori e attività oltre i confini del singolo paese, dei territori montani?

-Come raccontare una società che cambia, utilizzando la montagna lente di ingrandimento che ci costringe a osservare attorno a noi e dentro di noi?

La qualità del vivere in montagna assolutamente non giustifica la mancanza di servizi primari dati da mobilità, istruzione, sanità e lavoro; non giustifica la mancanza del riconoscimento dei benefici ecosistemici offerti da territori ancora presidiati da tenaci abitanti.

Chi vive in montagna è consapevole delle fatiche che dovrà affrontare, temprato dalla dura quotidianità, ma non va lasciato solo e indietro.

Per la sceda tecnica dei percorsi visitare il sito Cai Teramo

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Montagna Pulita – NO all’inquinamento (link alla pagina)

È una scelta utile iscriversi al Club Alpino Italiano (link) ed è un esercizio di libertà.

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Filippo Di Donato (link Facebook)

2023.10.22 pubblicato 

(filidido)
 Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




PERCHÉ É IMPORTANTE CONTINUARE A FARLO!

PERCHÉ É IMPORTANTE CONTINUARE A FARLO!

@Di Donato

A Milano. Il brusio tiepido della città sale ed entra dalla finestra aperta, rotto dallo stridio di una frenata e dal ritmico picchiettio di un mezzo che avverte di essere in movimento.

Sul soffitto con le travi di legno, le ali spiegate di un Albatros invitano a volare alto. La casa è accogliente e le pareti slanciate ricevono volentieri aerei rami di piante che risalgono intrepide e disegnano sinuose lingue di verde.

Ma che ci faccio a Milano? Oggi parto!

Ieri sono stato alla Sede centrale del Club Alpino Italiano, via Errico Petrella 9. Una passione per la montagna che porto cucita sulla pelle. Un interesse per l’ambiente a 360 gradi. Sarà che sono nato a Rivisondoli, in un piccolo paese di montagna affacciato su accoglienti pianori, sarà che ho vissuto molto ad Ancona, sull’Adriatico con le vicine meraviglie del Conero, sarà che ho frequentato l’Università dell’Aquila, città montanara, eccellenza d’Appennino, saranno i miei studi con la laurea in Fisica, appassionante scienza senza fine. Ma l’interesse per ciò che è Natura esplode sempre continuamente dentro me.

Castelli

A Castelli, sotto la parete Nord del Monte Camicia, l’incontro con il Cai è stato fatale. Da socio fondatore di quella piccola Sezione ha preso il via un lungo percorso di impegno e risultati conseguiti e che sembravano certi. Una missiva indirizzata verso un possibile raggiungibile futuro migliore. Le cose però cambiano e non sempre in meglio.

E allora? E adesso? Mi guardo, quasi a non riconoscermi e mi interrogo sul futuro che lasceremo ai nostri figli.

Montagna e mare

Montagna e mare per me sono state due realtà fisse, solide, inattaccabili. Vastità e fisicità in comune. Da una parte ripidi e inaccessibili pareti e dall’altra rutilanti e vorticosi marosi.

Montagna e mare oggi sembrano essere grandi malati, segnati da sporcizia e inquinamento. Lo sfruttamento continuo ed eccessivo delle risorse naturali li sta riducendo in povertà.

Montagna e mare continuano ad esserci, ma non sono più gli stessi. Nelle vette scompaiono i ghiacciai e nell’acqua scompaiono i pesci. Gli ecosistemi non riescono più ad autorigenerarsi e impallidiscono.

La situazione è difficile. Lo vedo attorno a me, ma non sono solo io a dirlo. La voce è globale e planetaria. E così si fissano obiettivi e scadenze. Da quelli irrinunciabili del nuovo millennio, il 2000, scivolati al 2005, diventati del 2010 e a seguire del 2015 e poi i magnifici 17 obiettivi dell’Agenda 2030, con proiezioni al 2050.

Di questo passo non avremo più passo.

Eppure continuo ad agire, a presidiare e a lottare. Ma perché? Prima di tutto perché credo nel Club Alpino Italiano, la mia associazione che ama la montagna e vede lontano. Un mio buon riferimento formativo è stato nel 1974 il convegno internazionale “L’avvenire delle Alpi”. Un’analisi lucida e precisa del momento e delle prospettive. Vi invito a leggere il “piano d’azione”, indicato ben 50 anni fa.

Oggi noi abbiamo un esteso inquinamento industriale e agricolo, il consumo incontrollato delle risorse naturali e tanti scarichi urbani. Purtroppo a questi si aggiungono gli effetti meccanici sull’ambiente dovuti al consumo il suolo con le relative impermeabilizzazioni, la costruzione di strade, la cementificazione dei fiumi, spesso tombati, l’insistenza sugli impianti di risalita e l’innevamento artificiale e tanto altro ancora. Adesso poi sembrerebbe che il Governo abbia deliberato di cancellare il vincolo paesaggistico a tutela dei boschi. Paesaggio e bellezza sono due nostre ultime residue speranze, da riscoprire iniziando dai piccoli paesi di montagna.

L’impegno

Alla necessità di riuscire a convincere Governo e uomini di potere si sostituisce l’impegno a sensibilizzare e coinvolgere direttamente i cittadini. Ripartire dal basso, come nel caso dell’assurda pista da bob a Cortina d’Ampezzo, da oltre 120 milioni di euro. Insieme, in tanti per esigere che i partiti riescano a essere intransigenti nei confronti dei diritti delle generazioni future.

La Costituzione

Nell’art.9, troviamo la modifica della Costituzione, dell’8 febbraio 2022, dove il concetto di tutela si apre all’interesse delle future generazioni. E non è un accessorio, ma la rinnovata spinta che porta ad agire senza attendere la nuova catastrofe.
In gioco il valore della responsabilità, della trasparenza e quello della concretezza dei fatti.

Non sono più giovane e proprio per questo non accetto ci sia una terra disastrata da consegnare ai giovani.

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2023.10.19 pubblicato 

(filidido)
 Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




CORREVA L’ANNO 1974

CORREVA L’ANNO 1974

“L’AVVENIRE DELLE ALPI”: a Trento, per il Convegno internazionale del CAI e UICN con patrocinio UNESCO e Ministero Turismo e Spettacolo.

VIAGGIONE

Stordito dalle tante ore di viaggio alla fine il rumoroso treno si ferma a Trento. Scendo cauto in questa splendida e agognata città, sempre misteriosa, ma davvero tanto lontana. Dopo i primi passi nel centro storico la stanchezza improvvisamente scompare, rapito da suggestioni, architetture, immagini e icone. Trento è una città simbolo, sede importante per il Convegno in programma.
Una città accogliente, in queste giornate dal 31 agosto al 6 settembre del 1974.

TRENTO OSSERVATORIO SUL FUTURO DELLA MONTAGNA

Destinata a svolgere la funzione di osservatorio dal quale protezionisti, studiosi e uomini politici, di nazioni diverse, si ritroveranno per riuscire a prevedere il futuro delle Alpi.

INTERROGATIVI CHIARI

Gli interrogativi sono chiari: che cosa accadrà alle montagne a causa dell’attuale discutibile progresso? e … riusciremo a conservare un ambiente in equilibrio o subiremo gli effetti di una sfrenata speculazione?
Ci attendono più giorni di impegno ma penso proprio che il sacrificio sarà ben ripagato.
Presidente onorario del Convegno Giovanni Spagnolli,  Presidente Generale del Cai ma anche Presidente del Senato.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIOVANNI LEONE

Il 28 giugno 1974 in udienza al Quirinale è stata ricevuta una rappresentativa Delegazione del Convegno “l’Avvenire delle Alpi”. Con il Presidente Spagnolli c’erano il Sindaco di Trento (Benedetti), il Ministro del Turismo e Spettacolo (Ripamonti), il Comitato Convegno (Pedrotti), la Commissione Ecologica del Senato (Dalvit), il Direttore Film Festival “Città di Trento” (Grassi), la Commissione Centrale Cai per la Protezione della Natura Alpina (Saibene), l’UNCEM (Segnana), il WWF (Osio) e altri del Cai.

INVENTARIO: CAI e ITALIA NOSTRA

E non ci si può presentare a mani vuote. Al Presidente della Repubblica si consegna una copia dell’INVENTARIO DELLE AREE MONTANE DA POTER DA PROTEGGERE.

Documento storico realizzato dal Cai, Commissione Centrale per la Protezione della Natura Alpina e da Italia Nostra. Un censimento di luoghi tra eccellenza e vulnerabilità. Lavoro capillare di indagine e attenzione. Un meticoloso e convincente prendersi cura della Montagna, che ha favorito la nascita di molte Sezioni Cai.

Qualcosa di simile è stato riproposto nel 2013 con il rilievo di 150 casi emblematici segnalati dal Cai Tam per il 150° della fondazione.

84 PUNTI

Il PIANO D’AZIONE approvato al termine dei lavori è di ben 84 punti.
Le relazioni uomo ambiente sono giustamente considerate bidirezionali. Ogni aggressione contro la natura è destinata a ritorcersi contro l’uomo; viceversa, modificando profondamente le condizioni di vita dell’uomo si ha una ripercussione sulla natura che lo circonda.

4 SEZIONI

Organizzato in 4 Sezioni (tutte da rileggere):
1. PIANIFICAZIONE (1-29);
2. ASSETTO E UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE (30-52);
3. PROTEZIONE DELLA NATURA E DELLE SUE RISORSE (53-75);
4. ATTUAZIONE DEL PIANO (76-84).
Indirizzi validi e di visione e in particolare ho considerato quelli di Protezione della natura, riferiti anche ai parchi e al loro sistema.

1972 CONFERENZA A STOCCOLMA

“L’UOMO E L’AMBIENTE”. Di sicuro riferimento sono stati i 26 principi della dichiarazione di Stoccolma tenutasi dal 5 al 16 giugno 1972. Parteciparono 112 stati dell’ONU. Il documento è attento a ispirare e guidare le nazioni verso quella che oggi definiamo “sostenibilità”, delineata dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

1972 LIMITI DELLA CRESCITA – MIT Club di Roma

E che dire dello studio che ha aiutato a capire l’impatto sulla Terra sia della crescita demografica, sia dalle attività umane e dall’inquinamento? La Terra non è infinita e non ha inesauribili risorse di cibo e materie prime. Il peso dell’impronta ecologica dell’uomo, supera la capacità della Terra di reggerla.

IL CAI E IL FUTURO DELLA MONTAGNA

Mi immergo nei pensieri e risalgo nel tempo. Da viaggiatore privilegiato vedo come il Cai sia stato un attento precursore dei rischi per montagna e montanari, pronto a leggere i segni del cambiamento. Cito solo alcuni dei passaggi che hanno visto il felice periodo di crescita culturale e di proposta, avviato negli anni ’70 e prolungatosi senza interruzioni per un buon trentennio (spesso agendo da profeta), con analisi, obiettivi e strategie eccezionali per la loro sconcertante attualità :

(1981) BIDEALOGO CAI – pietra miliare e angolare sul comportamento della Nostra Associazione (link al documento). Approvato dall’Assemblea straordinaria dei delegati CAI a Brescia e particolarmente noto per la rivisitazione nell’Assemblea dei delegati del 2013, nel 150° del Cai a Torino, A mio avviso il documento base, icona del Cai, va gelosamente mantenuto e custodito come simbolo di un’azione preventiva e di cura, da antesignana Associazione Ambientalista.

– (1986) Il Cai e la sfida ambientale, Ivrea,  1° Convegno Nazionale della Commissione Centrale TAM – “Montagna da vivere o Montagna da consumare (link al documento)”.

-(1990) La “CHARTA” di VERONA, straordinario Documento finale del 94° Congresso del Cai (link al documento);

-LEGGE QUADRO n.394 del 1991, sulle aree protette, attraverso la quale il patrimonio naturale sul territorio nazionale deve essere sottoposto ad uno “speciale regime di tutela e di gestione”;

ALTA MONTAGNA: GLI INTERESSI IN CONFLITTO (1995), Convegno internazionale con Le “TAVOLE DELLA MONTAGNA” DI COURMAYEUR, Codice di autoregolamentazione delle attività sportive in montagna (link al documento).

-RETE NATURA 2000, rete ecologica diffusa su tutto il territorio d’Europa composta da due tipi di aree: i Siti di Importanza Comunitaria – SIC e le Zone di Protezione Speciale – ZPS.

Recentemente il Cai ha approvato:
-i DOCUMENTI DI POSIZIONAMENTO DEL CAI (2020-2022), riuniti nella pubblicazione “Il CAI e l’Ambiente” su cambiamenti climatici, biodiversità, boschi, transizione ecologica e aree protette (link per scaricare il documento).

101° CONGRESSO DEL CLUB ALPINO ITALIANO

Riuscire a muoversi tra ambiente, economia, società e istituzioni non è semplice, ma è possibile. È quello che ci auguriamo dal 101° Congresso del Club Alpino Italiano, in programma il prossimo 25 e 26 novembre 2023 a Roma. (link alla pagina web del 101 Congresso Cai).

ALLORA?

In 50 anni cosa abbiamo appreso del mondo attorno a noi e come abbiamo modificato i nostri comportamenti? Come ignorare che viviamo travolti da cambiamento climatico, pandemia e terribili conflitti internazionali? Servono responsabilità, trasparenza e fatti.

POLICRISI

Mi sveglio, mi affaccio alla finestra, osservo l’orizzonte e spazio su scenari dove non compare il senso del limite. Nell’alpinismo, per la progressione, l’equilibrio è indispensabile. Nell’uso delle risorse naturali e umane, per chi specula, l’equilibrio è un inutile limite.

Accettiamo la realtà di policrisi e proviamo a risolverla.

Penso ai giovani e nella testa mi ronzano le parole dell’articolo 9 della Costituzione.

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2023.10.16 pubblicato 

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Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




Transumanza – domenica 10 settembre 2023 – Cai Castelli, 3a edizione

Transumanza – domenica 10 settembre 2023
Cai Castelli, 3a edizione

3a edizione

Siamo giunti alla 3a edizione di un riuscito coinvolgente appuntamento, aperto a tutti, ma soprattutto ai più giovani.

Paesi e genti di montagna

A Castelli c’è una Sezione Cai espressione di un piccolo paese del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Forte il legame degli operosi abitanti con il territorio. La ceramica ne è un esempio; nata dall’uso attento delle risorse naturali presenti: argilla, acqua, legname, fuoco e coloranti.

La pastorizia

A seguire tante altre attività in Montagna e tra queste la pastorizia con tutto ciò che  il Gran Sasso d’Italia, da Campo Imperatore e in ogni paese esprime sulla storia della Transumanza, con i tempi, i gesti e le azioni che l’hanno caratterizzata e trasformata in un’esperienza unica e coinvolgente.

Vicini all’ambiente

Il Cai si rivolge ai giovani e alle loro famiglie con il desiderio di riavvicinare tutti all’ambiente, alla manualità dei lavori, alla solidarietà e alla condivisione.
I mestieri in montagna sono di gruppo, servono braccia che sappiano lavorare insieme.

Giornata Transumanza

Con la 3 a edizione di domenica 10 settembre, ripercorreremo le tante fasi della pastorizia, un po’ con le pecore, un po’ con i cani pastore, un po’ mungendo, un po’ tosando, un po’ lavorando il latte da trasformare in ricotta e formaggio, un po’ scardando la lana e un po’ filandola. E poi l’assaggio di tanti prodotti delizia del palato.

Sono buoni i pascoli di Montagna

Alle pecore si continuano ad assicurare buoni pascoli, con latte per produrre dell’eccellente formaggio pecorino. Consiglio di provare quello prodotto a Farindola.

Rifugio Enrico Faiani per lo sdijun

Appuntamento per tutti al Rifugio Enrico Faiani della Sezione Cai Castelli, per la prima energetica colazione – sdijun – e l’avvio di una “gustosa” e “ricca” giornata.

La Montagna è faro di civiltà e culture

In un mondo, condizionato dall’economia e dalla globalizzazione, il valore dei luoghi è espresso dalle identità locali. Ricchezza e bellezza sono racchiuse in uno scrigno di biodiversità, genti e culture. Sono storia e vicende che consentono alla Montagna di essere ancora un luminoso faro di civiltà e futuro.

Le Comunità

Valorizziamo i piccoli paesi con le loro Green Community che utilizzano acqua, boschi e paesaggio e guardano al futuro. Non sfruttano!

Amatrice – Terre Alte – domenica 3 settembre 2023

La pastorizia nei secoli ha lasciato un’impronta importantissima nell’economia e nelle tradizioni delle genti di montagna.
Il Cai è ovunque custode dei segni dell’uomo in montagna, documentati dal progetto “terre alte”.

UNESCO

La TRANSUMANZA è stata inserita nel 2019 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale. La transumanza è ancora praticata tra Molise, Abruzzo e Puglia, principale direttrice di questa storica attività presente anche nel Lazio e in Campania.

in Cammino

Dal Rifugio Enrico Faiani per camminare nei boschi di faggio e spazi aperti affacciati sulla valle, verso le grandi pareti, con i paesaggi che mutano passo dopo passo. E’ meraviglioso guardarsi attorno.

I sentieri sono messaggeri di bellezza e benessere

Il presidio del territorio

In questa complessa fase di cambiamenti ambientali, economici e demografici è fondamentale impegnarsi nell’educazione e nell’attenzione al mantenimento di competenze sociali e di relazione.
Determinante il coinvolgimento di comunità e territori dotandoli di efficaci strumenti operativi.

Il Rifugio Enrico Faiani, che ospita il Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” è cerniera tra l’abitato e la montagna.

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2023.09.05 pubblicato 

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Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.




Monte Amaro

MONTE AMARO
2793 m

foto archivio Di Donato

Una bella esperienza quella di correre dietro ai figli, specie se poi li si insegue in montagna.

Monte Amaro è una ambita vetta d’Abruzzo, impegnativa e tutta da scoprire. Determinante mettersi in cammino che sia bel tempo.

Ne vale la pena

Ne vale la pena per la sua particolare posizione tra il mare Adriatico e gli altri monti, per il paesaggio incredibile, vicino e lontano, che ci aiuta a scoprire e apprezzare, per il sentiero di avvicinamento che a ogni passo muta forma e racconto, per gli ampi pianori sommitali e la lunga aspra cresta verso l’infinito.

foto archivio Di Donato

Eugenio Di Donato

Da Eugenio la Maiella è stata osservata sempre con ammirazione e rispetto. E questa volta l’ha raggiunta di slancio, tutta d’un fiato, quasi inaspettatamente. Il programma iniziale prevedeva la salita dalla Stazione di Palena sul Monte Porrara, per poi scendere a Campo di Giove seguendo questo aereo e paesaggistico tratto del Sentiero Italia Cai.
Ma, e compare il ma, a Guado di Coccia, lo sguardo si inarca rapito, segue il volteggiare delle nuvole, mentre l’ondulata cresta si allunga sull’orizzonte. E i piedi agili sanno subito dove dirigersi.

foto archivio Di Donato

La Maiella è così, ti prende senza che tu te ne accorga e, sedotto, inizi a salire. Come compagni d’escursione i propri racconti, lasciati lungo il percorso. Dieciraccontialprezzodiuncaffè

foto archivio Di Donato

Il resto è avventura, spazi infiniti, natura aspra e selvaggia, esplosione di vita tra rocce frantumate, Camosci d’Abruzzo dominatori d’altura e il rosso “bivacco Pelino” calato dalla luna.

foto archivio Di Donato
foto archivio Di Donato

Il rientro a Fonte Romana è accompagnato dalle ultime luci del tramonto e dalle prime ombre lunghe della sera.

Nel Parco Nazionale della Maiella Eugenio, socio Club Alpino Italiano, della Sezione Cai Castelli.
giovedì 10 agosto 2023

foto archivio Di Donato

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2023.08.17 pubblicato 

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LA MONTAGNA SI TINGE DI ROSA, 18 giugno 2023. In Montagna con la Commissione Tutela Ambiente Montano Cai Abruzzo.

LA MONTAGNA SI TINGE DI ROSA, 18 giugno 2023.
In Montagna con la Commissione Tutela Ambiente Montano Cai Abruzzo.

Una continua meraviglia

Anche se siamo abituati ai colori, resto sempre colpito dalla meraviglia della natura e dalla capacità di stupirci e rapirci. Puntuale come le lancette dell’orologio il rosa appare all’aurora e al tramonto riuscendo a colorare anche le rocce. Una presenza silenziosa e significativa che rinvia a quella delle operose donne di montagna. Loro però ci sono sempre e non per le particolari circostanze meteo che ci regalano la breve visione del rosa.

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

L’appuntamento 2023 celebra anche i 100 anni del Parco, con le sue tante stagioni e vicende che hanno composto la storia della tutela in Italia.
Guidati dal rosa e dal piacere dell’incontro ci ritroveremo immersi in un caleidoscopio di colori: percorreremo sentieri incastonati tra il verde, il blu, l’azzurro, il giallo e il marrone, con paesi biancheggianti e ammiccanti tra loro. Un’esperienza da vivere e raccontare.

La montagna si tinge di rosa

Da 5 anni inseguo i passi della giornata Cai “la montagna si tinge di rosa”. Nata da un’idea delle donne del CAI Abruzzo, guidate dalla Presidente della commissione TAM (Tutela Ambiente Montano) Alejandra Meda.

Le donne ci sono e sono importanti. La giornata Cai nel Parco si snoda come continuo racconto che aiuta a dare visibilità alla preziosa opera delle donne, mentre vivono e frequentano la montagna.

Imperdibile

Si tratta di un appuntamento imperdibile dai consensi crescenti, testimoniati dalla adesione di centinaia di persone alle edizioni precedenti. Ma soprattutto in grado di lasciare un tangibile segno di attenzione alla cura e al rispetto di ogni persona, senza distinzione di età e provenienza.

Si partecipa alla manifestazione prenotandosi presso le Sezioni CAI del territorio

Un perenne racconto

La giornata “La montagna si tinge di rosa” è nata per raccontare le storie delle donne abruzzesi pioniere nella frequentazione e custodia delle nostre “terre alte”. E le donne del parco ne hanno tante da narrare.

Grazie a loro, nel corso dei secoli, le famiglie sono riuscite a sopravvivere in ambienti montani, mantenendo uno stretto rapporto con la natura, utilizzando le risorse ma, allo stesso tempo, conservando e curando i territori.

In cammino per il progresso

Oggi il numero delle donne che frequentano le montagne è in forte crescita ed è proprio da loro che viene la spinta all’innovazione, il bisogno di qualità, la volontà di recupero delle tradizioni. È innegabile che il connubio donna-montagna genera armonia, conoscenza e sviluppo dei territori.

Le donne del Parco

Quest’anno, nel centenario del PNALM, la giornata sarà dedicata alle “donne del Parco”, ovvero a coloro che si prendono cura di questa straordinaria risorsa: guardie forestali, guide, amministratrici, artigiane…

Il Programma

L’appuntamento è per domenica 18 giugno a Civitella Alfedena. La giornata inizia con una bellissima passeggiata partendo da Civitella Alfedena per dirigersi alla valle Iannanghera con la guida attenta delle donne guardiaparco. Si passeggerà nel bosco, tra i maggiociondoli in fiore, e poi nella bella fustaia di faggio per scendere poi verso il lago di Barrea.

Qualità dell’accoglienza

Il rientro al paese è previsto nel primo pomeriggio dove ad attendere gli escursionisti ci saranno le abili artigiane del Parco con i loro prodotti.

https://www.loscarpone.cai.it/mondo-cai/dettaglio/la-montagna-si-tinge-di-rosa/

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2023.06.17 pubblicato 

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– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo
Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Cai-Parchi e Aree Protette

Filippo Di Donato nasce negli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, a Rivisondoli (AQ). Si laurea in Fisica. In parallelo alla docenza si occupa di ambiente, montagna e aree protette. Riveste diversi ruoli nel CAI: socio fondatore della Sezione di Castelli (TE), presidente delegazione Abruzzo, consigliere centrale, presidente nazionale Escursionismo e TAM. Accompagnatore nazionale escursionismo. Operatore nazionale tutela ambiente montanoHa promosso la costituzione di 3 Centri di Educazione Ambientale riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Già nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Consiglio Direttivo Federparchi.
È giornalista ambientale.