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ICORPIDICONO in Abruzzo – domenica 8 agosto 2021 a Teramo

icorpidicono in Abruzzo – “Teramo Natura Indomita”
-domenica 8 agosto 2021 a Teramo – Appuntamento dalle 19.00 al Parco Fluviale.

L’abruzzese Eugenio Di Donato – di Castelli e Cristina Nucera esporranno la Mostra #icorpidicono. Appuntamento dalle 19.00 al Parco Fluviale. L’evento è inserito nel programma estivo “Teramo Natura Indomita”.

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In Movimento
Dopo un lungo muoversi di Regione in Regione (ultima esposizione in Emilia Romagna) e da paese a paese, ecco che la mostra “i corpi dicono” viene esposta in Abruzzo. Ad accoglierla la città di Teramo.

NATURA INDOMITA (link)
Il senso dei tanti messaggi, di speranza e futuro raccolti ed esposti, si ritrova nel titolo del Programma “Teramo NATURA INDOMITA”.

Transizione
Il nostro è un periodo di transizione, che si prospetta lungo.
Veniamo da un periodo difficile dal quale vogliamo fortemente uscire. I tanti foglietti esposti raccontano stati d’animo e reazioni che invitano alla lettura e alla riflessione.

Quale comunicazione?
La comunicazione non problematizza ed enfatizza. Sofferenza e aspettative ci sono come dato di fatto e realtà. Inducono empatia con, a mio avviso, un diffuso turbamento per una certa preoccupazione sul ruolo della malattia e conseguentemente della scienza e della tecnologia nelle nostre vite.

Uomo-Natura
Assistiamo a uno slittamento nel rapporto uomo-natura. All’apparente possanza della Natura, ritenuta a volte sovrastante, l’uomo ha risposto con azioni clima-alteranti e anche più, con l’avvento del Covid.

Libertà…
La prossima mossa ha il sapore della libertà. Dai giovani conquistata e ridisegnata oltre gli attuali limiti, resi indistinguibili da un’era che muta e indirizza il cambiamento.

L’ascolto
Ci si interroga su ciò che diventeremo anche ascoltando quello che “i corpi dicono”. La Mostra serve a questo.

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Prossimi appuntamenti
Genesi, evoluzione, vicende e prossimi appuntamenti (Emilia Romagna e Veneto) di questa idea di incontro e di futuro sono raccontati (testi, immagini e video) nel sito icorpidicono (link)

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2021.08.06 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo




ICORPIDICONO – ESTATE nell’ARIA – San Lazzaro di Savena – giovedì 22 luglio 2021, appuntamento al “Parco 2 agosto”

ICORPIDICONO
– ESTATE nell’ARIA – San Lazzaro di Savena
giovedì 22 luglio, appuntamento al “Parco 2 agosto”

Continua l’esperienza itinerante della Mostra “icorpidicono” che si sposta in Emilia Romagna.
A San Lazzaro di Savena parole scritte e musica si incontrano in un appuntamento coinvolgente ed emozionante.

ESTATE nell’ARIA – San Lazzaro di Savena
Mostra “icorpidicono” 17:30 – 24:00

A San Lazzaro di Savena si inizia alle 17:30 con la mostra/evento “icorpidicono”: un progetto di Eugenio Di Donato e Cristina Nucera incentrato sul tema del corpo, con il suo bisogno di “interrogarsi”, “capire” e “incontrare”, le situazioni, le connessioni e gli scambi fra esseri umani.

Tutto è avvenuto in strada e continua all’aperto
Per mesi Eugenio Di Donato è sceso in strada con carta e penna, e alle persone frastornate e preoccupate da un anno di distanziamento sociale ha chiesto: cosa dice il tuo corpo?

SCRITTO E IMBUCATO A MANO
Ognuno ha scritto la propria risposta a mano, con l’unicità della propria grafia, e ha imbucato in una scatola il messaggio.
Sono stati raccolti oltre 700 biglietti, ora trasformati in una vera mostra: una grande pagina tridimensionale, una scultura di carta in movimento, dove ogni lettera e simbolo racchiudono un messaggio.

Alle 21:00 interviene il cantautore Fabio Curto che presenta al pubblico di San Lazzaro il suo nuovo album “Rive Volume 2“, uscito il 23 giugno. Genere Folk con un Quintetto .

https://www.comune.sanlazzaro.bo.it/…/icorpidicono…

2021.07.21 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” Cai Castelli e Cai Teramo–




LEGGERE DOVE NON SI LEGGE è un esperimento di speranza (descrizione e video).

LEGGERE DOVE NON SI LEGGE (link)
è un esperimento di speranza (descrizione e 12 video)


video (link)
L’invito alla lettura del libro, dell’ambiente, delle genti
Da amante dell’ambiente mi seducono meraviglia e fascino dei piccoli borghi montani, molti dei quali in Abruzzo vivono nella terra di mezzo tra le alte vette e l’affaccio sulla costa. Tanti altri si perdono nelle valli e sugli altopiani che modellano le zone interne.

12 tra borghi e località
Le parole di Eugenio Di Donato e  le immagini di Gaia Russo Frattasi svelano frammenti di 12 tra borghi e località.
Questa prima volta tocca ad Arsita piccolo borgo nell’area interna della Valle del Fino. Arsita viene raggiunta da Castelli attraverso una strada interna, grande nel paesaggio, da migliorare nel fondo, che forse è consigliabile percorrere a dorso di mulo.

il progetto Leggere dove non si legge (link) porta il libro nelle piazze, nei lavatoi, nei bar, alle fontane. Là dove non te lo aspetti. Dove per abitudine e costume non siamo abituati a pensarlo. Come se il libro avesse dei posti specifici dove comparire e non si potesse leggere ovunque
Leggere dove non si legge rompe con la tradizione che confina il libro nelle librerie e nelle scuole. Che ne fa un soggetto per pochi, qualcosa per addetti ai lavori.
Pensa che il posto migliore per un libro siano le mani del lettore. Qualunque lettore. Di ogni ordine e grado, nazionalità, etnia, sesso, genere e religione…………………………….
Leggere dove non si legge è un viaggio in dodici puntante. Dodici tappe con il romanzo Sangue e Latte, l’editore El Doctor Sax, l’autore Eugenio Di Donato e la regista Gaia Russo Frattasi che vi racconterà con l’occhio della sua telecamera il territorio che abbiamo attraversato. Le strade divelte e i paesaggi mozzafiato, le case tagliate in due dal terremoto e i ponti puntellati, serpenti e mandrie che pascolano nella notte in un concerto di campanacci, i bar di paese e le fontane

La descrizione del tratto Castelli Arsita, realistica e imitativa  per me che lo conosco bene,  è in linea con le modalità espressive di Eugenio, dei paesi e dei monti che li incorniciano:
….Ho inteso la scrittura come uno strumento, un oggetto afferrabile che abbia le fattezze di un utensile in grado di stendere e plasmare il pensiero, che ne ridisegni l’estensione e ne muti l’immaginario.
Nel video la leggerezza dei frammenti, dei suoni, del dialetto. Strette vie che ci attendono. Tempo sospeso tra apparenza e nuovo futuro. Voci delle aree interne. Fiducia nella politica e nel BIM.
Ad Arsita anche una Sezione del Club Alpino Italiano, a presidio della Montagna.
Si legge, si parla. In cammino.

Prima Tappa, Arsita
Si parte da Castelli, in provincia di Teramo, dove faremo base per qualche giorno. Gaia non conosceva Castelli, non immaginava di trovare alle sue spalle una parete gigantesca e selvaggia
Mentre si guarda intorno stupita e meravigliata sulle labbra le affiora una parola primordiale.
«È preistorica» dice, senza staccare un attimo gli occhi dalle guglie che come pinne di un tirannosauro puntellano la cresta sommitale della parete. La parete è immensa, tutta spaccata, con il bosco e i prati che si arrampicano verticalissimi finché possono. Poi arriva lei, la roccia, e da quel punto della strada pare stia ancora emergendo. Sembra si muova.
«Credevo di conoscere l’Abruzzo» aggiunge e resta a bocca aperta.
Sorrido, la nord del monte Camicia ti stordisce, si impone potente e inaspettata, occupa tutto lo spazio. Sorrido di nuovo e le dico, «vedrai…», e non mi riferisco alle meraviglie paesaggistiche ma ai circa venti chilometri di strada dissestata che ci separano da Arsita. Tra Castelli, Befaro e Arsita il tempo si dilata. Succede qualcosa all’aria, e sebbene non ci sia nessun cartello a segnarne i confini tu lo «senti» che hai valicato una zona. Che non è come prima. Lo spazio ti avvolge, e ti tiene. Ti stringe così forte che avverti la sua morsa per giorni.
Valichiamo fossi, schiviamo anfratti e buche che paiono voragini, l’asfalto appare a tratti e quando c’è è divelto, spaccato dalle pioggia e dai cingoli dei trattori, forma dei denti che sono gradini. Proseguiamo a passo d’uomo, l’auto tocca, gratta, struscia ma procede. È l’ultima discesa, porta a un ponte sgarrupato con le ringhiere arrugginite e accartocciate, sembra ci sia passato sopra qualcosa di molto grosso, sotto scorre il Fino, il fiume che dà il nome alla vallata. Siamo ufficialmente nel comune di Arsita.

I progetti
Il progetto Leggeredove non si legge (link)è continuità espressiva e di speranza del progetto i corpi dicono (link) svelato nelle parole di oltre 700 persone impegnate a scrivere insieme qualcosa di nuovo che sarà riportato in una Mostra.

2021.05.05 e seguenti (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Castelli e Teramo– CD Federparchi




Importanza della memoria – Emozione nel ricordo – Camoscio d’Abruzzo, terremoto e … …

Importanza della memoria
Emozione nel ricordo
Camoscio d’Abruzzo, terremoto e …

Molte delle cose che facciamo
Che pensiamo
Dipendono dal rapporto che abbiamo con la memoria
Eugenio Di Donato
– sangue e latte
i corpi dicono

la memoria – il ricordo
Il trascorrere degli anni regala il senso della memoria. Si fissano i fatti nel tempo e insieme a ciò che è stato, che è avvenuto emerge anche l’idea/la causa che ha indotto/originato l’evento citato.
Documentando la storia, da protagonista o da osservatore, si genera cultura e si offre preziosa conoscenza, per non dimenticare, per avere consapevolezza da dove veniamo, su ciò che è accaduto e per fare meglio.
Il sapere, un po’ come il guardarsi attorno in montagna, alimenta e aiuta la riflessione nelle scelte.
La memoria dei fatti è per tutti ed è storia. Ha la durata del tempo, è scandita dall’intelletto.
Il ricordo ha un’altra dimensione. Si fonde con la nostra intimità e con il vissuto di esperienze ed emozioni, con la capacità di leggere e interpretare attraverso i sensi, con il cuore e con la mente. E’ espressione di intensità e tremore.

la memoria – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
La memoria mi riporta con dati certi al giorno nel quale furono reintrodotti i primi Camosci d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia, a Campo Pericoli. Al numero dei Camosci giunti in elicottero dal Parco Nazionale d’Abruzzo, agli escursionisti saliti, al personale del Parco e del Comune di Pietracamela, ai soci Cai presenti. Tutto questo è documentabile e sono fatti scanditi nel tempo, sono frammenti certi per tutti e fanno parte del più articolato progetto di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo. Oggi i camosci sul Gran Sasso d’Italia sono diventati 1000. I numeri sono la misura di una positiva realtà, di un progetto andato a buon fine.
La storia ci dice da dove siamo partiti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso quell’idea, quel progetto si spera possa ripetersi.

il ricordo – reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo
Diversi i fotogrammi del ricordo, mentre salivo sul sentiero  da Prati di Tivo insieme a mio figlio Andrea appena decenne, con la luce negli occhi, speranzoso e curioso, a Campo Pericoli la sua immagine a cavallo controluce, in attesa, il rombo dell’elicottero, il timbro soffuso delle voci, gli animali giunti sopiti e l’attesa del risveglio, l’allungata disposizione dei presenti a V per indirizzare i disorientati camosci verso l’alto, indelebile l’immagine dell’agile acrobata delle rocce che, dopo un secolo di assenza, tornava a calpestare i tappeti erbosi del Gran Sasso d’Italia.

la memoria del terremoto
La memoria mi riporta al terremoto dell‘Aquila. Anche in questo caso la data è certa, come l’ora, come il numero delle vittime, appena ieri celebrate dai rintocchi della campana. Le macerie una massa terribile come i feriti e i senza tetto nel freddo della notte. A seguire lo spaesamento e, per tanti, l’abbandono. I numeri pesano come macigni e la realtà orribile per una  città di Montagna, tenacemente abbarbicata alla sua identità, nata dal senso positivo di aggregazione e inclusione.
In questo caso evento e numeri sono una inaccettabile realtà.
Il 6 aprile di ogni anno diventa una data della memoria per donne e uomini, affinché, adottando ogni genere di intervento preventivo, quella tragedia non abbia a ripetersi.
La storia ci dice da dove siamo partiti, quanto gravemente abbiamo ignorato i precedenti terremoti, dove ci troviamo e ci indica anche come continuare.
In questo caso la memoria è tale che la storia narrata attraverso il terremoto, evento naturale nella dorsale appenninica, ricorrente tra qualche generazione , non determini la perdita di altre vite umane.

il ricordo del terremoto
Anche in questo caso  il ricordo è personale. Strappato all’improvviso dal sonno nel cuore della notte, preso dall’innaturale movimento di mura, infissi, mobili e suppellettili. La preoccupazione per la famiglia, le braccia come rifugio per mio figlio Lorenzo tredicenne, incredulo per quel non ancora identificato e codificato terribile evento. I sensi all’erta per un avversario noto, del quale provi a intuire prima possibile effetto e percepirne la durata per decidere cosa meglio fare. La pelle sollevata dalla voce del terremoto che è forte, può cambiare nei toni ma è sempre lei, presente e mai sopita, per chi l’ha provata. La riconosci immediatamente mentre recuperi tutto l’avvenuto nel tempo. L’evento di Teramo si somma a quelli di Ancona, Castelli e Rivisondoli. Una ininterrotta catena di boati e sensi di vuoto. La resilienza messa a dura prova dal ripetersi, da intensità e incertezza indotte.
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il Giorno della Memoria
Il Giorno della Memoria è una testimonianza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Mia nonna Ida di Rivisondoli, fino all’ultimo istante di lucida vita, non ha mai rimosso tragedie e orrori dalla seconda guerra mondiale – come l’assurda strage di Pietransieri, l’eccidio nazista di 128 inermi persone nel bosco di Limmari, di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni, e molti anziani; un’eredità che conservo viva per contrastare disuguaglianze e ingiustizie di ogni genere.
«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi.

2021.04.07 (filidido) Giornalista
 – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi




(4) “I CORPI DICONO” DIVENTA UNA “MOSTRA” – anche “la Repubblica” ha raccolto l’appello – In questo primo giorno di primavera, mentre le campane suonano la domenica.

(4) “I CORPI DICONO” DIVENTA UNA “MOSTRA”
In questo primo giorno di primavera, mentre le campane suonano la domenica

– anche “la Repubblica” ha raccolto questo appello.

finanziamento collettivo
Un crowdfunding. La proposta di un finanziamento collettivo per raccogliere quanto necessario. Servono piccole somme che, come gocce d’acqua, concorrono e ruscellano per aiutare ad organizzare una Mostra.

insieme
se vuoi arrivare lontano, cammina insieme (Kenya)

Uno, nessuno e … cinquecento
La crisi sanitaria non vogliamo che diventi crisi della persona, dell’individuo. Si può uscire migliori dal confronto con l’attuale realtà improvvisa e disorientante. Condividere i pensieri aiuta trovare risposte per sentire quanto la vita sia preziosa e quanto dobbiamo cambiare .

in Mostra
L’idea di Eugenio è di organizzare un momento espositivo che sarà di tutti. Fisicamente anche itinerante, da luogo a luogo, da città a paese.
Le parole prendono forma e diventano espressione del vivere e dell’agire.

il messaggio scritto
Lo scritto è pensiero reale, colto all’aperto, fermato nell’attimo, segno dell’incontro, vergato per comunicare qualcosa, per liberare un significato interiore, per incontrarsi tra gioia, apprensione, leggerezza e redenzione.

la Mostra …
riunisce pensieri scritti
coglie l’attimo
libera i frammenti
racconta i significati
comunica qualcosa
aperta ai suggerimenti.

Siamo migliori?
Cosa ci sta insegnando questa pandemia?
Le parole creano una breccia per guardare oltre e guardare dentro.
Dobbiamo tenere stretta la libertà di immaginare e percepire con la mente e con il cuore.
In questo caso osservare e leggere il futuro possibile.
Tra le pieghe ci siamo tutti noi.

2021.03.21 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




(3) “I CORPI DICONO” E’ DIVENTATO UN “SITO” – UN PROGETTO di Eugenio Di Donato – SOCIALE ANTROPOLOGICO POETICO – Un aiuto a superare la pandemia

(3) “I CORPI DICONO” E’DIVENTATO UN “SITO”
UN PROGETTO di Eugenio Di Donato – SOCIALE ANTROPOLOGICO POETICO
Un aiuto a superare la pandemia

CI SONO GRANDI NOVITA’!!!
Mentre con “i corpi dicono” continua l’esperienza itinerante e di incontro di Eugenio Di Donato, cresce anche il numero dei contatti …. e abbiamo raggiunto e superato quota 500.

IL SITO “I CORPI DICONO

La storia del Progetto, dall’ispirazione alla costruzione, viene raccontata e documentata.
Dal libro “sangue e latte” all’idea.
Scrivere  a mano una lettera.

Imbucare in una cassetta.

Due gesti in sequenza quasi dimenticati, assorbiti da un nuovo telematico.
La fisicità all’aperto che prende spazio con il sorriso.
I corpi consegnano la loro forma, diversa e mutevole.
Si muovono nello spazio e indossano i suggerimenti del tempo.
Tra questi anche la mascherina, unico mezzo di libertà, globale.

Wolf
Un racconto breve.
Ci accompagnano le parole: eleganza nel movimento, unicità di specie, passione nel fare, determinazione generosa, amore.
Cane e uomo uniti e più forti

Il racconto mi è piaciuto e spero di poterne leggere presto altri.

2021.03.11  (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai – CD Federparchi




(2) siamo arrivati a 400!!! – I CORPI DICONO  – UN PROGETTO di Eugenio Di Donato – SOCIALE ANTROPOLOGICO POETICO

(2) I CORPI DICONO  – UN PROGETTO di Eugenio Di Donato
SOCIALE ANTROPOLOGICO POETICO

Continua l’esperienza itinerante e di incontro di Eugenio Di Donato

il 9 febbraio ci siamo interrogati….
Ma cosa mai saranno “i corpi” per Eugenio Di Donato?

E che cosa diranno alla fine della raccolta dei messaggi dei tanti coinvolti…
Mistero!!!

Sappiamo che è un peripatetico … incontra persone, le avvicina (sempre a distanza coronavirus) e le invita a esternare un pensiero scritto … , nelle piazze, nei bar, negli angoli delle strade, sulle panchine, in piedi … un pò ovunque.Raccolto lo scritto ecco che va a fare compagnia ai tanti altri nella scatola fessurata.


siamo arrivati a 400!!!
 Cresce il numero delle persone coinvolte e per molte si riesce a leggere il sorriso sotto la mascherina, svelato dal brillio di occhi vivi e comunicativi. Siano giovani o meno giovani, tutti ne hanno piacere.

siamo in curiosa attesa dei prossimi sviluppi!!!

ALCUNE USCITE (dopo il 9 febbraio) – da facebook – Eugenio Di Donato


20  febbraio I CORPI DICONO
Milano, lettere matematiche
#icorpidicono


18  febbraio I CORPI DICONO
Milano, lettere sghembe
400!


13 febbraio I CORPI DICONO
Milano, lettere in piedi!
Fa freddo, ieri nevicava, eppure la gente ha voglia di scrivere, si sfrega le mani e parte.
Sembra che oggi le “mie” lettere abbiano infranto il muro della diffidenza.

(1) I CORPI DICONO – articolo del 10 febbraio 2021

2021.02.21 (filidido) Giornalista – Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi